Writing Day 4 - Sono andata dove il vento mi chiama

Nov 16, 2013 13:12

Prompt: L’uomo sciocco giace sveglio tutta la notte pensando ai suoi molti problemi. Quando arriva il mattino egli è esausto, e i suoi problemi sono ancora lì. - Hávamál, 23
Fandom: Nana

Non poteva dirglielo. Se lo avesse fatto, Nana le avrebbe dato della stupida; perfino della puttana, forse. Le avrebbe urlato addosso, furiosa, o peggio avrebbe scosso la testa dicendo che l’aveva delusa.
“Non volevo deluderti, Nana. Io… sono una stupida. Ho creduto che Takumi tenesse veramente a me quando è venuto all’appartamento per la seconda volta. Ho creduto che potesse innamorarsi e mi sono lasciata andare…”
Nobu la scuoteva, urlava, la rassicurava che qualunque spiegazione sarebbe andata bene, ma Hachi continuava a piangere. Nobu le aveva rivolto le parole che lei aveva aspettato per vent’anni, e a cosa erano servite? Non poteva cancellare quello che era successo con Takumi prima che si rendesse conto di amare un altro, non poteva fingere di non essere…
“Dimmi che mi ami, Nobu, dimmi che terremo questo bambino come se fosse nostro figlio… Dimmi che è nostro figlio! O vattene, lasciami qui, pensa alla tua vita, diventa un musicista di successo, fa’ in modo che ti ricordino come il chitarrista dei Blast…”
Quando accettò la proposta di matrimonio di Takumi, lo fece per amore. Lo amava perché si era presentato lì a sollevarla dai dubbi dopo una notte in lacrime. Lo amava perché aveva preso una decisione per lei - ma si disse che lo amava per motivi più profondi, perché anche lui la amava veramente e perché stava mettendo a rischio la sua carriera per una ragazza.
Al mattino, i problemi c’erano ancora, ma Takumi le aveva dato una via d’uscita. Hachi doveva solo fingere a se stessa di essere felice.

hachi, nobu, takumi, writing day, nana

Previous post Next post
Up