Il bacio di Ricky è lento e osceno, la sua lingua che continua ad affondare ritmicamente come una promessa; Saras intanto tira giù la cerniera dei pantaloni di Juan Carlos-vivaddio-coi denti-Gesù Cristo-gli sfila i boxer larghi e, mentre chiude la bocca attorno allo scroto turgido, preme con due dita sulla pelle tenera del perineo. Juan Carlos inarca la schiena di scatto, aggrappandosi alle lenzuola; Ricky, sopra di lui, nasconde il viso nell’incavo del suo collo e mugola
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Juan Carlos, se fosse in grado di mettere insieme uno straccio di pensiero coerente, sospetterebbe che l’intera serata sia stata architettata fin nel minimo dettaglio a sua insaputa. Ma non ce la fa a concentrarsi su nessuna riflessione che sia più lunga o complessa di ancora o di più, e quindi non protesta, non s’imbroncia-nemmeno quando si ritrova seduto contro la testiera del letto, Ricky tra le sue braccia che lo bacia mentre cala sopra di lui, e la distinta sensazione che Saras stia allineando la propria erezione con la sua
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mi sono perso :(
Juan Carlos legge il messaggio tre volte, le labbra arricciate di lato.
«Pau,» chiama, alla fine. «Ma Ricky è a Londra?»
Lo trova, di un milione di posti possibili, in mezzo alla delegazione lituana.
«Oh no, ti prego, no,» mormora Juan Carlos, passandosi nervosamente una mano sulla bocca ( ... )
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