Titolo: Scriverò su uno spicchio di luna [Spicchio di luna - Studio Tre-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Yaotome Hikaru, Inoo Kei
Pairing: Hikanoo
Rating/Genere: PG/ AU, fantasy, romantico, fluff
Warning: slash
Wordcount 9.543
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la
diecielode per la tabella 12 Storie - Natura con il prompt ‘Luna’ e per la
500themes_ita con il prompt ‘Lungo il fiume silenzioso’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
500themes_itaTabella:
Natura “E questa dove l’hai trovata?”
Ryosuke, ancora con il naso per aria che scrutava la facciata di quella che sarebbe stata da quel momento in poi la loro casa, rivolse a Yuri quella domanda sorpresa.
“Perché? Non ti piace?” saltò su l’altro, punto sul vivo.
“No, no, al contrario, sono sorpreso che tu abbia trovato in così poco tempo una casa del genere. È molto bella ed è una fortuna che fosse proprio sfitta. È compresa pure di tutti i confort!” appuntò, osservando dall’ingresso come fosse in perfetto ordine e completamente arredata.
“Tu non ti preoccupare di questi dettagli, in fondo, non hai mosso un dito per questa causa, o mi sbaglio?”
“Guarda che non ti stavo criticando, io…”
“Ehi, ehi, voi due, calmi!” intervenne Daiki a fare da paciere.
“Ma Dai-chan, ha iniziato lui, io mi stavo solo complimentando, Chii-chan fraintende sempre ogni cosa!” spiegò il suo punto di vista il più piccolo, guadagnandosi una pacca sulla spalla da parte di Daiki.
“Chii-chan, cerca di…” tentò di parlare Daiki, ma l’altro lo interruppe.
“E certo, non avevo il minimo dubbio che avresti preso le sue parti!” appuntò il ragazzo più piccolo, liquidando entrambi con una mano, cambiando discorso. “Dov’è Kei?”
Gli altri due si guardarono, stringendosi nelle spalle e Yuri sbuffò: collaborazione zero, aveva capito, tanto valeva facesse da sé.
“Kei?” lo chiamò, salendo al piano superiore dove si trovavano le camere da letto e bussò appena contro una porta socchiusa, trovando l’amico affacciato alla finestra che osservava fuori il cielo notturno, lo sguardo puntato verso l’alto che contemplava la luna.
“Tutto bene?” gli chiese, mentre avanzava nella stanza e sentiva altri passi dietro di sé.
“Chii-chan, sì, tutto bene, scusatemi, mi sono un po’ isolato” sorrise appena, guardando ognuno dei suoi amici. “È strano vedervi sotto questa forma…” disse, riflettendo sull’aspetto che ognuno dei tre aveva preso, assumendo fattezze di giovani ragazzi adolescenti. “Quanti anni avete?” domandò. “Sedici? Diciassette?” tentò, vedendo tutti e tre annuire. “Io sono il più grande” gli spiegò Daiki.
Kei fece cenno di aver compreso e restò in silenzio, allora Ryosuke gli si avvicinò, sedendosi sul letto accanto a lui.
“Ti stai pentendo?” gli chiese.
Yuri prese una sedia, sistemandosi vicino a loro e Daiki si inginocchiò sul pavimento, vicino alle gambe di Ryosuke, tutti in attesa di una risposta da parte del loro amico.
Vedendo i loro volti così scuri e preoccupati, il Principe si sforzò di rassicurarli.
“No, no, non sono pentito. Sono felice di essere qui e ancora di più perché ho voi con me, ma mi domando se sia stato giusto il modo” ammise, cedendo alle proprie insicurezze rispetto alla baldanza che aveva avuto poche ore prima quando aveva preso la decisione di partire insieme a loro.
“Hai lasciato un biglietto a tuo padre spiegandogli i motivi, sono certo che capirà. Lui si fida di te!” gli ricordò Yuri.
“Lo so, lo so, temo solo per il consiglio, non vorrei averlo messo in difficoltà con loro” ci pensò.
“Non possono trovarci se è questo che temi, abbiamo innalzato una barriera sulla casa e se non useremo i nostri poteri non potranno rintracciarci. Nessuno di noi commetterà alcun passo falso” assicurò Ryosuke e Kei gli sorrise.
“Mi fido di voi, piccolini!” disse, ridendo poi, guardandoli. “Beh, ora non siete poi così piccoli!” ridacchiò e vedendo il suo sorriso, l’atmosfera iniziò a essere un poco più rilassata.
Ryosuke si inginocchiò sul letto, sporgendosi per abbracciare Kei, accostando il volto alla sua testa, inspirando a fondo.
“Ryo!” lo riprese Daiki, alzandosi e sedendosi sul letto, cercando di staccarlo dal loro principe.
“Cosa?” Ryosuke lo guardò interrogativo e Yuri scosse la testa.
“Non puoi fare certe cose adesso con l’aspetto che hai!” lo riprese, alzandosi dalla sedia, spostandolo.
Yuri li ascoltò ancora battibeccare, avvicinandosi alla finestra, osservando la strada e il vicinato, attratto irrimediabilmente da una piccola luce che proveniva dalla finestra di fronte alla loro.
“Hai visto che bella anche da quaggiù?” disse Kei, avvicinandosi, affacciandosi a sua volta, poggiando i gomiti al davanzale.
“Eh?” Yuri lo guardò sorpreso.
Kei rise: “Chii-chan, la luna! A cosa pensavi che mi stessi riferendo?” domandò, indicando verso l’alto e il più piccolo annuì.
“Vero che è sospetto?” intervenne Ryosuke, avvicinandosi a loro.
“Adesso che me lo fai notare, Ryo-chan” gli diede credito Daiki. “Lo è sul serio. Prima con questa strana idea di venire sulla Terra, poi lui che trova questa casa, adesso fa il misterioso… ci nasconde sicuramente qualcosa” lo presero in giro.
Yuri spalancò gli occhi, guardando tutti con espressione confusa, sollevando le mani davanti a sé per negare, salvato però dal proprio imbarazzo dallo stomaco di Ryosuke che prese a protestare rumorosamente.
“Ho fame” mormorò l’interessato, portandosi una mano alla pancia.
“Qui vicino ci dovrebbe essere uno di quei negozietti aperti a tutte le ore, potremo scendere per fare provviste!” propose Yuri e ancora una volta tutti lo guardarono sorpresi.
“Sentite, vi volete fidare o no? Non sono uno sprovveduto e ho pensato a diverse cose, se poi volete fare a modo vostro prego, ma tu per primo moriresti di fame!” affermò, indicando Ryosuke, il quale scosse il capo con veemenza.
“No, no, no, scusa,Yuri, non dubiterò più né chiederò nulla, ora però, ti prego, andiamo a comprare qualcosa da mangiare!” lo supplicò, prendendolo per mano.
Daiki sbuffò appena, uscendo per primo dalla stanza, borbottando qualcosa circa il fatto che li avrebbe preceduti e Kei rise.
“Eh? Dove è andato Dai-chan?” chiese Ryosuke, guadandosi attorno e lasciando immediatamente andare Yuri, correndo alla ricerca del migliore amico.
Il più piccolo, rimasto solo con Kei, guardò il Principe il quale si strinse nelle spalle e rise: “Converrà andiamo anche noi o chissà Ryo-chan cosa potrebbe combinare!”
“Io ve l’avevo detto!” la voce di Yuri, mentre percorrevano la strada di ritorno, seguendo il marciapiede lungo il fiume silenzioso, li riprese tutti quanti.
“Scusate!” fece ammenda Ryosuke, principale responsabile della situazione.
“Eddai, Chii-chan, non essere così severo, per Ryo-chan quel posto era come il Paradiso, qualche sfizio potevamo concederglielo!” cercò di mediare Daiki e Yuri sbuffò: era inutile che dicesse qualsiasi cosa, se si trattava di Ryosuke, finché l’avesse contraddetto, che avesse ragione o meno, passava sempre dalla parte del torto agli occhi di Daiki.
“È viziato e se ne approfitta!” obbiettò solo.
“Io non sono viziato! Dai-chan, diglielo!”
“No, ma certo che no, Ryo-chan!” gli liberò la coscienza il più grande e Yuri si volse verso Kei che ridacchiava.
“Non è divertente, Kei-chan. Anche tu lo vizi, ecco perché non mi aiuti mai!” lo riprese.
“Oh, ma dai, cosa vuoi che sia qualche pacco di dolcetti in più!” commentò il Principe.
“Qualche pacco di dolcetti?” Yuri sbarrò gli occhi. “Abbiamo tre buste solo di cose che piacciono a lui, non possiamo spendere così tanto, dobbiamo essere parsimoniosi e…” si interruppe, rallentando il passo quando vide Kei fermarsi e poggiare le proprie buste per terra, iniziando a rincorrere le mele che fuoriuscirono dalla busta che si era rotta. “… e fare la spesa con criterio…” concluse, sospirando poi, incrociando le braccia al petto e guardando Ryosuke.
“Eh?”
“Vai ad aiutarlo!” gli disse, indicando Kei. “Daiki resta qui!” decise poi, trattenendo l’altro per un polso, il quale voleva andare ad aiutare gli altri due.
Quando Yuri guardò il più grande con la coda dell’occhio questi ridacchiò: “E va bene, forse lo vizio un po’ troppo” ammise.
“Grazie!” replicò Yuri per quella concessione. “E comunque tu gli piaci indipendentemente dal fatto che lo assecondi in tutto” gli rese noto, sollevando poi un sopraciglio data l’espressione di stupore che l’altro aveva fatto. “Oh, andiamo, si capisce subito. Il tuo problema è che lui ancora non se ne è reso conto!” lo informò. “Potresti sfruttare anche tu a tuo vantaggio questa nostra avventura, non credi?” gli suggerì, prendendo poi le buste e raggiungendo gli altri due. “Andiamo, anche noi” concesse, vedendo Daiki sorridere.
“Kei, mi dispiace” Ryosuke si avvicinò al principe, tendendogli una mela per rimetterla nel sacchetto e l’amico sorrise.
“Non è colpa tua. E poi piacciono anche a me queste cose, Yuri è troppo rigido a volte, ma ci vuole bene!”
“Tu pensi?”
“Assolutamente!” lo tranquillizzò, voltandosi e chinandosi a prendere una mela, posando le dita su altre che nello stesso tempo avevano preso il frutto.
“Ops!” esclamò, rimettendosi dritto e trovandosi davanti il volto confuso di un ragazzo.
“Ah, sono vostre queste mele?” chiese lo sconosciuto, mostrando loro altri due pomi che aveva raccolto.
“Sì!” intervenne Ryosuke, prendendogliele dalle mani. “Grazie, sono nostre, si è rotta la busta mentre stavamo tornando a casa e sono tutte rotolate!” spiegò, indicando il punto dove si trovavano.
“Ryo!” lo riprese Kei, tirandolo indietro verso di sé, stringendogli un polso: era la prima volta che si trovavano faccia a faccia con un terreste e l’amico era stato troppo impulsivo.
“Ryo-chan! Kei-chan!” Yuri e Daiki richiamarono i loro amici, raggiungendoli e il più piccolo guardò lo sconosciuto.
“Lui ha trovato le altre mele!” spiegò Ryosuke a Yuri, il quale annuì.
“Grazie!” gli disse, chinandosi leggermente e scrutandolo con attenzione.
Questi che aveva capito che stessero diffidando di lui, sorrise loro e si presentò: “Non dovete essere di queste parti, vero? Non ho cattive intenzioni, giuro. Mi chiamo Yaotome Hikaru, vivo nella casa che c’è in fondo alla via, una volta superato il fiume e sto tornando da lavoro” diede loro quelle informazioni e Yuri lo guardò con ancora più attenzione.
“La casa in fondo alla via? Quella accanto alla villa?”
“Sì, quella casa disabitata!”
“Non è disabitata, è la nostra casa!” intervenne Ryosuke e Daiki lo prese per le spalle, tirandolo contro di sé, posandogli una mano sulla bocca per farlo tacere.
“Oh!” si stupì il ragazzo. “Non sapevo che l’avessero affittata. Siete i miei nuovi vicini allora. Molto piacere!” si presentò di nuovo e Kei annuì. “Mi dispiace avervi spaventato” disse ancora Hikaru, notando le loro espressioni sorprese.
“Non ci hai spaventato!” parlò di nuovo Kei, guardando i suoi amici e presentandosi a sua volta. “Ci scusiamo per averti investito con le nostre mele. Io mi chiamo Kei e loro sono i miei… fratelli!” improvvisò. “Daiki, Ryosuke e Yuri!” li indicò uno alla volta.
“Molto piacere!” annuì nuovamente Hikaru, osservando la busta che Kei teneva in mano. “Posso?” chiese, prendendogliela delicatamente dalle mani e facendo un nodo laddove si era tagliata, sistemandola alla bene e meglio. “Così dovrebbe reggere fino a casa, ma la devi tenere così” gli disse, avvicinandosi e sistemandogliela tra le braccia. “Almeno non pesa sulla carta” spiegò e Kei annuì, sorpreso dal suo comportamento così affabile.
“Bene, grazie!” disse Yuri frettoloso, prendendo Kei per le spalle e spingendolo a risalire sulla strada, venendo imitato dagli altri due che ancora fissavano curiosi lo sconosciuto. “Ci vediamo!” lo salutò, tirando gli altri affinché aumentassero il passo lasciando Hikaru indietro.