Fandom: Originale
Titolo: There's no way to ring the alarm
Rating: nc-17
Conto Parole: 300 (OO)
Personaggi/Pairing: Master/Lu
Avvertimenti: slash, BDSM
Note: il titolo è preso da un verso di
For Your Entertainment di Adam Lambert (colpa di
kirav199, sappiatelo) e si riferisce al fatto che nel sadomaso c'è sempre un segnale convenuto col quale il sottomesso/a può chiedere al master di fermarsi se ciò che sta facendo è troppo doloroso. La gag ball è
questa cosa qui.
Scritta per il p0rnfest @
fanfic_italia col prompt: Original, M+M, frustino
È la mia prima S&M °-° ed è tutta per te, Kiki <3
Challenge: Special #6
Prompt-regalo ricevuto: 4. Choking on your alibis (the killers)
Il frustino schioccò sulla sua schiena nuda.
-Chi ti ha dato il permesso di toccarti?- ruggì il Master all'uomo inginocchiato sul pavimento.
Questi cercò istintivamente di scusarsi, ma le sue parole furono soffocate dalla gag ball. Un po' di saliva gli andò di traverso, facendolo tossire.
Ricevette un altro colpo di frustino. -Un buono schiavo sa tacere.-
Lu ebbe un brivido al pensiero di quale punizione gli sarebbe stata inflitta per aver deluso di nuovo il Master. Si sentì uno sciocco e chiuse gli occhi. Quel genere di umiliazione gli piaceva, ma non era tipo da roba forte come le iniezioni o i tagli, anche perché aveva una moglie che non doveva assolutamente vedere i segni delle sessioni. In questo il Master era il migliore: sapeva far male senza lasciare tracce.
Quello che a Lu invece non piaceva era abbandonare il proprio “nome di battaglia” e il proprio ruolo di sottomesso, togliere la gag ball per tapparsi la bocca in modo ancor più doloroso a forza di ipocrisie e sentirsi soffocare quando rispondeva alla semplice domanda: -Dove sei stato, caro?-
La vita era maledettamente peggio di una sessione di S&M perché non c'erano allarmi da suonare per farla smettere.
-Verme.- sputò il Master pungolando la sua apertura col frustino. Non lo toccava mai a mani nude, e per questo Lu lo desiderava sempre più follemente; ma il Master si lasciava toccare solo dalle donne. Lu ripensò alle mille volte in cui l'aveva visto farselo succhiare dalla sottomessa di turno, gli occhi bendati e il seno prorompente stretto in un corpino di pelle, mentre lui doveva restare inginocchiato e imbavagliato senza neppure poter gemere.
Fu riportato al presente da qualcosa -probabilmente il frustino- che lo penetrava rudemente, mandandogli in fiamme i nervi in quel modo così doloroso da risultare piacevole.
Fandom: BLEACH
Titolo: You're the moonlight in this town
Rating: G
Conto Parole: 100 (OO)
Personaggi/Pairing: Renji/Byakuya
Avvertimenti: shonen-ai
Challenge: Special #6
Prompt-regalo ricevuto: 8. There's beauty in the lonely (Editors)
Era iniziato tutto per Rukia, ma era finito molto oltre.
Diventare forte abbastanza da battere Byakuya era diventata un'ossessione per Renji, che vedeva nella forza non solo un mezzo, ma anche un obbiettivo. Ma poi non era stata più neppure la forza -non solo, almeno- a spingerlo. Voleva solo superare Kuchiki? O forse anche raggiungerlo?
Byakuya, apparentemente freddo e lontano come la luna, a Renji pareva anche altrettanto luminoso. I rari sguardi scambiati avevano iniziato a diventare preziosi. Stupidamente preziosi, si diceva Renji; eppure continuava a restare incantato dalla quieta maestà di quell'uomo, quell'astro lontano e vicino al tempo stesso.
Fandom: Xena
Titolo: L'occhio del ciclone
Rating: G
Conto Parole: 100 + 100 (OO)
Personaggi/Pairing: Xena/Olimpia
Avvertimenti: femmeslash accennato
Challenge: Special #6
Prompt-regalo ricevuto: 5. The eye of the storm (The Killers), 9. Apply some pressure (Maxïmo Park)
Stare con Xena era come trovarsi nell'occhio del ciclone: sempre in mezzo agli avvenimenti -o, per meglio dire, ai guai- poteva sembrare pericoloso. Ma stare con Xena significava anche essere sotto la sua protezione: nell'occhio del ciclone non soffia un alito di vento. Con lei Olimpia era al sicuro, per quanto fosse la sicurezza precaria di un acrobata sul filo. Ma la giovane aveva imparato presto come camminare su quel filo senza cadere, appoggiandosi a Xena o contanto sulle proprie forze.
Rischiare, aveva rischiato, e parecchio, ma alla fine si era sempre salvata. Non come le persone comuni, le vittime.
-Qui, vedi?- domandò Xena portandosi al collo le mani di Olimpia. I suoi occhi azzurri erano fissi in quelli della compagna. Erano cose importanti quelle che le stava insegnando, era il suo sapere accumulato in anni di lotte quello che le stava trasmettendo. Un giorno, immaginava, Olimpia sarebbe diventata persino più forte di lei. Ma mai, mai avrebbe ripetuto i suoi stessi errori, mai avrebbe commesso atti tanto malvagi come quelli che tormentavano la memoria di Xena come fantasmi della coscienza.
-Qui.- ripeté, spingendo le dita della giovane contro la propria gola -Puoi interrompere il flusso di ossigeno al cervello.-