Titolo: Giochi proibiti
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggio: Yaotome Hikaru, Chinen Yuri, Takaki Yuya
Pairing: Hikachii; Takaru
Rating: R
Genere: AU
Warning: slash, UST
Wordcount: 2.663
fiumidiparoleNote: la storia è scritta per la community
diecielode per la tabella Misc Warning con il prompt UST e per la
500themes_ita con il prompt ‘temi ciò di cui non puoi parlare’.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella:
MiscWarningTabella:
500themes “Oniichan!”
Chinen entrò nella stanza del fratello all’improvviso.
“Yu! Quante volte ti ho detto di bussare prima di entrare in camera mia?” lo rimbeccò il maggiore, voltandosi verso di lui.
“Ciao, Hikka!” salutò il ragazzo del fratello, ignorando i rimproveri dell’altro
“Ciao Yuri” gli rispose Hikaru, distrattamente, tornando a scrivere qualcosa su un foglio.
“Che vuoi, Yu?” chiese ancora Yuya, impaziente.
“Volevo chiederti se mi prestavi una felpa. Che fate?” il più piccolo si avvicinò a loro e si sporse tra i due, seduti vicini sulla scrivania, sbirciando i loro quaderni.
“Studiamo e levati, vai a metterti qualcosa addosso piuttosto. Che vizio di andare in giro mezzo nudo!” lo rimproverò, vedendo che indossava solo i jeans.
“Sei solo invidioso perché io sono più in forma di te! Guarda qui che fisico!” si mise in posa, ridendo e prendendo giocosamente in giro il fratello che lo spinse per una spalla.
“Non fare tanto lo splendido! Intanto io ho il ragazzo, tu sei ancora single!” lo prese in giro.
“Veramente io ho tante ragazze che mi vengono dietro” gli rese noto, guardandolo con sfida.
“Sì, sì, adesso vedi di muoverti. Prendi quello che vuoi e sparisci!” gli disse Yuya, tornando a fissare il proprio foglio, mentre Yuri, dopo quell’affermazione, si volse a fissare Hikaru, il quale distolse immediatamente lo sguardo.
Il più piccolo si allontanò dai due e aprì l’armadio del fratello osservando i capi appesi all’interno, scegliendo una maglia e indossandola.
“Yuuyan ho preso anche la maglia verde!” lo avvisò Yuri e Yuya lo liquidò con un cenno della mano.
“Fai come ti pare, non sporcarla, però…” gli disse, tornando poi a guardarlo, quando gli venne in mente una cosa. “Hai un appuntamento?” domandò.
Anche Hikaru si fermò dallo scrivere, distratto dai due fratelli che chiacchieravano.
Yuri li guardò entrambi e annuì, avvicinandosi a loro.
“Sì e ti volevo dire che oggi non torno a dormire, Ryosuke mi ospita da lui, quindi ci vedremo direttamente domani mattina” spiegò.
Yuya annuì, guardando Hikaru, sorridendo.
“Ah, è perfetto, vedi? Staremo soli e tranquilli oggi. Io volevo dirti che ho detto a Hikka di trattenersi per cena, ma se neanche tu ci sei è anche meglio!” affermò.
“Grazie per la considerazione, Oniichan, anche io ti voglio bene, sai?” ribatté ironico, colpendo il fratello sul braccio.
Yuya stava per parlare di nuovo quando squillò il telefono di casa e si alzò per andare a rispondere, uscendo dalla stanza.
Hikaru e Yuri rimasero da soli e il più grande tornò a concentrarsi sul proprio studio, sentendo poi l’odore del profumo di Yuri invaderlo e uno strano calore sulla schiena: il più piccolo si chinò leggermente in avanti, posando una mano sul bordo della scrivania, accanto al braccio piegato di Hikaru e il petto che in parte poggiava contro la spalla del più grande.
“Questo è sbagliato” gli disse, parlando piano, chinandosi maggiormente, indicando un punto nel foglio. “Non comprendo perché tu e Yuya non vogliate che vi aiuti. Anche se andate all’università, per me questi esercizi sono una passeggiata” disse, ridacchiando poi, sedendosi sulla sedia vuota, prima occupata da Yuya.
“Yuri…” mormorò Hikaru, voltandosi a guardare il più piccolo.
“Che c’è?” gli chiese innocentemente.
“Smettila” gli chiese, guardandolo seriamente.
“Di fare cosa? Sto solo dicendo che…”
“Smettila!” lo interruppe. “Sai benissimo di cosa sto parlando!” gli disse, voltandosi appena con il busto, vedendo Yuri sorridere suadente e posare le mani sulle sue gambe, di modo che ruotasse leggermente con la sedia verso di lui.
“Io non capisco di cosa tu stia parlando, Hikaru” sussurrò, lasciando scivolare le mani verso l’alto, sulle cosce, fermato però dalla presa del ragazzo.
“Yu-”
“Mi piace quando pronunci il mio nome, Hikaru. Ha un suono diverso da quello che usi per chiamare mio fratello” affermò, incurante degli avvertimenti dell’altro. Si piegò in avanti, scivolando con la sedia verso di lui, incastrando le loro ginocchia.
“Non stiamo facendo nulla di male. Stiamo solo parlando, no?” gli disse, allontanandosi e sollevandosi dalla sedia quando sentì i passi di Yuya tornare indietro.
“Ma sei ancora qui?” gli chiese il maggiore, avvicinandosi ai due e piegandosi in avanti, circondando il collo di Hikaru con le braccia.
“Dovresti ringraziarmi, ho spiegato a Hikka dove avevate sbagliato. Siete due asini!” gli fece la linguaccia, guardando con la coda dell’occhio Yaotome.
“Smettila di dare noia al mio fidanzato e sparisci! Ti ricordo che sei cresciuto e adesso lui è autorizzato a mandarti via, non ad assecondare i tuoi capricci!” gli disse, leggermente divertito, ricordando quanto Yuri si fosse subito affezionato al suo ragazzo i primi tempi che si vedevano.
“Sì, sì, adesso vado via, non ti preoccupare. Divertitevi e non studiate troppo!” li salutò Yuri, uscendo dalla stanza.
“Finalmente!” sospirò Yuya, sporgendosi verso il quaderno di Hikaru, osservando la pagina, “davvero ha corretto un errore?” gli chiese, sollevandosi e facendo per mettersi a sedere, trattenuto però da Hikaru che lo prese per un polso, attirandolo sulle proprie gambe.
Yuya si stupì per quel gesto improvviso, mettendogli le braccia attorno al collo, sentendosi attirare verso il basso da Hikaru, che lo pretese per un bacio urgente, passandogli le mani sulla schiena e sul sedere, spingendolo ad avanzare verso di sé.
“Ehi… ehi” sorrise Yuya, quando si separarono, guardando verso il basso, sentendo l’altro già eccitato. “Che ti è successo?” gli chiese, divertito, lasciando scivolare una mano sul suo petto, rubata poi da quella di Hikaru che la strinse, baciandogli le dita.
“Mi è venuta voglia…” gli rispose in un ansimo, sollevando il volto per baciarlo ancora, infilando una mano sotto la maglietta.
“Lo vedo” rispose Yuya a sua volta con il fiatone, iniziando a eccitarsi. “Forse dovremo fare una pausa” propose, mentre si sollevava appena da lui e si abbassava i pantaloni, vedendo Hikaru slacciare i propri jeans e liberare il proprio sesso, iniziando a massaggiarlo con una mano, prima che Yuya tornasse su di lui e con l’altra lo preparasse velocemente.
“Siamo soli in casa, vero?” volle conferma Hikaru, aiutando Yuya a discendere su di sé, allargandolo piano.
Il più grande trattenne gli ansimi, cercando di regolarizzare il respiro.
“Sì!” gli rispose, sentendo le mani di Hikaru perlustrare il suo corpo e la sua bocca sul collo.
“Bene… molto bene…. Fammi sentire la tua voce allora, Yuuyan. Chiama il mio nome” gli chiese, iniziando a muoversi con lui e venendo immediatamente esaudito dal compagno.
*
“Sono a casa!”
“Yuri!” Yuya sollevò la testa dal petto di Hikaru, guardando il fratello perplesso. “Cosa ci fai qui?”
Il più piccolo lo osservò a sua volta sollevando un sopraciglio.
“È anche casa mia, sai, ci abito!”
“Hai detto che non saresti tornato.”
“Ho avuto un imprevisto, Yamada è finalmente riuscito a parlare con il ragazzo che gli piace e mi hanno riaccompagnato a casa” spiegò.
“Sei venuto in macchina con uno sconosciuto?” si stupì Yuya.
“Daiki non è uno sconosciuto, frequenta l’istituto di fronte al nostro, anche se è più grande di noi. E poi è amico di amici in comune. Ma non è questo il punto. Il punto è che non mi andava di dormire da Yamada. Non vorrai certo che il tuo fratellino faccia il terzo incomodo vero?” gli chiese con fare innocente, guardando di sfuggita Hikaru, rimasto per tutto quel tempo in silenzio.
Inconsciamente Hikaru strinse a sé il corpo di Yuya, semidisteso su di lui sul divano, giocherellando con le sue dita.
“Ho capito!” disse Yuya, tornando a poggiarsi contro il fidanzato, guardando Hikaru. Anche Yuri comprese quell’occhiata e lo precedette.
“Tranquillo, non voglio disturbare neanche te, potete continuare a fare gli allegri piccioncini, io vado a cambiarmi!” li informò, sparendo poi dal salotto.
“Mi dispiace” si scusò il più grande con Yaotome.
Hikaru gli posò una mano sotto al mento, facendolo sollevare meglio verso di sé e baciandolo.
“Non importa, siamo insieme comunque, no… la notte è nostra” gli disse, divertito, infilando due dita oltre lo scollo della magia che Yuya indossava e sorrise.
“Sì, ma quando c’è Yuri in casa mi fa abbastanza strano, lo sai…”
“Farò piano” lo prese maliziosamente in giro Hikaru, lasciando scivolare appena la mano verso il basso e Yuya tirò meglio le gambe sul divano, sollevando un braccio, circondando il collo di Hikaru.
“Non sai essere delicato e io non sono per niente silenzioso” gli ricordò, accarezzandogli le labbra con le proprie, massaggiandogli la nuca.
“So essere gentile e premuroso invece, quanto a te è vero, urli troppo” lo stuzzicò.
“E secondo te di chi è la colpa? Non dovrei neanche dirlo altrimenti ti monti la testa” gli disse a bassa voce, intrecciando una mano con la sua.
“Troppo tardi per preoccuparti di questo, Yuuyan” ribatté divertito, baciandolo ancora, interrotti poi dall’arrivo di Yuri.
“Mi prendo un succo e sparisco, volete qualcosa?” chiese il fratello più piccolo.
Yuya guardò Hikaru e si sedette composto, restando comunque abbracciato al fidanzato che lasciava scendere una mano sulla sua schiena in una carezza lenta.
“Yuri?”
“Sì?”
“Se vuoi puoi restare qui con noi a vedere il film” propose Yuya, vedendo il fratello minore sorridere e titubare un attimo.
“Sei sicuro? Per me posso anche…” provò, ma Yuya capì subito che la sua era tutta una recita.
“Avanti, tanto lo so che vuoi stare con noi, siediti e stai buono!”
Yuri saltellò sul posto.
“Grazie, Yuuyan!”
“Sì, sì, spegni la luce e siediti in silenzio!” gli ordinò, sorridendo a sua volta a Hikaru che scosse il capo divertito, sollevando le gambe sul divano e incrociandole, permettendo a Yuya di sistemarsi meglio contro di lui.
Yuri spense le luci, lasciando la stanza nel buio completo, eccezion fatta per la luce che proveniva dallo schermo.
“È un thriller, ti avviso che se poi hai paura stanotte non potrai dormire con me!” lo avvisò.
“Io non sono così fifone!” si difese, Yuri.
“Sì, sì, come no” lo prese in giro Yuya, sporgendosi per toccargli la testa, scompigliandogli i capelli.
“Ehi, fammi seguire” gli disse il più piccolo, piegando le gambe, abbracciandole e posando il mento sulle ginocchia, iniziando a seguire il film, ma concentrandosi poco, molto più interessato alla presenza accanto a sé che di tanto in tanto sbirciava con la coda dell’occhio.
Hikaru era nervoso, lo poteva percepire anche da quella distanza, continuava a fissare lo schermo, ma si vedeva che non lo stava facendo perché realmente interessato.
Yuri si mosse, sistemandosi meglio sul divano, accostandosi di poco al più grande, sorridendo tra sé quando lo vide chinare il volto per sentire qualcosa che il fratello gli aveva sussurrato all’orecchio e poi lo vide voltarsi verso di lui, iniziando a baciarlo.
Yuya gli aveva poggiato una mano sulla guancia, per tenerlo vicino a sé e Hikaru non si era lasciato pregare.
Facendo attenzione a non compiere movimenti troppo bruschi, Yuri lasciò scivolare una mano verso il basso, posandola sulla coscia di Yaotome, sentendolo sussultare e gemere appena nella bocca di Yuya, ma non si lasciò fermare, anzi, incentivato da quella pericolosa situazione, aprì la mano, passando ad accarezzargli il ginocchio e scendendo verso l’interno coscia, risalendo fino all’inguine, allontanandosi di nuovo, stuzzicandolo.
Sentì la mano di Hikaru muoversi per cercare la sua, per impedirgli di continuare, ma Yuri ne approfittò per stringergli le dita e condurla insieme alla propria sulla sua semi erezione, muovendole insieme, fino a che non sentì Hikaru scostarsi di scatto da lui e abbassare le gambe.
Interruppe il bacio con Yuya e si sedette rigidamente composto, allontanandosi impercettibilmente dal più piccolo e Yuri decise che per il momento l’avrebbe lasciato in pace, dandogli un po’ di tregua, tanto sapeva che prima o poi Hikaru avrebbe ceduto: il più grande sapeva cosa Yuri provava nei suoi confronti, sapeva come era fatto e che avrebbe presto o tardi ottenuto quello che voleva. E Yuri voleva Hikaru.
Si rannicchiò a sua volta sul bordo del divano, continuando a guardare il film.
*
Hikaru aprì la porta del bagno, fermandosi quando vide Yuri dall’altra parte.
“Ho finito, scusami se hai dovuto aspettare” disse Hikaru, senza guardare il più piccolo negli occhi, facendo per oltrepassarlo, ma fermato dall’altro che lasciò scivolare una mano nella sua.
“Lasciami, Yuri” gli chiese sottovoce, guardando verso il corridoio: la luce della stanza di Yuya era accesa, aveva lasciato il fidanzato a sistemare il letto, ma poteva comunque arrivare da un momento all’altro.
Yuri però non era del suo stesso avviso, per cui lo trascinò con sé di nuovo nel bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
“Yuri!” esclamò Hikaru, tacitato dall’altro che gli mise due dita sulle labbra.
“Sssht, vuoi che Yuuyan ti senta?”
“Per favore, Yuri…” lo pregò, ma l’altro era sordo a quelle richieste. “Io sto con tuo fratello, lo amo e…”
“Se è così come dici, perché quando ti sono vicino ti innervosisci?” chiese, avanzando di un passo, vedendo Hikaru indietreggiare, fino a cozzare con le gambe contro la vasca, poggiandogli le mani sulle spalle per farlo sedere, sistemandosi immediatamente su di lui. “Se è così, perché ti ecciti quando ti tocco? Perché lasci che lo faccia?” insinuò, sporgendosi per tentare di baciarlo, vedendo Hikaru voltare il viso dall’altra parte, ma non si lasciò fermare. Gli prese una mano, intrecciando le loro dita, portandola al proprio volto, inducendolo ad accarezzarlo, chiudendo gli occhi e sospirando, posando la fronte contro quella di Hikaru, guardandolo con occhi leggermente socchiusi, vedendo l’altro indeciso e tormentato tra quello che avrebbe voluto fare e quello che non poteva fare.
“Yuri…” gemette Hikaru, senza riuscire a impedirlo in quella che voleva essere una supplica a smettere con quel gioco pericoloso, ma che sembrava tutt’altro.
“Ancora, Hikka, chiamami ancora…” gli chiese Yuri, posando appena le labbra su quelle del più grande, sfiorandole con le proprie.
Hikaru lasciò che le proprie mani si chiudessero a coppa sul viso del più piccolo, scendendo ai lati del collo, accarezzandolo, osservando quella piccante tentazione che era Yuri con la camicia del pigiama sbottonata dei primi bottoni e che lasciavano intravvedere il collo e la pelle chiara del petto.
“Non posso… non…” cercò di parlare, inghiottendo a vuoto, forzandosi di allontanare le mani dal corpo del più piccolo, il suo profumo lo stava intossicando, il calore del suo corpo che sentiva anche attraverso il pigiama una tentazione irresistibile, così come l’erezione di Yuri che premeva contro la sua coscia.
Gli mise le mani in vita, chiedendogli di sollevarsi da lui.
“Smettiamola, Yuri. Io sto con Yuya, lui è tuo fratello e…”
Yuri lo interruppe, stringendosi di proposito di più a lui, soffiando sul suo volto il proprio pensiero: “No, Hikaru, è quei che ti sbagli. È questo che non capisci, tu in realtà non pensi a Yuya, a quello che potrebbe dire, quello che potrebbe provare se lo scoprisse. Tu temi ciò di cui non puoi parlare. Ovvero temi i tuoi sentimenti, perché sai che se solo ti lasciassi andare con me staresti bene, perché io sono ciò che inconsciamente desideri da tempo” gli rivelò, abbassandosi contro il suo collo, premendo leggermente le labbra sulla sua pelle.
Hikaru ansimò, sospirando pesantemente, quasi arreso, quando sentirono bussare alla porta e la voce di Yuya chiamarlo.
“Hikka? Tutto bene?” domandò il fidanzato dall’esterno.
Hikaru guardò Yuri negli occhi, mentre si schiariva appena la voce per rispondere.
“Sì. Sì, Yuuyan, adesso esco, un attimo!” assicurò.
Rimase alcuni altri secondi a fissarsi negli occhi con Yuri, fino a che non sentì l’altro sollevarsi e nascondersi dietro la porta.
Hikaru lo guardò e Yuri non abbassò lo sguardo; aprì la porta, lasciandola accostata, mentre sorrideva a Yuya.
“Scusami” gli sorrise imbarazzato, stringendo le dita contro l’uscio della porta, sentendo quelle di Yuri sfiorargli le nocche.
Si ritrasse di scatto come se quel contatto lieve scottasse e prese per mano il fidanzato, spegnendo la luce del bagno, tornando con lui in camera.
Yuri si sedette sul bordo della vasca, posando i piedi sul piatto, scivolando seduto all’interno della stessa, portandosi le ginocchia al petto e nascondendo la testa tra le braccia; non pianse, perché non ne valeva la pena, quella volta aveva perso era vero, ma non era l’esito di un’unica battaglia a decidere le sorti di qualcosa di molto più grande. E Yuri non era abituato a perdere.