Titolo: Chichi!
Fandom: Tsubasa Reservoir Chronicle
Personaggi: Fay, Kurogane, Mokona, Sakura, Shaoran
Pairing: Kurogane/Fay
Genere: generale, fluff, introspettivo
Rating: G
Parole: 1235 (Word)
Prompt: fluff domestico (seconda settimana del Fluffathlon)
Avvertimenti: slash
Note: la storia partecipa al
Fluffathlon di
fanfic_italia. Un grazie speciale al mio Micetto (
Stateira) per essersi prestata come beta e rilettrice ufficiale.
Il titolo in giapponese significa papà. E' un termine molto informale, usato di solito dai bambini molto piccoli. Qui viene inteso quindi come paparino. Uhm piccolo appunto pre-storia: alla fine c'è un'azione di Fay a cui non ho dato rinomanza volontariamente. Voglio che passi come un gesto quotidiano e familiare.
Mokona saltò giù dal divano dopo una scrollatina al pelo.
-Buona notte, Kurogane.- Pigolò con la sua vocina prima di saltellare barcollando appena verso la camera di Sakura.
Kurogane rispose con un borbottio e si portò la bottiglia di sakè davanti agli occhi, chiedendosi come avesse potuto quella polpettina bersene quasi la metà e non essere caduta in coma etilico di botto.
Con uno sbuffo si alzò dal divano e ripose la bottiglia ormai vuota nel lavandino in cucina. Sbadigliò e si grattò la testa prima di decidersi ad andarsene a dormire.
Passò davanti alla camera della principessa, la cui porta era stata lasciata socchiusa da Mokona, e pensò bene di affacciarsi a dare un’occhiata, come tutte le sere.
Sakura dormiva rannicchiata tutt’attorno all’esserino caldo e morbido di Mokona, che doveva aver cercato di aggiustare le coperte sul suo corpo prima di accucciarsi accanto a lei, ma riuscendo a concludere poco e niente. Le coperte gliele rimboccò Kurogane, lasciando anche lo spazio affinché sbucasse la testolina bianca di Mokona che sospirò beata del calore acquisito.
Lui chiuse la porta silenziosamente, lanciando un’ultima occhiata al fagotto di coperte, e passò avanti.
Shaoran era profondamente addormentato e pareva aver litigato con un po’ tutto il letto, visto che le coperte erano state scaraventate a terra verso i piedi e il cuscino giaceva sopra il corpo dormiente. Kurogane lo risistemò con un sospiro ed uscì con passo felpato, augurandosi che ragazzo non si agitasse nuovamente e quindi si beccasse un malanno per aver dormito scoperto.
Per un attimo sorrise divertito, rivedendosi nei panni di suo padre quando andava a controllare lui prima di ritirarsi con sua moglie.
Gli era capitato solo un paio di volte di essere ancora sveglio quando i suoi genitori passavano a controllarlo per la notte, ma entrambe gli avevano lasciato un senso di quiete e una pace che poi aveva finito con l’accostare al concetto di famiglia, e che ora sentiva riempirgli il cuore ogni sera.
Entrò nella sua stanza e accostò solo la porta, spogliandosi e infilandosi nel letto, già occupato, solo con i pantaloni.
Il fagotto accanto a lui si mosse, rigirandosi e accoccolandosi contro di lui.
-Kuro-pii?- Lo chiamò Fay con un pigolio assonnato.
-Dormi.- Gli rispose lui, accarezzandogli i capelli biondi e guardandolo arrampicarsi sul suo torace per poggiarci la testa e sospirare soddisfatto, prima di scivolare di nuovo nell’incoscienza del sonno.
Kurogane si addormentò poco dopo, mentre ancora gli accarezzava i capelli.
Quando si svegliò, la mattina dopo, fu per colpa della polpettina bianca che rimbalzava sul suo torace nudo, continuando a chiamarlo imperterrito.
-Ho capito, mi alzo...- Borbottò, spostandola poco delicatamente e facendola rotolare di lato, gettandole poi le coperte addosso per alzarsi. Liquidò le richieste di aiuto della piccola Mokona con un -Usa una delle tue centootto tecniche, no?- E si diresse in bagno per darsi una rinfrescata.
Come ogni mattina, Fay era già sveglio e pimpante, intento a preparare la colazione e a sprizzare energia e felicità da tutti i pori per tutti quanti, e quando Kurogane li raggiunse al tavolo lui lo salutò come ogni mattina con un -Buongiorno, paparino!- E una piroetta delle sue, con cui depositò il ricco piatto per la colazione proprio davanti a lui.
Kurogane lo guardò per un attimo, spostando poi lo sguardo su Sakura e Shaoran intenti a fare colazione e chiacchierare -o meglio Sakura intenta a sincerarsi che Shaoran avesse dormito bene- e Mokona che sembrava più che stesse affogando nella ciotola che non che ne stesse mangiando il contenuto e poi rispose con un semplice -Buongiorno.- Che però parve gelare la stanza.
I due ragazzi del regno di Clow si voltarono a fissarlo ammutoliti e persino un po’ scioccati; Mokona lo guardava sbattendo gli occhioni confusa; Fay i suoi occhi azzurri li aveva proprio sgranati e lo guardava come se non fosse lui, rimanendo impietrito lì accanto.
Lo spadaccino concesse una seconda occhiata per uno prima di regalare un sorriso di scherno alla testolina bionda del mago.
-Lo sapevo che così ti avrei zittito, finalmente!- Sbuffò nel silenzio incredulo della cucina, prima che questo venisse infranto dallo scoppio di risate e sospiri degli altri quattro.
-Oddio, che spavento!-
-Temevo fosse impazzito!-
-Paparino è un mattacchione!-
Sospirarono di sollievo i tre bambini di quella bizzarra famiglia, mentre la mamma continuava a ridacchiare e a scuotere la testa.
-Oh, Kuro-myuu- Miagolò Fay, inchiodandolo con i suoi scintillanti occhi maliziosi, che sottintendevano molto più di quello che dei ragazzini come Sakura, Shaoran e la polpettina potessero sentire con le loro orecchie innocenti... almeno i primi due.
-Tanto lo so che ti piace quando ti chiamo così!-
Kurogane sentì le guance arrossarsi e si maledì.
Maledì anche quel biondino da strapazzo, ovviamente, e pure la principessa Tomoyo e Yuuko, visto che se non fosse stato per loro due ora lui non si sarebbe trovato in una situazione del genere, con certi ricordi che minacciavano di riaffiorare e fargli nascere un’eccitazione davvero inappropriata.
-Tsk!- Rispose lui facendo un muso nero e incrociando i braccioni sul petto, guardandosi bene dall’incontrare gli occhi di Fay e permettergli di leggere uno solo dei suoi pensieri, che fossero quelli stucchevoli della sera prima o quelli erotici di quella stessa mattina -Quante assurdità che dici.-
-Ah davvero?- Fay sorrise sornione e continuò a tenerlo sotto con quel suo maledettissimo sguardo che davvero pareva poter sondargli l’anima, e se questo da un lato lo terrorizzava, dall’altro gli faceva sentire il cuore più leggero, perché significava che non ci sarebbe stato mai bisogno di parole tra loro.
E questo era un bene per Kurogane che non usava più le parole per certe cose da quando era bambino e i suoi genitori erano ancora vivi, felici e sempre pronti a dimostrargli affetto.
Ma con Fay quella voglia di accarezzare, baciare dolcemente e sussurrare parole piene di sentimenti tornava prepotente e lui si sentiva sempre di più come doveva essersi sentito suo padre quando era vicino a sua madre e la guardava innamorato e assolutamente soddisfatto del sua vita e della sua famiglia.
Kurogane si chiese se anche lui doveva avere quello stesso sguardo quando guardava Fay, e se mai qualcuno dei ragazzi l’avesse notato.
-Bambini- La voce del mago lo richiamò dai suoi inutili pensieri, facendogli calamitare l’attenzione sul suo viso gioviale -Sapete cosa fa Kuro-papi tutte le sere prima di andare a dormire?-.
-Fay!- Saltò su lui, rosso in viso e quasi strozzandosi per fare in fretta -Sta’ zitto stupido mago da strapazzo!-
-Waaa! Kuro-wanko è arrossito! Si vergogna!- Lo indicò quello, ridendo del suo imbarazzo appoggiato al ripiano della cucina.
Quasi seguisse un solito copione Kurogane agguantò la sua katana -sempre pronta e a portata di mano- e la sguainò. Il fruscio della lama che scivolava lentamente fuori dal fodero fu il segnale che Fay aspettava.
Con un balzò raggiunse la bocca dello spadaccino e gliela coprì con le sue labbra piegate in un sorriso, tenendogli il viso fermo con le mani affusolate.
La sorpresa durò appena un istante, poi la spada calò e fendette l’aria che un attimo prima era occupata dalla figura longilinea dello stregone, mentre questo già fuggiva a gambe levate sotto lo sguardo preoccupato della principessa e quello leggermente divertito di Shaoran.
Mokona li osservò con un sorrisino segreto prima di saltare giù dal tavolo e andare ad infastidire Kurogane per impedirgli di affettare una volta per tutte la mammina della loro piccola famiglia.