Titolo: Caleidoscopio
Fandom: Axis Powers Hetalia
Personaggi: GerIta (LudwigxFeliciano), Spamano (AntonioxLovino); RoChu; PruCan; altri personaggi e altre coppie compariranno nei capitoli a seguire.
Rating: Arancione
Parte: 10/?
Avvertimenti: AU (Alternative Universe); Tematiche Delicate; Yaoi e Lemon (nei capitoli successivi)
Riassunto: L’equilibrio della Confederazione Siderale era garantito da tempi immemori dall’Asse, il primogenito della famiglia Vaticana Vargas; l’Asse era il cardine su cui ruotava tutto l’universo conosciuto.
Per questo quando nacquero i gemelli del signor Vargas vi fu grande timore: era risaputo che i gemelli erano uno spirito diviso in due corpi, e un ragazzo con lo spirito a metà non avrebbe mai potuto reggere il destino della Confederazione. E, per un bene maggiore, occorreva affrontare dei sacrifici: il più turbolento dei gemelli venne abbandonato a morire su un pianeta desertico.
Ma nessuno aveva considerato il legame profondo che incatenava i due fratelli.
Entrambi avrebbero fatto precipitare anche il cielo, pur di ricongiungersi con il consanguineo.
Dal decimo capitolo: «Carriedo… non è stato facile accettare la morte del tuo popolo.»
«Lo so» recise il pirata. «Non lo è stato per nessuno.»
Note: I banner della storia sono opera di Calu-tan<3
Lovino si staccò dalla balaustra, tetro.
Antonio era sceso su Britannia qualche minuto prima. Gilbert era sparito assieme alla Fortezza Errante per approdare sul pianeta dei Gunsmith.
Anche se era circondato dalla ciurma si sentiva solo, su quel galeone tenebroso. Scrollò le spalle, irrigidite dal peso della responsabilità.
Doveva solo aspettare un altro poco. Presto Antonio sarebbe tornato. E lui avrebbe dovuto comportarsi come se non avesse sentito minimamente la sua mancanza.
Le medaglie appuntate sul suo petto tintinnarono, come a canzonarlo: erano ancora poche per gareggiare con l’altra Mano del Diavolo.
Artigliò la balaustra, osservando la Compagnia di Britannia, il pianeta principale e i satelliti minori, opacizzati dall’atmosfera artificiale dell’Aeronave. Trasse un respiro profondo: i suoi polmoni sembravano aver disimparato il loro mestiere. Antonio era la vera anima di quel vascello, che aveva costruito e condotto alla gloria contraddittoria dei pirati con le sue stesse mani: senza, l’aria stessa pareva una fanghiglia irrespirabile.
«Bastardo» ringhiò. «Sbrigati a tornare.»
«Vicecomandante!» latrò improvvisamente la vedetta. «Un corpo sconosciuto si dirige verso di noi!»
Lovino non perse più di un secondo per localizzare la meteora viola che mirava ad abbattersi sul loro ponte.
«Innalzate le barriere e preparate i cannoni!» ordinò, piazzandosi sul ponte, pronto a richiamare Roma. «Lo accoglieremo con la polvere da sparo!»
La ciurma ragliò un boato di approvazione, e, fortunatamente, nessuno notò il tremore che scuoteva le ginocchia del giovane.
«Torna presto, bastardo!» sibilò di nuovo, prima di evocare Roma.
***
Un branco di gattini impauriti che mostravano le zanne da latte per sembrare minacciosi.
Quella fu l’impressione che ebbe della ciurma Britannica che lo accolse.
Fucili e sciabole erano spianate come una parata di metallo tutto intorno a lui, ma il pallore sui volti dei marinai cantava un ritornello differente: avrebbero preferito morire piuttosto che attaccarlo.
I rapporti su quanto avvenuto nelle navi che avevano incrociato la Reina de la Oscuridad si erano sparsi velocemente: tutti sapevano che i gloriosi marinai di Britannia erano stati rinchiusi nei manicomi di massima sicurezza, preda di incubi violenti e rabbiosi. Quelli che non si erano uccisi lacerando la carotide con le unghie, o fracassando la testa contro le pareti, perlomeno.
Un marinaio deglutì rumorosamente, il fucile che ballava tra le mani. Un suo conoscente aveva prestato servizio su una di quelle navi: si era cavato gli occhi da solo, gridando che stavano diventando due tizzoni ardenti e che presto gli avrebbero incenerito il cervello.
La ciurma trasalì quando Antonio sollevò le mani.
«Non sono qui per battermi» annunciò, solenne. «Voglio solo parlare con il Mago dell’Ovest. So che si trova qui.»
Una lucerna imbullonata all’entrata che dava accesso alle cabine degli ufficiali si accese improvvisamente, con una fiammata così potente che debordò dal vetro. Le lingue di fuoco si ingrossarono ruggendo e attorcigliandosi tra di loro come un nido di serpenti. La ciurma si aprì a quel fenomeno sovrannaturale, permettendo il passaggio delle fiamme, che si fermarono esattamente di fronte al capitano. Come per una burla male architettata, il globo di fuoco prese pian piano forma umanoide imitando quella del pirata.
Antonio batté le palpebre, illuminate dalla luce delle fiamme e abbrustolite dal loro calore.
«Voi maghi siete proprio degli esibizionisti» commentò, asciutto.
«Era solo un ammonimento. Per ricordarti con chi hai a che fare, Antonio Fernandez Carriedo» rimbombò la voce gutturale del fuoco. L’umano di fiamme fece un passo indietro, mentre la sua figura si spegneva nella forma più tranquilla della carne umana.
Le lingue di fuoco sulla sommità della corporatura si curvarono in una miriade di ciocche color paglia, e due fiamme più sottili delinearono la forma del viso squadrato. Un suono simile allo sfiato della legna quando viene spenta con l’acqua accompagnò la formazione del fisico robusto dell’uomo, e la sua vestizione con i pantaloni e la giacca blu, simboli dei nobili di Britannia. Il fuoco rimase acceso nelle iridi verdi del Mago dell’Ovest, e il suo colore restò immutato nel lungo cappotto scarlatto che contraddistingueva i capitani di galeone. Altro segno distintivo dei comandanti era il cappello tricorno, dalle punte più morbide rispetto a quello del pirata, e ornato con un assurdo esubero di piume.
Antonio abbassò le mani, incrociando le braccia al petto.
Lo sguardo inflessibile, l’espressione dura, il vestiario che seguiva impeccabilmente ogni dettame di Britannia, sia nei colori che nelle forme: il Mago dell’Ovest era esattamente come lo ricordava.
«So bene con chi ho a che fare, Arthur Kirkland» replicò freddo il pirata.
La scimitarra che dondolava al fianco del Mago venne estratta con una rapidità serpentina, e puntata alla gola del rivale.
«Allora saprai che su di te gravano accuse abbastanza pesanti da permettermi di giustiziarti qui, seduta stante» decretò Arthur, solleticandogli la giugulare con la punta della spada. «Tradimento nei confronti della Confederazione, pirateria, omicidio. Ed è solo una piccola parte della tua fedina penale, Carriedo. Perfino il diavolo si scandalizzerebbe, leggendola.»
La ciurma quasi svenne al completo quando Antonio impugnò la sua ascia e vibrò un colpo micidiale in direzione del Mago: l’arma fendette l’aria e la carne dell’uomo, dividendolo in due parti esatte.
«Detesto avere una lama puntata alla gola» si giustificò, rimettendo a posto l’ascia.
«Omicidio del Mago dell’Ovest. Questo ti costerà molto caro» le due metà della bocca del corsaro crearono un’eco bizzarra prima che l’uomo facesse pressione sui propri fianchi e ricongiungesse il suo corpo come se nulla fosse successo; un suono colloso accompagnò il processo. «O meglio, ti costerebbe caro. Prima devi riuscire a uccidermi. Ma penso che un tentato omicidio sia ugualmente grave.»
«E il genocidio di un’intera popolazione? Questo quanto è grave?»
Satana in persona doveva aver prestato una delle sue espressioni più spaventose al capitano: il suo viso era diventato cupo e spietato come le paludi dell’ultimo girone infernale.
La voce del Mago dell’Ovest fu affilata come lo stridio della scimitarra mentre veniva riposta.
«Ritiratevi sottocoperta» ordinò.
La ciurma non osò protestare, anzi, eseguì l’ordine quasi con gioia: nessuno sapeva quando la Mano Sinistra del Diavolo sarebbe arrivata per farli impazzire tutti.
I due uomini restarono a squadrarsi in silenzio, come due leoni che cercano il punto debole dell’avversario.
«I disgraziati che hanno incrociato il tuo cammino si stanno consumando nelle celle dei manicomi» lo informò Arthur, voce e sguardo gelidi. «Con che coraggio ti presenti su questa nave?»
«Con che coraggio ti presenti al mondo?» lo sferzò crudelmente Antonio. «Un intero pianeta ha versato il suo sangue su di te.»
Nessuno dei due indietreggiò, nonostante le parole dell’avversario fossero pesanti come macigni. Mossero entrambi un passo come se stessero danzando in cerchio, i cappotti vermigli che frusciavano contro i loro stivali.
«Erano ordini superiori. Non potevo ignorarli» si discolpò Arthur.
«Riesci a dormire la notte ripetendoti questo? Che non è stata colpa tua?» infierì Antonio.
«E tu come riesci a dormire, mentre le tue vittime strillano dall’Acheronte?»
«Non ascolto le loro grida. Come tu non hai ascoltato le nostre, mentre Hispaňa bruciava.»
Gli stivali del Mago stridettero sul legno del ponte, frenando, e lo stesso fecero quelli del pirata.
«Britannia sarebbe stata distrutta, se non avessi accettato di portare a termine quel compito. E non provare a dire che avrei dovuto sacrificare il mio paese per il tuo: se tu ti fossi trovato nella mia posizione, avresti fatto lo stesso» lo incenerì Arthur.
Antonio batté le palpebre solo una volta, prima di rincarare:
«Avrei fatto lo stesso, come chiunque altro. Non ti sto chiedendo perché non ci hai risparmiati tutti. Ti sto chiedendo perché non hai salvato nessuno.»
Arthur tolse il cappello tricorno, per evitare che una qualunque ombra potesse allungarsi sul suo viso mentre dichiarava:
«L’ho fatto per il bene di Britannia e della Confederazione. Voi Carriedo eravate una minaccia. E tu, Mano Destra del Diavolo, non smentisci questa voce.»
Anche Antonio si tolse il cappello, e sussurrò la seguente frase fissando il suo interno bombato, come se fosse un interlocutore più ragionevole del capitano.
«Lo sai, Kirkland? Sono proprio questi pregiudizi che mi hanno reso un criminale. Credi che io sia nato con l’intento di diventare un pirata?» Antonio sollevò uno sguardo cremisi come il suo cappotto e sillabò, la voce assottigliata dal rancore: «Oh, no! Volevo rendere orgogliosi i miei genitori combattendo per il Vaticano, quello stesso Vaticano che ci ha fatti bruciare come non si farebbe nemmeno con delle bestie! Il mio sogno altruista è stato ridotto in cenere assieme alla mia famiglia» il pirata rimise il cappello al suo posto: perfino nell’ombra triangolare del copricapo i suoi occhi scintillarono feroci come quelli di un felino: «E anche dopo… credi che non abbia cercato un altro mestiere? Ho bussato a tante botteghe quante sono le stelle in cielo. Ma ti rivelerò un segreto: la gente crede sempre di sapere chi tu sia perfino meglio di te. Ero un Carriedo, quindi ero un criminale: vedevano solo il mio cognome, e non la fame che mi aveva reso uno scheletro vivente. Che senso aveva continuare a lottare per la compassione, se tutti erano convinti di conoscere meglio di me la mia vera natura?» si concesse un istante di silenzio, in cui scrollò dell’inesistente polvere dal cappotto. «Credo di aver superato le loro aspettative, comunque. Nessuno aveva previsto che sarei diventato la Mano Destra del Diavolo, il primo dei Tre Sparvieri.»
«Non dovresti andare fiero del tuo titolo.»
«Perché no? È tutto quello che mi è rimasto, oltre al mio vascello» seguitò imperterrito Antonio, gli occhi divenuti duri come sassi. «Voglio farti un altro esempio ancora. Lovino. Un bambino di dieci anni che chiedeva solo di poter rimanere con il fratello. Ma il Vaticano, dopo averlo bollato come satanico, lo ha abbandonato a morire di stenti su un pianeta desertico.»
«Ma la tua ciurma lo ha raccolto.»
Un sorriso figlio del dolore sorse sul viso di Antonio.
«Credi che sia sufficiente? Non basta un piatto caldo e dell’acqua per salvare una vita. Puoi ristorare il suo corpo, ma per salvarle l’anima ci vuole molto più tempo. Non hai idea degli incubi che l’hanno tormentato per mesi, o degli attacchi di panico improvvisi, o di quanto piangesse durante la notte, quando pensava che tutti dormissero. E perfino adesso, ha uno sguardo che non dovrebbe mai stare negli occhi di un ragazzo così giovane: ha lo sguardo di chi ormai non pretende nulla dal mondo, se non continue guerriglie con la malvagità della gente. E tutto quello che chiedeva era restare con il suo gemello. Era davvero una richiesta così insensata? E anche Gilbert ha assaporato la vostra giustizia!» Antonio si bloccò per un attimo, ripensando al ghigno irriverente dell’amico. «Forse lui è l’unico che è riuscito a resistere alla vostra cupidigia. Anche se gli avete distrutto la casa e la famiglia, non ha mai smesso di fare il suo lavoro: ha ripulito la Confederazione da tutti i demoni. Non ha mai ferito un essere umano, nonostante voi abbiate provato in ogni modo a farlo diventare un assassino. Lui è davvero… una persona meravigliosa.»
Arthur si fermò davanti a lui, alzando il mento.
«Cosa pretendi da me? Delle scuse? O un duello per staccarmi la testa dal busto?»
«No. Voglio che tu mi riveli dove è stato rinchiuso il Marauder. Una singola informazione per rimediare a tutte le colpe che ti ho elencato prima. Mi sembra piuttosto vantaggioso, non trovi?»
L’espressione di Arthur non concordò.
«Non posso darti questa informazione. Metterebbe a rischio tutta la Confederazione» sentenziò.
«Le voci su Francis sono false, come lo erano quelle su di me, su Lovino e su Gilbert!» s’infuocò Antonio. «Ancora non hai capito cosa sta facendo il Vaticano? Si sta servendo di voi per eliminare le personalità scomode!»
«Credi che non l’abbia capito?» lo freddò il Mago dell’Ovest. «Credi di essere l’unico con un cervello, Antonio? Ho capito da tempo cosa sta facendo il Vaticano. Ma è vero che la Confederazione ha bisogno dell’Asse, ed è vero che il Vaticano è l’unico in grado di garantire la sua presenza.»
«Ed è abbastanza forte da spazzar via Britannia con un solo ordine» completò Antonio.
«Il mio compito è difendere Britannia e il suo sovrano. Anche se questo implica doversi sporcare le mani, non posso tradire il mio popolo.»
«E per la somma Britannia è giusto sacrificare ben tre popoli…»
«Non puoi capire cosa significhi prendere decisioni per tutta la Compagnia. Quando milioni di vite sono nelle tue mani, pochissime scelte sono semplici» si difese velenoso Arthur.
«Ma non hai avuto problemi a schiacciarne altrettante con quelle stesse mani.»
«Come tu non hai avuto problemi a sacrificare migliaia dei miei uomini per il bene del tuo pupillo» lo pugnalò il Britanno.
Antonio congiunse le mani, apparentemente tranquillo nonostante la stoccata.
«Aggiungerò un’ulteriore condizione al nostro patto: Lovino riporterà alla sanità mentale tutti i tuoi uomini. Ovviamente non possiamo fare niente per i morti… ma questo lo sai meglio di me, non è vero, Arthur?»
«Non posso comunque rivelarvi dove si trova il Marauder.»
Le pupille di Antonio si restrinsero per la sorpresa. Non pensava che il Mago dell’Ovest avrebbe rifiutato perfino quell’offerta.
«Stai dicendo che non hai la minima intenzione di fare ammenda per le tue colpe? Nemmeno se questo dovesse portare un beneficio per la stessa Britannia?»
«Tu non sai cosa stai chiedendo, Antonio» lo redarguì freddamente Arthur.
Il pirata calcò di nuovo il tricorno sul viso. Aveva un’ultima carta da giocare, dopodiché la partita sarebbe stata conclusa con un insuccesso.
«Tu sei uno dei discendenti di Avalon, e per questo tutti ti rispettano. Ma non puoi mai pensare ai tuoi reali affetti, e per questo tutti ti abbandonano» Antonio non distolse lo sguardo dalle iridi di pietra del capitano mentre elencava: «Quante persone hai perso, sotto la tirannia del Vaticano?»
Arthur rimase in silenzio, e in quel silenzio Antonio lesse la propria sconfitta.
Risistemò il tricorno e il cappotto con un sospiro, e si preparò ad abbandonare la nave.
«Prima riporta i miei uomini alla normalità. Solo dopo parleremo ancora» concesse in un sibilo irato Arthur.
Il pirata accettò quella decisione con un cenno del capo: non avevano ancora la collaborazione del Mago dell’Ovest, ma era un inizio. Stava per lasciare il vascello, ma fu di nuovo interrotto dal Britanno.
«Carriedo… non è stato facile accettare la morte del tuo popolo.»
«Lo so» recise il pirata. «Non lo è stato per nessuno.»
E abbandonò anche lui il Mago dell’Ovest, risalendo sulla scialuppa che lo aveva portato fin lì.
Antonio batté le palpebre, combattendo l’imbarazzante urgenza di piangere.
Credeva di aver versato tutte le sue lacrime quel giorno, tanti anni prima.
Lui, Gilbert e Francis erano ancora dei bambini a quel tempo.
Parte Due