Inauguro oggi questa nuova rubrica del blog. Non avrà una regolarità precisa, ma la proporrò ogni volta che lo riterrò opportuno e funzionale.
Per farla breve ho intenzione di intervistare/chiacchierare con una serie di blogger che ritengo ferrati ed esperti in specifici settori. Saranno quindi articoli decisamente tematici e (spero) molto approfonditi.
Lo scopo è quello di fare chiarezza su molti argomenti che vengono trattati qui sul mio blog. Visto che la mia opinione la sapete già, è opportuno dare spazio a chi ne capisce più di me e, perché no, magari la pensa anche diversamente.
Il primo appuntamento è con Elvezio Sciallis, guardia di porta di
Malpertuis, a cui ho rivolto un fuoco di fila di domande riguardanti l'horror e l'industria che si muove attorno a questo genere: cinema e libri. Spaziando anche in altri lidi. Il risultato mi pare ottimo e anche molto schietto. Godetevela e non titubate nel lasciare i vostri commenti.
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Innanzitutto ben arrivato sul mio blog. Tutti ti conoscono come il padrone di Casa Malpertuis, grande esperto di horror e affini, recensore, a volte scrittore, blogger di successo. C'è qualcosa d'altro che vuoi aggiungere a questo elenco?
Beh, più che aggiungere ci sarebbe da sottrarre. E non per modestia, che non abita in me, quanto per liberarsi da certe gabbie interpretative che secondo me recano solo danni e sono ormai inadatte. La Rete ha tanti pregi ma ha anche il grande difetto di generare, a ogni livello, facili culti di personalità ed esplosioni di narcisismo.
Questo elemento deve essere combattuto.
Non sono un grande esperto di horror, sono solo una persona che ha visto e letto tanto e ha delle opinioni. Quando scrivo le mie opinioni cerco di motivarle e ho la grandissima fortuna, lo ripeto sempre, di avere un ottimo gruppo di commentatori che spesso la pensano in modo diverso (tu sei uno dei primi, per esempio) e anche loro motivano e documentano.
Malpertuis è, in definitiva, quasi un sito multiautore dove le risposte nei commenti sono importanti quanto e talvolta di più della recensione stessa. Di esempi ce ne sono tantissimi, ultimamente mi è piaciuta tantissimo la discussione su Carriers che ha visto l'intervento di vari commentatori anche “di spicco” come Davide Mana e Gamberetta, ma quasi in ogni post scatta questo meccanismo che a me, quando condotto con intelligenza, pare uno degli elementi più importanti dell'agire in Rete.
Veniamo subito all'argomento che interessa entrambi. Da dove nasce la tua passione per l'horror? Come mai proprio questo genere (o non-genere, come lo definisci spesso) e non altri?
Ecco, proprio qualche giorno fa, in un incontro fra blogger e amici a Torino, in occasione di una mostra, discutevo proprio di questo. Raramente a chi ama il thriller, il romanzo rosa o, chessò, le biografie di personaggi storici, viene rivolta questa domanda che in media è riservata quasi solo all'amante dell'horror.
Non saprei cosa risponderti, più di tanto. Ci sono le risposte di comodo che evocano la catarsi, l'esorcizzare le proprie paure, la sfida ai propri limiti, il guardare nell'abisso e così via.
Non mi piacciono, non le sento mie.
C'è in me ovviamente un forte appeal estetico nei confronti del “mostro” e una ricerca di emozioni forti, ma ritengo che più che altro l'amore per l'horror sia collegabile alla mia, perdonami il termine, filosofia, alla mia pepetua condizione di disperazione.
Non vorrei essere frainteso: ho una vita normalissima, quando esco con gli amici ritengo di essere un compagnone, sono per natura generoso e allegro, ma trovo allo stesso tempo che la vita, l'uomo, l'intero universo siano faccende poco interessanti, spesso orrende e non credo che si riuscirà mai a migliorare.
I grandi capolavori artistici, gli spettacoli naturali, le massime imprese sportive, l'orgasmo più intenso, il vino migliore, l'amore e l'amicizia, tutti vissuti da me intensamente, non mi dicono più di tanto.
La vita è Senza Speranza e Senza Senso ma credo che il vero miracolo di chi vive sia non usare questi elementi come scusa per diventare cinico e ipocrita, bensì continuare ad amare, fare del bene, realizzare quel che si può proprio partendo da queste condizioni di nessuna speranza e nessun senso e senza MAI dimenticarle. Facile fare del bene se si crede in Dio, nell'Evoluzione, nel Comunismo o nella Figa e Calcio, un tantino più difficile farlo se già si sa che non servirà a nulla e che moriremo fra poco in una pozza di merda e sangue, in mezzo alle sofferenze continue, sempre più perfezionate, industrializzate, massificate di miliardi di persone di persone per il piacere di pochi milioni e nel giro di poco tempo scomparirà di noi anche il ricordo.
Questo stato, vissuto fin da bambino, mi riporta sempre e costantemente all'horror, in particolare a tutta quella produzione horror che annichilisce l'Uomo, che lo scaglia nella condizione lovecraftiana. Oddio, mi basta anche, chessò, la disperazione del finale di Cujo (il romanzo, ovviamente) o l'orrore indeterminato e inspiegabile di un Ramsey Campbell o il Teatro Grottesco di un Ligotti. Mi basta, a livello più volgarotto, il mutante di Herbert che ti divora perché può e la tua vita, amori, piaceri, affetti e tutto scompaiono in pochi secondi mente lui ti violenta la scatola cranica con un pene gigantesco per poi divorarti il cervello.
L'horror soddisfa, in una persona generosa, altruista, vogliosa di amare e condividere come me (o come, ovviamente, credo di essere), il bisogno di distruzione, di livellamento, di annichilimento di quella povera e triste cosa che è l'Uomo.
Non potrei mai distruggere realmente l'Umanità ma godo molto nel leggere e vedere della sua Fine Asoluta, possibilmente in mezzo al dolore e alla scoperta di quanto tutto sia vano e ingiusto.
Una cosa che mi urta da sempre è la diffusa convizione che l'horror sia sempre e comunque un filone di mero intrattenimento, magari indirizzato solo ad adolescenti e nerd. Molti profani lo vedono così, complici tanti film di modestissima qualità indirizzati proprio a questo tipo di spettatori. C'è la possibilità di sdoganare l'horror a un pubblico più eterogeneo?
Tocchi un tasto delicato.
C'è davvero bisogno di convincere i profani? C'è davvero bisogno di tenere sempre il doppio binaro dell'esoterico ed essoterico? C'è bisogno di avvicinare e convincere più gente? E a quale prezzo tutto ciò?
Io sono per natura curiosissimo, mi accosto a opere e persone senza bisogno di una mano o un movimento o una intenzione altrui che mi renda il tutto più “facile”: se altri non si sentono spinti a indagare e bollano sbrigativamente il genere come puro intrattenimento da nerd, ho bisogno io di convincerli altrimenti?
Sono persone che pre-giudicano, li voglio io come lettori o anche solo come partecipanti al mio stesso banchetto?
Ecco, non sono sicuro di volere, alla mia tavola, né l'accademico che fa spallucce né il fan che controsbraita, li ho frequentati entrambi, entrambi mi hanno annoiato e la noia è davvero l'unica sensazione che odio sperimentare.
Inoltre detesto questa corsa alla giustificazione, questo voler cercare di strombazzare che l'horror e il fantastico e il noir e bla bla bla fanno il culo al mainstream per quanto riguarda l'Interpretazione della Realtà. Già non capisco le differenze fra generi, figurarsi le corse a chi è più figo. Anche perchè leggo molta narrativa di impianto più realistico e, belin, da quelle parti girano dei Maestri che stanno tranquillamente alla pari con molti scrittori di Fantastico e spesso sfrecciano a sinistra (o destra in alcuni Paesi che guidano al contrario).
Ma posso comprendere questa voglia di scontro, gara, celodurismo, “ci siamo anche noi e valiamo quanto voi”, specie appunto nei fan.
A me non interessa in nessun modo giustificare o elevare l'horror. Anzi, spesso quegli scrittori che tentano di aggiungere, oltre alla Narrazione, anche qualche chiave interpretativa, se non lo fanno bene, rischiano di inondare il loro romanzo con interventi a gamba tesa del Narratore che fa blaterare ai suoi personaggi assurdi pipponi sulle varie ingiustizie o robe assortite del Reale e tutto ciò distrugge completamente la famosa suspension of disbelief.
Ovvio, se poi hai talento e riesci a fare entrambe le cose allora ok, valore aggiunto, ma accade così di rado che preferisco chi vola basso e mi regala emozioni e visioni. La Realtà e la sua intepretazione le cerco principalmente altrove.
In più dei nerd e dei fan, per fortuna, ci si libera facilmente. Alcuni crescono, sfornano figli e il chinarsi sul fatturato, le rate e le vacanze li ammazzano, altri rimangono per sempre a masturbarsi su Fangoriao sul fumetto splatter o a cercare la trippa e il sangue ovunque e si perdono grandi, immensi capolavori. Io non sono un educatore o un evangelizzatore (figure odiose) e non sento il bisogno di richiamare la massa.
Recentemente sul tuo blog hai proposto un sondaggio per votare il film horror migliore del millennio appena concluso (The Descent secondo il tuo parere, Martyrs facendo la somma di tutte le preferenze). A quanto pare i titoli buoni sono stati più del previsto. E ora? Che ti augureresti di vedere dal 2010 in poi? Quale argomento vorresti che trattassero i registi horror?
I titoli buoni continueranno a esserci perchè a ogni tentativo di colonizzazione del fantastico, di industrializzazione pesante dell'intrattenimento (Spielberg, Cameron e compagnia danzante) ci saranno sempre dei Laugier, dei Ti West, dei Du Welz che proveranno, per fortuna, altre strade.
Argomenti? Mah, per me è sempre tutto nelle mani di chi racconta e mai della storia in sé, quindi io potrei anche guardarmi 200 film di vampiri se girati bene. Poi, ovvio, ho anche io le mie preferenze, mi piacerebbe per esempio assistere davvero a qualcosa tipo Lovecraft girato da Del Toro o se si continuasse a esporare alcune premesse di Pontypool, per esempio, ma in generale qualsiasi “argomento”, persino la mummia, può andar bene se portato avanti con sensibilità e intelligenza.
Domanda scontatissima, ma che non posso evitare di porti: il cinema horror italiano è definitivamente morto e sepolto? C'è qualche spiraglio di speranza, o tanto vale la pena mettersi il cuore in pace?
Non parlo più di nulla di quel che avviene in Italia, pur continuando a scrivere (mi pare doveroso e sacrosanto) ogni tipo di news italiana su Splattergramma. Gli ultimi film girati da Dario Argento, Zampaglione e altri due o tre autori sono facilmente visibili, ognuno tragga le sue conclusioni, interessate o meno.
Qual è, a tuo parere, il paese che propone film più maturi e completi nel campo dell'horror e del fantastico?
La Fortezza Europa, nelle sue varie regioni (l'Italia non è Paese europeo quindi non siamo inclusi) è attualmente due o tre passi avanti rispetto ad altre proposte. Devo però ammettere un certo imbarazzo perchè non conosco a sufficienza la produzione orientale o meglio, pur vedendo molti film mi ritengo un totale ignorante nei confronti della loro cultura, dei loro moduli espressivi e penso quindi di perdere un sacco di elementi ogni volta che vedo un film orientale. Si tratta di una visione da “animale” e quindi, pur godendomi molte loro pellicole, non riesco a paragonarle, analizzarle, comprenderle, individuarne i codici.
Capitolo romanzi, racconti, narrativa. Ripeto la stessa domanda fatta riguardo ai film. Che genere di libro horror ti piacerebbe leggere? Cosa ti aspetti dagli autori che segui con più costanza?
Anche qui non ho reali preferenze. Ammiro Jack Ketchum per certi aspetti, Brian Keene per altri, Thomas Ligotti per altri ancora e così via. Leggendo in inglese non ho nessun problema a reperire quel che mi interessa ed evitare le varie Meyer o autori da decenni alla frutta come King. Non c'è “attesa”, l'offerta è così vasta e varia che, affamato ogni mattina, giungo a sera fortunatamente sazio.
Io la risposta credo già di averla. Vediamo se coincide con la tua. Perché alcuni pezzi da novanta della narrativa horror/fantastica faticano ad arrivare da noi? Parlo di gente come Keene, Ketchum, Recht, ma anche vecchi leoni quali Lumley, Herbert, Christopher. Eppure ce l'hanno fatta dei mediocri come Wellington, Nancy Kilpatrick...
Vale la stessa risposta data per il cinema. Non mi occupo di scena italiana quindi che nelle librerie di questa microregione del mondo non compaiano certi autori e ne compaiano altri è un fatto tristanzuolo che però vedo un po' come i problemi del banco ortofrutta di un mercato rionale di una cittadina del Nepal: può affascinarmi per un minuto come evento folkloristico ma in definitiva non me ne importa nulla. Ormai abbiamo la scena mondiale a portata di click e, cosa ancora più importante, mentre un tempo le primizie esotiche le pagavi molto di più ora i libri inglesi costano la metà rispetto a quelli italiani.
Quelli usati poi un decimo. Alle volte anche di meno.
Mi pare che sia dal punto di vista dell'offerta che per quanto concerne i prezzi non ci sia competizione.
E l'Elvezio scrittore? Sta lavorando a qualcosa? Hai le cosiddette “velleità di pubblicazione”, o preferisci altri canali per proporre ciò che scrivi?
Verrà quel che verrà. Al momento sono molto impegnato con il saggio sul ruolo della donna nel cinema horror, quando lo completerò proverò a inviarlo a vari editori, con una sola condizione: accanto alla eventuale pubblicazione cartacea con prezzo che potranno decidere loro dovrà esserci una pubblicazione elettronica GRATUITA. Ovviamente non sono scemo, se un editore mi risponde di no non insisto, accetto le loro condizioni. Poi sicuramente accadrà che qualche maledetto hacker mi ruba il file e il libro comparirà lo stesso, gratuitamente, online :). Una vera disdetta, non trovi?
Pubblicare gratuitamente è l'unico vero principio che mi guida e non uscirà mai parola da questo computer se non avrò la sicurezza che le persone potranno leggerla senza spendere un soldo. Che, ovviamente, non significa rifiutare del denaro se me ne viene offerto.
L'esempio più bello è quello più recente. Un editore, darò notizia fra poco sul mio blog, ha riunito vari critici e fumettisti (anche molto noti, c'è Enoch, per esempio!) per mettere insieme un volume di critica su Garth Ennis. Bontà loro, mi è stato affidato il capitolo sulla sua run di Hellblazer.
Per mia fortuna l'editore in questione è sensibile al versante e-book e pubblicherà, accanto alla edizione cartacea che avrà ovviamente un prezzo di copertina, il mio capitolo in formato elettronico gratuito. Sono molto, molto contento.
Stessa cosa accadrà con il mio romanzo: o mi sarà garantita una edizione elettronica gratuita o, cavoli, qualche maledetto bastardo sicuramente ruberà dei file dal mio hard disk e li metterà sul Mulo PRIMA che esca l'edizione cartacea (dovesse mai uscire, beninteso). Trovo sia importante, anzi, fondamentale il PRIMA o, al massimo, la contemporanea. I lettori di e-book gratuiti non devono essere visti come meno privilegiati solo perché non pagano e ovviamente devo io per primo mostrare coerenza con le mie idee. Non mi interessa guadagnare dei soldi con quel che scrivo, mi interessa in primo luogo scrivere e quindi essere letto.
Carta, e-book, incisioni rupestri, registrazioni audio, l'importante è la diffusione.
Domanda che vale sia per i film che per i libri: dopo tanto recensire, tanti approfondimenti, è forse più difficile trovare qualcosa d'intellettualmente stimolante? Non si corre il rischio del “già visto/già letto”?
No, mai, non mi è mai successo. Ho appena finito di leggere un romanzo su quattro adolescenti che entrano in una casa stregata e wow, è come la prima volta.
Splattergramma, HorrorNews24, la vecchia e cara Malpertuis: tutti progetti che nascono dalla tua passione per questo (non)genere. Come mai hai sentito l'esigenza di moltiplicare i canali “no-profit” che si occupano di horror, fantastico e argomenti similari?
Bisogna combattere certe tendenze italiane di cui, come ho già detto, non voglio più parlare. Faccio brevissima interruzione di questa mia scelta di silenzio giusto per spiegare ai tuoi lettori (che spero diventino anche i miei e viceversa). I grossi portali horror hanno interessi privati, agiscono in maniera superficiale, non coprono la materia quanto si dovrebbe, funzionano da canali pubblicitari per i loro gestori e trattano di merda chi ci collabora. In più alle volte sono programmati da cani.
Reagire denunciando la cosa, è dimostrato, non serve e ti causa anche problemi, talvolta gravi.
Meglio quindi reagire dimostrando che sono possibili altre vie, piattaforme realizzate con maggiore rispetto delle regole del web 2.0 (pur acvendo un centesimo delle forze e del know how) e che offrono un numero maggiore di news che coprono meglio il settore.
Stessa cosa per HN24. I blog italiani sono spesso deboli, poco collegati, alle volte chiusi e ostili rispetto alla scena? E io (insieme a collaboratori incredibili) creo un aggregatore automatico che invece li unisce e li rende coesi, ovviamente a prescindere dalle idee e dal tipo di critica.
I risultati mi pare ci siano: molti creatori di blog ora commentano reciprocamente sui blog degli altri, ci si scambia i visitatori e le opinioni, insomma, trovo sia doveroso agire oltre che lagnarsi di come vanno le cose. Purtroppo richiede tempo ed energie, spero ci siano per sempre...
Finora ci siamo occupati di pura fiction. Ma permettimi questa domanda: c'è una parte di te che crede nel trascendente, nel mistero, nel soprannaturale?
Non voglio assolutamente entrare nel campo di Matrix, alla Matrice preferisco l'amatriciana, ho seri problemi a interessarmi alla divisione fra Reale e Non Reale e tutto il resto.
Mi ritengo fortunato, nel senso che a me non importa credere o meno o, ancora di più, che ci sia dimostrazione e spiegazione o meno.
Se anche Dio esistesse, mi arrivasse di fronte ed eseguisse qualche trucchetto miracoloso, mi dimostrasse che davvero esistono il Paradiso e l'Inferno e che davvero ci si arriva seguendo o non seguendo determinati comandamenti il mio comportamento e la mia morale non muterebbeero di una virgola. Spererei di finire ugualmente parcheggiato in Purgatorio per un po', perché hai voglia a dire che l'Inferno è più cool e c'è gente più figa, ma si soffre da bestia per l'Eternità, in laghi di cacca o di ghiaccio o con gente che ti tira le frecce e insomma no grazie.
Parimenti, NON mi interessa sapere se un poltergeist è lo spirito pazzo di un vecchio generale sudista o invece un disturbo nel campo elettromagnetico con tanto di legge fisica e bla bla bla. Sono lieto che esistano gli scienziati, un po' meno che esistano vescovi e occultisti, ma in definitiva non ho molto interesse nei loro confronti e in quello che fanno, così come non mi affascinano certe vie orientali alla trascendenza.
Devo però dire che ho trovato gente più interessante e stimolante fra gli scienziati mentre l'occultismo mi annoia più facilmente.
Non vorrei essere frainteso. Mi godo e ammiro alcuni scritti di Evola, Guenon e compagnia danzante e mi affascina certa trascendenza, così come me la spasso un sacco a leggere Dawkins o Nash, ma temo che il mio interesse, verso gran parte del Tutto, sia di pura natura estetica, il Vero o Falso li lascio a Gerri Scotti, il Bello e il Brutto me li tengo io.
Alcuni, giustamente o meno, fanno poi corrispondere il Bello con il Vero ed è cosa interessante che però non condivido.
Diciamo che un Drago è assai più interessante di un varano. Però, ovviamente sempre per me, il rinoceronte mi interessa molto di più, esteticamente, dell'Unicorno, quindi è un bel casino. Best of both worlds...
Ou, grazie per la chiacchierata, mi scuso coi tuoi lettori, sono un parlone e quando mi metto in moto non la finisco più. Ci rileggiamo entrambi sui rispettivi siti!
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Siti di riferimento:
- Malpertuis:
elvezio-sciallis.blogspot.com/- Spattergramma:
splattergramma.blogspot.com/- HorrorNews.24:
www.horrornews24.it/