[Fanfic] And it brings a second chance

Oct 31, 2011 13:07

Titolo: And it brings a second chance
Fandom: DC Comics - Lovvoverse
Beta: namidayume
Prompt: ingiustizia @ comics_tabs [ tab]
Personaggi: Tim Drake, Raven; nominati Conner Kent, Joey Wilson e altra gente
Rating: Pg
Conteggio Parole: 632 (FDP)
Disclaimer: I personaggi della storia appartengono ai rispettivi proprietari e creatori, che ne detengono i diritti. Nulla di ciò è scritto a scopo di lucro.
Note:
• Aw, era tipo un secolo che volevo postarla. ç_ç
• Ambientata nel 2000 e nel 2005, con riferimento a The perfect family, ma soprattutto a Duecentocinque tentativi (<- che figata dirlo così).
• Titolo da Will the future blame us? degli Our Lady Peace:


And it brings a second chance

Timothy è silenzioso quanto suo fratello nel comparirle alle spalle, ma, a differenza di Richard, le cui emozioni invadono l’aria rumorose come tuoni, riesce a passare più facilmente inosservato, a lasciarle realizzare la sua presenza con più calma.

Raven si volta piano, un’espressione distesa sul viso che fa capire all’altro quanto la confusione che sente dentro di sé sia per lei assolutamente chiara. Ha già un’idea delle sue intenzioni, del motivo per cui è andato a trovarla, delle parole che le dirà, così non fa che guardarlo in silenzio, aspettando.

Tim evita il suo sguardo, abbassa gli occhi e le si affianca, appoggiandosi alla balaustra della terrazza, studiando con finto interesse il panorama di New York che si stende per chilometri. Si schiarisce la voce. «Jericho sta bene?» chiede, mentre l’attenzione della mezzo-demone, che non ha perso nemmeno il suo più impercettibile movimento, continua ad essere fissa su di lui.

La donna annuisce. «Sì. Sembra essere in perfetta salute,» replica. Percepisce con chiarezza la contentezza di Robin, il suo sollievo, ma sono entrambi macchiati da qualcos’altro, da una sorta di speranza scura, per risultare completamente positivi.

«Bene,» soffia fuori Tim. Chiude gli occhi, espira e, la domanda che vorrebbe porgerle, Raven la vede chiara sul suo viso. Sente quella massa scura farsi più densa, sente il dolore, la nostalgia, la tristezza e decide che non può sopportare oltre.

Gli appoggia una mano sulla spalla, in un movimento tanto improvviso da costringerlo a girarsi, sorpreso. «L’anima di Joseph era ancora in questo mondo, Timothy,» spiega, fissandolo con serietà, «e purtroppo questo non è accaduto per tutti.» Fa una pausa, inspira. «Non è accaduto per Conner.»

Per un momento, l’infrangersi delle speranze del ragazzo risuona forte nell’aria. Raven comprende con facilità l’ingiustizia di cui si sente oggetto, l’accusa implicita che sta rivolgendo al mondo - capace di ridare a chiunque i propri affetti, ma non a lui - e vorrebbe assorbire il suo dolore e farlo scomparire, dissolverlo in una nuvola di fumo. Non fa nulla, invece, osservando Tim riguadagnare il proprio contegno dopo appena qualche istante di smarrimento, sorridere imbarazzato e passarsi una mano fra i capelli, allontanandosi.

«Hai ragione,» si affretta a dire il ragazzo, «lo so. Non avrei nemmeno dovuto…» Si interrompe, lanciando un altro sguardo alla città che si staglia nel buio. «Scusa se ti ho disturbata,» conclude, sorridendole un’ultima volta e poi dandole le spalle per rientrare.

Lei lo guarda andare via e vorrebbe, vorrebbe davvero, che il mondo fosse un po’ più giusto.

*

Cinque anni più tardi, le emozioni di Timothy sono più mature e decise; osserva il letto in cui Conner - il clone di Conner - riposa, addormentato così da consentire alcune analisi del Doctor Mid-Nite, e domanda: «Allora? È lui?»

Raven allunga una mano, scosta i capelli del ragazzo dalla fronte e appoggia le dita sulla sua pelle. Ricorda ancora l’anima di Kon-El: era un’anima giovane, un velo bianco talmente puro da poterci guardare attraverso; l’anima del clone è persino più inconsistente, rarefatta, ma altrettanto pura.

Ritira la mano. «Può diventarlo,» afferma, e il sollievo che proviene da Robin le fa capire quanto il suo giudizio fosse importante, quanto lui temesse le sue parole. Tim sorride, spostando lo sguardo su di lei. «Grazie di essere venuta,» dice.

La donna resta in silenzio, per un lungo momento indecisa se metterlo in guardia, se avvertirlo dei pericoli che possono derivare dal decidere di contrastare la morte - e il destino -, ma la speranza dell’altro impregna ogni centimetro quadro della stanza ed è piacevolmente soffocante. Accenna un sorriso leggero, pensando che, in fondo, Timothy e i suoi amici meritano una possibilità, meritano quel po’ di giustizia che lei è stata così fortunata da avere.

«Hai fatto la cosa migliore,» dichiara infine.

Tim si gira a guardare Cassie e Bart, che dall’altra parte del vetro stanno parlando con Mid-Nite, e annuisce. «Lo so.»

pg: raven, autore: cialy, * fic, pg: tim drake, verse: lovvoverse, pg: conner kent, cronologia: 2000/2016

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