Fic: Too much - [José Mourinho/Zlatan Ibrahimović/Davide Santon] - Italian

Jan 01, 2010 02:10

Title: ‘Too much’
Author: jen_jm
Pairing: José Mourinho/Zlatan Ibrahimović/Davide Santon
Rating: decisamente NC-17
Category: slash
Word count: circa 2,300
Warnings: pr0n, threesome
Disclaimer: se mi appartenessero-- meglio che non finisca questa frase. Non sono miei, punto.
Author’s Notes: Scritta per il p0rn fest @ fanfic_italia con il prompt RPF Calcio (Inter FC), Davide Santon/José Mourinho/Zlatan Ibrahimović, sorpresa
Summary: "Sei arrivato giusto in tempo,” lo apostrofa Zlatan con un sorrisetto soddisfatto. Davide apre di scatto gli occhi a quelle parole e la sua espressione mortificata - terrorizzata - li fa quasi sorridere. Quasi.

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José si guarda intorno per un attimo nel corridoio deserto, giusto per essere sicuro che non ci siano occhi indiscreti che possano metterlo nei guai. Una volta che ne è certo, apre la porta a sufficienza per scivolare all’interno e se la richiude immediatamente alle spalle. La scena che si trova davanti subito dopo, però, è sufficiente per immobilizzarlo con le dita ancora appoggiate al legno.

Zlatan è inginocchiato sul letto tra le gambe di Davide, con una mano sulla sua coscia e l’altra impegnata a spingere due dita dentro di lui. Il ragazzino ha gli occhi serrati e la testa abbandonata sul cuscino, ma il resto del suo corpo è in tensione e le mani sono artigliate alle coperte.

Se la sarebbe dovuta aspettare una cosa del genere da Zlatan, soprattutto dopo la chiamata di pochi minuti prima in cui sosteneva di avere una sorpresa per lui nella sua camera. Aveva sospettato fosse solo uno dei suoi tanti modi per dire ‘muovi il culo e vieni a scopare’, ma apparentemente si era sbagliato ed è contento che sia così, perché quello che ha davanti l’ha immaginato solo nelle sue fantasie più folli.

“Sei arrivato giusto in tempo,” lo apostrofa Zlatan con un sorrisetto soddisfatto. Davide apre di scatto gli occhi a quelle parole e la sua espressione mortificata - terrorizzata - li fa quasi sorridere. Quasi.

“Mis- mister,” balbetta colto dal panico quando l’uomo fa qualche passo verso di loro. “Io--”

“Stai tranquillo, il mister è qui per te,” lo informa Zlatan paziente e riprende a muovere le dita con più forza di prima. Davide si morde il labbro quasi a sangue per trattenere il gemito che si sente salire in gola, ma quando la mano di José si chiude sulla sua erezione senza alcun preavviso, se lo lascia sfuggire suo malgrado. Il contatto svanisce quasi subito e il ragazzo si ritrova a muovere il bacino per cercare di nuovo quel sollievo. “O meglio, tu sei qui per lui.”

“Sei un bastardo, nemmeno gliel’hai detto,” mormora incredulo José mentre si slaccia la camicia, ma il suo tono è quasi divertito.

“Glielo sto dicendo ora, no?” Zlatan si china sul ragazzo e gli morde un capezzolo abbastanza forte da farlo sussultare, poi prosegue fino a baciargli la mandibola. “E poi è già stato difficile convincerlo così.”

“Fottiti,” sussurra Davide girando la testa di lato per evitare quel contatto.

In risposta Zlatan si alza di nuovo in ginocchio e inizia a stuzzicarlo con un terzo dito. Lo sente contrarre i muscoli per impedirgli di fare altro e scuote il capo, voltandosi a guardare l’uomo. “Vuoi convincerlo tu?”

José si libera dei pantaloni e dei boxer con una lentezza quasi esasperante, poi li raggiunge di nuovo e Davide lo guarda incerto. “Che c’è che non va, mh?” chiede guardandolo negli occhi, mentre la sua mano si posa sullo stomaco del ragazzo e scivola giù fin quasi l’inguine, per poi cambiare direzione e fermarsi sull’anca. “Lui sì e io no?”

Davide sembra di nuovo essere colto dal panico, ma prima che possa parlare, José riprende ad accarezzarlo come se nulla fosse, ma sempre evitando l’unico punto in cui il ragazzino lo vorrebbe. Davide si morde il labbro, combattuto e ancora un po’ spaventato, mentre cerca inutilmente di guidare quel tocco.

“Lascialo entrare,” gli sussurra José, portando la mano nel punto in cui le dita di Zlatan scompaiono dentro di lui.

“Te,” mugugna Davide chiudendo gli occhi per la vergogna che lo assale a quello che sta per dire. “Voglio te, non lui.”

“Piccolo ingrato del cazzo,” sbotta Zlatan sinceramente offeso e si china per mordergli l’interno della coscia.

“Bastardo,” soffia Davide di rimando, cercando di tirargli un calcio, ma si calma non appena José gli afferra il mento e lo fa voltare verso di lui.

“Lascialo entrare,” ripete José deciso, aspettando che ricambi il suo sguardo. “O non avrai nessuno dei due.”

Davide lo guarda con aria sconfitta e un po’ tradita, però ci vogliono solo pochi secondi perché si decida a cercare di rilassarsi. Poco dopo Zlatan ha tutte e tre le dita dentro di lui e inizia a muoverle piano, stando attento alle sue reazioni. Quando vede che il ragazzino ha gli occhi socchiusi ancora puntati su José - che Santon non si metta in testa idee strane, quello è comunque ancora ilsuo uomo - sente una fitta di gelosia rabbiosa che gli fa aumentare il ritmo, incurante del suo gemito sorpreso. Si china su di lui nel momento esatto in cui l’uomo decide di scendere con la mano ad accarezzargli l’interno della coscia, proprio dove Zlatan l’ha morso.

“Dimmi,Dade,” inizia, calcando di proposito sul soprannome. “Cosa vuoi dal mister? Vuoi che ti scopi? O lo vuoi in bocca?”

“Sei uno stronzo,” sbotta Davide con le guance in fiamme, voltando il viso ancora di più.

“Rispondi,” lo incoraggia José con un tono che non lascia molta scelta, ritraendo la mano e godendosi il suo lamento a malapena trattenuto.

“Voglio--” Davide esita per qualche secondo, ma continua ad evitare lo sguardo di Zlatan. “Voglio che mi scopi,” sussurra serrando gli occhi il più possibile.

“E Zlatan? Vuoi anche lui?” gli domanda José, per niente disturbato dal suo evidente imbarazzo.

Davide riapre gli occhi, deciso a dirgli che no, Zlatan non lo vuole, giusto per dispetto, però sa che mentire non è una buona idea, perché José sa bene che se davvero non lo avesse voluto, non si sarebbe mai fatto convincere a salire in camera sua, con tutto quello che ne è conseguito. “Sì,” ammette in poco più che un respiro ed è sorpreso quando lo zingaro gli afferra il mento e gli fa voltare il viso per poi chinarsi e baciarlo.

E’ un gesto quasi tenero, ma Davide non ha il tempo di pensarci perché pochi secondi dopo Zlatan ritrae le dita dal suo corpo e allo stesso tempo si rialza. José ne approfitta per attirarlo a sé e baciarlo a sua volta, afferrandogli la nuca con decisione. Davide li osserva senza dire una parola e la sua mano trova la forza per lasciare la coperta e chiudersi attorno alla sua erezione.

Quando José si ritrae e gli pianta in mano un preservativo, Zlatan si lascia sfuggire un sorrisetto che Davide non trova del tutto rassicurante. Si concentra di nuovo sull’uomo, che nel frattempo è salito sul lato opposto del letto e gli si è inginocchiato accanto. “Prima lui,” gli dice con uno sguardo quasi divertito.

Zlatan approfitta della sua distrazione per allargargli le gambe ancora di più e posizionarsi contro la sua apertura. Non appena inizia a spingere, il ragazzino riporta la sua attenzione su di lui e inarca la schiena quasi involontariamente. José lo guarda gettare la testa all’indietro e schiudere la bocca in un modo osceno che gli fa venire in mente più idee di quelle che può mettere in pratica. Si limita a strofinargli il labbro inferiore con due dita, provocandogli un ulteriore gemito.

Una volta che è completamente dentro di lui, Zlatan si ferma e osserva Davide prendere quelle due dita in bocca senza bisogno di comandi. “Sei una cazzo di meraviglia,” mormora non appena inizia a muoversi, puntando le mani sul letto per sostegno. “Ti faresti fare tutto,” aggiunge con un pizzico di incredulità, ma Davide non lo degna di una risposta.

José ritrae le dita e le fa scorrere lungo la mascella del ragazzino, osservandolo mentre socchiude nuovamente gli occhi e si abbandona completamente al suo tocco e alle spinte decise di Zlatan. Senza preavviso scivola più vicino, facendogli cenno di sollevarsi e Davide obbedisce senza parlare, alzandosi sui gomiti. José gli passa una mano tra i capelli, poi guida la propria erezione tra le sue labbra, che lo accolgono senza protesta nonostante la posizione scomoda.

L’uomo prende il controllo con spinte lente e regolari, testando la profondità a cui può arrivare, e si lascia sfuggire un mezzo sorriso soddisfatto quando lui lo lascia fare. Si volta verso Zlatan quasi a malapena e vede che anche gli occhi del ragazzo sono incollati a Davide. “Più forte,” gli ordina, per poi riportare lo sguardo sull’altro.

Zlatan obbedisce e si china ancora più, cambiando il ritmo e l’angolo delle spinte, che si fanno più decise e veloci. Davide è colto di sorpresa dal cambiamento e le vibrazioni dei suoi gemiti costringono José a ritrarsi per non venire direttamente nella sua bocca. Non è quello che ha in mente e il ragazzo pare capirlo, perché si lascia cadere nuovamente sul materasso, concentrandosi su Zlatan.

José li osserva in silenzio per qualche minuto, accarezzandosi tra le gambe senza però darsi la soddisfazione che vorrebbe. Sa che deve trattenersi ma non è facile, con i gemiti indecenti che Davide non cerca nemmeno più di trattenere e Zlatan che ansima sempre più forte, e dalle sue spinte irregolari sembra essere vicino.

“Non farlo venire,” gli sussurra con tono autoritario. Lui rivolge un’occhiataccia all’uomo, ma non protesta a voce alta, concentrandosi invece sul proprio orgasmo che lo raggiunge diversi secondi dopo. Davide gli artiglia le spalle e se lo tira abbastanza vicino da baciarlo, portando una mano alla propria erezione. Zlatan però gli blocca il polso e sorride al lamento frustrato che l’altro si fa sfuggire quando si ritrae ed esce da lui il più delicatamente possibile.

José li osserva mentre recupera un altro preservativo dal comodino e lo indossa velocemente. Davide lo guarda e inarca la schiena, cercando qualche tipo di sollievo per l’erezione che ormai è dolorosa. Zlatan gli accarezza lo stomaco e gli bacia il collo, aspettando che riesca a calmarsi almeno un po’. “Come lo vuoi?” chiede guardando José, che li sta osservando a sua volta.

Lui non risponde e si libera con calma dei cuscini per potersi sedere contro la spalliera, compiaciuto dello sguardo sorpreso di Davide, che non protesta quando Zlatan lo fa alzare in ginocchio e lo guida finché non è abbastanza vicino perché José possa attirarlo a sé.

“Se vuoi venire, te lo devi guadagnare,” gli sussurra all’orecchio lo zingaro proprio mentre l’uomo gli afferra le anche con una mano e con l’altra guida la propria erezione dentro di lui.

Davide chiude gli occhi a quella sensazione così diversa da quella appena provata e sente le lacrime affiorargli nonostante i suoi sforzi. Zlatan si avvicina a sufficienza per baciargli il collo, ma non abbastanza perché si possa appoggiare a lui in cerca di un qualche sostegno. Non appena sente di essersi abituato, solleva le palpebre lentamente, focalizzando la sua attenzione sull’espressione di piacere dipinta sul viso del mister.

“Zlatan ha ragione,” gli dice José obbligandolo a sollevarsi per poi respingerlo giù senza tante cerimonie. Il gemito che sfugge dalle labbra di Davide è quasi un grido e l’uomo ripete il movimento senza lasciargli il tempo di riprendersi. “Datti da fare.”

Il ragazzo annuisce senza trovare la forza di dire nulla, probabilmente riuscirebbe solo a supplicare in modo molto poco dignitoso che qualcuno lo tocchi, e cerca di seguire il ritmo che gli viene imposto. Le ultime tracce di dolore svaniscono quasi subito, ma quello che prova ogni volta che l’uomo affonda è anche peggio, è una scossa continua che gli sta sciogliendo il cervello e i muscoli. Porta le mani sulle spalle di José per aiutarsi nei movimenti, troppo impegnato a resistere per cercare di fermare quei suoni osceni che sente uscire dalla propria bocca.

Zlatan riprende a baciargli il collo e la sua mano torna ad accarezzargli il ventre, così vicino alla sua erezione da farlo impazzire, ma sempre e comunque troppo lontano. Davide getta la testa all’indietro e quando trova la spalla del ragazzo a sostenerlo, si abbandona contro di lui. José stringe la presa e gli impone un ritmo ancora più veloce, ottenendo un lamento che è quasi un singhiozzo.

“E’-- è troppo-- ti prego--” mormora Davide conficcando le unghie nelle spalle dell’uomo e ne ottiene che si blocchi d’improvviso, sepolto dentro di lui.

“E’ troppo?” chiede José muovendo appena il bacino per stuzzicarlo, poi incrocia lo sguardo di Zlatan e le sue labbra si curvano in un sorriso.

Davide non sa a cosa sia dovuta quell’espressione, ma lo capisce non appena sente la mano dello zingaro scendere ad accarezzare il punto dove José entra dentro di lui. “Zlatan,” mormora subito prima di sentire un dito farsi strada all’interno.

“Questo è troppo,” lo corregge Zlatan sussurrandogli direttamente nell’orecchio. “Quello che vorrei farti ora è troppo.”

“Vi prego,” singhiozza Davide cercando di muovere il bacino ancora immobilizzato. “Non riesco-- devo--” Coglie appena il cenno di José e qualche secondo dopo il dito Zlatan è sparito, ma l’uomo riprende con lo stesso ritmo di prima.

Il ragazzo cerca di seguirlo e ignorare la propria erezione diventa più difficile ad ogni scossa di piacere che lo colpisce. Sente le gambe iniziare a cedere e si china in avanti, mordendosi il labbro quasi a sangue nel tentativo di trattenere l’ennesimo gemito. Quando sente José rallentare e imprecare nella sua lingua madre, contrae i muscoli e avverte il suo respiro farsi più affannoso.

Zlatan finalmente si decide a spostare la mano sulla sua erezione e inizia ad accarezzarlo senza troppi riguardi. Ci vogliono pochi secondi prima che Davide venga con un gemito roco e spezzato, e una lacrima che gli sfugge dagli occhi serrati. José viene dentro di lui diversi secondi dopo, con le mani ancora aggrappate ai suoi fianchi.

Davide si sente sollevare e collabora come può, poi si abbandona sul materasso dove Zlatan lo molla senza troppa delicatezza.

“Troppo, eh?” gli chiede José con una breve risata, la prima di quella sera, e Davide seppellisce il viso nel primo cuscino che riesce a recuperare, mentre l’altro ragazzo gli accarezza la schiena appena sopra le natiche.

“Te lo faremo provare il troppo, Dade,” aggiunge Zlatan con un sorrisetto e per qualche ragione sa più di promessa che di minaccia.

~~

A/N: cosa vi aspettate che dica? Sono colpevole, lo ammetto e non me ne vergogno. u_u Davide mi ispira queste cose indecenti, cosa ci posso fare? *sospiro*

slash, fanfic: josé/zlatan/davide, fanfic: italian fiction, p0rn fest

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