[Ariyama] Speed up our love, free your mind

Jun 08, 2014 17:10

Titolo: Speed up our love, free your mind [Run - EXO-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating/Genere: PG/ romantico, fluff
Warning: slash
Wordcount 2.579 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la diecielode per la tabella Snack salati con il prompt ‘Popcorn’, per la contestmania per la tabella 10 Date con il prompt ‘Appuntamento davanti al televisore’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘Disilluso.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: Snack salati
Tabella: 500themes_ita
Tabella: 10 Date

Yamada si affacciò alla finestra, scostando la tenda con attenzione, sperando con tutto se stesso che il tempo fuori fosse migliorato rispetto all’ultima volta che aveva guardato al di là del vetro, venendo però disilluso ancora una volta: fuori continuava incessantemente a piovere e non pareva avere intenzione di smettere e lui si era stufato. Era stufo di starsene rinchiuso in casa senza poter uscire o farlo solo per andare a lavoro, dove comunque non è che riuscisse a svagarsi poi più di tanto. Odiava quando gli elementi si mettevano contro di lui, non poter essere libero di fare quello che più gli piaceva e, nello specifico, l’unica cosa che avrebbe voluto davvero tanto fare era passare un pomeriggio fuori, all’aperto, a godere del sole e del bel tempo con Daiki.
Invece, qualcuno doveva volergli proprio molto molto male se, da quando aveva programmato un’uscita con il compagno di gruppo, ogni volta era successo qualcosa per cui avevano dovuto rimandare e rimandare ancora.
Sbuffò, lanciando un ultimo sguardo bieco al cielo scuro: in casa inoltre doveva stare con le luci accese anche di giorno e la cosa non gli piaceva per niente, faceva freddo ed era convinto che se fosse andato a vivere nelle profondità degli abissi, sicuramente non avrebbe sentito tutta quella umidità invadergli le ossa.
“Ma cosa vi ho fatto di male, si può sapere?” parlò, rivolgendosi alle nuvole e dandosi poi dello stupido, ci mancava solo che impazzisse per un po’ d’acqua.
Si sedette sul divano, raggomitolandosi nel plaid, coprendosi anche la testa, sbuffando ancora.
“Uffa!” disse, prendendo poi il cellulare per telefonare a Daiki e sentirsi meno solo e irritato.
Quando premette il tasto di chiamata e si portò il cellulare all’orecchio si stupì di sentire dall’altra parte la voce del compagno così presto.
“Yamada!”
“Daiki!”
“Eri con il telefono in mano?”chiese divertito il più grande.
“Potrei farti la stessa domanda!”
“Perché?”
“Beh, ti ho chiamato e tu hai risposto subito!”
“Ma veramente io ho chiamato te!” rise Arioka, capendo la situazione. “Forse l’abbiamo fatto insieme!” spiegò.
“Questa è telepatia allora!” sorrise Ryosuke, abbracciandosi le ginocchia. “Perché mi chiamavi? Cosa stai facendo?” domandò.
“Volevo sapere che combinavi, visto il tempo ho pensato che fossi infastidito!”
“Sì, lo sono moltissimo, Dai-chan! Volevo vederti, volevo uscire e invece sono bloccato qui. Odio non potermi muovermi liberamente come pare a me!”
Daiki ascoltò quel suo sfogo e sorrise: “Meno male che io ho la macchina allora!” affermò.
“Eh?”
Yamada udì in sottofondo un insistente rumore di traffico e poi il suono come di un allarme che veniva inserito.
“Daiki, dove sei?” domandò fin troppo speranzoso.
Daiki rise appena e rispose: “Quasi davanti alla tua porta, mi apri?” gli disse e Yamada si ritrovò a sorridere.
“Davvero? Non scherzi?” chiese, alzandosi in piedi.
“Vieni a vedere tu stesso” lo spronò il più grande e Yamada corse all’ingresso, ancora avvolto nella coperta, aprendo la porta, in tempo per vedere Daiki salire gli ultimi scalini.
“Dai-chan!”
“Sorpresa!” gli disse l’altro, riponendo in tasca il telefono e raggiungendolo, tendendogli una busta. “Mi aiuti?” chiese e Ryosuke ne prese una, facendo accomodare l’altro in casa.
“Ma sei tutto bagnato, cosa è successo?”
“Non ho trovato parcheggio vicino e non avevo più mani libere per prendere l’ombrello, ho fatto una piccola corsa!” spiegò Arioka, poggiando il sacchetto che aveva portato con sé e togliendosi le scarpe. “Non vorrei sgocciolarti per casa” spiegò, guardandolo e Yamada scosse la testa.
“Non ti preoccupare, anzi mi dispiace per questo” si scusò.
“E di cosa? Non puoi controllare la pioggia e poi ho deciso io di venirti a trovare. Spontaneamente” gli ricordò.
“Vado a prenderti un asciugamano, aspetta” disse il padrone di casa, allontanandosi e poi tornando da lui con un telo, che Daiki usò per tamponarsi i capelli, e una felpa. “Metti anche questa!” consigliò Yamada.
“Oh, thank you!” lo ringraziò Daiki, levandosi la sua bagnata e indossando quella del più piccolo.
“C’è il tuo profumo” commentò, prendendo il colletto della felpa e inspirando l’odore rimasto sulla stoffa, facendo arrossire Yamada.
“Daiki!” lo riprese Ryosuke, prendendo il sacchetto che l’altro aveva lasciato ai propri piedi e precedendolo in cucina.
“Cosa hai portato?” chiese, curiosando dentro le buste, mentre Daiki lo aiutava a svuotarle.
“Un po’ di cose. Ho pensato che dal momento che il nostro appuntamento fuori era saltato e la mia intenzione era portarti al cinema, beh, potevamo comunque farlo noi in casa!” spiegò, mostrandogli dei DVD che aveva noleggiato prima di passare da lui e l’occorrente per preparare da sé la merenda.
“È mais!” si stupì Yamada nel vedere la confezione con i chicchi.
“Esatto e non hai idea di quello che ho dovuto fare per procurarmeli!” gli disse Arioka ridendo. “Mi sono sempre detto che avrei voluto provare a farli in casa!”
“Hai avuto una bella idea!” si unì a lui entusiasta Yamada. “Cosa ci serve?” chiese.
“Una pentola grande abbastanza e del burro!”
“E basta?” Yamada lo guardò curioso.
Daiki annuì, sorridendo: “Semplicissimo!”
Yamada consegnò all’altro la pentola, lasciando che la imburrasse e poi lo vide metterla sul fuoco.
“Versa in una ciotola i chicchi!” lo istruì il più grande e Yamada obbedì.
“Così?” chiese conferma.
“Anche di più se vuoi, la serata è lunga e di quelli uno tira l’altro!”
“Oh, allora!” Yamada si sentì incoraggiato a esagerare con le dosi e divise le porzioni in più ciotole.
Daiki lo osservò e quando lo vide avvicinarsi alla cucina con il piatto, gli indicò la pentola lasciando a lui l’onore.
“Versali!” confermò e Yamada obbedì. “Adesso dobbiamo chiudere e accendere il gas” parlò tra sé, mostrando all’altro i passaggi, restando in attesa di sentire i primi schiocchi.
Yamada si voltò verso di lui guardandolo curioso e con occhi divertiti, nei quali Daiki leggeva la trepidazione e la curiosità di quelli di un bambino.
“Non li avevi mai fatti?” domandò al più piccolo il quale scosse il capo.
“No, per quello sono curioso!” ammise. “E cosa succede se adesso tolgo il coperchio?” chiese, allungando una mano.
Daiki non riuscì a fermarlo in tempo prima che compisse l’azione che tanti piccoli popcorn iniziarono a saltare via come coriandoli impazziti.
“Ryo!” lo ammonì, inchinandosi e cercando di proteggersi da quella raffica di mais, spegnendo il fuoco e sentendo Yamada ridere divertito.
“Sei impazzito!” lo riprese Arioka, avvicinandosi a lui, sedendosi al suo fianco sul pavimento.
“Scusa” disse l’altro, sempre ridendo. “Non ci ho pensato!” gli disse, facendo una smorfia con la lingua e Daiki gli pizzicò una guancia con le dita.
“Sei un disastro!” lo rimproverò, sorridendogli però per dimostrargli che non fosse arrabbiato con lui.
“Guarda qua!” disse poi alzandosi e tirando su anche il compagno. “Adesso qui ci penso io, tu vai a preparare la sala!” lo istruì, cacciandolo dalla propria cucina, sentendo ancora Yamada ridere.
Arioka scosse la testa, controllando la situazione ai fornelli e procedendo con la preparazione di altri popcorn, stavolta senza ulteriori incidenti di sorta.
“Hai finito?” quando Yamada fece di nuovo capolino in cucina, Daiki stava versando i loro stuzzichini in una grande ciotola.
“Sì, puoi preparare da bere. Ho preso anche i bicchieri grandi!” disse, indicandogli la busta.
“Hai pensato proprio a tutto, sarà proprio come al cinema, anche se il nostro schermo è solo il mio televisore” ridacchiò.
“A me piace anche così, in fondo non mi importava granché il posto, volevo solo stare con te” ammise e Yamada sorrise, distraendosi e versando appena un po’ di bibita sul tavolo.
“Ops” mormorò, ripulendosi una goccia dalle dita con le labbra e Daiki lo guardo da sotto in su, divertito della sua reazione.
“Che film hai scelto?” chiese, mentre portava la ciotola in salotto, osservando come Yamada avesse disposto tutto per bene di modo da stare in completa comodità.
“Ah sorpresa!” gli disse l’altro, nascondendo la custodia del DVD quando Daiki tentò di sbirciare.
“Sediamoci!” lo invitò Yamada, prendendo a sua volta posto sul divano, tirando su le gambe e coprendosi con il plaid. “Ho acceso il riscaldamento, così stando fermi non ci verrà freddo!” gli disse e Arioka annuì, prendendo comunque una coperta, posandosela sulle gambe.
“Li metto in mezzo a noi” disse, indicando i popcorn e Yamada fece partire il disco, osservando la reazione di Daiki quando al posto di uno dei film a sua scelta, si rese conto che l’altro aveva messo il DVD di un concerto.
“E questo?” gli chiese il più grande.
“Ho pensato che se avessi messo un film, non avremo potuto chiacchierare, invece così possiamo fare entrambe le cose, perché non va seguito in silenzio!” spiegò.
“Oh!” Daiki annuì. “Bella pensata!” si complimentò.
“Grazie, lo so!” fece il modesto Yamada e rise quando Daiki prese un popcorn, tirandoglielo per dispetto.
“Mancato!”
“Vediamo se ce la fai, apri la bocca!” chiese Daiki, prendendo un altro fiocco salato e preparandosi a lanciarglielo. “Sei pronto?” chiese e Yamada annuì, muovendo la testa di lato per riuscire a mangiare il salatino quando l’altro prese la mira.
“Oh, Daiki!”
“Cosa? Tu non l’hai preso!”
“Non sai fare centro!” lo prese in giro Ryosuke e Daiki ci volle riprovare, ma fallendo ancora.
Yamada rise, recuperando il popcorn caduto sulla coperta e mangiandolo. “Visto?”
“Ah sì, vediamo se sei più bravo tu!” lo provocò Arioka e Yamada si preparò, attento a mirare bene alla bocca di Daiki e ci sarebbe anche riuscito se solo l’altro non avesse chiuso le labbra, impedendo al popcorn di entrare.
“Hai imbrogliato!”
“No, non è vero!”
“Sì che lo è! Lo dovevi mangiare, Dai-chan, non è giusto!”
“Ci vuole coordinazione e noi non ce l’abbiamo!” decretò Arioka, stringendosi nelle spalle.
“Sì che ce l’abbiamo, sei tu che sei dispettoso!” decise Yamada, sedendosi composto, coprendosi bene con la coperta fino alle spalle, fingendosi offeso.
Daiki rise e si avvicinò a lui, prendendo tra le proprie gambe incrociate la ciotola e allungando all’altro una manciata di popcorn.
“Riproviamo!” propose.
“No, ora non mi va” fece il sostenuto Ryosuke, ma vedendo che Daiki insisteva, cedette. “E va bene, spostai però” gli chiese, per mettere più distanza tra loro, ma il più grande scosse la testa.
“Proviamo così” decise, restando al suo fianco, aprendo appena le labbra.
Yamada restò un attimo perplesso per quell’improvvisa mossa del compagno e prese un popcorn tirandolo appena, facendo centro.
“Bravissimo, vedi?” sorrise Arioka, masticando, prendendone altri da sé.
“Ma così abbiamo barato” sottolineò Yamada, sorridendo.
“Tanto lo sappiamo solo tu e io” specificò Daiki, prendendo un popcorn e porgendolo al più piccolo, imboccandolo.
“Ci sono venuti proprio buoni, vero?” domandò Daiki e Yamada annuì, sporgendosi poi e prendendo da bere.
“Sai, Daiki?” esordì Yamada dopo un po’ che stavano in silenzio e guardavano il concerto in riproduzione.
“Cosa?” chiese l’altro, allungando un braccio e circondando il petto di Yamada, il quale si era accomodato contro di lui, distendendo le gambe sul divano, poggiando la testa sulla sua spalla. “Sono contento che mi abbia fatto questa sorpresa e abbia deciso di venire da me nonostante il tempo faccia schifo. Sto bene” confessò, guardandolo da sotto in su e Daiki gli sorrise, facendo poi in modo che si risollevasse, per riuscire a guardarlo. Allargò le gambe, tirando in avanti quelle di Yamada, avvicinandolo a sé, abbracciandolo poi in vita. Si sporse in avanti con il busto, tendendosi verso il suo viso, sorridendogli.
“Cosa intendi fare, adesso, Yama-chan?” gli chiese Daiki, divertito.
“In che senso?” domandò l’altro, spaesato per quel quesito e l’improvvisa vicinanza tra loro.
“Riguardo noi due” parlò piano Daiki.
“Noi… noi due?” Ryosuke iniziava a non capire più niente. O meglio, le cose le capiva, sapeva che Daiki gli piaceva e sapeva di piacere al più grande, ma fino a quel momento non vi era mai stato nulla di detto e definito tra loro. I sentimenti che provavano l’uno per l’altro erano chiari come il sole, ma Daiki aveva ragione, non potevano continuare a girarsi attorno a far finta di stare insieme, uscire come fossero qualcosa di più di due semplici amici, ma tacere anche tra loro la realtà delle cose.
Sorrise appena, imbarazzato per la situazione e Daiki gli parlò di nuovo: “Ci stai pensando troppo, se ci pensi tanto non ce la farai mai!” lo prese in giro Arioka.
“Ehi, aspetta, perché devo essere io?” chiese Yamada, guardandolo.
“Perché io ho fatto tutto questo. Ho organizzato questo pomeriggio e ho reso più volte evidenti le mie intenzioni e tu ti sei limitato ad arrossire, non ne hai colta neanche una!” lo prese in giro.
“Cosa? Ma se io…” provò e l’altro assunse un’espressione di attesa, ascoltandolo come si fa con qualcuno che, si sa, cerca di arrampicarsi sugli specchi. “Oh, Daiki, smettila, mi prendi in giro!”
Arioka rise: “Ma non lo faccio! Sto solo aspettando e ti giuro che sto sforzandomi molto per aspettare che tu ti decida a farlo. Non farlo fare a me!”
“Ma fare che cosa? Cosa devo fare?” rise Ryosuke, il quale iniziava a sentirsi particolarmente nervoso e confuso.
“Tu proprio vuoi che lo faccia io?” lo provocò Daiki. “Davvero noi siamo così” disse, indicando entrambi e la situazione. “E non c’è niente che voglia fare… con me…” specificò, volendo che ci arrivasse da solo, divertito del suo stato confusionale.
Yamada lo guardò e sospirò, sollevando le braccia e posandogli le mani sulle guance, accarezzandogli gli zigomi con i pollici, tergiversando nel vedere Daiki tendersi inconsciamente verso di lui.
“Oh, ho capito!” esclamò facendo il finto tonto, solo per tenere ancora un po’ Daiki sulle spine.
“Ryosuke” lo chiamò l’altro con fare quasi esasperato e il più piccolo rise, posandogli una mano sugli occhi.
“Chiudili” suggerì, avvicinandosi a lui e sfiorandogli le labbra con le sue, allontanandosi quando Daiki cercò di baciarlo.
“Mmhng” mugolò di disappunto Arioka, spostandogli da sé la mano, guardandolo. “Yamada!” lo rimproverò.
“Prima devo chiederti una cosa” temporeggiò ancora il più piccolo.
“Cosa?” si arrese Daiki, attirandolo ancora contro di sé, abbracciandolo, nel caso avesse intenzione di scappargli.
“Vuoi diventare il mio fidanzato?” gli domandò, divertito e Daiki alzò gli occhi al cielo.
“Se ti rispondo di sì poi posso baciarti?” chiese Arioka, stando al gioco.
“Pensi che al primo appuntamento sia consono? E poi, insomma, non so se questo possa dirsi un vero appuntamento, non siamo usciti e…” continuò a parlare e Daiki, esasperato, lo fece tacere, posando le labbra sulle sue, riscuotendo il suo bacio.
Quando si separarono Yamada ridacchiò, guardandolo da sotto in su, tirando indietro le labbra con fare imbarazzato.
“Alla fine ho dovuto farlo io, sei pestifero!” lo rimproverò Arioka.
“Sì, beh, ma che c’entra io stavo per farlo, sei tu che avresti dovuto rispondermi e fare le cose per bene!” appuntò. “Sei stato frettoloso!”
“Ho aspettato anche troppo i tuoi tempi a dire il vero e, a ogni modo, la mia risposta sai benissimo quale sarebbe stata” gli disse Daiki.
“Mh, ma non lo so, in effetti non è sei stato chiarissimo con me, non mi hai detto niente, non so cosa senti per me” terminò in un mormorio.
Daiki sorrise divertito e lo strinse, portandolo su di sé, tra le proprie gambe.
“Quindi vuoi fare proprio le cose per bene, eh?” lo mise alla prova, baciandogli il collo, facendo tendere Yamada per il solletico.
“Sì, sarebbe carino se me lo dicessi…”
“Dirti che cosa?”
“Oh, Daiki!”
Il più grande rise e lo strinse forte, sussurrando poi al suo orecchio: “Mi piaci Ryosuke e mi sono innamorato di te. Vuoi diventare il mio fidanzato?” domandò a sua volta, usando le stesse parole di Ryosuke e questi sorrise, circondandogli il collo con le braccia, chinandosi su di lui.
“Sì, lo voglio” gli rispose il più piccolo con fare solenne, baciandolo finalmente lui per primo.

genere: oneshot, hey! say! jump: yamada ryosuke, genere: romantico, fanfiction: hey! say! jump, pairing: ariyama, tabella: 10 date, tabella: snack salati, genere: fluff, hey! say! jump: arioka daiki, tabella: 500themes, rpf, comm: contestmania, warning: slash

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