Inauguro oggi questa nuova rubrica del blog. Non avrà una regolarità precisa, ma la proporrò ogni volta che lo riterrò opportuno e funzionale.
Per farla breve ho intenzione di intervistare/chiacchierare con una serie di blogger che ritengo ferrati ed esperti in specifici settori. Saranno quindi articoli decisamente tematici e (spero) molto
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Comments 19
Ma non posso dire solo il bene, solo che dicendo il "male" mi è arrivata davvero troppa merda, persino minacce di morte o di adire a vie legali.
Troppo per reggere, ma ovviamente il bene rimane e in Italia abbiamo alcuni autori in gamba, specie quelli in riva a un certo fiume riottoso e nebbioso...
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Ho letto con piacere questa intervista, confesso di averlo fatto in due riprese perché una sola non mi è stata sufficiente, ma ne è valsa la pena. Non mi sprecherò in stucchevoli complimenti o constatazioni che potrebbero essere viste in tal modo, se no qualcuno penserebbe a della ruffianeria gratuita... Però leggere queste righe ha confermato la mia opinione sul protagonista dell'intervista.
Peraltro su alcune cose la pensiamo in modo molto simile, se non uguale, e di ciò mi compiaccio.
Infine, complimenti a McNab per aver condotto questa intervista, un'iniziativa interessante, che ovviamente terrò d'occhio...
Dall'open id si sarà evinto chi sono, certo siamo due, ma siamo distinguibili come il giorno e la notte, perciò non mi firmerò!
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A me non frega molto di questo paese (che poi sono pure mezzo svizzero), ma il disfattismo lo trovo irritante.
A quanto pare qui nulla funziona, tutto va avanti a mafia, a favori, e la maggior parte degli editori-scrittori-critici sono dei ruffiani.
Magari in parte è vero, però non credo che all'estero sia poi 'sto bengodi. Né che in Italia sono tutti imbecilli. A me qualche bella realtà pare che ci sia. Case editrici come Gargoyle, a volte Delos, a volte quelli di XII, a volte Epix. Il cinema, vabbè, quello si lasciamolo stare. Ma tra i romanzieri non siamo secondi, che ne so, alla Spagna-horror.
Senza polemizzare, perché a me le recensioni di Elvezio e quelle di Mcnab piacciono e le seguo ahimè silenziosamente volentieri.
Ho colto lo spunto dell'intervista solo per aggiungere questa riflessione.
Jodo
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Non parlare di quello che accade in Italia non significa che in Italia non avvengano cose belle, ti pare?
Ne avvengono eccome.
Ma a me piace la libertà di parlare sia del bello che del brutto, cosa che è al momento impossibile in quanto la scena è troppo violenta e ho subito aggressioni assurde in privato e in pubblico. Tutto qui.
Non parlare di una cosa non significa parlarne male.
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Però continuo a non capire: perché non vuoi parlare delle, ok poche, cose belle che avvengono in Italia? Perché per bilanciare saresti moralmente obbligato a parlare anche di quelle brutte, e non vuoi farlo?
Jodo
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Angelo Moroni (Psichetechne)
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