Titolo: Tutto è un gioco, tutto è vuoto, tutti dentro al fuoco [Xverso - T. Ferro-]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggi: Inoo Kei, Yabu Kota, Yamada Ryosuke, Arioka Daiki, Takaki Yuya, Yaotome Hikaru
Pairing: Inoobu, Ariyama, Takaru; slight!Yamanoo, slight!Dainoo, slight!Hikanoo, slight!Takanoo.
Rating/Genere: nc-17/pwp, AU
Warning: slash, moresome, bukkake
Wordcount 3.817
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la quarta edizione del
mmom indetta da
mmom_italia per il set Handmade con il prompt ‘Tutti insieme’, per la
diecielode per la tabella wTunes - Playlist con il prompt ‘Vieni con me’ e per la
500themes_ita con il prompt ‘Nel mezzo’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
Set HandmadeTabella:
500themes_itaTabella:
wTunes - Playlist “Ko, dove mi stai portando?”
Kei muoveva la testa da una parte all’altra, sebbene non potesse comunque vedere nulla data la benda che portava sugli occhi, aspettando che il fidanzato gli svelasse finalmente in cosa consistesse la sua sorpresa di compleanno.
“Ancora un attimo di pazienza, Kei-chan, siamo quasi arrivati!” cercò di calmare la sua irrequietezza il più grande, poggiandogli una mano sulla gamba, muovendola dal ginocchio alla coscia, prima di riportarla sul volante.
“Oh, uffa! Ma non mi dai neanche un indizio piccolissimo?” volle sapere ancora Kei, curioso.
Yabu rise, mettendo la freccia per segnalare la svolta e vedendo Kei piegarsi leggermente verso lo sportello.
“Adesso vomito!” lo rimproverò il più piccolo in modo antipatico.
“Per così poco?” gli chiese Yabu, senza prendersela, conosceva bene il fidanzato e sapeva che era davvero stufo di quei segreti. Era sempre abituato ad averle tutte vinte Kei e iniziava a spazientirsi. “Ecco siamo arrivati!” disse Kota fermando l’auto.
“Ah, finalmente!” sospirò esasperato l’altro.
“Ah no, no, Kei, lasciala!” gli disse, fermandogli i polsi quando lo vide portarsi le mani davanti agli occhi e scendendo per primo dall’auto.
“Oh, dai, ancora?” si lamentò il più piccolo.
“Sì, dai, hai aspettato tanto, un minuto in più non ti costa nulla, vedrai che dopo mi ringrazierai!” gli disse, parlando a voce bassa mentre gli apriva lo sportello della macchina, prendendogli le mani per aiutarlo a scendere. “Vieni con me!” lo esortò dolcemente. “Attento alla testa!” gli disse, abbracciandolo poi da dietro, facendo in modo che lo precedesse nel camminare, attento però a non far cadere entrambi.
“Ecco, ora te la tolgo!” Yabu parlò piano vicino al suo orecchio, sciogliendo il nodo che aveva dietro la testa e rendendogli di nuovo la vista.
“Oh, era ora e… oh!” si interruppe Inoo, sorpreso di trovarsi di fronte a una villetta che non aveva mai visto e guardandosi poi attorno non riconoscendo né la via dove si trovavano né il quartiere. “Kota, ma dove siamo?” gli chiese, guardandolo quando Yabu lo affiancò, suonando al campanello.
“Adesso capirai” spiegò l’ispettore, sentendo dei passi veloci dietro la porta.
“Kei-chan! Finalmente siete arrivati!”
Un solare Yamada era arrivato ad aprire ai due arrivati, prendendo subito l’amico per le mani, trascinandolo dentro casa, lasciando che fosse il più grande a chiudere la porta.
“Ryo, ma come sei vestito?” gli chiese Kei, osservando il bellissimo kimono che l’altro aveva indossato per l’occasione, scrutandolo ammirato.
“Ti piace?” Yamada fece un giro su se stesso, aprendo le braccia e sorridendo a Inoo: “Me l’ha comprato, Dai-chan, dice che mi donano tantissimo e l’altro giorno mi ha portato questo regalo. Ho pensato fosse appropriato!” affermò. “Ah, Kei, levati le scarpe e metti queste! Poi ho un regalo anche per te. Veramente è da parte mia e di Dai-chan! Ora come ora è solo di Daiki dal momento che ancora non mi hanno pagato e non ho potuto rendergli la mia parte, ma sono sicuro che starà benissimo anche a te!” lo riempì di parole il più piccolo, saltandogli poi letteralmente al collo. “Oh, buon compleanno, Kei-chan!” gli augurò, baciandolo sulla bocca come era solito fare e oramai Yabu neanche se la prendeva più per quel comportamento e per quei gratuiti scambi di effusioni un po’ troppo intime che il più piccolo si scambiava con il suo fidanzato.
“Vieni, gli altri ci aspettano!”
“Gli altri?” si sorprese Kei. “Ma, Ryo-chan, aspetta! Ko!” si voltò poi verso il fidanzato che li seguiva con un sorrisetto divertito, in silenzio.
“Tanti auguri!” non appena Kei varcò la porta del grande salone venne accolto da un entusiastico coro di auguri e applausi.
“Buon compleanno, Kei-chan!”
Daiki, insieme a Yuya e Hikaru, tutti e tre vestiti come Ryosuke in degli eleganti kimono, si avvicinarono al festeggiato, congratulandosi con lui e Yaotome si accostò poi a Yabu, aiutandolo a levarsi la giacca e consegnandogli una busta.
“Mi pare abbastanza sorpreso…” lo sentì dire al senpai, guardando poi Kei con un sorriso sornione.
“Cosa… cosa succede qui?” domandò Kei, discretamente sorpreso, comprendeva la presenza di Daiki e Yamada alla sua festa di compleanno, ma gli altri due, colleghi di Yabu più che suoi dal momento che ci aveva scambiato davvero poche parole da quando era entrato come assistente di Kota alla centrale, proprio non capiva come mai stessero partecipando ai festeggiamenti. Non che non gli facesse piacere averli alla sua festa, ma non pensava che ci fosse davvero qualcun altro che insieme ai suoi amici avesse piacere a festeggiare il suo compleanno.
“Kei-chan! Kei-chan! Questa è una festa a tema!” svelò Yamada. “Vedi?” disse indicando i loro abiti e tendendogli poi una scatola. “L’ho scelto io il tema e ora andate a cambiarvi, forza, forza!” li spronò il più piccolo che non vedeva l’ora di entrare nel vivo dei festeggiamenti, spingendo i due più grandi per le spalle, sentendo il fidanzato e gli altri due invitati ridere.
“Sembrava abbastanza sorpreso, vi pare?” chiese Yuya, voltandosi a guardare Hikaru quando questi lo abbracciò in vita, posandogli un lieve bacio sul collo, risalendo con la mano verso l’apertura della veste tradizionale.
“Hikka, non puoi!” lo ammonì Yamada, schiaffeggiandogli il dorso della mano. “Non possiamo iniziare senza Kei-chan! Questa è la sua festa! Yabu non vuole!”
“Ho capito, piccoletto, non sto facendo nulla e poi, anche se fosse, è il mio fidanzato, posso fare come mi pare!” lo provocò, posando una mano sulla guancia di Yuya per farlo voltare leggermente verso di sé, baciandolo sulle labbra.
“Eddai!” lo riprese Takaki, scostandosi dalle grinfie del fidanzato, prendendolo per mano, intrecciando le loro dita.
“Ma sono le regole!” si impuntò Yamada. “Altrimenti, sai da quando tutta questa stoffa sarebbe già sparita?” insinuò maliziosamente e Yuya fece un gesto con il capo indicando Daiki.
“Sì, ce ne siamo accorti, secondo me da quando siamo arrivati qui ti ha già spogliato con gli occhi almeno una decina di volte” rise.
“Fai anche quindici, Yuuyan!” gli diede corda Hikaru, fissando Daiki e Yamada.
“Fate pure un centinaio” si intromise il diretto interessato guardando il fidanzato.
“Dai-chan!” lo riprese Ryosuke, dandogli un leggero colpo al gomito, ma sorridendogli, felice di constatare come nonostante il tempo passasse Daiki continuasse a trovarlo attraente e a desiderarlo come la prima volta. “Mi trovi carino con questo, vero?” gli chiese, avvicinandosi a lui, prendendogli le mani nelle sue.
“Non sei carino, Ryosuke, ti trovo assolutamente bellissimo!” affermò Daiki, non riuscendo a resistere oltre, avvicinandosi per baciarlo. “E sexy” aggiunse poi a voce bassa.
“Eccoli che ricominciano” mormorò Hikaru, alzando gli occhi al cielo, sentendo in quel momento la porta aprirsi e la voce di Yabu riprendere i più piccoli.
“Cosa avevo detto?” li rimproverò.
“Scusa, Kota!” si affrettò a dire Daiki, sorridendo con fare colpevole.
“Colpa mia!” se ne assunse la responsabilità Yamada, avvicinandosi agli altri due, prendendo poi Kei per mano. “Stai benissimo così, Kei-chan! Mi sembra di tornare indietro nel tempo e comunque non avevo dubbi che ti stesse alla perfezione!” si complimentò, guardando poi verso il poliziotto. “Anche tu non sei male, Kota, non credo di averti mai visto indossare un kimono!”
“Sta bene, vero?” concordò con lui Kei, guardando il fidanzato. “Sembra quasi un’altra persona ah… grazie ragazzi!” disse rivolgendosi ad Arioka e Yamada. “Non dovevate, ma è seriamente bellissimo!”
Daiki sorrise, annuendo: “Siamo felici che ti piaccia!”
“Bene!” li interruppe poi Yabu. “Direi che adesso è tutto pronto per dare il via alla festa, no?” esclamò, guardando i suoi complici in quell’organizzazione, i quali annuirono.
“C’è ancora una sorpresa?” domandò Kei, curioso, guardando il fidanzato.
“Sì, Kei-chan!” annuì Yabu, prendendogli una mano e attirandolo contro di sé, cingendogli la vita con un braccio. “Ho pensato molto a cosa poterti regalare quest’anno e volevo darti qualcosa che ti restasse, anche se non è propriamente qualcosa di materiale ma che spero possa farti ricordare per sempre questo giorno con piacere” esordì, accarezzandogli il volto con i polpastrelli e poi le labbra, che Kei non poté fare a meno di schiudere, con le dita.
Inoo osservò il fidanzato negli occhi, cercando di dare un senso a quel discorso che gli aveva messo addosso una strana eccitazione, vedendo poi il più grande sorridere e accostarsi al suo orecchio per parlare ancora: “Siamo noi il tuo regalo, Kei-chan” affermò, facendolo voltare di modo che guardasse i presenti e Kei sbatté le palpebre un paio di volte, cercando di capire se quanto aveva appena detto Yabu potesse o meno essere frainteso.
“Voi…?” domandò, guardando tutti e sentendo Kota poggiarsi dietro di lui, prendergli le mani nelle sue e poi fare in modo che si circondasse la vita mentre a sua volta il più grande lo stringeva.
“Ho fatto caso ad alcune tue affermazioni in questi mesi e mi è capitato spesso di notare come, ogni volta che io, Yuya e Hikaru discutiamo di qualche caso, tu rimanga a osservarci. Ho notato il modo in cui giochi con la matita o come, senza quasi accorgertene, ti passi la lingua sulle labbra” spiegò, sussurrando quelle parole contro il suo orecchio, mentre davanti a lui, i quattro ragazzi restavano in silenzio, a loro volta attenti.
“Ko, ma io…” Kei cercò di parlare, di discolparsi, lui neanche si rendeva conto di fare tutte quelle cose, anche se, doveva ammettere che un certo interesse e una particolare curiosità sui colleghi di Kota e sul rapporto professionale e non che li legava lo intrigavano particolarmente.
“A me va bene, Kei” affermò Kota, lasciandogli andare una mano e accarezzandogli il volto, scendendo sul collo, lasciando che Inoo arrovesciasse il capo indietro, sospirando piano. “Che ne dici, Kei-chan?” lo chiamò con tono di voce roco. “Avevo solo paura che vedendo loro però potessi sentirti a disagio quindi ho chiesto anche a Ryo-chan e Daiki di partecipare. Non sarebbe stata la stessa cosa senza i nostri migliori amici, ti pare? Ho pensato bene?” gli chiese, baciandogli il collo e Kei si lasciò andare a un leggero ansimo, chiamando piano il suo nome.
“Kota” mugolò, sentendo poi l’altro allontanarsi da dietro di lui e spingerlo affinché avanzasse, mentre gli altri quattro lo accerchiavano, lasciandolo nel mezzo.
Kei li guardò uno a uno, ancora intontito dalle parole di Kota e stordito dalla sensazione di eccitazione che era riuscito, come sempre, con soli pochi gesti a fargli provare, vedendo Yamada avvicinarsi a lui per primo.
“Credo che sia giunta l’ora di rompere il ghiaccio” parlò il più piccolo, con tono di voce roco, cambiando radicalmente espressione del viso e modi di fare rispetto a quando l’aveva accolto. “Lasciate fare a me, inizio io che sono un professionista!” si vantò, prendendo Kei per mano, intrecciandone insieme alle sue le dita e piegandogli le braccia, sollevandole verso l’alto, guardando l’amico dritto negli occhi.
“Kei-chan, questa sera sono qui per servirti” recitò quella frase così familiare per entrambi, sorridendo in modo sensuale, sollevandosi poi sulle punte dei piedi, lasciandogli andare le mani per cingergli il collo con le braccia e riuscire a baciarlo. Un bacio diverso da quelli che si erano sempre scambiati, stavolta era un contatto più deciso, importante: Yamada giocò con le labbra di Kei, premendovi con le proprie per riuscire a spingere la lingua in avanti, dentro la sua bocca, cercando quella di Inoo e costringendolo, senza neanche che si sforzasse poi più di tanto, a ricambiare.
Kei abbassò le palpebre, lasciandosi andare a quel contatto, portando le mani sulla schiena di Yamada, accarezzando la stoffa leggera del kimono, incontrando poco dopo altre dita che sfiorarono le sue. Riaprì gli occhi, mentre Ryosuke si spostava con le labbra sul suo collo facendolo sospirare e incontrò quelli di Daiki che si era avvicinato a loro e si era spostato accanto al proprio fidanzato, unendosi a lui in quella tortura che entrambi stavano eseguendo su di lui.
Kei non riuscì a trattenere un ansimo di piacere, infilando le mani tra i capelli di Ryosuke e Daiki, assecondando i loro movimenti e sobbalzando leggermente quando sentì altre mani prenderlo in vita e sbilanciarlo all’indietro.
“Vieni con me, Kei” la voce del proprio fidanzato gli arrivò roca all’orecchio, mentre altre mani si preoccupavano di aprirgli il kimono, accarezzandogli distrattamente il petto e le ginocchia, costringendolo a piegarle, lasciando che Kei si sedesse per terra, tra le gambe di Yabu, poggiandosi contro il suo petto.
Il festeggiato non riuscì poi a trattenere un gemito di insoddisfazione quando Daiki e Yamada lo lasciarono orfano del calore di quelle labbra, ma quella sensazione di abbandono durò ben poco:
Kota riprese a baciarlo dietro l’orecchio, mentre Yuya si sistemava davanti a lui, facendo in modo che aprisse le gambe, iniziando a sfilargli la biancheria.
“Kota, perché hai permesso che si vestisse?” lo rimproverò Hikaru parlando con voce arrochita e impaziente e Kei sollevò su di lui lo sguardo, offuscato dall’eccitazione, osservando come, così come gli altri, Yaotome avesse lasciato aperto il kimono e sotto fosse completamente nudo.
“Non volevo che capisse in che cosa consisteva la sua sorpresa di compleanno troppo presto…” commentò Yabu, spingendo in avanti il bacino e lasciando che Kei sentisse la sua erezione premergli sulla schiena.
“Kota…” Kei lo chiamò, senza riuscire a trattenere un gemito, confuso ulteriormente dalla mano di Yuya che si era posata sul suo sesso, iniziando ad accarezzarlo piano.
Lo osservò, mentre il più piccolo lo guardava in attesa di catturare ogni suo minimo cambiamento di espressione e Kei allargò meglio le gambe, lasciandogli maggiore spazio per muoversi. Yuya sorrise, avvolgendo completamente il suo sesso, accarezzandolo con lascivia, lento, muovendosi dalla base alla punta, spostandosi poi di lato quando vide Hikaru inginocchiarsi davanti a lui e muovere la mano sull’erezione di Inoo insieme alla propria, abbassandosi poi con il volto.
Kei inarcò la schiena, sollevando appena il bacino, desideroso che Hikaru gli desse di più, mugolando frustrato quando però il più piccolo lo tenne fermo per un fianco.
“Aspetta…” lo ammonì Yaotome. “Non così in fretta” disse, continuando a muovere la mano insieme a Yuya sul sesso del più grande, concentrandosi sulla punta, accarezzandola con il pollice, mentre il proprio fidanzato, lo stringeva alla base, muovendo appena le dita, facendo gridare Kei.
“Dei” esalò il festeggiato, lasciando andare la testa all’indietro sulla spalla del fidanzato, incapace di trattenersi: aveva caldo, sentiva un fortissimo piacere crescere dentro di lui e quella forzata immobilità a cui i suoi invitati lo stavano costringendo iniziava a pesargli.
Aprì gli occhi quando sentì la voce di Yamada richiamarlo con fare divertito e lo guardò, spostando poi la sua attenzione su Daiki quando l’amico gli disse di osservarlo: Arioka allungò una mano, accarezzando il volto di Kei, scivolando sensuale sul collo e il petto, prima di risalire e sfiorargli le labbra, tracciandone il contorno, abbassandogli quello inferiore dispettoso. Quando Inoo tentò di catturarle, però, sentì di nuovo la risatina complice di Ryosuke il quale prese il fidanzato per un polso, attento a che Kei seguisse ogni suo movimento e si portò le dita di Daiki alla bocca.
“Questo è compito mio, Kei-chan” lo ammonì, chinandosi a baciarlo, giocando appena con la sua lingua e separandosi da lui, lasciando che un filo di saliva ancora li legasse, prima di ripulirsi con il dorso della mano, procedendo poi a inumidire le dita del fidanzato, stabilendo con lui un contatto visivo, divertendosi nel vedere come riusciva a catalizzare su di sé la sua attenzione e quella di Kei.
“Ryo…” lo chiamò Daiki con voce roca, cercando di tirare indietro il braccio per farlo smettere, ma Yamada lo tenne ancora fermo, lasciando scivolare la lingua su ciascun dito, succhiandone i polpastrelli, infilandone tre completamente in bocca, prima di lasciarlo andare.
Daiki lo rimproverò con lo sguardo per il modo in cui aveva giocato con lui, ricordandosi poi che a casa gliel’avrebbe fatta scontare e tornò a guardare Kei, sorridendogli mentre si spostava, facendosi spazio tra Yuya e Hikaru, guardando Kei, chiedendogli tacitamente di sollevare i fianchi. Inoo obbedì, puntando i piedi e allargando meglio le gambe, permettendo a Daiki di prepararlo e il più piccolo non trovò affatto difficile il proprio compito, l’eccitazione di Kei era tanta, troppa la sua impazienza di arrivare presto a soddisfare il proprio piacere che trovò subito un facile accesso in lui, ma non per questo la lo lasciò tanto presto.
Arioka guardò il proprio fidanzato, il quale annuì, chinandosi sul corpo di Kei, baciandogli la gola, scivolando sul torace, distraendolo mentre Daiki infilava una dopo l’altra tre dita dentro di lui e le muoveva in circolo, scivolando fuori e penetrandolo di nuovo sentendo Kei gemere e chiedergli di smetterla, di porre fine a quella tortura.
Yuya e Hikaru che ancora si divertivano con la sua erezione, lo lasciarono andare, accostandosi a lui, sistemandosi al suo fianco, prendendogli le mani e avvicinandole al proprio corpo.
Kei guardò prima l’uno poi l’altro, passando voglioso le mani sul loro petto, scivolando verso le erezioni, stringendole subito, muovendo veloce le mani con movimenti perfettamente coordinati, ansimando pesantemente, quando si sentì poi racchiudere in un calore quasi intossicante, guardando a occhi socchiusi Ryosuke chino su di lui che prendeva in bocca il suo sesso, mentre il fidanzato di quest’ultimo ancora lo preparava.
“Daiki… Ryo…” la voce di Kota chiamò in modo serio Arioka e Yamada i quali si fermarono, abbandonando ancora una volta il corpo di Kei il quale si lasciò andare a un lungo gemito di frustrazione.
“Resisti, amore mio…” mormorò Yabu al suo orecchio, accarezzandogli il volto e prendendolo per i fianchi, aiutato da Kei il quale portò indietro il sedere, facendo in modo che con facilità Kota finalmente lo penetrasse.
Inoo strinse nel pugno il sesso di Hikaru e quello di Yuya, i quali gemettero all’unisono, stringendo Kei per le spalle, venendo su di lui per primi, ricadendo poi stremati sul pavimento. Kei respirava pesantemente, sentendo Kota muoversi in lui, aiutandolo, sollevando i fianchi, andandogli incontro, mentre Yamada era tornato a baciarlo, distraendolo, accarezzando il suo sesso e conducendo la mano del più grande su di sé. Lo stesso fece con lui Daiki, unendo al movimento del pugno del fidanzato su Kei il proprio, quasi gareggiando con il più piccolo per riuscire a soddisfare Kei il quale non resistette più e stringendo di nuovo l’erezione di Arioka e di Yamada venne per primo, sentendo poi il loro calore scivolare sul suo stomaco.
E quando poi, finalmente, il proprio fidanzato era di nuovo solo suo, Kota gli strinse i fianchi, sollevandolo per uscire completamente da lui, spingendolo in avanti a inginocchiarsi sul pavimento, penetrandolo poi di nuovo con un movimento deciso e muovendo i fianchi in avanti con spinte che non avevano più alcuna cura né accortezza, venendo dopo altre brevi spinte dentro di lui.
Dopo minuti che sembravano essere trascorsi in modo fin troppo lento, Kei si riebbe, sdraiandosi sulla schiena, vedendo Yamada gattonare su di lui e guardarlo con un sorriso.
“Buon compleanno, Kei-chan!” gli augurò baciandolo sulle labbra.
“Tanti auguri, Kei” gli disse dopo Daiki, sfiorandogli a sua volta la bocca.
“Happy Birthday, Inoo-chan” gli sorrise Hikaru, rubandogli un bacio.
“Auguri, Inoo-kun” fece eco Takaki, posando le labbra sulle sue.
“Cento di questi giorni, amore mio” gli augurò infine Kota, accarezzandogli una guancia. “Ti amo, Kei!”
“Ti amo anche io, Kota!” gli rispose Inoo sorridendogli.
“Ti amo…” ripeté Yabu
“Ti amo…”
“Ti amo…”
“… amo…”
“… amo…”
“Ti amo…”
“Kei…”
“Ti amo, Ko-chan!”
“Kei?”
“Ko-chan…”
“Kei!”
“Ko…”
“Kei!” un richiamo più forte degli altri costrinse Kei ad aprire gli occhi e l’ex accompagnatore guardò il fidanzato sorpreso.
“Mh?” domandò, osservandosi intorno spaesato e tornando poi con lo sguardo su Kota.
“Ko-chan, ma siamo a casa!”
“Perché, dove dovremmo essere?” domandò Yabu. “Kei, mi fai male!” si lamentò il più grande.
“Eh? Oh, scusa!” disse Inoo, lasciandogli andare il braccio e sedendosi, permettendo a Kota di tirare via la mano da sotto il cuscino che Kei stava usando come secondo guanciale.
“Ma cosa stavi sognando? Hai iniziato a mormorare qualcosa e io spero tanto che la persona a cui ti stessi dichiarando fossi io!” gli disse divertito il più grande.
Kei spalancò gli occhi: “Che cosa? Vuoi dirmi che è stato solo un sogno?” si indispettì. “Oh, ma non è giusto!”
“Kei, cosa dici?”
“Non hai preparato nessuna sorpresa per il mio compleanno quindi!” si indignò, incrociando le braccia al petto.
“Kei, il tuo compleanno è fra sei mesi!”
“E allora?”
“Ma!” Yabu era sconvolto, nonostante stesse con Kei ormai quasi da due anni, faticava a seguire i suoi ragionamenti, specie non era ancora abituato ad affrontare con lui certe discussioni appena svegli.
“Ho sognato una cosa bellissima, Ko-chan! Era il mio compleanno e tu hai affittato una grande villa e hai invitato Yama-chan, Dai-chan, Hikaru-kun e Takaki-kun!”
“Eh? Perché anche loro due?”
“Perché hai visto come io li guardavo!” spiegò.
“Come? Perché come li guardi? Aspetta, li guardi?”
“Oh, Ko! Nel mio sogno eri un tantinello più sveglio!”
“E allora tu mi hai regalato questa magnifica serata e c’era Ryo-chan che mi baciava e poi anche Dai-chan. Poi Dai-chan mi ha fatto una cosa… io l’ho sempre pensato che avesse delle belle mani, Yama-chan è proprio fortunato e…”
“Kei!”
“Poi anche Hikaru e Yuya non se la cavavano male e…”
“KEI!”
Yabu lo osservava allibito: cosa stava blaterando?
“E poi io e te abbiamo fatto del meraviglioso sesso!” riassunse con aria sognante.
“Kei!” lo riprese Yabu, passandosi una mano sugli occhi con fare stanco.
“Sì?”
“Sì? Ma Kei, prima di tutto dubito fortemente che Daiki ti permetta di fare cose con il suo fidanzato e tantomeno io permetterei a lui di fare cose a te, specie con quelle mani” lo citò. “E men che meno permetterei ai miei sottoposti di fare altrettante cose con il mio fidanzato!” precisò.
“Oh, Ko, mi piace tanto quando sei geloso, lo sai?” gli disse Kei, affatto interessato al rimprovero, spostandosi a sedersi su di lui, abbracciandolo in collo e baciandolo.
“Ma non ti preoccupare, solo tu hai fatto l’amore con me, gli altri erano solo sesso” assicurò, annuendo.
Yabu lo guardò sbattendo le palpebre ma senza riuscire a prendersela con lui, in fondo Kei era fatto così e lui lo amava perché era esattamente in quel modo.
“Mh, sei sicuro che nessuno sia stato irrispettoso con te?” decise di assecondarlo.
“Assolutamente e poi non gliel’avrei mai permesso.”
“Mh, allora va bene!” affermò Yabu, passandogli le mani sui fianchi, sorridendo.
“Perché io amo solo te, Kota!” confessò Kei, infilandogli le mani tra i capelli, baciandolo piano sulla bocca. “Mh, ma sai una cosa?”
“Dimmi…”
“L’abbiamo fatto in una posizione veramente interessante.”
“Davvero?”
“Sì!” Kei annuì, gli occhi ridenti.
“E te la ricordi?”
“Oh sì! Eccome!” affermò malizioso.
“Bene, perché sai, stavo pensando a una cosa.”
“Cosa?”
“Ormai siamo svegli e manca ancora un po’ prima di andare in centrale e pensavo…”
“Sì?” lo esortò Kei, che già aveva capito dove l’altro volesse andare a parare e non poteva che essere più d’accordo con lui.
“Si potrebbe provare, anche perché dubito molto che questo possa essere risolto tanto facilmente” insinuò, ammiccando al sospetto rigonfiamento del pigiama del più piccolo.
Inoo rise e si tese sulle ginocchia.
“Sì, hai ragione, sarebbe proprio un problema, Ko. Un grande e grosso problema, amore. Grande e grosso!” specificò, ridendo e sbilanciandosi in avanti stendendosi sul letto con il proprio fidanzato.