Titolo: La tentazione di Lavi
Fandom: D.Gray-Man
Personaggi: Lavi/Kanda, Allen
Beta:
ellepiGenere: erotico, PWP
Warnings: sesso descrittivo, slash, rimming
Rating: NC-17
Wordcount: 1817 (
fiumidiparole)
Note: scritta per il
p0rnfest #3 di
fanfic_italia con prompt D.Gray-Man, Kanda/Lavi, cioccolato. E mi ha fatto sudare sette camicie! *C*
-Bookman...-
Lavi sospirò, il naso affondato nei suoi capelli.
Erano sciolti.
Sciolti e lucidi. E neri, come il buio che li circondava.
Spiccavano in modo perfetto contro il bianco accecante della camicia che, sola, aveva l’onore di coprirlo.
Lo sguardo di Lavi scivolò dalle spalle, seguendo le pieghe della stoffa, e si fermò sulle gambe nude di Kanda, stretto tra le sue braccia. Sentì distintamente qualcosa dentro di lui prendere fuoco, una miccia accendersi nel suo ventre e mandargli vampate di fuoco per tutto il corpo. Premette ancora di più il proprio petto nudo a contatto diretto con il nero setoso dei suoi capelli, i bicipiti contratti sopra la freschezza del cotone e sospirò di nuovo.
Poggiò le labbra fresche contro la pelle morbida del suo collo e vi posò un bacio leggero. Ne posò altri due prima di prendere la carne tra le labbra e succhiare dolcemente, risalendo poi in punta di lingua fino al lobo e soffiarci sopra rocamente -Resta fermo, mi raccomando, Yuu-chan.- prima di sciogliere la morsa delle braccia e scivolare in ginocchio.
Posò un bacio proprio su una natica, giocando appena con l’orlo candido della camicia che ne copriva appena la forma. Le dita accarezzarono la pelle chiara delle gambe nude e risalirono in un formicolio fino al suo sedere, premendogliele con determinazione sulla base della schiena, ordinandogli così tacitamente di chinarsi.
Kanda s’irrigidì d’istinto, ma si poggiò comunque con i palmi allo scaffale accanto alla porta e sentì il viso andargli in fiamme nello stesso istante in cui la camicia venne scostata con fermezza al di sopra dei suoi fianchi e mise così in mostra quella parte di lui così intima.
-Lavi...- provò a fermarlo con la voce che cercava di essere più decisa che poteva, voltandosi al di sopra della spalla, ma Lavi era in quella speciale forma di comando che, doveva ammetterlo, aveva un forte ascendente su di lui, soprattutto quando sorrideva in quel modo così gentile.
-Niente rumori, Yuu-chan, o ci sentiranno.-
Kanda arrossì ancora un po’, incassando la testa nelle spalle, mentre le mani di Lavi continuavano ad accarezzare in punta di dita la sua carne esposta. Il primo bacio lo posò proprio al centro di una natica, riproducendolo fedelmente anche sull’altra. Gliele accarezzò con venerazione, facendo passare dolcemente i pollici nel taglio che le separava, sorridendo ai brividi che sentiva scuotergli la pelle. Adorava accarezzarlo in quel modo, osservare come la carne si modellasse sotto i suoi tocchi, come si aprisse sotto la pressione delle sue dita, mettendo in mostra assolutamente tutto.
Sospirò, leccandosi le labbra e deglutendo la saliva che aveva invaso la sua bocca. E se alzava gli occhi, se si concedeva la vista di Yuu Kanda piegato in quella posizione, con le gambe divaricate e il sedere all’aria... oh, Dio. Respirò tremulo e si accostò al taglio, strofinandoci contro la punta del naso lentamente, chiudendo l’occhio e godendosi la prima carezza di lingua, quella un po’ più frizionata a causa della pelle asciutta.
Si godette il brivido prolungato con cui Yuu l’accolse, chinando la testa e stirando le labbra per impedirsi di lasciarsi sfuggire anche un solo sospiro più rumoroso. Lavi sorrise contro la sua pelle e lo premiò con una carezza lungo tutto il taglio. Lo sentì contrarsi e lui si concentrò proprio lì dove lo sentiva stringersi e rilassarsi in preda all’eccitazione. Gli succhiò la carne dell’apertura, spingendo la punta della propria lingua oltre l’anello muscolare, forzando il primo istinto dell’altro di chiudersi e non lasciarlo passare. Gli allargò le natiche affondando con le dita nelle carni e tenendogliele spalancate mentre continuava a leccare e succhiare, riempiendosi le orecchie dei suoi ansimi trattenuti, godendosi i cedimenti delle sue gambe, gli scatti improvvisi del bacino con cui cercava di farlo affondare il più possibile, per poi ritrarsi quasi vergognoso del suo desiderio.
Era reattivo nel sesso, Yuu Kanda, tanto quanto era chiuso e introverso per il resto della sua vita. Era una droga per Lavi che poteva averlo così, perché finiva sempre che volesse averlo nei momenti meno opportuni, come durante una riunione per fare rapporto subito dopo una missione o nel cuore della notte, in un luogo assurdo come la dispensa.
Come quella stessa notte, quando Lavi era sgusciato fuori dal letto con la luna ancora alta nel cielo per andare a rubacchiare qualcosa da mangiare, e si era ritrovato Mugen a premergli pericolosamente sul collo. Lui aveva sorriso, nonostante lo spavento della sorpresa, e Kanda aveva abbassato la lama, sgridandolo per il suo essere incauto. Mai abbassare la guardia, neanche all’Ordine. Lavi aveva sorriso e aveva annuito, registrando le sue parole solo per abitudine, troppo preso dal godersi il modo in cui i suoi capelli sciolti gli incorniciavano il viso diafano, ricadendo morbidi sulle spalle e mettendo in risalto quella porzione di pelle lasciata scoperta dalla camicia appena appuntata. Yuu non poteva fargli quello, si era detto, non poteva andarsene in giro in quel modo e non aspettarsi un suo assalto, anche lì, dentro la dispensa.
E forse era proprio per questo che non aveva provato neanche a liberarsi, nonostante l’incertezza iniziale, quando lui lo aveva abbracciato e spinto con decisione nella dispensa, chiudendosi la porta alle spalle, e facendolo appoggiare ad uno degli scaffali, Mugen abbandonata lì accanto. Forse era proprio per questo che aveva ubbidito tacitamente ai suoi desideri, perché lo sentiva anche lui quel fuoco che gli bruciava tutto il corpo, infiammandosi sempre di più ad ogni carezza appena accennata, ad ogni sospiro trattenuto e gemito rilasciato sottilmente. Forse era proprio per quello che aveva spalancato ancora di più le gambe quando Lavi si era alzato e lo aveva coperto con il proprio corpo, lasciando che la propria erezione tesa gli scivolasse tra le natiche allargate, facendogli contrarre i muscoli dell’addome per una morsa di anticipazione.
Lavi gli accarezzò un fianco, risalendo con le dita da sotto la camicia fino a raggiungere un capezzolo e titillarlo con le dita; scivolò poi verso il basso, di nuovo, accarezzandogli il ventre teso e già inumidito di pre-orgasmo, per poi arrivare ai testicoli e farci passare le dita sopra, dolcemente.
Lo prese così, continuando a vezzeggiargli il corpo con le dita e le labbra, godendosi la sensazione del cotone che frizionava contro la sua pelle nuda, beandosi dell’immagine sfatta di Yuu Kanda che si lasciava scopare in piedi, nella dispensa dell’Ordine Oscuro, mordendosi le labbra e le mani, mentre i suoi gemiti sospirati riempivano il silenzio notturno.
-La... Lavi...- ansimò Kanda, staccando una mano dallo scaffale di metallo e allungandola all’indietro per afferrare e stringergli un fianco. Lavi gli passò un braccio attorno alla vita e lo fece piegare ancora un po’ in avanti; gli scostò i capelli di lato, lasciandoglieli spiovere su una spalla e coprirgli parte del volto, mentre lui si godeva il candore del suo collo e il sapore leggermente salato della sua pelle sudata.
-Oh, dio, Yuu...- sospirò, aumentando il ritmo delle spinte e sentendosi ringraziare da un gemito decisamente più sonoro e il contrarsi quasi forsennato dei muscoli che lo accoglievano, stringendolo e massaggiandolo con foga. Gli morse una spalla, ansimando, sentendo l’orgasmo accumularsi alla base dei propri testicoli e spingerlo ad essere un po’ più brutale, a rendere ancora più netto lo schioccare ritmico delle loro carni. Si concentrò solo su gli ansimi e i gemiti di Kanda, lasciando che fossero loro a guidarlo, a fare esattamente ciò che il corpo bollente tra le sue braccia chiedeva in piccoli sussurri sconnessi.
Yuu si tese e quasi singhiozzò pur di non lasciar trapelare il gemito orgasmico che gli riempiva il petto. Lavi lo sostenne, mentre lo sentiva tendersi e venire contro una confezione intatta di rotolone di carta da cucina, sentendosi stringere in una morsa ferrea e sbattere senza tanti complimenti nel proprio orgasmo. Accelerò le spinte per goderselo appieno, premendo con la fronte contro la spalla nuda del compagno.
Rimase immobile per qualche istante, ansante, a stringere ancora con forza Yuu, sospirando soddisfatto di sentirlo caldo e rilassato contro di lui.
Si mossero con cautela, ritrovandosi appoggiati alla scaffalatura, abbracciati a guardarsi negli occhi. Yuu aveva ancora le guance arrossate, gli occhi lucidi e la camicia che cadeva scomposta sulle sue spalle magre, e lui lo strinse ancora un po’, baciandogli le labbra martoriate. Sospirarono insieme, accoccolandosi in un abbraccio stanco ma soddisfatto, rimanendo in silenzio a godersi quel momento di assoluta intimità, fino a quando almeno non sentirono uno scatto e la porta aprirsi con un cigolio sommesso.
-Oh!- sussultò Allen, fissandoli con gli occhi sgranati e allucinati -Ehm...- continuò, fermo nello specchio della porta, i capelli bianchi a risaltare anche nell’oscurità.
Lavi sentì Yuu tra le sue braccia diventare un blocco di cemento e stringerlo con più forza, per non farlo muovere da lì e continuare a fargli da scudo, impedendo così all’intruso di vedere... beh, i residui di ciò che avevano fatto.
-Mammoletta, cosa diavolo vuoi?- ringhiò nonostante tutto Yuu, facendo sussultare di nuovo Allen, che finalmente parve riscuotersi dal suo torpore scioccato.
-Ecco, io...- aggrottò le sopracciglia, come a concentrarsi per ricordarsi cosa esattamente lo avesse spinto fino a lì a quell’ora di notte -Ero sceso per... mangiare qualcosa. Mi era venuta fame...-.
Lavi si guardò attorno, sempre senza muoversi di un millimetro dal corpo caldo di Yuu, e afferrò una serie di barrette al cioccolato dallo scaffale più vicino, porgendogliele.
-Bastano?- chiese con un sorriso disinvolto, come se non fosse stato appena beccato in atteggiamenti intimi con un proprio compagno. Allen però parve soddisfatto del suo atteggiamento - o del cioccolato o, ancora, di avere una scusa per scappare di lì e fingere di aver sognato tutto - e sparì in pochi secondi, richiudendo la porta con cura.
Lavi sospirò e si rilassò, poggiando la fronte contro quella di Yuu con un sorrisino, ma quello pareva ancora teso e scuro in volto.
-Yuu-chan?- provò così a chiamarlo, per capire cosa lo preoccupasse ancora.
-È tutta colpa tua, stupido coniglio!- sbraitò quello, sciogliendo l’abbraccio e sgusciandogli via con agilità per recuperare Mugen. Lavi sporse il labbro inferiore tristemente, chinando appena la testa in senso di sconfitta.
-Perché colpa mia? Non ti ho certo detto io di seguirmi! Potevi anche aspettarmi a letto!- rispose con un brontolio risentito, facendolo irrigidire e prendere colore sulle guance, come ogni volta che accennava a una sua debolezza -E poi, a ben vedere la colpa è tua se te ne vai in giro vestito così!- aggiunse, additando la camicia che sola gli copriva il corpo, lasciando comunque buone porzioni di pelle scoperte.
Yuu Kanda prese fuoco, lanciando un’occhiata al proprio abbigliamento, e assottigliò gli occhi scuri in due fessure irose, mentre lasciava che Mugen scivolasse fuori dal proprio fodero.
Lavi sussultò appena notò l’espressione assassina del proprio compagno e scappò in ritirata, schivando un fendente preciso di Yuu, ma sempre con un’espressione divertita in viso.
Dopotutto amava Yuu Kanda anche per il suo caratterino permaloso.