Titolo: Cosa diamine hai in testa?
Fandom: Bleach
Personaggi: Ikkaku/Yumichika
Beta:
ellepiGenere: erotico, PWP
Rating: NC-17
Warnings: scene di sesso descrittive, slash
Wordcount: 747 (
fiumidiparole)
Note: ultima mia fatica su questi due pampini seCSi <3, scritta per il
p0rnfest #3 di
fanfic_italia con prompt Bleach, Ikkaku/Yumichika, "Cosa diamine hai in testa?", e ispiratami dalla puntata 229. Ma quanto li amo!
La domanda di Keigo aveva avuto un che di legittimo, doveva ammetterlo, ma probabilmente, il suo caratteraccio aveva sopportato anche troppo i maltrattamenti di Mizuho e le risate di Ichigo, Rukia e, ultimo ma non ultimo, Yumichika - che poi a ben vedere era proprio colpa sua se si ritrovava in questa situazione, maledetto.
Era stato per questo che, quindi, quando Keigo era tornato a casa e lo aveva fissato con gli occhi sgranati, sbraitando quel -Cosa diamine hai in testa?- lui non ci aveva visto più e lo aveva minacciato con la sua katana di legno. Okay, lui lo minacciava sempre con la katana, ma in quel momento era stato davvero sul punto di infilargliela giù per la gola e fargliela uscire dall’altro lato. Per fortuna Yumichika lo aveva distratto abbastanza con quella nuova crisi di ridarella, per farlo ringhiare e minacciare di morte, con conseguente messa in atto delle sue parole. Ma Yumichika gli teneva testa e sapeva, dopo tanto tempo passato con lui, come prenderlo nel verso giusto e farlo calmare.
A ben vedere Yumichika sapeva sempre cosa fare quando si trattava di lui, come dirgli le cose senza che lui tentasse in qualche modo di ucciderlo o rasarlo a zero solo per ripicca.
E anche quella volta, come tutte le altre, Yumichika era riuscito a svuotarlo di ogni voglia omicida nei confronti di chiunque: gli era bastato bloccarlo nella camera degli ospiti e sbatterlo contro la porta, infilandogli la lingua in gola con quel pizzico di irruenza che mandava a Ikkaku il sangue al cervello. Yumichika si era lasciato strattonare in ginocchio con un gemito osceno e gli aveva slacciato rapidamente i jeans, abbassandoglieli in un solo colpo con l’intimo per non perdere altro tempo e prenderglielo in bocca in un unico, desideroso sospiro.
Ikkaku aveva sbattuto la testa contro il legno della porta e aveva chiuso gli occhi, abbandonandosi alla sensazione di affondare nella sua bocca calda e morbida; gli aveva infilato le dita tra i capelli e glieli aveva accarezzati con attenzione, mentre quello lo succhiava con calma, leccandolo per tutta la lunghezza, soffermandosi sul glande, stuzzicandone il taglio prima di riprendergli solo la cappella tra le labbra e succhiare; aveva avvolto una mano attorno all’asta e lo aveva masturbato, seguendo il ritmo cadenzato della testa, mugolando di tanto in tanto quando la presa sui suoi capelli si rafforzava.
Ikkaku aveva ansimato, tendendo i muscoli delle gambe e della schiena per qualche istante, prima di dare al bacino un dondolio lento ma autorevole, che aveva obbligato Yumichika ad accelerare, anche se di poco, il suo. Lo sentiva mugolare e ansimare, mentre si concentrava su di lui, sul piacere che gli stava dando con le labbra tese ad accoglierlo.
Aprì gli occhi, chinando appena il capo di lato per mettere a fuoco la figura del suo compagno accucciato tra le sue gambe, e gemette sonoramente. Yumichika aveva gli occhi socchiusi e fissi sulla sesso teso nella sua mano, a cui concedeva rapide lappatine sul glande e il taglio, mentre si masturbava rapidamente. Ikkaku strinse le labbra e lo strattonò per i capelli, obbligandolo a riprenderlo in bocca e lasciarsi scopare la bocca con spinte secche e rapide. L’unica cosa che quello fece in risposta fu mugolare e aumentare il ritmo della mano sul proprio membro, abbassando le palpebre e lasciando che fosse Ikkaku a guidare il gioco. E dio, Ikkaku adorava quando Yumichika gli si concedeva così.
Il bacino scattò ancora un paio di volte e poi, finalmente, l’orgasmo lo investì, lasciandolo sfiancato contro la porta della camera.
Quando riaprì gli occhi, Yumichika lo fronteggiava con un sorrisetto soddisfatto e le labbra ancora lucide, gli occhi che brillavano di malizia e gli sussurravano Visto? Io so sempre come calmarti. Ikkaku alzò gli occhi al cielo e sbuffò appena, tirandolo per un polso e cingendogli la vita.
-Meglio?- chiese l’altro in un sussurro, accarezzandogli il viso e le tempie, infilando poi le dita tra le ciocche finte della parrucca.
-Mh.- rispose, allungandosi verso le sue labbra per un bacio. La bocca lo accolse con un sorriso e riuscì a rilassarlo anche di più di tutto il resto. Ikkaku guardò il suo compagno negli occhi e gli fece un mezzo sorriso divertito in risposta al ghignetto orgoglioso che vide spuntare sulle sue belle labbra.
Orgoglio per il potere che, nonostante tutto, aveva su di lui o per il fatto che fosse riuscito, ancora una volta, a fregarlo e convincerlo a fare quello che voleva?