Fic: You could have it so much better - [José Mourinho/Zlatan Ibrahimović] - Italian

Dec 29, 2009 23:21

Title: ‘You could have it so much better’
Author: jen_jm
Pairing: José Mourinho/Zlatan Ibrahimović
Rating: R/NC-17
Category: slash
Word count: circa 600
Warnings: pr0n
Disclaimer: se mi appartenessero-- meglio che non finisca questa frase. Non sono miei, punto.
Author’s Notes: Scritta per il p0rn fest @ fanfic_italia con il prompt RPF Calcio (FC Barcelona/Inter FC), José Mourinho/Zlatan Ibrahimovic, "Vattene."
Summary: “José lo lascia fare e la sua unica reazione quando si ritrova intrappolato contro il muro dell’anticamera, con le labbra e i denti di Zlatan che sfogano la loro rabbia sul suo collo, è chiudere gli occhi.”

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“Vattene.”

E’ tutto ciò che José dice prima di sbattergli la porta in faccia, lasciandolo solo nel corridoio fin troppo illuminato. Zlatan fa un profondo respiro, più per impedirsi di gridargli dietro attraverso la spessa lastra di legno che li separa, che per prendere coraggio. Bussa di nuovo e quando José non gli risponde - oh, il bastardo non può permettersi di ignorarlo, no che non può - tira un calcio ben assestato alla porta. Il tonfo è più forte di quello che si aspetta e per un attimo rimane fermo.

“Apri questa cazzo di porta,” gli intima con un tono poco rassicurante, e questa volta José lo ascolta.

“Vattene,” ripete il portoghese senza scomporsi.

“Col cazzo, ho preso un aereo e due treni per essere qui, quindi ora chiudi quella fogna e mi fai entrare,” lo rimbecca Zlatan, ma non aspetta nemmeno che si sposti e lo spinge all’interno dell’appartamento.

José lo lascia fare e la sua unica reazione quando si ritrova intrappolato contro il muro dell’anticamera, con le labbra e i denti di Zlatan che sfogano la loro rabbia sul suo collo, è chiudere gli occhi. Riconosce la foga che il ragazzo riserva solo a lui, quel misto di odio, amore e assoluta dipendenza che ha sempre reso i suoi baci, i suoi morsi indispensabili quando l’aria. Ha reso lui quello che da mesi è per José, una fottuta droga.

“Perché sei qui?” gli chiede e, nonostante il tono freddo, le sue mani si intrufolano sotto la maglietta dell’altro per accarezzare la pelle surriscaldata dalla temperatura e dalla rabbia.

“Volevo vederti,” ammette Zlatan senza nemmeno pensarci su.

“Volevi scopare,” lo corregge José e questa volta le sue labbra si incurvano, seppur di poco.

“Quello posso farlo anche senza di te,” risponde l’altro, paradossalmente meno incazzato di prima. “E probabilmente anche meglio.”

José non lo degna di risposta e gli pianta le mani sulle spalle, spingendolo giù finché il ragazzo non obbedisce e si lascia cadere in ginocchio. Un minuto dopo quelle labbra gli sono attorno, strette e dannatamente abili in quello che fanno. Lascia che sia lui a controllare il ritmo e la profondità, lo lascia fare e lo guarda con una mano artigliata tra i suoi capelli. Riprende il controllo solo quando viene - e non ci vuole molto, con quel bastardo di uno zingaro e la sua fottutissima bocca - , lo trattiene vicino senza dargli la possibilità di sfuggire, poi lo ritrascina su e lo bacia, cercando il suo stesso sapore misto a quello di Zlatan.

Senza tante cerimonie gli slaccia i jeans appena il necessario per poterci infilare la mano, mentre in qualche modo lo guida verso il divano del salotto. Il ragazzo si lascia sfuggire un gemito quasi strozzato quando José atterra sulla superficie morbida e se lo tira addosso, con la mano che si muove veloce ed esperta.

Zlatan viene poco dopo, mordendo il labbro arrossato dell’uomo in un’infantile e immotivata vendetta. Dovrebbe pensare a come farà a tornare in albergo con i vestiti conciati a quel modo, ma non c’è spazio nella sua testa per altro che non sia José, sdraiato sotto di lui con i pantaloni ancora slacciati.

“Zingaro,” lo chiama dopo un paio di minuti, e la sua voce è di nuovo indecifrabile.

“Mh?” mugugna contro il suo collo, senza degnarsi di alzare il viso.

“Vattene,” gli ripete senza troppo tatto, ma questa volta Zlatan non s’incazza neppure.

“No,” risponde semplicemente, con gli occhi ancora chiusi e le labbra che gli sfiorano la pelle, che ora è calda quanto la sua. E non ha bisogno di guardare per sapere che José sta sorridendo, a modo suo.

~~

A/N: emmobbastaperò. José, fammi tornare ai miei fandom, anche solo per due storie. Poi torno. Sai che torno, bastardo. *fine follia*
Abituatevi. *sospiro*

slash, fanfic: josé/zlatan (jobra), fanfic: italian fiction, p0rn fest

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