Titolo: Like nothing happened
Fandom: RPF - Arashi
Personaggi: Sho Sakurai, Aiba Masaki
Pairing: Sakuraiba
Rating/Genere: PG/romantico
Warning: slash
Wordcount 979
fiumidiparoleNote: ispirata a
questo video in particolare a
questo momento (credit niji-tan @tumblr).
La storia è scritta per la
500themes_ita con il prompt ‘Non parlare del segreto che covi’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
500themes_ita È da molto che non scrivo sugli Arashi e questa è una sciocchezzuola, una storiella piccola, ma proprio piccola, dedicata a
rosa_elefante perché ieri se ne parlava e perché ‘nessuno ha scritto niente a riguardo’ (con nostro sommo sconcerto) e poi le avevo promesso che le avrei regalato presto qualcosa di fluff e romantico sul suo OTP.
Perché non esiste che non ci si lasci ispirare da QUEL BACIO. È inaudito!
Spero che ti piaccia anche se è cortissima! >__<
“Otsukaresama deshita!”
“Oh… Otsukare…”
Aiba si voltò a salutare i compagni che lo precedevano nell’avviarsi fuori dagli studi, accennando un sorriso, perso nei propri pensieri. Era rimasto l’ultimo ad andare via, era stato molto lento quel giorno a prepararsi e quando finalmente rimase solo nei camerini tirò un sospiro di sollievo, poggiandosi con le spalle alle sedia, guardandosi allo specchio. Sollevò una mano portandosi le dita alle labbra, guardando il proprio riflesso: non capiva perché si sentiva in quel modo, esausto mentalmente. Abbassò il palmo sul proprio cuore sentendolo che batteva velocissimo: sapeva che non doveva dare troppa importanza a quanto era successo in diretta, ma non riusciva a farne a meno, non sapeva neanche lui come aveva fatto ad arrivare indenne alla fine della puntata a fare come se nulla fosse successo dopo che le sue labbra avevano toccato quelle di Sho.
Quel gesto non voleva significare assolutamente niente, era una gag, uno sketch che lui insieme ad altri comici avevano inscenato svariate volte. Aveva baciato Nino durante un MC, per gioco, come per gioco era stato anche quel pomeriggio e allora per quale motivo stava dando alla cosa così tanta importanza?
Lo sapeva bene il perché, Masaki e quel perché era che la persona che aveva baciato quel pomeriggio, seppure per gioco, non era Nino e non era un ospite qualunque, era Sho, era il suo Sho-chan, l’amico di cui era innamorato.
L’uomo tutto d’un pezzo.
Sakurai si era prestato a quello sketch, aveva capito il suo intento ed era stato al gioco e non aveva fatto una piega dopo, avevano continuato a giocare, avevano continuato a condurre il programma come se niente fosse successo, ma per Aiba tutto era cambiato.
Masaki non aveva riflettuto su quello che poteva succedere dopo, non aveva pensato, si era fatto guidare dall’entusiasmo, dalle grida dei compagni di squadra, dall’incitamento del pubblico presente e quando si era reso conto di quello che stava facendo, non aveva potuto fare altro che seguire la corrente.
Si portò le mani tra i capelli e abbassò le braccia sul tavolo del trucco, nascondendovi il volto: non poteva parlare a nessuno del segreto che nascondeva dentro di sé, non poteva confidarsi con i compagni sul tumulto di sensazioni che aveva dentro e questo rendeva la situazione ancora più difficile.
“Oh!”
Nel sentire quell’esclamazione Aiba sobbalzò, sollevando lo sguardo sullo specchio, vedendo riflessa la figura di Sho che entrava in quel momento nei camerini.
“Sho-chan!” lo chiamò, ricomponendosi e sorridendo come sempre, voltandosi. “Hai dimenticato qualcosa?” gli chiese.
“Sì, le chiavi della macchina, non so dove ho la testa!” rise Sho, prendendo il mazzo di chiavi e lanciandole per aria, riprendendole quando gli caddero sul palmo. “Tu come mai sei ancora qui?” si informò a sua volta. “Credevo fossi uscito con Nino!”
“No, ho solo fatto tardi, sono un po’ stanco oggi” disse, alzandosi e sistemando le proprie cose per uscire dagli studi.
“In effetti non hai una bella cera, Masaki, sei certo di stare bene?” gli domandò preoccupato il più grande. “Ti aspetto così ti accompagno a casa, dai!” gli propose, sorridendo e Aiba lo guardò gentilmente, annuendo.
“Se non è di disturbo accetto volentieri, grazie!”
Era più forte di lui, sapeva che non avrebbe dovuto passare così tanto tempo con Sho, non con i sentimenti che provava in quel momento, sapeva di non doversi illudere, ma aveva bisogno di stare con lui, doveva farlo o avrebbe continuato a ripensare a quel bacio a dargli un’importanza che non aveva e sarebbe stato più difficile tornare a essere quello di sempre, tornare a fingere di non essere innamorato di lui e comportarsi come al solito.
“Nessun disturbo, ma ti pare?” rise Sho, colpendogli leggermente il braccio e uscendo con lui, precedendolo per andare nel parcheggio.
“Prego!” gli disse Sakurai quando azionò l’apertura automatica della portiera, salendo al posto di guida, sorridendo a Masaki quando prese posto accanto a lui, allacciandosi la cintura.
“Ah, oggi è stato proprio divertente, vero?” esclamò Sho, iniziando a fare conversazione, facendo manovra per uscire dal sotterraneo.
“Sì, molto. Ma ci divertiamo sempre tantissimo, no?” gli diede ragione Aiba, iniziando a rilassarsi, ritrovando la propria parlantina.
“E poi quello sketch!” Sho spostò la conversazione sull’unico argomento che non avrebbe dovuto affrontare.
“Ah... ahahah” Aiba rise appena, in modo un po’ nervoso, senza darlo a vedere. “Sì… mi spiace, ci siamo ritrovati in una situazione alquanto imbarazzante” disse, non sapendo come l’amico potesse aver preso o meno la cosa.
“No, perché? In fondo è una gag divertente e il pubblico è rimasto entusiasta” annuì, continuando a sorridere e Aiba lo scrutò attento, Sho sembrava davvero tranquillo e non pareva aver notato alcun cambiamento in lui, non si era davvero accorto di nulla.
“Già!” annuì il più piccolo, tacendo improvvisamente, osservando la strada e riconoscendo presto il proprio quartiere.
“Grazie del passaggio, Sho-chan! Ci vediamo domani!” lo salutò, ringraziandolo con un cenno del capo e Sho lo fermò prima che potesse scendere.
“Aspetta, Masaki” lo chiamò il più grande, facendolo voltare verso di sé protendendosi di nuovo verso di lui, sfiorandogli le labbra senza che Aiba potesse rendersi effettivamente conto di quello che stava succedendo.
Sakurai notò lo sconcerto sul suo viso e rise: “Scusami, sono stato improvviso, ma volevo provare un’altra volta” disse.
“E… e cosa… cosa ne pensi?” volle sapere Masaki, con il cuore che gli batteva veloce nel petto.
“Che potrei facilmente abituarmici, sai?” rispose Sho, sporgendosi di nuovo e attirando il più piccolo per le spalle, tendendosi a baciarlo di nuovo, schiudendo appena le labbra, incontrando la sorpresa in quelle di Masaki, il quale però si riebbe subito, rispondendo prontamente a quel nuovo bacio.
Si allontanarono di poco l’uno dall’altro, guardandosi negli occhi e Aiba sorrise, apertamente, ridacchiando, sporgendosi per abbracciarlo.
Anche lui, in fondo, si sarebbe abituato presto ad avere Sho nella propria vita da quel momento in poi senza più paura di doversi nascondere.