Titolo: Nee hora mite mite kage ga kasanata (“Avvicinati! Guarda, guarda, le nostre ombre si sovrappongono) [Niji - Ninomiya Kazunari-]
Fandom: RPF - Hey!Say!JUMP
Personaggi: Arioka Daiki, Yamada Ryosuke
Pairing: Ariyama
Rating/ Genere: PG/ AU, romantico, fluff
Wordcount: 444
fiumidiparoleDisclaimer: I personaggi non sono miei, non li conosco personalmente e quanto di seguito accaduto non vuole avere fondamento di verità. La storia è scritta senza alcuno scopo di lucro.
Warning: slash
Note: la storia è scritta per l’X-Fandom, prima puntata - Bootcamp #1 indetta da
maridichallenge una storia tra le 100 e le 500 parole ispirata a
Niji - Ninomiya Kazunari, per la
think_fluff per la tabella Estate con il prompt “Conchiglia” e per la
500themes_ita con il prompt ‘Lasciato indietro’.
Della serie dell’universo
AUTabella:
X-fandomTabella:
EstateTabella:
500themes_ita “Dai-chan! Daichan!”
Yamada fece una breve corsa raggiungendo il più grande che camminava qualche passo avanti a lui sulla spiaggia e non si era accorto di averlo lasciato indietro.
Daiki si volse, infilandosi le mani nelle tasche dei boxer da mare: “Cos’è?” chiese al più piccolo quando questi gli tese le mani.
“Guarda! È una conchiglia bellissima!” spiegò entusiasta Ryosuke, accostando il guscio all’orecchio del più grande. “Si sente il rumore del mare!” gli disse, con gli occhi che brillavano, portandola poi al proprio orecchio per ascoltarne il suono.
Daiki rise appena, tossicchiando per camuffare quel suo gesto, ma Yamada se ne accorse comunque e lo guardò perplesso.
“Che c’è?”
“No, niente, niente…” sminuì Daiki, Yamada era così contento di quella scoperta che non voleva rovinargli il momento.
“No, Daiki, adesso dimmelo! Perché ridevi?” insisté, fermandosi davanti a lui. “Pensi che sia una cosa stupida?” volle sapere, guardando la conchiglia, facendo per gettarla, ma Daiki lo fermò.
“No, no, è solo che, ecco…” lo fece voltare di lato e accostò le mani a coppa all’orecchio del più piccolo, sorridendo quando Ryosuke spalancò gli occhi, guardandolo.
“Anche da te si sente il mare!” affermò colpito e Daiki rise di nuovo.
“Perché non è il rumore del mare!” gli spiegò. “È il rumore del sangue che circola, succede se avvicini all’orecchio qualsiasi oggetto di forma concava. Per un fenomeno scientifico il vuoto che c’è dentro crea un…” si interruppe quando vide Yamada mordersi le labbra e mettergli il broncio, allontanandosi.
“Ehi Ryo!” lo chiamò, seguendolo.
“Scusami se io non sono un uomo di mare come te e non so queste cose e mi emoziono per niente!”
“Io sono cosa?” Daiki rise ancora, raggiungendolo, fermandolo per un polso. “Ehi, chibi!” lo chiamò, facendolo voltare verso di sé, vedendo la sua espressione sorpresa.
“Come… come mi hai chiamato?”
“Chibi…” ripeté Daiki in modo dolce. “Ti da fastidio?”
Yamada scosse il capo, immediatamente dimentico dell’offesa subita e anzi sentendo il proprio cuore scaldarsi.
Daiki si accostò di nuovo a lui e portò le mani contro il suo orecchio.
“Daiki lascia stare…” provò a parlare Yamada, ma l’altro lo interruppe.
“Sai cos’altro di dice? Che quello che senti non è il rumore del mare, ma il rumore del battito cardiaco” mormorò, avvicinandosi maggiormente a lui, abbracciandolo in vita. “E il mio cuore batte davvero velocissimo quando sono con te” confessò, sorridendogli.
Yamada ricambiò e lo strinse a sé.
“Oh!” esclamò, guardando sulla sabbia dove le onde si infrangevano. “Guarda! Le nostre ombre si sovrappongono!” commentò, sollevando uno sguardo ridente su Daiki, emozionato come quando aveva sentito il rumore del mare nella conchiglia.
“Sì, stanno bene…” annuì Arioka sorridendo, sollevandogli il mento con due dita, baciandolo piano.