[Ariyamajima] We run like thieves through the temple of sin

Dec 27, 2013 17:43

Titolo: We run like thieves through the temple of sin [Dirty Little Secret - Bon Jovi-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke, Nakajima Yuto
Pairing: Ariyamajima
Rating/Genere: nc-17/ pwp
Warning: slash, threesome
Wordcount 2.026 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la 500themes_ita con il prompt ‘Come vetro infranto’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita

Detto in tutta sincerità a me non piacciono le threesome, prendetemi per pazza, ma non mi danno assolutamente niente .____. Raramente ne scrivo e men che meno ne scrivo quando c’è il mio OTP di mezzo, ma questo è un caso speciale. Quando mi ci metto è perché mi fa piacere farlo e questa piccola storia è dedicata a herentas, lo so che abbiamo iniziato a chiacchierare da poco e tutto quello che vi pare e che io sono sempre la solita, ma lei è sempre tanto carina con me e mi ha dedicato tante e tante gif Ariyama e mi manda sempre tanti Ariyamini che si amano che io in qualche modo volevo ricambiare (non lo faccio perché m sento in difetto, soprattutto visto quello che le sto regalando non lo farei mai per così poco). E poi da poco ho letto un tweet in cui esprimeva una desiderio e siccome io l’unica cosa che di buono so fare è scrivere, ho pensato che per lei potevo anche mettere da parte quella che sono e cimentarmi in una threesome.
Tutto questo preambolo lunghissimo solo per dirle grazie <3

Daiki parcheggiò l’auto fuori dagli studi della NTV e rimase diversi istanti fermo a motore spento riflettendo sul da farsi: non gli era piaciuto affatto il modo in cui lui e Ryosuke si erano lasciati l’ultima volta che si erano visti ed era passata ormai una settimana da quella discussione, senza che nessuno dei due si facesse vivo con l’altro per primo.
Daiki era sicuro di avere esagerato nei modi e nei toni con i quali gli si era rivolto, se ne era pentito subito con un immediato esame di coscienza, ma non aveva voluto prendere lui l’iniziativa perché, in qualche modo, voleva mettere l’altro alla prova, egoisticamente, voleva vedere quanto per Ryosuke lui fosse importante. E dopo che l’altro non aveva chiamato, se non per scusarsi, almeno per chiarire in modo più pacifico, si era come disilluso, convincendosi di non conoscere il compagno bene come pensava.
Però lui si conosceva e sapeva quello che provava per il più piccolo e avrebbe fatto di tutto per proteggere quello che avevano costruito in quegli anni per lasciare che tutto andasse perduto per delle sue paranoie e la sua stupida gelosia.
Prese un profondo respiro e uscì dall’auto, entrando nel palazzo dove sapeva che Yamada stesse registrando la puntata di quella settimana deciso a fargli una sorpresa, dimostrandogli così quanto a lui ci tenesse, quanto fosse disposto a fare pur di non perderlo.
Attraversò i corridoi incontrando appena poche persone, le quali non gli furono comunque d’intralcio lasciandolo passare senza fargli domande.
Quando Daiki si fermò davanti alla porta dei camerini, sentì un vuoto allo stomaco nel leggere il nome del fidanzato e quello di Yuto appesi uno sotto l’altro. Scacciò immediatamente quei negativi pensieri, dicendosi che continuare a farsi forte delle sue convinzioni non l’avrebbe aiutato ad evitare con Ryosuke un’altra discussione e mise a tacere quella vocina che non faceva altro che fomentare la sua irritazione e gelosia su un probabile e tanto chiacchierato rapporto più intimo tra i due compagni di gruppo.
Tese una mano pronto a bussare, ma si trattenne sentendo dei rumori attutiti dall’interno, tese l’orecchio, cercando di capire cosa fossero e il proprio cuore iniziò a battere più veloce, stavolta di paura.
Sapeva che non avrebbe dovuto farlo, sapeva che avrebbe dovuto bussare, così come era sua intenzione fare e aspettare un invito a entrare, ma non lo fece, l’istinto guidò i suoi gesti e Arioka abbassò la maniglia della porta: e quello che vide al di là lo lasciò impietrito, con il cuore a pezzi come vetro infranto.
E per quanto male gli facesse continuare a restare lì, in piedi, i suoi occhi non riuscivano a staccarsi dalla schiena di Ryosuke, dal suo corpo seminudo, coperto solo dalla biancheria, che si muoveva sinuoso e sensuale tra le gambe di Nakajima.
Il primo ad accorgersi della presenza del loro silenzioso spettatore fu proprio il più piccolo, il quale posò fermamente le mani sui fianchi di Yamada chiamandolo.
“Ryosuke” gli disse e per Daiki quel nome che fuoriuscì in un ansimo roco da labbra che non erano le proprie gli fece inconsciamente trattenere il fiato e gelare il cuore.
Yamada si fermò, guardando Yuto confuso, voltandosi quando vide che l’altro fissava con occhi spaventati e colpevoli, oltre le sue spalle.
“Daiki!” quando Yamada si volse, riconoscendo il fidanzato, sbiancò. “Daiki!” chiamò di nuovo, risvegliando a quel modo il più grande da quella sorta di stato catatonico nel quale era caduto, facendo riprendere all’altro coscienza del tempo che scorreva.
Ryosuke si rimise velocemente in piedi, ponendo della distanza tra sé e Nakajima, il quale si alzò a sua volta, allacciandosi i jeans.
“Io ero venuto solo…” esordì Daiki, abbandonando subito il proprio intento di spiegazione, non era lui quello che doveva giustificarsi e non voleva neanche sentire cosa, eventualmente l’altro avesse da dirgli. “Non importa, non dovevo venire fin qui, mi dispiace avervi interrotto” disse volutamente cattivo voltandosi per uscire, quando la voce di Yamada e la presa ferma sul suo polso glielo impedirono.
“No, Daiki, aspetta, io posso spiegare!” disse velocemente il più piccolo.
Daiki ebbe uno scatto, allontanandogli il braccio e voltandosi verso di lui, ferito e deluso.
“Hai una spiegazione? Con che coraggio? Non mi devi spiegare nulla, mi sembra tutto fin troppo chiaro e non…” fece una pausa, cercando di trattenere il proprio nervosismo, muovendo le braccia in un ampio movimento, ponendo ulteriore distanza tra loro. “… non pensare di farmi fesso, perché non lo sono!” chiarì.
Yuto notò che il clima si stava scaldando e decise di intervenire in aiuto dell’amico, avvicinandosi a loro di un passo.
“Daiki, davvero, ascoltalo, Ryosuke non… è colpa mia, noi non pensavamo che…” cercò di spiegare, ma Daiki non lo lasciò parlare.
“Non mi pare che tu lo stessi costringendo, non alleggerirgli la coscienza!” se la prese con lui e Yamada si frappose tra i due, poggiando le mani sulle spalle di Arioka di modo che tornasse a parlare con lui.
“Daiki! Ascoltami, hai ragione a essere arrabbiato, ma io ero confuso e tu mi hai detto quelle cose l’altro giorno e…”
Arioka rise, nervosamente, passandosi una mano sugli occhi: “E tu hai deciso di smentirmi, facendo esattamente quello di cui ti accusavo? Molto, molto intelligente da parte tua, Yama-chan, davvero!” lo schernì, usando un tono duro e antipatico.
“Sei ingiusto, Daiki!”
“Io? Ryo, per favore, ero venuto qui per scusarmi, per averti accusato ingiustamente, ma vedo che non ero io a essere in torto! Ma non importa, non ha più alcuna importanza adesso, perché sei libero, fai di te e della tua vita quello che vuoi, non mi riguarda più!” gli disse con cattiveria, voltandosi di nuovo e facendo per uscire, ma non riuscendo ad aprire la porta perché Yamada si frappose tra lui e l’uscio, fermandolo.
“No!” gli disse.
“Togliti!”
“No, Daiki, aspetta!”
“Yamada levati da questa…” non riuscì a concludere perché Ryosuke gli allacciò le braccia al collo e lo tacitò posando le labbra sulle sue costringendolo a rispondere al suo bacio, gesto che Daiki fece quasi inconsciamente, perché per lui era impossibile resistergli, non era in grado di opporsi a Ryosuke.
Quando si separarono, Yamada cercò di incrociare lo sguardo con quello del più grande, per leggervi dentro, ma Daiki lo evitò, voltandosi verso Yuto, che per tutto il tempo era rimasto in disparte senza intromettersi e fece un passo indietro. Guardò di nuovo Yamada, il quale non sapeva come interpretare quella sua strana calma, poi Arioka parlò: “Sei confuso?” gli chiese diretto.
“Cosa?”
“Hai detto che sei confuso. Bene, schiarisciti le idee!” gli propose. “Siamo qua, entrambi, sia io che Yuto-kun, se lui è d’accordo…” lasciò in sospeso, guardando il diretto interessato, il quale attese solo alcuni secondi prima di annuire guardare Daiki e poi Yamada, lasciando a lui l’ultima parola.
“Io non…” iniziò il più piccolo, confuso e leggermente intontito dalla piega che aveva preso la situazione, voltandosi poi verso la porta e chiudendola a chiave, prendendo la sua decisione.
Daiki restò a osservarlo, mentre tornava a voltarsi verso di loro e poi si avvicinava al più piccolo, tendendosi sulle punte dei piedi, prendendogli le guance, attirandolo verso di sé per baciarlo. Arioka fremette, non gli piaceva affatto l’idea che quello che, in teoria, ancora era il suo ragazzo baciasse un altro, che mani che non fossero le sue toccassero il suo corpo, ma era stato lui a dare il via a tutto e adesso non poteva tirarsi indietro.
E non aveva comunque alcuna intenzione di restare indietro, perché anche se in un modo che non avrebbe mai potuto pensare di prendere in considerazione, avrebbe lottato per riavere ciò che era suo di diritto.
Si avvicinò ai due, posando una mano sulla schiena nuda di Ryosuke, lasciando scorrere il palmo in una carezza dal basso verso l’alto, chinandosi a baciargli il collo, sentendo poco dopo le labbra di Yamada unirsi alle sue e il più piccolo spingerlo a indietreggiare verso il divano.
Quando con le gambe incontrò l’ostacolo, Daiki prese il più piccolo per le spalle scostandolo da sé, mandandolo seduto; si tolse la felpa e si liberò dei pantaloni, vedendo Yuto tornare a dedicare le proprie attenzioni a Yamada, coinvolgendolo nuovamente in un bacio, mentre gli sfilava completamente la biancheria, lasciandolo completamente nudo, iniziando con mani vogliose un’attenta esplorazione.
Yamada ansimava sotto quelle carezze così diverse da quelle alle quali era abituato, eccitandosi presto, ricambiando, dopo aver con dita veloci eliminato le ultime barriere di stoffa dal corpo del più piccolo. Costrinse Nakajima a sedersi al suo fianco, mentre si spostava di nuovo su di lui e riprendeva a baciargli il collo, segnando con le dita la linea della gola e della clavicola, mordendo con i denti, suggendo la sua pelle, riuscendo presto ad arrossarla.
Daiki li osservò, conoscendo bene cosa significasse sentire sul proprio corpo il tocco caldo di quelle labbra e si mise in piedi dietro Ryosuke, accarezzandogli le spalle con le mani, chinandosi a baciarlo, ritrovando la morbidezza di quel corpo e il profumo della sua pelle.
Yamada si tese, andando incontro a quelle dita curiose, mentre si abbassava ancora, procedendo con carezze più intime la scoperta del corpo di Yuto.
Il più piccolo arrovesciò il capo all’indietro, spostando una mano sul volto di Ryosuke e l’altra sulla sua testa, indirizzandolo a scendere su di lui.
Yamada schiuse le labbra, sfiorando il sesso teso del più piccolo, scivolando con maliziosa lentezza su di lui, riempiendosi le orecchie dei suoi gemiti impazienti e gemendo a sua volta, sentendo dentro di sé le dita di Arioka che, senza cura particolare, lo forzavano per farsi spazio in lui, preparandolo velocemente.
Unì le mani alla base del sesso del più piccolo e quando sentì Daiki spingere con il proprio sesso contro il suo sedere si risollevò, lasciando la propria voce libera di gridare tutto il proprio piacere. Yuto si sporse in avanti, bevendo dalle sue labbra quel grido, soffocandolo nella propria bocca, scivolando seduto ai piedi del divano, accanto a Ryosuke in ginocchio sul pavimento.
Daiki attese, permettendo al più piccolo di riaversi e sistemarsi meglio tra le gambe di Nakajima, il quale tenne Yamada fermo per un fianco, chiudendo la mano a pugno su di lui, sentendo le dita di Ryosuke circondare il proprio sesso. Si guardarono negli occhi e Ryosuke si morse le labbra, iniziando a muovere la mano, imitato da Yuto che stette al gioco, muovendosi così come l’altro faceva su di lui, sfidandosi, per vedere chi dei due perdesse prima il controllo.
E poi mentre Daiki iniziava a spingere e inseguiva il proprio piacere, muovendosi a tratti lento, a tratti più deciso dentro il corpo di Ryosuke, anche quest’ultimo si lasciò andare all’istinto, andando incontro ai movimenti del più grande e muovendo la mano sul corpo di Yuto accrescendo il piacere, sentendo un duplice calore invaderlo completamente. Si chinò meglio in avanti, offrendosi senza pudore ad Arioka e cercando la bocca di Nakajima, distraendosi in quel bacio, perdendosi nel sapore dell’amplesso quando venne nella stretta del più piccolo, permettendo all’altro di seguirlo velocemente, non riuscendo a trattenere poi un grido di pura estasi quando anche Daiki venne dentro di lui.
Daiki non attese, sfilandosi da quel corpo caldo troppo presto, rubando a Ryosuke un mormorio di disappunto, lasciando che si accasciasse in avanti, tra le braccia di Yuto il quale permise a entrambi di riaversi.
Arioka riuscì a tirarsi a sedere sul divano, allargando le braccia sulla spalliera. Poco dopo sentì dei movimenti accanto a sé e un peso sulla spalla, ma non si mosse.
“Dai-chan?” lo chiamò piano Yamada.
“Mh?”
“Mi dispiace” si scusò.
Daiki risollevò la testa e la piegò di lato per guardare il più piccolo, seduto tra lui e Yuto. Lo fissò per alcuni istanti: quella situazione aveva del surreale, se ne rendeva conto, ma qualcosa dentro di lui era cambiato, condividere ciò che era appena successo con Yamada l’aveva in qualche modo risollevato e si sentiva come se si fosse tolto un peso. Era assurdo, lo comprendeva bene, ma in quel modo si sentiva.
Gli passò una mano tra i capelli e gli sorrise: “Lo so” gli disse, poi spostò lo sguardo, oltre le sue spalle, incontrando lo sguardo di Yuto e sorrise anche a lui.

comm: 500themes_ita, genere: oneshot, hey! say! jump: yamada ryosuke, warning: pwp, fanfiction: hey! say! jump, hey! say! jump: arioka daiki, genere: erotico, tabella: 500themes, warning: threesome, pairing: ariyamajima, hey! say! jump: nakajima yuto

Previous post Next post
Up