Titolo: Sexy game
Fandom: RPF - Arashi
Personaggi:Sho Sakurai/Aiba Masaki
Rating: NC-17
Genere: pwp
Warning: slash
Note: ç__ç sono arrabbiatissima perché avevo scritto questa storia per la challenge di carnevale ma la sorte (e la connessione) avversa mi ha impedito di postare prima dello scadere del tempo. Però, visto che l’avevo scritta, mi scocciava cestinarla e la inserisco comunque, dando però i dovuti crediti all’iniziativa di
kinkmemeita e a
simph8 che ha proposto il prompt a cui la storia si ispira, ovvero: “Sei sicuro di quello che stai facendo?” “Certamente. Al limite rimani legato a letto fino a che qualcuno non viene a salvarti.”
Conteggio parole: 1229 (
fiumidiparole wordcounter)
Sho non comprendeva bene come tutto quello fosse accaduto, ricordava che Aiba era passato a casa sua giusto per un saluto e che lui l’aveva invitato a restare a cena perché era da tanto che non passavano del tempo insieme.
Poi, erano finiti ad amoreggiare sul divano, ma come fossero passati dal divano al letto, e lui ora fosse completamente nudo sul materasso con un Aiba altrettanto svestito che gli assicurava i polsi alla testiera con le sue cravatte era davvero un mistero.
“Masaki…” lo chiamò. “Sei sicuro di quello che stai facendo?” domandò incerto, mentre lo vedeva completare soddisfatto un fiocco e spostarsi per sedersi cavalcioni su di lui.
Percepì l’erezione del compagno contro la pelle e quell’immagine contrastava enormemente con l’espressione angelica e il tono di voce con cui gli assicurò: “Certamente. Al limite rimani legato a letto fino a che qualcuno non viene a salvarti.”
“Cosa?” gridò spaventato il più grande, muovendo le braccia per liberarsi, ma inutilmente.
Aiba, ridendo, si chinò su di lui, scivolando sul suo corpo, gli posò una mano al centro del petto, prima di iniziare a muoverla in una distratta carezza.
“Va tutto bene, Sho-chan, non ti preoccupare, stavo scherzando” lo rassicurò, ma l’altro lo guardò dubbioso.
Masaki continuò a sorridergli, chinandosi sul suo viso, baciandogli le labbra, discendendo sul collo e il torace, depositando una scia di baci, prima di lasciar scorrere la lingua, inumidendogli la pelle. Si soffermò a giocare distrattamente con i capezzoli, sentendoli indurirsi tra le labbra, iniziando a succhiare piano, spostandosi a costellare di piccoli segni rossi il petto, lasciando il proprio marchio. Sho sospirava, il respiro sempre più pesante a mano a mano che l’altro ridiscendeva su di lui, avvicinandosi sempre di più al suo inguine. Quando Masaki si ritrovò davanti all’erezione dell’amante, guardò lascivo Sakurai, ghignando maliziosamente e quello sguardo non prometteva nulla di buono. Sho ingoiò a vuoto, la bocca incredibilmente asciutta, osservandolo pieno di aspettativa. Aiba lo prese con entrambe le mani alla base, iniziando a massaggiarlo e succhiando avido il suo sesso: partendo dalla punta, leccò in cima, ridiscendendo verso il basso, incontrando le proprie dita, muovendole insieme per tutta la lunghezza, grattando appena con le unghie, facendolo tendere e sospirare.
Sakurai muoveva il bacino a scatti, cercando di andare incontro a quella bocca calda, volendo che lo prendesse ancora più a fondo, ma Masaki lo tenne fermo con una mano sul fianco. Continuava a succhiare e leccare sempre con maggiore irruenza, allontanandosi prima di farlo venire; si scostò completamente e gli si mise cavalcioni, reggendosi sulle ginocchia, lasciò scivolare una mano tra le proprie gambe, iniziando ad accarezzarsi, usando le dita per prepararsi e lasciandosi osservare dal compagno. Sho si mordeva le labbra, sentiva il sangue scorrere veloce, annebbiandogli il cervello, gli sarebbe bastato poco per farlo suo, se solo Aiba si fosse abbassato leggermente. Il più piccolo dovette leggergli nella mente, perché si chinò subito su di lui e mormorò con voce suadente a un soffio dalle sue labbra: “Mi vuoi, Sho-chan?”
Sakurai si tese, desideroso di mettere a tacere quella bocca impertinente, ma l’altro fu lesto a scostarsi, continuando a sorridere.
Aiba fece scendere la mano nuovamente verso il basso, muovendola sul sesso del compagno e, posizionandosi su di lui, si abbassò con il bacino sul suo sesso, lentamente, cercando di rilassarsi per evitare di provare ancora più dolore.
In quel momento, quella sua perversa idea di avere il completo controllo sul corpo dell’altro non gli sembrava poi così interessante come gli era parsa all’inizio, sentiva la mancanza delle mani di Sho su di sé che lo accarezzavano e lo aiutavano a far scemare il dolore.
“Sho-chan…” lo chiamò con voce ansimante, quando ridiscese completamente su di lui.
Rimase fermo in quella posizione, cercando di abituarsi all’intrusione e reclinò il capo.
“Masaki” Sho lo chiamò, spostando le gambe, sollevando le ginocchia. Aiba fece una piccola smorfia, cercando però di sorridere all’altro; gli circondò una gamba con il braccio, baciandogli il ginocchio, come se fosse lui a doverlo rassicurare e non il contrario, prima di iniziare a muoversi su di lui, sfilandosi di pochi centimetri, sedendosi di nuovo, aspettando che il fastidio si trasformasse in piacere.
Sho lo osservava e si sentiva frustrato, quella forzata immobilità lo stava facendo uscire fuori di sé, sentiva il proprio sesso intrappolato nel calore di Masaki e dovette usare un certo autocontrollo per impedirsi di muovere il bacino; vedeva come l’altro stesse cercando si abituarsi a lui e voleva fare qualcosa per aiutarlo.
Sollevò il capo, afferrando con i denti uno dei lembi della cravatta, tirandolo e, fortunatamente, riuscì a scioglierlo. Non si curò di liberarsi completamente, sollevò le spalle quel tanto che la posizione gli concedeva di fare e allungò il braccio verso la vita del compagno, massaggiandogli la schiena, scendendo sul sedere.
Quando Masaki sentì quella mano su di sé, spalancò gli occhi per guardarlo. Poi lo prese per un polso e lo guidò verso la propria erezione, chiedendogli di toccarlo. Sho non si lasciò pregare, iniziando a masturbarlo, mentre Aiba di nuovo si sollevava sulle ginocchia e ridiscendeva, muovendosi più fluidamente su di lui, sentendo un remoto piacere partire dal basso ventre e scaldargli tutto il corpo.
Senza più controllo, aggrappandosi alle gambe del compagno, Masaki si muoveva senza sosta su di lui, impalandosi a un ritmo sempre maggiore, chinandosi e inarcando la schiena per sentirlo sempre più a fondo dentro di sé; quel movimento, unito alla stretta forte che sentiva sul suo sesso lo costrinsero a venire, sporcando il petto del compagno. Quando se ne accorse, ancora con il fiato corto, Masaki guardò Sho con espressione colpevole, ma l’altro non vi badò. Gli portò una mano sul fianco pregandolo di continuare: “Non fermarti, Masaki!” gli chiese in un ansimo.
Il più piccolo obbedì, si chinò in avanti, poggiando le mani sul materasso e rubando all’altro un bacio passionale, mentre si muoveva ancora si su di lui, e dopo pochi istanti, anche Sho venne con un gemito più forte, graffiandogli la schiena.
Aiba si lasciò andare esausto sul corpo del compagno, scivolando al suo fianco, i loro cuori battevano veloci, i respiri pesanti.
Masaki sentì la mano di Sho passare dalla sua schiena ai capelli, iniziando ad accarezzarlo piano, sollevò appena la testa, vedendolo che, ancora a occhi socchiusi, cercava di riprendere fiato e si allungò su di lui, sciogliendo anche l’altro nodo.
Sho sentì il braccio crollare inerme sul cuscino e quando smise di formicolare, lo spostò a stringere il corpo caldo di Masaki contro il suo.
“È stato interessante, vero?” domandò Aiba, con la voce ancora arrochita dal piacere.
Sho lo guardò curioso e sorrise, gli sollevò il mento con due dita, baciandolo teneramente.
“Sì, ma non voglio farlo più, non mi piace non poterti toccare mentre facciamo l’amore” sussurrò.
“Neanche a me… mi sono mancate le tue mani” disse, prendendogliene una e baciandone le nocche.
Sho lo strinse a sé, voltandosi sul fianco, avvolgendolo anche con le gambe, in un abbraccio completo, accarezzandolo ovunque, come per recuperare i passati momenti in cui non aveva potuto farlo.
E Aiba non si lamentò di quelle coccole, Sho restava sempre un po’ distante, ma doveva ammettere che in momenti come quello era felice di averlo al proprio fianco, perché anche se non glielo diceva spesso, poteva sentire tutto l’amore che Sho provava per lui e con questa rinnovata certezza, poté finalmente addormentarsi.