Quoto Glauco. A questo punto, che le case editrici perseguissero le politiche che meglio credono per la loro sopravvivenza. Noi continueremo a seguire chi ci pare dove lo pubblicano, fosse pure stampato sul cartone del latte.
l discorso da affrontare è complesso e richiederebbe una serie di post a tema con un corollario di commenti altrettanto specializzati. In sintesi Fanucci ha cambiato politica commerciale e linea editoriale, fatto assolutamente legittimo, sconfessando quasi del tutto il proprio passato. In catalogo ha ancora ottimi titoli ma le scelte degli ultimi anni sono lì a testimoniare quanto sia diverso il presente rispetto al passato. In questo quadro l'esperimento Solaria era nato già morto. Nel senso che per andare a strappare lettori alla Mondadori serviva un catalogo di prim'ordine e il coraggio di rischiare con autori in grado di spostare consensi dal momento che non era possibile competere in termini di distribuzione e promozione commerciale
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Le ibridazioni piacciono anche a me. Alcune proposte dalla Nord sono valide e, mi spingo a dire, forse pur migliori di certa fantascienza demodé. Per contro pubblica anche dei titoli orrendi, ma mi rendo conto che bisogna pur fare cassa. Per Fanucci invece non trovo scusanti, mi spiace.
Riguardo al discorso fatto da Glauco... vedi la risposta che ho dato qui sopra a Glauco :))
Il Fanucci dei tempi classici aveva un catalogo eccellente (per molti versi superiore al catalogo Nord) ma trattava molto male i propri titoli - i libri erano spesso stampati in maniera barbina, fitti di refusi, con pagine storte e illeggibili, e le traduzioni subirono una progressiva erosione nel corso degli anni '80, insieme con la proliferazione dei titoli lovecraftiani
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Solaria era una collana sconosciuta e ha sbagliato proponendo, insieme ad alcuni autori meritevoli, dei titoli scadenti. All'inizio occorre proporre il meglio, sparare le cartucce migliori. E poi puntare su una promozione capillare. Ma... uff... non dovrei essere io a spiegare queste cose...
Gli italiani non leggono fantascienza, e gli editori italiani non la pubblicano più. Ci sarebbero più lettori se la fantascienza fosse proposta meglio? Sicuramente sì. Ma gli autori italiani restano mediocri, gli editori restano legati a generi più promettenti e i lettori leggono altro.
Alla fine mi chiedo: abbiamo bisogno di fantascienza italiana o semplicemente di più bei libri italiani? La risposta è ovvia, mi pare.
Alla fine mi chiedo: abbiamo bisogno di fantascienza italiana o semplicemente di più bei libri italiani? La risposta è ovvia, mi pare. ----
Nò, non è ovvia. Poi non mescoliamo le mele con i cavoli, la letteratura di genere con quella mainstream; della prima m'importa molto, della seconda e di tutte le pretese di superiorità intellettuale, l'alone di sarcra Cvltvra e annesso carrozzone di elevate menti, m'importa meno di zero.
Mai parlato di autori ITALIANI, che tra l'altro credo che Editrice Nord non abbia quasi mai proposto. Per me poco importa la nazionalità: voglio buoni libri. Certo, non sono un anti-italiano come tanti, e credo che anche noi siamo capaci di scrivere romanzi di genere. Ma non era questo il succo del discorso...
Da quello che ricordo io la NORD negli ultimi anni pubblicava qualcosa di italiani. Cito ad esempio GARIBALDI A GETTYSBURG di Pierfrancesco Prosperi,invece la FANUCCI negli anni di Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco,quindi negli anni settanta,aveva diversi titoli nel catalogo.Ma questo credo che fosse principalmente merito di de Turris,che ha provato in tutti i modi a sostenere la fantascienza made in Italy,dopo la sua partenza effettivamente le cose sono molto cambiate. Sugli autori italiani,credo che ce ne siano di validi,ma se si creano sbocchi o se gli editori continuano a sostenere i soliti tre-quattro nomi noti allora non avremmo di che essere ottimisti per il futuro. Nick
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A questo punto, che le case editrici perseguissero le politiche che meglio credono per la loro sopravvivenza.
Noi continueremo a seguire chi ci pare dove lo pubblicano, fosse pure stampato sul cartone del latte.
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Per Fanucci invece non trovo scusanti, mi spiace.
Riguardo al discorso fatto da Glauco... vedi la risposta che ho dato qui sopra a Glauco :))
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All'inizio occorre proporre il meglio, sparare le cartucce migliori. E poi puntare su una promozione capillare.
Ma... uff... non dovrei essere io a spiegare queste cose...
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Alla fine mi chiedo: abbiamo bisogno di fantascienza italiana o semplicemente di più bei libri italiani? La risposta è ovvia, mi pare.
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Nò, non è ovvia.
Poi non mescoliamo le mele con i cavoli, la letteratura di genere con quella mainstream; della prima m'importa molto, della seconda e di tutte le pretese di superiorità intellettuale, l'alone di sarcra Cvltvra e annesso carrozzone di elevate menti, m'importa meno di zero.
Lìberi_tutti
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Per me poco importa la nazionalità: voglio buoni libri. Certo, non sono un anti-italiano come tanti, e credo che anche noi siamo capaci di scrivere romanzi di genere. Ma non era questo il succo del discorso...
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Cito ad esempio GARIBALDI A GETTYSBURG di Pierfrancesco Prosperi,invece la FANUCCI negli anni di Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco,quindi negli anni settanta,aveva diversi titoli nel catalogo.Ma questo credo che fosse principalmente merito di de Turris,che ha provato in tutti i modi a sostenere la fantascienza made in Italy,dopo la sua partenza effettivamente le cose sono molto cambiate.
Sugli autori italiani,credo che ce ne siano di validi,ma se si creano sbocchi o se gli editori continuano a sostenere i soliti tre-quattro nomi noti allora non avremmo di che essere ottimisti per il futuro.
Nick
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