[Sherlock BBC] I'm ready for the fight and fate

Nov 29, 2012 22:48

Titolo: 'm ready for the fight and fate
Personaggi: herlock Holmes, John Watson, Jim Moriarty, Sebastian Moran
Rating: G-13
Avvisi:One-shot
Note: uesta storia fa piuttosto schifo. E con schifo intendo che fa più schifo di quelle che dicevo facevano schifo (?), il che è tutto dire. 
Ovvero quando scrivi una storia su Halloween e la termini tipo una settimana prima della consegna e solo in seguito ti accorgi che non rispetta i parametri. Quindi stai lì e ne scrivi un'altra, cosa ci puoi fare? Beh, ora vi beccate due storie orribili per Halloween, e buon Natale.
Il titolo è un verso di Iron di Woodkid, colonna sonora, tra altri, del trailer di Assassin's Creed Revelations, invece la storia è ispirata anche all'immagine che credo tutti conosciate ma che per una volta non posto nelle note per non rovinare la sorpresa - sorpresona, poi, nessuno l'avrebbe mai detto che sarebbe successo, davvero.
[Giusto, dimenticavo. La storia partecipa all' Horror Fest dello SFI on prompt: verme, 'There are ghost towns in the ocean' (Coldplay, Cemeteries of London), 'O Morte, vecchio capitano, è tempo, leviamo l'ancora. Questa terra ci annoia, Morte. Salpiamo.' (C. Baudelaire), 'Tra queste strade un tempo familiari io avverto... ombre. Dappertutto.' (Sweeney Todd) e lanterna spenta. Ho scelto Baudelaire (<3), perciò ecco qui la schifezza che ne è nata.]


O Morte, vecchio capitano, è tempo, leviamo l'ancora.
Quest terra ci annoia, Morte.
Salpiamo.
(C Baudelaire)

Anderson si avvicinava piuttosto velocemente, un lembo di pelle gli cadeva da un occhio rendendolo più brutto di quanto già fosse in vita.
- Respira.
- Se non stessi repirando sarei morto, John.
Lo sbuffo gli solleticò la guancia sotto forma di ricciolo e se lo scacciò infastidito dall'angolo dell'occhio.
- Ora aspetta che si avvicini abbastanza, altrimenti è come un tiro a vuoto e una pallottola sprecata.
Sherlock riaprì l'occhio chiuso ed abbassò il fucile mentre si voltava verso John.
- Potrei sempre aspettare che si avvicini abbastanza da assalirti così finalmente la smetteresti di minare la mia concentrazione con i tuoi consigli inutili.
John alzò le mani. Anderson - o quel che ne restava di lui - si avvicinava inesorabilmente, la mano sinistra del dottore era perfettamente immobile mentre Sherlock riprendeva la posizione di tiratore.
- Come vuoi.
Lo sparo risuonò decisamente bene all'interno del cranio dell'uomo in avvicinamento; Sherlock sogghignò soddisfatto quando John lo guardò storto.
- Ora andiamo a restituire il fucile prima che Moran ci sciolga nell'acido. Te la sei cavata piuttosto bene.
- Tu te la sei cavata bene. Io sono stato perfetto.
L'odore di chiuso che usciva dalla casa una volta aperta la porta non era esattamente il migliore, ma in quanto a rifugi non poteva dirsi troppo schizzinosi: uno ce n'era nel giro di qualche chilometro, e loro non potevano muoversi eccessivamente con un ferito. Uno avrebbero usato.
Gli scalini sputarono polvere e ragni mentre John saliva velocemente cercando di riscaldarsi. Stava scendendo la notte, iniziava a fare freddo, e l'unica coperta in casa era quella che attualmente copriva quel disgraziato del Colonnello. Come avessero fatto a ferirlo era un mistero per i più, ma i colpevoli erano già belli che scomparsi sotto strati di piombo concessi dalla magnanima pistola di Jim e di sicuro non avrebbero parlato. Gli occhi al livello del pavimento e qualche gradino ancora da salire, il primo che John adocchiò fu proprio Moriarty. Era sempre bene sapere dove si trovasse, vista la sua facilità ad annoiarsi e fabbricare esplosivi da piazzare sul primo che capitava.
Si era seduto accanto a quel pezzo di mobilio che poteva essere un divano così come un letto e dove stava sdraiato Sebastian con un fianco sanguinante, gli occhi guizzavano qui e là mentre le rotelle del suo cervello giravano troppo velocemente. Poteva sembrare quasi un animale in trappola - chiudendo un occhio e poi anche l'altro e fingendo di non conoscerlo -, ma chiunque in quella stanza sapeva che se eri in presenza di Jim Moriarty l'animale realmente in trappola eri tu, e attenzione.
- Non hai usato il silenziatore.
- Non era difficile da capire. - Sherlock apparve dietro di lui, scuro nella notte con il fucile ancora stretto in mano. Gli occhi erano fissi in quelli del Colonnello, e come per riflesso istintivo la presa sull'arma si allentò appena. I fucili erano di Sebastian, gli appartenevano, e pertanto la prima reazione era quella di lasciarglieli e fuggire prima che ti facesse un buco in testa. La prima reazione a livello umano; Sherlock probabilmente l'avrebbe stuzzicato fino ad ottenere una reazione interessante.
- Bambini, non litigate, prometto che troveremo armi per tutti appena riusciremo a muoverci di qui. Ve ne regalerò una a testa per Natale. Potrete anche sceglierla!
Jim si alzò in piedi e spolverò bene ogni centimetro del completo, poi prese la via delle scale.
- Si può sapere ora dove cazzo stai andando? - gridò Sebastian alla sua schiena. Fece un movimento brusco quasi a raggiungere l'altro, e per punizione il pezzo di stoffa che aveva sulla ferita si macchiò ulteriormente. Jim fece finta di non sentirlo - o magari non lo sentì davvero -, sparì oltre il corrimano in un istante. 
- Pezzo di merda, torna qua a sistemare il casino che hai fatto! Ho un buco nel fianco per colpa tua paparino.
Sherlock seguì con attenzione i movimenti di Moriarty attraverso le tavole di legno mezze marce inchiodate all'unica finestra.
- Cosa sta facendo? - John gli si pose al fianco mentre Moran sbuffava sonoramente.
- Chi cazzo se ne frega di cosa sta facendo, sinceramente. Me ne voglio andare e subito, e se per farlo Jim deve essere mangiato dagli zombie allora ben venga. - tirò un calcio alla scatola dei proiettili, adirato. - Ridatemi il mio fucile.
John si affrettò a sfilarlo dalla presa di Sherlock e lanciarlo ai piedi del Colonnello, e sarebbe stato tentato di riprenderselo, non fosse per il soggetto che lo stringeva, appena questi sparò ad un topo che sbucò improvvisamente da un buco nella parete. 
- Cristo Santo, Moran, non sprecare le pallottole! 
Gli occhi di Sebastian dardeggiarono nella sua direzione. - Vuoi essere tu il prossimo, dottore?
John si chiese come facesse ad essere ancora vivo, vista la compagnia di Sherlock, uno psicopatico e un cecchino dal grilletto facile. Sospirò sonoramente, lasciando cadere le spalle.
- Sta tornando. - tempo di finire la frase che Jim Moriarty riapparve sull'ultimo gradino.
- Papà è tornato, bambini, è ora di merenda. - battè le mani due volte e tornò accanto a Sebastian. - Uno per te... - gli consegnò un tozzo di pane che aveva visto tempi migliori. - Uno per te ed uno per te. - fece la stessa cosa con John e Sherlock, lanciando loro due pezzi ugualmente orribili.
- Giusto un piccolo spuntino prima di uscire. E copritevi bene, fuori si è abbassata la temperatura e non vogliamo che vi ammaliate, no? Altrimenti dopo chi darei in pasto ai graziosi esserini là fuori per garantirmi la fuga? - Moriarty sorrise ampiamente dall'alto della sua pazzia.
- Speraci, Jim. Prova solamente a farmi mangiare. Non sarebbe un futuro roseo per te, visto che non riuscirebbero nell'intento ed io sarei parecchio incazzato. - un coltello guizzò improvvisamente contro la sua gola, costringendolo ad alzare ulteriormente il viso. Sherlock si parò istintivamente davanti a John; ricordava Mycroft che lo faceva con lui quando era bambino ed i suoi compagni di scuola lo volevano picchiare perchè era troppo intelligente.
- Attento, Sebastian, io ti ho creato ed io ti distruggo, ricordatelo.
- Cosa hai intenzione di fare? 
Jim spostò l'attenzione su Sherlock, rinfoderando la lama. - Uscire, non è forse ovvio?
- Tu stai scherzando.
- Mai stato così serio, dottore, croce sul cuore. - fece di nuovo quel suo sorrisino da malato di mente e John ebbe un po' più paura. Quell'uomo era seriamente capace di gettarli agli zombie per salvarsi la pelle. Sebastian non aspettava altro, anche se si mise in piedi piuttosto difficoltosamente. Cercò di stringere la ferita il più possibile e ridurre le perdite di sangue al minimo, poi fucile in spalla fece strada a tutti.
- Mi sono rotto le palle, vado avanti io e se qualcuno si azzarda ad avvicinarmisi gli pianto un proiettile nel cervello, che sia vivo o morto. - Jim lo seguì conl'aria di chi si stava recando ad un piacevole picnic di domenica mattina, fischiettò un'opera mentre scendeva le scale.
Sherlock sbuffò un paio di volte, prima di seguire John lungo la stessa strada. Quest'ultimo giurò di averlo sentito mormorare un 'noioso' sottovoce, ma era Sherlock e non c'era meraviglia nel constatare che non era contento senza un omicidio sotto mano ed un colpevole da catturare. In effetti la cosa era così ordinaria che lo fece sorridere mentre usciva nella notte.
Un paio di passi e fu il delirio.

Quando John riaprì gli occhi, l'odore di carne bruciata gli annebbiava il cervello. Moriarty doveva aver trovato un modo per creare esplosivi da ciò che aveva trovato in giro per la casa, e constatando che accanto a lui non c'era nessuno che reclamava il suo cervello per pranzo, John per una volta fu grato di quel talento. Il suo secondo immediato pensiero fu per Sherlock; chissà dove si era andato a cacciare.
Sentiva solo silenzio, l'unica cosa martellante era il mal di testa che gli era scoppiato improvvisamente; tastò il terreno sotto la sua schiena e decise che doveva averci sbattuto piuttosto pesantemente, a giudicare dal dolore che cominciava ad avvertire alla schiena. Sperò che Moriarty avesse trovato la morte per mano della sua bomba improvvisata, e con lui magari anche Moran. Sherlock doveva aver trovato rifugio, si convinse. Lentamente si sollevò a sedere, la schiena che gli mandava scariche di dolore in tutto il corpo ad ogni singolo movimento.
Strizzò gli occhi una volta per scacciare la nebbia che vedeva. Lo fece una seconda volta e quello che vide gli impedì per un momento di respirare. Attorno a lui vi era una distesa di cadaveri bruciati in più punti: a giudicare da una prima occhiata e dai lembi di pelle rimasti, tutti erano già morti prima dell'esplosione. Grazie a Dio. 
Ma i suoi occhi trovarono immediatamente un cappotto che non doveva esserci. Si alzò di scatto, sibilando per il dolore, ma fortunatamente accanto al pezzo di stoffa non vi era nessun cadavere dai capelli scuri. Sospirò ed alzò lo sguardo al cielo quando una goccia gli cadde sul viso. Magnifico, mancava solo la pioggia. 
Trovò la sua pistola a qualche metro di distanza, tra quelli che dedusse fossero i cadaveri di Sally ed Henry. Almeno c'era ancora qualche proiettile rimasto.
Con la coda dell'occhio notò un movimento alla sua destra, e voltandosi capì perchè non aveva trovato un cadavere somigliante a Sherlock.
In effetti Sherlock si stava avvicinando in quel momento, e non era il solo. 
John alzò la pistola, imprecando e pensando che la sua vita fosse finita. Sperò che almeno Sherlock facesse in fretta, in onore dei bei vecchi tempi e di quello che avevano condiviso.
- Ovviamente, sarò rimasto a terra cinque dannatissimi minuti e ti ritrovo così.
Sherlock mosse ancora qualche passo verso di lui. Gli montò una rabbia incredibile nei suoi confronti. Santissimo Dio, era mai possibile avere un cervello come il suo eppure essere così stupidi?
- Mi annoiavo, John.
La pistola sparò e l'unico consulting detective al mondo cadde.

Immagine :D

chissà a chi frega 'sta roba, sherlock/john, sherlock bbc, il mio lj è solo per stronzate, sherlock fest, ma chi ha partorito questo schifo

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