Titolo: Solo un bacio
Fandom: Merlin
Personaggi: Artù/Merlino
Beta:
ellepiGenere: commedia, slash
Warnings: sesso descrittivo
Rating: R
Wordcount: 1589 (fidipa)
Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e non mi apparterranno mai, ahimè.
Note: scritta per il
p0rn fest di
fanfic_italia, con il prompt Merlin, Arthur/Merlin, "Morgana sostiene che non avrei il coraggio di baciarti", e per la
Criticombola di
Criticoni, con prompt Oro.
La porta si aprì di scatto e Artù entrò nella camera senza degnarsi neanche di bussare.
-Morgana sostiene che non avrei il coraggio di baciarti- sentenziò, incrociando le braccia al petto e fissando l’altro con uno sguardo quasi di sfida.
Merlino ricambiò lo sguardo con incertezza, le sopracciglia leggermente aggrottate e il dubbio che aleggiava nei suoi occhi chiari. Abbassò gli occhi sulla casacca ancora tra le sue mani e sospirò, infilandosela dalla testa e completando di vestirsi finalmente. Prese il fazzoletto rosso dalla sedia sui cui l’aveva appoggiato la sera precedente e se lo annodò al collo, come di consueto. Si voltò con ancora le mani impegnate in quell’ultima operazione e sospirò di nuovo.
-Buongiorno a te, Altezza. Di che stai blaterando, di preciso?-
No, non gli aveva prestato la minima attenzione, era ovvio. Come non prestava attenzione a quasi tre quarti delle cose che Artù diceva durante il giorno. Era un modo come un altro per conservare il quieto vivere tra loro. Intendiamoci, Merlino voleva bene ad Artù e lo rispettava come uomo e come principe, ma qualche volta l’ego spropositato del suo signore lo spingeva a desiderare di tappargli la bocca magicamente, previo poi ritrovarsi decapitato per uso della stregoneria. Facendo così invece, l’ego di Artù aveva abbastanza aria da vivere e proliferare e lui, Merlino, conservava intatto il suo lavoro e il suo collo.
-Ho detto- ringhiò il principe ereditario -Morgana sostiene che io non avrei il coraggio di baciarti!-
Merlino notò appena il moto di stizza della mano dell’altro, troppo preso dal registrare il significato esatto delle sue parole.
-... come?- biascicò sbattendo gli occhi, sempre più confuso. Artù ringhiò ancora, un po’ più forte questa volta, e avanzò minacciosamente di qualche passo verso di lui.
-Morgana...-
-No, sì, quello l’ho capito!- lo fermò Merlino, mettendo le mani avanti per arrestare anche la sua avanzata fisica -Intendevo: quando? Perché?- chiese quasi in un gemito sofferto. Davvero, non poteva dire sul serio! Si trattava sicuramente di uno scherzo di pessimo gusto.
-Come è molto diverso da quando o perché, Merlino!- lo riprese Artù, facendolo sbracciare e sbottare:
-Non è questo il punto!-
-Il punto- Fu stavolta Artù ad interrompere lui -E’ che stamattina a colazione Morgana mi ha sfidato a baciarti. In pubblico.-
-Cosa?-
-Al banchetto che si terrà stasera in onore di Lady Carlotta, più precisamente.-
-Cosa?-
Artù contorse il viso in una smorfia scocciata e fece il gesto di sturarsi l’orecchio con un dito.
-Potresti evitare di farmi diventare sordo?-
-Ma...- boccheggiò lo stregone, ricevendo in risposta solo un inarcamento del regale sopracciglio del suo principe.
-Cos’è che non ti è chiaro, Merlino?-
-Il perché di questa follia, Artù!-
Artù alzò gli occhi al cielo e fece una mezza giravolta su se stesso per attraversare la porta e scendere gli scalini di legno che conducevano al laboratorio di Gaius. Merlino non poté che seguirlo.
-Merlino, non posso certo perdere la faccia, sono il principe ereditario. Che si direbbe in giro su di me se non accettassi la sfida?-
-Che ti piacciono le fanciulle?- provò a suggerire Merlino, con quello che sperava fosse un tono adatto, non da presa per il culo come invece era sembrato alle sue orecchie. Artù comunque parve non dargli peso, e, infatti, la sua risposta fu una delle sue occhiate di sufficienza. Poi, come se quello non avesse neanche aperto bocca, continuò:
-Sii puntuale e vedi di non farmi fare figuracce, questa sera.-
-Artù, non ho accettato di farmi baciare.-
Artù si voltò e gli puntò il dito contro, serio in volto.
-Puntuale, Merlino.-
Dopo di che lo lasciò lì, da solo, a ripetersi che, maledizione, lui non aveva accettato!
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Una volta che le porte furono chiuse dietro di sé, Merlino sospirò e avanzò di malumore verso il suo principe. Il suo stupido e orgoglioso principe che lo aveva baciato in pubblico. Per una maledettissima sfida infantile tra fratellastri, oltretutto! Ma Morgana non poteva sfidarlo a saltare dalla torre più alta del castello?
-Merlino... la pianti di strattonarmi come un panno vecchio?-
La voce di Artù - Asino Reale - lo richiamò al suo compito: spogliare il succitato principe dagli abiti mondani e assisterlo fino a quando non fosse scivolato sotto le coperte.
Certo, altrimenti c’era il rischio che si perdesse nel tragitto!
Merlino brontolò qualcosa, ma riprese la svestizione del principe con più calma. Artù lo guardò per un attimo con le sopracciglia corrucciate, cercando il suo sguardo sfuggente, e gli afferrò il polso per fermarlo.
-Sei ancora arrabbiato?-
Merlino lo guardò per un istante, poi si strattonò dalla sua presa e gli tirò la casacca all’insù, costringendo Artù ad alzare le braccia per farsela sfilare dalla testa. Quando riemerse da tutto quel cotone bianco, provò di nuovo ad afferrare il suo servo, ma quello gli sfuggi nuovamente, interessandosi agli abiti da ammucchiare per essere lavati.
-Merlino- sospirò il principe, facendoglisi vicino -Era solo un bacio.-
Merlino si girò di scatto, assottigliando gli occhi, uno sprazzo d’oro a illuminarli per un momento -Davanti a Morgana!-
-Solo davanti a Morgana.-
-Non cambia nulla! Non avresti dovuto accettare la sfida!-
Artù alzò gli occhi al cielo, prendendo Merlino per un braccio e tirandolo verso di sé. Gli fece scivolare le braccia attorno alla vita e si allungò a posargli un bacio casto sulle labbra imbronciate. Merlino sospirò, nonostante tutto e si appoggiò con la fronte alla sua spalla. Gli strofinò il naso sulla pelle chiara e prese un respiro profondo e tremulo quando sentì le mani di Artù accarezzargli dolcemente la schiena da sopra la sua casacca.
-Un bacio a timbro.- mormorò, alzando il viso in cerca degli occhi divertiti del suo signore.
-Morgana non aveva specificato che tipo di bacio sarebbe dovuto essere.-
-Ah. Furbo.-
-E non avrei mai condiviso con nessuno qualcosa in più, neanche per il mio onore di principe.-
Merlino lo guardò quasi sorpreso, poi, semplicemente, si allungò e fece combaciare le loro labbra, socchiudendo le proprie e concedendogli un bacio profondo e lento, di quelli che facevano venire la pelle d’oca a entrambi.
Scivolarono, lungo la stanza, fino al letto a baldacchino, e poi sulle coperte fresche, sempre continuando a baciarsi lentamente, con le mani che accarezzavano ciò che incontravano sulla loro strada. Gli abiti caddero uno dopo l’altro lungo tutto il tragitto e le lenzuola li accolsero nudi e pieni di desiderio.
Artù sorrise, le labbra rosse e lucide di baci, e lo accolse tra le gambe, accarezzandogli i capelli scuri e attirandolo nell’ennesimo bacio. Merlino sospirò in esso e si mosse con calma, preparandolo per lui, godendosi ogni attimo di quella piccola resa in suo favore, cosa che non accadeva poi così spesso. Ma andava bene così. Rendeva speciale e magica ognuna di quelle rare volte.
Sfilò le dita e Artù gemette appena, in un misto di contrarietà per l’abbandono e il piacere dell’anticipazione, e poi ansimò, in accordo con lui, quando finalmente lo prese. Merlino si spinse in lui lentamente, stringendogli le mani sui fianchi per non perdersi nel piacere che rischiava di sopraffarlo ogni volta, e Artù lo baciò, mordendogli le labbra con un pizzico di fastidio.
Si mossero insieme, abbracciati, amandosi con passione, marchiando i corpi con i denti e le unghie, gemendo tra le labbra quando il piacere era troppo accecante per essere sopportato. Si spinsero l’uno contro l’altro, accarezzandosi continuamente, mugolando il nome dell’altro con desiderio e amore, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare.
Quando il ritmo incalzò, Artù aprì gli occhi e si concentrò sul viso arrossato di Merlino. Inarcò la schiena quando la sua mano si chiuse sul proprio pene rosso e gonfio, e sospirò di piacevole sollievo per la stimolazione. Ma la mente era tutta rivolta a Merlino, al piacere che vedeva dilagare sul suo viso, sull’oro che allagò le sue iridi chiare e le fece brillare un attimo.
Chiuse gli occhi, lasciandosi investire dall’orgasmo che sembrava - ogni volta - partire da Merlino e finire in lui, come fosse un respiro condiviso.
Si accoccolarono l’uno tra le braccia dell’altro, sospirando soddisfatti e stanchi, Merlino con il volto appoggiato al petto solido di Artù e quest’ultimo a passargli affettuosamente le mani tra le ciocche scure. Sembrava che adorasse farlo tutte le volte che fosse possibile e a lui, dopotutto, piaceva altrettanto, probabilmente perché erano le uniche coccole che il principe avesse mai concesso.
Si era quasi assopito quando la voce di Artù, appena un sussurro, lo riscosse dal torpore.
-Perché ti infastidisce tanto?-
-Perché Morgana ne approfitta ogni volta per farti fare cose stupide. E ci finisco di mezzo sempre io.-
Il principe sbuffò appena, mollandogli uno schiaffetto sul fianco nudo e accoccolandosi meglio contro di lui.
-Non esagerare adesso...-
-Ricordi quando ti ha sfidato a imboccarmi con le mani davanti a Lady Samantha? O di quella volta, al banchetto per il compleanno di tuo padre, in cui ti ha sfidato a fargli gli auguri mentre mi palpavi il sedere?-
Artù tacque qualche istante, poi brontolò qualcosa e infine sospirò.
-È solo la novità, vedrai che prima o poi perderà interesse per certe cose...-
-Quando? Quando tutto il regno sarà a conoscenza di... questo?- rincarò Merlino, agitando la mano come a includere loro due, il letto e il piacere condiviso. Artù fece una smorfietta e gli prese la mano portandosela al petto con un sospiro.
-Le parlerò, promesso.-
-Artù...-
-Non ci pensare, adesso. Dormiamo, dai.-
Merlino sospirò, ma non si mosse e non obbiettò che sarebbe stato più sicuro se lui fosse tornato a casa, da Gaius. Si limitò ad aspettare che Artù sprofondasse nel sonno e poi, con l’oro negli occhi, sbarrò le porte della stanza regale e tirò le pesanti tende del baldacchino.
Morgana non li avrebbe mai traditi, ne era certo, e nessuno nel palazzo ancora sospettava, ma era meglio non sfidare la sorte.
Note: ho parlato di Morgana come sorellastra di Artù perché, secondo la BBC, Uther l’ha adottata sentendosi in colpa per la morte del padre di lei. Quindi lei è entrata a far parte della famiglia reale nonostante la non- consanguineità, cosa che invece è nella leggenda di origine.