[Takachii] Mentre nevica

Oct 20, 2013 14:53

Titolo: Mentre nevica [Mentre nevica - Studio3]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Takaki Yuya, Chinen Yuri
Pairing: Takachii
Rating/Genere: nc-17/ romantico, fluff, erotico
Warning: slash
Wordcount 1.849 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la think_fluff per la tabella Inverno con il prompt ‘Neve’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘Sponde bianche’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes_ita
Tabella: Inverno

Yuya era eccitato come un bambino: non ci sperava più ormai che nevicasse e invece quando quella mattina si era svegliato, aveva trovato tutto coperto da un manto bianco.
Come prima cosa era andato a svegliare Yuri, spalancando le finestre, chiamandolo e incentivandolo ad alzarsi per godere anche lui di quella meraviglia, ma il più piccolo si era rigirato nel letto affermando che, dal momento che aveva nevicato, quello per lui equivaleva ad avere una scusa ulteriore per restare a letto a poltrire.
In altre occasioni forse Yuya si sarebbe indignato con lui e un po’ offeso o forse avrebbe lasciato correre data l’indole dormigliona del fidanzato, ma in quel momento in particolare non c’era niente che potesse scalfire il suo buonumore.
Uscì in giardino, vedendo come nell’aprire la porta la neve avesse creato delle sponde bianche, accumulandosi ai suoi piedi e sorrise, prendendo un po’ di quei soffici fiocchi e portandoseli al viso: era ghiacciata e probabilmente adesso i muscoli del suo viso si sarebbero atrofizzati, ma non gli importava più di tanto, perché era felice.
Certo, lo sarebbe stato di più se ci fosse stato anche Yuri a godere di quella sua euforia, ma se lo sarebbe fatto andare bene comunque. C’era sempre tempo, magari più tardi l’avrebbe convinto a raggiungerlo.
Quando Yuri si svegliò di nuovo, due ore dopo, ci mise un po’ per capire dove si trovasse: aveva un vago ricordo di un sogno che aveva fatto circa Yuya che blaterava qualcosa sulla neve e che strepitava per farlo uscire, ma poi il sogno era cambiato e non ricordava altro. Ancora un po’ confuso, si mise a sedere sul letto, cercando le pantofole e girando per casa alla ricerca del fidanzato, senza trovarlo in cucina, sentendo solo dopo una discreta corrente invadere casa. La seguì e vide che la porta che dava sul retro era socchiusa, si avvicinò a chiuderla e fu allora che sentì la familiare risata del fidanzato.
Si affacciò oltre la porta convinto che stesse parlando con qualcuno, invece lo trovò da solo che, sdraiato per terra muoveva gambe e braccia dal basso verso l’alto.
Sbatté più volte le palpebre, prima di rinvenire e richiamarlo.
“Yuuyan? Stai bene? Cosa stai facendo?” gli chiese, perplesso.
“Oh, Yuri, finalmente ti sei svegliato, piccolo! Vieni, guarda!” gli disse, alzandosi e con attenzione scavalcare la figura che era riuscito a fare sulla neve. “È un angelo!” affermò, indicando anche gli altri che aveva fatto e cercando un punto vuoto per poter passare.
“Vieni, prova anche tu è bellissimo!” lo incentivò, tirandolo per un polso e facendolo uscire all’esterno.
“No, Yuu, io ho freddo e poi sono scalzo e… Yuya!” lo riprese quando questi lo accompagnò, poco gentilmente, a sdraiarsi sulla neve, posizionandogli gambe e braccia indicandogli come muoversi.
“Avanti, dai! Sono certo che il tuo sarà bellissimo!” lo pregò, continuando a sbracciarsi.
“Sembri un piccione impedito nel decollo!” lo prese in giro il più piccolo, sollevandosi sui gomiti per osservarlo meglio, ma il sorriso sul volto di Yuya non svanì.
“Non mi interessa proprio nulla, puoi dire quello che vuoi, ma non ti permetterò di andartene fino a che non avrai fatto anche tu il tuo angelo!” gli rispose, sorridendo apertamente e Yuri non poté fare altro che obbedire, se voleva rientrare in casa, al caldo e possibilmente fare anche colazione.
Si distese di nuovo, cercando di non concentrarsi sul brivido di gelo che gli attraversò la schiena e aprì e schiuse le gambe, contemporaneamente alle braccia che dai fianchi si sollevavano, rappresentando la figura che Yuya desiderava.
“Issa!” Yuya gli tese una mano, aiutandolo a rialzarsi e sollevandolo di modo che non calpestasse il disegno, osservando soddisfatto la figura. “Come immaginavo è un bellissimo angelo, ma mai bello quanto te!” gli disse, guardandolo, stringendolo contro di sé.
Yuri stava per ribattere qualcosa, prima di interrompersi sentendo Yuya starnutire.
“Rientriamo, avanti!” lo esortò, prendendolo per mano, piegando un braccio dietro la schiena, tirandosi dietro Takaki.
“Oh, Yuri, dai, non è niente, stiamo un altro po’. È bellissima!”
“Non penso proprio e non voglio rischiare che tu ti ammali!”
“Ma non mi ammalerò e poi non ti chiederò di assistermi, se hai paura che sia troppo lamentoso!” assicurò e a quell’affermazione Yuri si voltò, fermandosi sulla soglia della porta, appena un passo prima di entrare in casa.
“Prego? E io che mi preoccupavo per te. Non è perché non ti voglio assistere!” sottolineò, lasciandolo andare e chiudendogli la porta in faccia, entrando in cucina.
Yuya si morse un labbro, rendendosi conto di aver parlato troppo e senza pensare e lo seguì, trovandolo accanto ai fornelli che preparava la caffettiera.
“Yuri, scusami” esordì, avvicinandosi a lui. “Non volevo mettere in dubbio che tu potessi stare in pensiero, davvero. Non so perché l’ho detto!”
“A volte non so davvero come faccio a stare con te, non ne fai mai una giusta!” lo riprese il più piccolo, tenendogli ancora il broncio, preparando la tavola per sé e posando sul piano una tazzina anche per il fidanzato, cosa che fece sorridere Yuya e gli diede a intendere che non fosse tanto arrabbiato con lui.
“Hai ragione, sono uno stupido, ma tu mi ami, vero? Tu riesci ad andare oltre e mi sopporti” parlò piano, abbracciandolo da dietro, quando Chinen si fermò in attesa di sentire il caffè salire e questi posò le mani sulle sue, intrecciate sul suo stomaco.
Tirò un po’ indietro la testa per riuscire a guardarlo in viso e non riuscì a fingersi ancora a lungo restio di fronte a quel sorriso.
“Comunque per farti perdonare, potresti iniziare con il darmi il mio bacio del buongiorno!” mise in chiaro e Yuya rise, chinandosi su di lui, schiudendo le labbra e vezzeggiando quelle di Yuri, baciandolo dolcemente, accarezzandogliele con la lingua, passandovi morbidamente sopra le proprie, prima di catturarne una per sé, suggendola piano.
Chinen mugolò nel bacio, sentendo la moka fischiare e avvisarli che il caffè fosse pronto.
“Yuuyan” lo riprese il più piccolo, scostandosi da lui di malavoglia, guardandolo con fare accondiscendente, allungando un braccio a spegnere il fornello.
Takaki si allontanò da lui e prese dalla credenza dei biscotti e del latte per il più piccolo, mentre questi divideva il caffè.
“Ora che ci penso stamattina non ho fatto colazione, distratto dalla neve” rivelò e Yuri scosse il capo.
“Meglio così, la facciamo ora insieme” appuntò, imbevendo un biscotto nel suo latte macchiato e guardando Yuya che non riusciva a smettere di sorridere, sentendosi come trascinato anche lui da quella benefica calma che avvolgeva la casa.
Terminarono di fare colazione in tutta tranquillità e quando Yuya fece per sistemare le stoviglie sporche, Yuri lo fermò, restando seduto sulla sedia e allungando le braccia verso di lui.
“Che c’è?” domandò divertito Yuya, avvicinandosi e posandogli le mani sui fianchi.
“Mi prendi in braccio?” chiese Yuri, attirandolo contro di sé facendo ridere Yuya ancora di più, il quale si chinò comunque verso di lui, sollevandolo.
“Questo cambiamento a cosa è dovuto?” gli domandò, restando fermo e aspettando che l’altro gli dicesse dove andare.
“Ti devi ancora fare perdonare e poi io ho fatto l’angelo per te, ora tu farai qualcosa per me. Andiamo a letto!” gli disse.
“Di nuovo? Ma Yuri, c’è la neve fuori, non vuoi andare a fare una romantica passeggiata?”
“Appunto, c’è la neve e forse dopo passeggeremo, ora, dimmi, a cosa altro ti fa pensare la neve?”
“Mmm, non lo so, al freddo, ai pupazzi di neve, alla cioccolata calda…”
“Yuya!” lo riprese Chinen, tirandogli i capelli, mentre l’altro entrava nella stanza da letto.
“Oh, sì, anche ai giochi da tavolo! Potremo fare qualche gioco di società, magari chiamiamo…”
“Noi non chiameremo proprio nessuno e ci stai girando intorno!”
“So esattamente dove vuoi arrivare, Chinen Yuri!” lo riprese Yuya, baciandolo sulle labbra.
“Bravo, allora dillo!”
“Perché non lo dici tu? Mi piace quando me lo chiedi… mi piace sapere che mi desideri” continuò, parlando contro il suo orecchio, chinandosi per lasciarlo andare sul materasso.
Yuri gli permise di stendersi al suo fianco e si voltò, affondando la testa contro il cuscino, mormorando qualcosa.
“Eh? Non ho sentito, hai detto qualcosa?” continuò a stuzzicarlo Yuya, accarezzandogli la schiena con una mano.
Yuri si sollevò con le spalle, guardandolo con sfida e chiedendo ad alta voce: “Voglio fare l’amore con te mentre fuori nevica. Sei contento adesso?” sbottò, tornando a nascondere la testa sotto al cuscino, imbarazzato oltre ogni dire.
Yuya rise e rotolò su di lui, abbracciandolo da dietro, baciandogli la nuca: “Non era difficile e poi sei tanto carino quando fai così” affermò il più grande, cercando di baciarlo sul collo, di modo che uscisse dal suo nascondiglio. “Mi va” gli disse quando Yuri lo guardò. “Voglio fare l’amore con te mentre fuori nevica” ripeté, cercandogli le labbra e iniziando ad accarezzarlo invasivo oltre i vestiti, accarezzandogli lo stomaco, il petto, sollevandogli la maglia, baciandogli la schiena. Gli sfilò completamente il pigiama, mentre iniziava a scendere con le mani, liberandolo anche dei pantaloni e della biancheria, toccandolo, sfiorandolo intimamente, facendo mugolare Yuri.
“Yu, girati…” gli chiese, volendo che si mettesse supino, ma l’altro scosse il capo, stringendo tra le braccia il cuscino, guardando Yuya con la coda dell’occhio.
“Possiamo farlo così?” gli chiese Yuri e Yuya sorrise, annuendo.
Takaki si spogliò, tornando a scendere su di lui, aderendo con la propria pelle a quella del più piccolo riprendendo ad accarezzarlo, a baciarlo, scivolando con le labbra dalle spalla alla schiena, lungo la colonna, fino a ritrovarsi tra le sue gambe, preparandolo con la lingua e le dita, sentendo Yuri mugolare e spingere indietro il sedere incontro a quella piacevole intrusione.
Yuya piegò un braccio, avvolgendo Chinen in vita, cercando la sua erezione, racchiudendola nel pugno e muovendolo su di lui quando iniziò a spingere, sostituendo il proprio sesso alle dita, entrando in lui lentamente, godendo di ogni sospiro dell’altro e del calore del suo corpo che lo avvolgeva completamente.
Emise a sua volta un lungo gemito quando si spinse del tutto dentro di lui, baciandogli le spalle, accarezzandogli il braccio e un fianco, tornando a stringere il suo sesso, iniziando a muoversi.
Aumentò il movimento del polso mentre continuava a stringerlo, sentendolo muoversi per andargli incontro e poi sollevare le ginocchia, puntandole sul materasso, invocando il suo nome mentre raggiungeva il piacere assoluto.
Yuya gli tenne fermi i fianchi, trattenendolo in quella posizione, muovendosi con spinte decise e sicure, e lo tenne fermo contro di sé, una mano sullo stomaco, venendo dentro di lui, mordendogli una spalla. Lo lasciò scivolare di nuovo disteso sul materasso, sfilandosi in quel modo via da lui e poi stendendosi al suo fianco, abbracciandolo.
Yuri si mosse, ricambiando la stretta e, ancora a occhi chiusi, cercandogli la bocca per un bacio, schiudendoli poi gli occhi, osservando il volto di Yuya. Era ormai diventata un’abitudine la sua e un segreto che neanche al più grande aveva mai detto, perché una delle cose a cui non avrebbe mai rinunciato per niente al mondo era, dopo aver provato un piacere così intenso, il primo volto che voleva che la sua mente registrasse era quello di Yuya, quello del volto del ragazzo che amava.

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