E' un po' quello che diceva quella Maddalena in quel video che linkasti tempo fa, no? Perchè "lavorare" gratis?
Diciamo che sono sostanzialmente d'accordo: se io ti chiedo una collaborazione "X" una tantum, il "piacere", ogni tanto, si può fare. Se la collaborazione è periodica e richiede tempo, sudore e fatica, mi sembra giusta la retribuzione.
Sì, esatto, come quel video! Solo con tempo ti accorgi quanto aveva ragione quella ragazza! Che poi, io collaboro gratuitamente con mille persone. Ma se tu, editore, mi vieni a cercare perché hai bisogno di me, non puoi cavartela con una stretta di mano. Anche perché tu, editore, col mio lavoro ci guadagni dei bei soldi!
Nulla da eccepire. Lavori di qualità e professionali vanno pagati. Non si capisce perché la scrittura, nel senso ampio, dovrebbe fare eccezione (sì, lo so, siamo noi purtroppo le mosche bianche a pensarla così). :)
Sì, la filosofia è quella. Ma, per dirne una, quando chiamo il giardiniere o l'idraulico, con piffero che se ne vanno senza essere pagati per il lavoro svolto. A meno che non si tratti di gente che lavora in nero. In campo artistico invece c'è sempre questa atmosfera da "per ora grazie" che citi tu, e che è insultante per chi bazzica l'ambiente da anni.
Non è tanto vero. Anche il giardiniere e l'idraulico e altre categorie, che non lavorano in nero, hanno lo stesso problema. Farsi pagare è meno facile di quello che sembra, anche per categorie per le quali non sembra.
Invece pienamente d'accordo che in campo "artistico" sia peggio, su questo non ci piove. Perché questo? In america a un certo punto c'è stato lo sciopero degli sceneggiatori, "lotta dura senza paura" e, alla fine hanno vinto. Si era bloccato tutto il settore dell'intrattenimento. Ebbene in italia una cosa del genere non sarebbe stata possibile, non è possibile. Per prima cosa gli sceneggiatori vengono considerati come due di coppe, poi, troppa lunga la fila di aspiranti "talenti" pronti a lavorare solo per farsi conoscere o per la sola gloria e onore, non c'è rispetto o considerazione per il lavoro altrui (scrivere=scribacchino), non si cercano i più validi ma ci si appoggia sulle cricche politico-ideologiche o culturali, si seguono le mode e si pensa che l'elemosina (quando c'è) sia il giusto compenso.
Mah, forse dalle mie parti certe categorie non hanno questo problema per il semplice fatto che nessuno si sognerebbe di non pagare per certi lavori. Ben diverso lo sforzo intellettuale, che viene visto solitamente come gran spreconi tempo, e quindi può benissimo essere non retribuito. Ovviamente èvero quel che dici tu, ossia che da noi sono impensabili delle class action tra scrittori (o altri artisti), perché c'è sempre e comunque un'armata di tizi disposti a lavorare gratis 24 ore al giorno per la presunta gloria...
Sono in attesa da quasi due mesi di un pagamento per un lavoro di traduzione fatto in tempi strettissimi e condizioni ridicole. Non una grossa cifra, ma con quei soldi ci avrei fatto le ferie. Magari ci avrei anche fatto altro. Ora c'è agosto, poi a settembre dovrò mandare una mail pietistica per chiedere, per cortesia, se non è troppo disturbo, se non sarebbe possibile, con tutto comodo, sapere se verrò mai pagato.
Eppure proprio oggi La Repubblica mi dice che il lavoro, oramai, lo si trova grazie al blog, non grazie al curriculum. Già. ma mentre mi spiegano come aumentare l'appeal del mio CV/blog, si scordano di dirmi come farmi pagare dai miei clienti.
Il che è vergognoso. Dovremmo creare una sorta di lista nera di gente che non paga (un po' coe Elv voleva fare un tempo per gli editori a pagamento), di modo che patiscano in prima persona gli effetti della loro scarsa professionalità. Ma servirebbe coesione di categoria, una qualità che non abbiamo. Forse è anche per questo che certi tizi faranno sempre il bello e il cattivo tempo, impunemente.
Non posso che darti ragione. Una cosa fatta per lavoro è un conto; una fatta 'perché mi va di farlo' è un'altra. Se poi il lavoro viene commissionato è un motivo di più per aspettarsi un pagamento: se chiami me è perché sai che 'ti servo' e sono bravo, altrimenti avresti chiamato qualcun altro. Allora paghi. Il problema, forse (ma io non ho esperienza della cosa), è che non si è chiari fin dall'inizio: se mi chiedi un lavoro è a pagamento, e il pagamento va fatto nei tempi e nei modi previsti dalle consuetudini; è un vero e proprio contratto insomma. Temistocle
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Perchè "lavorare" gratis?
Diciamo che sono sostanzialmente d'accordo: se io ti chiedo una collaborazione "X" una tantum, il "piacere", ogni tanto, si può fare. Se la collaborazione è periodica e richiede tempo, sudore e fatica, mi sembra giusta la retribuzione.
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Che poi, io collaboro gratuitamente con mille persone.
Ma se tu, editore, mi vieni a cercare perché hai bisogno di me, non puoi cavartela con una stretta di mano. Anche perché tu, editore, col mio lavoro ci guadagni dei bei soldi!
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Ciao e buon lavoro! ;)
Gianluca
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Ma, per dirne una, quando chiamo il giardiniere o l'idraulico, con piffero che se ne vanno senza essere pagati per il lavoro svolto. A meno che non si tratti di gente che lavora in nero.
In campo artistico invece c'è sempre questa atmosfera da "per ora grazie" che citi tu, e che è insultante per chi bazzica l'ambiente da anni.
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Anche il giardiniere e l'idraulico e altre categorie, che non lavorano in nero, hanno lo stesso problema.
Farsi pagare è meno facile di quello che sembra, anche per categorie per le quali non sembra.
Invece pienamente d'accordo che in campo "artistico" sia peggio, su questo non ci piove.
Perché questo?
In america a un certo punto c'è stato lo sciopero degli sceneggiatori, "lotta dura senza paura" e, alla fine hanno vinto.
Si era bloccato tutto il settore dell'intrattenimento.
Ebbene in italia una cosa del genere non sarebbe stata possibile, non è possibile. Per prima cosa gli sceneggiatori vengono considerati come due di coppe, poi, troppa lunga la fila di aspiranti "talenti" pronti a lavorare solo per farsi conoscere o per la sola gloria e onore, non c'è rispetto o considerazione per il lavoro altrui (scrivere=scribacchino), non si cercano i più validi ma ci si appoggia sulle cricche politico-ideologiche o culturali, si seguono le mode e si pensa che l'elemosina (quando c'è) sia il giusto compenso.
Lìberi_tutti
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Ben diverso lo sforzo intellettuale, che viene visto solitamente come gran spreconi tempo, e quindi può benissimo essere non retribuito.
Ovviamente èvero quel che dici tu, ossia che da noi sono impensabili delle class action tra scrittori (o altri artisti), perché c'è sempre e comunque un'armata di tizi disposti a lavorare gratis 24 ore al giorno per la presunta gloria...
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Non una grossa cifra, ma con quei soldi ci avrei fatto le ferie.
Magari ci avrei anche fatto altro.
Ora c'è agosto, poi a settembre dovrò mandare una mail pietistica per chiedere, per cortesia, se non è troppo disturbo, se non sarebbe possibile, con tutto comodo, sapere se verrò mai pagato.
Eppure proprio oggi La Repubblica mi dice che il lavoro, oramai, lo si trova grazie al blog, non grazie al curriculum.
Già.
ma mentre mi spiegano come aumentare l'appeal del mio CV/blog, si scordano di dirmi come farmi pagare dai miei clienti.
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Dovremmo creare una sorta di lista nera di gente che non paga (un po' coe Elv voleva fare un tempo per gli editori a pagamento), di modo che patiscano in prima persona gli effetti della loro scarsa professionalità. Ma servirebbe coesione di categoria, una qualità che non abbiamo. Forse è anche per questo che certi tizi faranno sempre il bello e il cattivo tempo, impunemente.
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Zwei
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Regola per sopravvivere: sempre avere un amico avvocato.
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Temistocle
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