Allora dillo che mi porti anche le munizioni per il bazooka, così mi tolgo il pensiero! Sul tema dell'esprimersi in un linguaggio decente avrei molto da dire, mi limito a tre osservazioni. 1) il congiuntivo sta sparendo, 2) il gerundio è più raro delle antilocapre albine, 3) non vedo bene neppure il passato prossimo, il futuro anteriore e i trapassati (ti risparmio i calambeur). Sul livello culturale vorrei segnalarti come almeno una generazione di laureati, anche da istituzioni di grande tradizione, sia pressoché incapace di stendere un discorsino di 10-righe-10 senza riempirlo di strafalcioni, ho letto relazioni tecniche di architetti e ingegneri che farebbero drizzare i capelli in testa a Yul Brinner. Ultima quaestio: anche se sapessero scrivere / esprimersi perfettamente siamo sicuri che tutti abbiano qualcosa da dire di sensato? Io penso di no.
Hai ragione: molti laureati e laureandi hanno una padronanza minima dell'italiano e una cultura di base da quiz preserale. E' disarmante vedere che la futura "middle class" del paese è rappresentata da questi bambocci viziati e senza una minima capacità di migliorarsi e migliorare il contesto in cui vivono. Ora dirò una bestiata, ma le due guerre, oltre a morti e disastri, hanno lasciato generazioni di giovani pronti a rimboccarsi le maniche per costruire un mondo più bello. Che ci siano riusciti o meno non importa poi molto: almeno ci hanno provato. Ora stiamo costruendo cosa, di grazia? Le nostre tombe sull'opulenza e l'ignoranza? Scusa ma oggi sono alquanto disfattista...
Beh... come ben sai, io credo che è proprio la società odierna che mira a sminuire l'istruzione e a produrre nuove generazioni più facilmente manovrabili (ne abbiamo già discusso in passato) ma, in questo caso, visto che si parla di linguaggio dovrei citare un saggio che lessi diversi anni fa
( ... )
Alex... non è poi vero che noi, da adolescenti, eravamo così illuminati. Certo io ero uno che leggeva un libro a settimana, che scriveva temi da 2 fogli protocollo, che argomentava su tutto e amava il dialogo complesso ma... ero anche un "secchione"... ovvero una mosca bianca. La maggioranza dei miei amici era più superficiale e, beh... a 14 noi si andava allo Sporting a ballare, si andava di pomeriggio (oggi non so se esistano ancora le discoteche pomeridiane...) ma si andava a ballare. E i discorsi che sentivo da molti miei amici erano ricchissimi di "cioè" e nonostante ciò le frasi erano piuttosto futili
( ... )
Glauco, non dico che noi a 14 anni eravamo dei piccoli lord, ma nessuno dei miei coetanei aveva solo in mente di appartarsi per scopare o di comprarsi l'automobilina senza patente (oggi un must!). Il 99% dei genitori dei miei compagni si sarebbero presi un sacrosanto calcio nel sedere se avessero fatto una richiesta di questo tipo
( ... )
Avete ragione, io faccio parte della balorda generazione: posso dirvi che accanto a questa tendenza "minimalista", si sta anche sviluppando quella "anticonformista", come succede sempre in questi fenomeni sociali credo. E allora si vedono quelli che ti scrivono 5 messaggi per farti vedere che non usano abbreviazioni, ma che a conti fatti, se possedessero una sana e ormai rara capacità di sintesi (senza ricorrere a k, x e maiuscole al posto delle doppie), eviterebbero di intasarti la messaggeria. Uff...è irritante comunque, non è spontaneità, ma vanità, come quello che ti dice che non ha mai guardato Dawson's Creek perchè preferiva guardare Piero Angela. Voglio dire, la lingua italiana corretta è diventato solo un mezzo per provarci? Come Piero Angela e la brillantina per capelli? Oddio. E pensare che amo la galanteria
( ... )
E' proprio questo il problema... troppo buonisimo pure sul linguaggio che, non per dire, è una disciplina più impegnativa del bushido. ;-D E poi tutto questo comunicare attraverso interfacce che ci fanno perdere quel senso tangibile della comunicazione è uno dei più gravi problemi del nuovo millennio e del web 2.0. Troppa condivisione, troppa sintesi maldestra e poca argomentazione, poca riflessione. Meno profondità. E il tutto si ripercuote anche sul linguaggio.
riguardo alla parte della povertà di linguaggio, sopratutto quello scritto devo dire che la maggior parte della colpa secondo me ce l'ha la scuola sopratutto quelle di base. io stesso ne porto i segni addosso, e da un mesetto circa ho ripreso mano ai manuali di italiano per le mie varie carenze. su questo aspetto ho anche scritto un articolo sul mio blog
Io all'università trovo che i 18-20 enni di adesso sappiano molte più cose di me. O meglio, nel momento in cui entrano in contatto con delle nozioni nuove le apprendono in un istante, quando io mi scordo tutto nel giro di pochi minuti.
Ancora quando ho fatto il test di ammissione ho seguito un corso di preparazione pieno di ragazzini usciti dal liceo. Be' devo dire che con molti mi sono sentito a mio agio, nel senso che mi trattavano come un loro "amico" e non come un trentenne rincoglionito come invece mi sarei aspettato da gente della nostra generazione in un caso simile.
Poi è vero che è pieno di rimbambiti, di persone che non sanno pensare e di gente che fa solo quello che gli viene detto senza criticare le cose che gli succedono. Ma questo succedeva anche a noi, di gente della mia età assolutamente idiota te ne trovo quanta te ne pare.
Insomma forse sei un po' catastrofico... magari dovresti pensare che a 18 anni è normale non sapere le cose ed esprimersi male, probabilmente eravamo così anche noi.
Comments 12
Reply
Ora dirò una bestiata, ma le due guerre, oltre a morti e disastri, hanno lasciato generazioni di giovani pronti a rimboccarsi le maniche per costruire un mondo più bello. Che ci siano riusciti o meno non importa poi molto: almeno ci hanno provato.
Ora stiamo costruendo cosa, di grazia? Le nostre tombe sull'opulenza e l'ignoranza? Scusa ma oggi sono alquanto disfattista...
Reply
Reply
Reply
Reply
Reply
Reply
E' proprio questo il problema...
troppo buonisimo pure sul linguaggio che, non per dire, è una disciplina più impegnativa del bushido. ;-D
E poi tutto questo comunicare attraverso interfacce che ci fanno perdere quel senso tangibile della comunicazione è uno dei più gravi problemi del nuovo millennio e del web 2.0.
Troppa condivisione, troppa sintesi maldestra e poca argomentazione, poca riflessione. Meno profondità.
E il tutto si ripercuote anche sul linguaggio.
Reply
io stesso ne porto i segni addosso, e da un mesetto circa ho ripreso mano ai manuali di italiano per le mie varie carenze.
su questo aspetto ho anche scritto un articolo sul mio blog
Reply
Ancora quando ho fatto il test di ammissione ho seguito un corso di preparazione pieno di ragazzini usciti dal liceo. Be' devo dire che con molti mi sono sentito a mio agio, nel senso che mi trattavano come un loro "amico" e non come un trentenne rincoglionito come invece mi sarei aspettato da gente della nostra generazione in un caso simile.
Poi è vero che è pieno di rimbambiti, di persone che non sanno pensare e di gente che fa solo quello che gli viene detto senza criticare le cose che gli succedono. Ma questo succedeva anche a noi, di gente della mia età assolutamente idiota te ne trovo quanta te ne pare.
Insomma forse sei un po' catastrofico... magari dovresti pensare che a 18 anni è normale non sapere le cose ed esprimersi male, probabilmente eravamo così anche noi.
Simone
Reply
Leave a comment