Inauguro oggi questa nuova rubrica del blog. Non avrà una regolarità precisa, ma la proporrò ogni volta che lo riterrò opportuno e funzionale.
Per farla breve ho intenzione di intervistare/chiacchierare con una serie di blogger che ritengo ferrati ed esperti in specifici settori. Saranno quindi articoli decisamente tematici e (spero) molto
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Comments 19
"Facile fare del bene se si crede in Dio, nell'Evoluzione, nel Comunismo o nella Figa e Calcio, un tantino più difficile farlo se già si sa che non servirà a nulla e che moriremo fra poco in una pozza di merda e sangue, in mezzo alle sofferenze continue, sempre più perfezionate, industrializzate, massificate di miliardi di persone di persone per il piacere di pochi milioni e nel giro di poco tempo scomparirà di noi anche il ricordo."
Sarebbe da incidere su una targa!!
Glauco
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Il concetto di horror espresso da Elvezio è simile al mio. Come lui mi ritengo una persona di compagnia e scherzosa, non certo una dark vestita a funerale.
Purtroppo qui da noi il concetto di horror è estremizzato a qualcosa di banale e carnevalesco (budella, serial killer, mostri che fanno bu! da dietro l'angolo buio della cripta).
C'è poco rispetto per in genere. Eppure io non sono contenta che sia una passione riservata a un'elite.
Vorrei che tanti capissero che l'horror è anche filosofia e poesia. E non solo "ma si dai, andiamo a vedere il remake n° 234 di Venerdì 13".
Antonella
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Anche a me piacerebbe che l'horror venisse travisato di meno, ma non ho davvero idea di come sia possibile ottenere questo risultato. Facciamo già tanto, in tanti, quotidianamente, per raccontare alle persone che l'horror non è riconducibile a certe cavolate, ma quando industria, media e certa mancanza di voglia di approfondire remano contro diventa sconsolante...
Non posso certo mettermi a scrivere milioni di commenti su vari siti, forum o blog che invece lo trattano in quel modo, è un task assurdo e, anche se non sembra, ho una (non)vita eh...
:)
Un abbraccio a tutti!
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Fran
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Difficile trovare qualcosa su cui non essere d'accordo.
ah, ecco, una cosa ci sarebbe.
Ha smesso di scrivere della produzione cartacea italiana. Una scelta che ho seguito passo passo, e che non condivido la intendo come una scelta di vita, quindi la accetto. e poi ne ho tratto beneficio, chissà cosa avrebbe detto se avesse letto qualcosa di mio...o di qualche mio amico.
Roberto Orsetti
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