[Takaru] Summer Splash!

Mar 17, 2013 10:38

Titolo: Summer Splash!
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggio: Yaotome Hikaru, Takaki Yuya
Pairing: Takaru
Rating/ Genere: nc-17/ erotico, romantico, fluff
Warning: slash
Wordcount: 1.985 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la community per la 10disneyfic per il Set Mix con il prompt “Senti come è calda questa sabbia. Se vuoi ti scalderà”, per la think_fluff per la tabella Estate con il prompt ‘crema solare’ e per la 500themes_ita con il prompt ‘troppo da trattenere’.
Il titolo è omonimo di una canzone degli Arashi.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: Set Mix
Tabella: 500themes
Tabella: Estate

Quando Hikaru uscì dall’acqua rimase per qualche istante in piedi davanti alla riva lasciando che il sole caldo lo asciugasse un po’, strizzò le gambe del costume e si ravvivò i capelli con le dita, sollevando la testa verso l’alto, inebriandosi della piacevole sensazione della brezza tiepida sulla pelle.
Si guardò indietro, individuando il proprio ragazzo beatamente disteso sull’asciugamano ad abbronzarsi: quella giornata al mare si stava rivelando davvero un’ottima pensata, era da tanto che non si concedevano del tempo per stare insieme in tutta tranquillità. Lo raggiunse senza fare rumore, osservandolo: aveva il viso rivolto di lato, le braccia piegate sotto la guancia a fare da cuscino e muoveva di tanto in tanto i piedi sulla rena, segno che non stava dormendo come Hikaru aveva pensato. Gli occhiali da sole erano leggermente scivolati sul naso e aveva le palpebre abbassate.
Yaotome rimase in piedi davanti al ragazzo prima di piegarsi sulle ginocchia e adagiarsi con attenzione su di lui, facendo aderire il petto alla schiena dell’altro.
“Aaah, Hikka!” si ridestò di colpo Yuya, sollevando il volto e il più piccolo intercettò quella protesta rubandogli un bacio sulla bocca.
“Scherzetto!” gli disse divertito, passandogli le mani tra i capelli, levandogli gli occhiali, sistemandoseli sul proprio viso.
“Sei tutto bagnato, levati!” lo rimproverò Yuya, cercando di levarselo di dosso, ma senza successo.
“Ti rinfresco un po’” gli disse Yaotome, passandogli le mani sul collo e le spalle. “Dovresti girarti anche dall’altra parte” gli suggerì. “E poi, pensa se fosse stato qualcun altro a sorprenderti alle spalle in questo modo” suppose, sollevandosi gli occhiali sulla testa.
“Ma va, chi vuoi che mi abbordi così” rise Takaki, cercando di voltarsi.
Hikaru si sollevò sulle braccia, permettendoglielo, tornando però su di lui, accarezzandogli le guance con le mani.
“Ci provassero solamente!” borbottò.
Yuya si lasciò vezzeggiare, alzando a sua volta le braccia, posando le mani sui fianchi del più piccolo, lasciando scorrere le dita in una carezza lungo il torce.
Hikaru si chinò su di lui per baciarlo ancora, con discrezione, prendendo il flacone di crema solare e passandogli la protezione sul petto.
“Se non ci fossi io diventeresti tutto rosso come un aragosta!” lo rimproverò, spostandosi leggermente dietro di lui, passandogli la crema protettiva dove la pelle era leggermente più calda, sentendo Yuya sospirare e prendergli di mano il tubetto.
“Non è di me che dovresti preoccuparti, tu hai la pelle più chiara della mia!” gli fece notare, spremendo un po’ di crema bianca profumata sul palmo e con due dita, spargergliene un po’ sugli zigomi leggermente rossi, le guance e il mento, sorridendo, posandogli la mano sporca di crema al centro della schiena, per ripulirsi dai residui in eccesso, vedendo Hikaru sorridere.
“Adesso sei apposto!” commentò il più piccolo, pulendosi le mani sull’asciugamano e poi affondò una mano nella sabbia prendendone un po’ nel palmo, lasciandola scorrere via dalle dita.
“Senti come è calda questa sabbia” commentò, guardandolo. “Se vuoi ti scalderà” gli disse, mormorando con fare sensuale e Yuya lo guardò, intercettando la sua mano; si avvicinò con l’intento di baciarlo, ma si fermò quando arrivò vicinissimo alle sue labbra, senza posarvele.
“Già, ma perché non lasci che scaldi te?” mormorò poi muovendosi velocemente, cogliendo Hikaru completamente impreparato e con un movimento dei fianchi, lasciarlo rotolare sulla sabbia, sbilanciandolo all’indietro, prendendo una manciata di granelli sottili, spargendoglieli sul petto.
“Ah, Yuuyan! Che fai?” protestò. “Così mi riempirò di sabbia, eddai!” cercò di liberarsi dalla presa dell’altro che continuava a divertirsi per farlo diventare un tutt’uno con la spiaggia, riuscendo a sollevarsi quando Yuya si mise a sedere di nuovo nel proprio asciugamano, sentendolo ridere.
“Non sei divertente! Guarda!” fece, mettendosi in piedi. “Ho il costume pieno di sabbia!”
Yuya lo guardava e rideva, indicandolo, trovando la cosa decisamente divertente e Hikaru lo puntò a occhi socchiusi, meditando vendetta.
“Ah, beh, se la metti così…” gli disse, tirandolo per un braccio e iniziando a camminare veloce verso la riva.
“No!” Yuya, capita l’antifona, cercò di protestare, ma l’altro aveva acquistato velocità e non intendeva mollare la presa. “No, Hikka, scusa, scusa, mi dispiace, non lo faccio più! Cosa vuoi fare?” gli chiese, preoccupato.
“Lavarmi, mi pare ovvio e tu verrai con me!”
“No, aspetta è fredda, Hikka lo sai che ho bisogno di tempo per familiarizzare con l’acqua!” cercò di dissuaderlo, parlandogli con tono di voce che voleva sembrare dolce e tenero, ma Hikaru non si fece abbindolare.
“L’acqua non è tua nemica, Yuuyan!” lo prese in giro, arrivando alla riva e spingendo il compagno per le spalle, facendolo avanzare. Yuya fece resistenza e, per paura di fargli male, Hikaru lo lasciò solo per un istante, chinandosi a prendere l’acqua con le mani e creare con le braccia un’onda abbastanza forte da bagnare il compagno da capo a piedi.
Rise divertito, quando vide l’altro rabbrividire e continuò a schizzarlo, avvicinandosi a lui per bagnarlo meglio, tuffandosi a sua volta per ripulirsi dalla sabbia che gli si era appiccicata addosso.
“Sei… sei… sei…” Yuya si passò le mani sul viso, tirando indietro i capelli e si tuffò completamente in acqua, avvicinandosi a Hikaru, che si passava le mani sulle braccia continuando a ripulirsi.
“Sono unico, lo so” gli rispose Yaotome, guardandolo con un sorriso compiaciuto e Yuya prese un po’ d’acqua per schizzarlo.
“Come no. Ti odio!” recriminò.
Hikaru gli circondò il collo con le braccia, tendendosi per baciarlo sulle labbra e Yuya si scostò velocemente.
“Hikaru, non qui!”
L’altro si strinse nelle spalle.
“Perché? Non ci conosce nessuno e poi non devi sempre pensare che tutti ci guardino. Nessuno fa caso a noi!”
Yuya si voltò a osservare gli altri bagnanti in mare e le persone sulla spiaggia che in effetti erano poco interessati a loro o a quanto accadeva loro intorno, rilassandosi. Annuì e fece voltare il fidanzato, di modo che gli desse le spalle, prendendo stavolta delicatamente un po’ d’acqua passandogliela sulla schiena nei punti in cui l’altro non arrivava.
“Grazie” disse Hikaru, guardandolo riconoscente; abbassò allora le mani dentro l’acqua, scostando l’elastico del costume, continuando a ripulirsi. “Oh, guarda qua” mormorò, più verso se stesso che rivolto all’altro, ma Yuya lo sentì lo stesso, sporgendosi oltre la sua spalla, passandogli le mani sulla vita, mormorando con malizia contro il suo orecchio.
“Sì, molto interessante!”
Hikaru si voltò di scatto, sentendo la mano di Yuya scivolare in avanti sul suo stomaco e lo fermò prima che potesse arrivare a destinazione.
“Yuu” lo ammonì.
“Mh?”
“Smettila!” lo limitò, guardandolo con la coda dell’occhio, lottando con le sue dita sotto il pelo dell’acqua, per impedirgli di continuare a stuzzicarlo.
“Perché? L’hai detto tu che nessuno ci guarda” rispose candidamente e Hikaru sollevò gli occhi al cielo.
“Non è esattamente la stessa cosa” precisò.
Yuya sorrise baciandogli una guancia e accontentandolo, ritirando le mani, restando però di fianco a lui. Attese che avesse finalmente finito di ripulirsi e si immerse in acqua fino alle spalle, muovendosi con le gambe per restare a galla.
“Andiamo a fare una nuotata?” propose al più piccolo il quale annuì, tuffandosi e riemergendo poco più avanti rispetto a lui, iniziando a dare delle lunghe bracciate. Yuya si diede la spinta con i piedi e iniziò coordinando braccia e gambe, raggiungendo il compagno.
Quando furono abbastanza distanti, si guardarono indietro e Hikaru si fermò, restando a galla sulla schiena, allargando le braccia, sospirando piano, beandosi di quel silenzio e lasciandosi cullare dalle onde del mare. Sollevò la testa e pelo d’acqua quando sentì un paio di dita sfiorare leggeri i suoi polpastrelli, sorridendo a Yuya che stava vicino a lui: si mise nuovamente dritto, avvicinandosi a lui, tendendosi a baciargli le labbra. Il più grande chiuse gli occhi e gli accarezzò il volto, accennando con la testa poco lontano da loro.
“Ce la fai a nuotare fino a là?” gli chiese Takaki, indicandogli uno scoglio al centro del mare.
Hikaru annuì e in poche bracciate raggiunsero la roccia; si issarono sulla superficie, sedendosi l’uno accanto all’altro, osservando la distesa d’acqua e cielo che sembrava abbracciarli.
Yuya si protese a baciargli una spalla bagnata, sporgendo in fuori la lingua, assaporando il gusto della sua cute salata e calda, giungendo fino al collo, poi risalì posandovi sopra le labbra, sentendo Hikaru sospirare.
Il più piccolo si volse, sedendosi sulle gambe dell’altro, facendo in modo che si stendesse, tenendogli una mano sulla nuca accompagnandolo per posare la testa sul masso.
“Hikka” lo chiamò Yuya in un ansimo, quando si separarono per recuperare fiato.
“Lo so” annuì l’altro, sentendosi di nuovo in difetto d’aria, iniziando a far passare febbrilmente le mani sul corpo bagnato di Yuya, il quale non fu da meno. Si abbassò su di lui, percorrendogli il petto di baci e abbassandogli l’elastico del costume, cercando subito la sua apertura, infilando piano due dita in lui, sentendolo sospirare.
Gli prese una caviglia, chiedendogli di piegare le gambe verso di sé e discese ancora su di lui; posò un bacio sulla punta dell’erezione del fidanzato e Takaki mugolò di piacere, stringendogli i capelli, ma Hikaru non aveva intenzione di fermarsi, discese ancora, preparandolo con la lingua, allargandolo con l’ausilio delle dita, sentendolo sospirare e chiamarlo con sempre maggiore urgenza.
Solo quando lo sentì muoversi impaziente sullo scoglio e mugolare sempre più forte, Hikaru si decise a dargli di più: si risollevò, sfilando le dita da lui e posizionandosi con il proprio sesso, spingendo lentamente per farsi sentire; Yuya inarcò la schiena, spingendosi verso di lui, afferrandogli le braccia, stringendogli i gomiti.
Hikaru sorrise, chinandosi a baciarlo sulla bocca, distraendolo con la propria lingua che cercava quella di Takaki e afferrando con una mano la sua erezione pressata tra i loro stomaci, stimolandola, giocando con la punta, premendovi sopra il pollice, scendendo poi con tutta la mano, mentre continuava a spingersi in lui, fino a che non fu costretto a fermarsi; ma non dovette aspettare molto prima di iniziare a muoversi, perché Yuya gli diede segno di essere pronto quasi subito e insieme iniziarono a muoversi l’uno verso l’altro, cercandosi e ritrovandosi, raggiungendo il piacere che era diventato troppo da trattenere, liberandosi con un gemito.
Hikaru si sfilò dal corpo di Yuya, sedendosi accanto a lui e attirandolo a sé in modo che si stendesse sulle sue gambe, mentre riprendeva fiato; gli accarezzò i capelli e il viso, vedendolo schiudere gli occhi e guardarlo.
Si chinò su di lui e Yuya sollevò un braccio a cingergli il collo, tendendosi per ricambiare il bacio.
Hikaru lo abbracciò, stringendogli la schiena, accarezzandolo dolcemente.
“Rientriamo?” gli propose, quando intravide piccoli brividi sulle sue braccia, carezzandolo per scaldarlo.
Takaki annuì e si tuffò per primo nell’acqua, iniziando a nuotare piano quando Hikaru fu al suo fianco.
Risalirono sulla spiaggia e si sedettero sull’asciugamano di Yuya, coprendosi insieme le spalle con quello di Hikaru, stando vicini; la spiaggia era quasi deserta, eccezion fatta per altre coppie che, come loro, si erano attardate in quel piccolo angolo di mondo, sistemate però a debita distanza le une dalle altre.
“Hikka?” mormorò Yuya chiamandolo.
L’altro si volse a guardarlo con un accenno di sorriso e rimase ad ascoltarlo.
“Che ne dici se andiamo a depositare le cose nella tenda, ci diamo una sistemata e poi torniamo qui a guardare il tramonto?” domandò, imbarazzandosi un poco per quella particolare richiesta.
Adesso che l’aveva fatta, iniziava a sentirsi un poco scemo, ma quando l’aveva definita nella propria testa non suonava poi così male.
Hikaru attese qualche istante prima di parlare, poi annuì.
“D’accordo, ma a una condizione…” patteggiò.
“Quale?”
“Se possiamo poi restare anche a guardare le stelle” suggerì a sua volta.
Yuya sorrise ampiamente, amava Hikaru perché aveva quel modo discreto di capire esattamente di cosa necessitasse il suo cuore; non lo faceva mai sentire fuori posto, anzi, lo comprendeva fin troppo bene, più di quanto lui stesso potesse pensare.
“Ti amo” mormorò Yuya, incapace di trattenere quei sentimenti.
“Ti amo” rispose il più piccolo, allungando un braccio, infilandogli una mano tra i capelli e attirandolo a sé per baciarlo ancora.

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