[Hikachii] Kitto nannenmo tattemo sa, kawarenai mono ga aru

Sep 26, 2012 18:30

Titolo: Kitto nannenmo tattemo sa, kawarenai mono ga aru (Per quanti anni possano trascorrere, ci sono cose che non possono cambiare.) [Bandage - Jin Akanishi]
Fandom: RPF - Hey! Say! JUMP
Personaggio: Yaotome Hikaru, Chinen Yuri
Pairing: Hikachii
Rating: R
Genere: angst
Warning: slash
Wordcount: 1.211 fiumidiparole
Note: la storia è scritta per la community 500themes_ita con il prompt “resistere alla tentazione”.
Disclaimer: I protagonisti di questa storia non mi appartengono, non li conoscono personalmente e i fatti di seguito descritti non hanno fondamento di verità. La storia non è scritta a scopo di lucro.
Tabella: 500themes


Hikaru pensava che ci fosse qualcosa di profondamente sbagliato in lui se si cacciava sempre in quelle situazioni. Era ormai convinto di provare un sottile piacere nell’imbarcarsi in relazioni che non avevano via d’uscita. O meglio che non avevano neanche un inizio, a essere precisi.
Quando aveva quindici anni si era innamorato per la prima volta.
A sedici aveva provato le gioie di quell’amore che cresceva, la sensazione di pace e benessere che provi solo quando stai vicino alla persona che ami senza chiedere nulla in cambio, pago semplicemente di quello che provi, coltivando con cura quel germoglio dentro di te.
A diciotto anni aveva imparato cosa significasse soffrire per amore, cosa si provasse nel sentirsi rifiutati ancor prima di averci provato e vedersi sfuggire dalle dita l’unica possibilità di essere felice, perché sei stato troppo stupido aspettando il momento giusto; aveva imparato la sensazione di perdita e per la prima volta aveva provato l’odio verso un’altra persona.
A diciannove anni, poi, era stato lui ad avere il coltello dalla parte del manico; arido nei suoi sentimenti, aveva deciso che non si sarebbe mai più innamorato, perché innamorarsi rende deboli e soli.
Quando Yuya gli si era dichiarato non ci aveva messo molto a dargli la sua risposta: per il compagno non provava assolutamente niente e quando il più grande aveva pronunciato il nome di Yabu, dicendogli che se solo gliel’avesse permesso, avrebbe curato il suo cuore, aiutandolo a dimenticarlo, non aveva provato alcun rimorso o scrupolo nel guardarlo con freddezza e dirgli che non poteva ricambiare i suoi sentimenti e che per lui non era nessuno.
E quando qualche mese dopo, aveva sorpreso Yuya e Chinen a fare sesso negli studi, convinti che non vi fosse nessuno, si era sentito inspiegabilmente tradito, non una, ma due volte.
Per quanto fosse stato lui ad averlo rifiutato, non avrebbe mai perdonato a Yuya il fatto di averlo rimpiazzato così presto, perché significava che allora i sentimenti che aveva confessato a lui tempo addietro non erano reali. Non gli avrebbe mai perdonato quella leggerezza, perché lui, invece, dopo tutti quegli anni, ancora non aveva dimenticato Yabu, continuava ad amarlo e a struggersi per lui, a guardarlo da lontano, invidiando, odiando lui e Kei e la loro felicità.
Aveva studiato il comportamento di Takaki con attenzione e aveva capito che quello che c’era fra lui e Chinen non era solo sesso, fosse stato così, avrebbe anche potuto provare a comprenderlo, a giustificarlo, ma lo vedeva il modo in cui si guardavano, vedeva il modo in cui si cercavano a vicenda, i loro sorrisi, la loro complicità e voleva distruggerla.
Non gli avrebbe permesso di essere felice, non senza di lui.
Così aveva meditato a lungo, fino a che non si era ritrovato un pomeriggio da solo con Yuri nei camerini e aveva deciso che quella sarebbe stata la sua occasione.
Voleva fargliela pagare, voleva farlo soffrire e stare male, perché lui, come Kei, aveva qualcosa che gli apparteneva, perché Yuya era lui che amava, era a lui che si era dichiarato e non lo poteva sopportare.
Quando vide il più piccolo prendere la propria borsa e fare per andarsene lo richiamò a sé, fermandolo, avvicinandosi a lui velocemente e strattonandolo per un braccio, costringendolo con le spalle contro il muro, bloccandolo con il proprio corpo.
“Finalmente sei uscito allo scoperto, Hikaru” parlò Chinen, sorridendo in modo strafottente, lasciando l’altro completamente spiazzato.
Il più piccolo gli posò le mani sui fianchi, lasciando cadere la borsa a terra, sollevando la testa, parlando contro il suo collo.
“Stavo aspettando solo il momento in cui ti saresti deciso a fare la tua mossa, ma a dire il vero mi hai stupito, Hikka. Credevo saresti andato direttamente da Yuya, non da me” confessò, lasciando passare le mani sul suo petto, sopra la maglia. “Mi sono accorto del modo in cui lo guardi e non comprendo perché ti sia accorto di lui solo dopo che io sono arrivato a portartelo via. Scommetto che ti sei sentito abbandonato di nuovo, come quando Yabu ha preferito Kei a te!” gli ricordò cattivo e Hikaru lo afferrò per la vita, facendogli sbattere di nuovo la schiena contro la parete.
Ma Chinen non si scompose.
“Cosa vuoi fare?” gli chiese, affannando leggermente, fregandosi insistentemente con il bacino su di lui, sentendolo eccitarsi lentamente. “Vorresti punire me? O vuoi semplicemente far soffrire Yuya?” gli chiese ancora, soffiando direttamente quelle parole contro il suo collo.
Hikaru rabbrividì cercando di resistere alla tentazione, cercando di riprendere il controllo della situazione che aveva da subito perduto, non volendo cederlo all’altro.
“Avanti, Hikka… fai quello che devi…” mormorò Chinen, passandogli la lingua sul collo, succhiando il pomo d’Adamo, scivolando con le mani verso il basso, infilando le dita oltre i pantaloni, accarezzandolo, sentendolo crescere contro il proprio palmo.
Hikaru gemette, chiudendo gli occhi e afferrandogli una coscia, sollevandolo di peso e assalendogli le labbra, depredandogli la bocca con urgenza, mordendo e facendogli male.
Chinen però non gli diede soddisfazione alcuna di sentirlo gemere o ribellarsi, anzi, assecondava i suoi istinti senza opporre la minima resistenza.
Hikaru si allontanò da lui, costringendolo a voltarsi e poggiandosi di nuovo sul suo corpo, tenendolo fermo per i fianchi.
Chinen rise, voltando il viso, notando la sua titubanza, accorgendosi che Hikaru ancora non si era deciso a fare sul serio.
“Toccami, Hikaru, avanti, che aspetti?” lo incentivò, muovendo indietro il sedere, provocandolo, ma l’altro si limitò a guardarlo senza fare niente.
E fu allora che Chinen ne approfittò, si volse di nuovo, prendendo Hikaru per le spalle, spingendolo a terra, montando cavalcioni su di lui, baciandolo lui stavolta, sollevandogli la maglia, graffiandogli il torace e slacciandogli i pantaloni, iniziando a toccarlo con fare intimo e rude, eccitandosi a sua volta, ma ignorando le proprie pulsazioni.
Quando fece per approfondire il contatto, Chinen si sentì afferrare per un polso e trattenere. Fu allora che si liberò di nuovo dalla sua presa e si sedette accanto a lui sul pavimento, guardandolo con disapprovazione.
“Lo sapevo che non ci saresti riuscito, sapevo che non saresti stato in grado di arrivare fino in fondo…”
A quelle parole, Hikaru parve risvegliarsi, si gettò contro il più piccolo, mandandolo disteso a terra, assalendogli il collo, restituendogli le stesse carezze, sentendo Chinen fremere sotto di sé e reagire a quei tocchi scoordinati, prima di fermarsi di nuovo: osservò il più piccolo, il volto arrossato, gli occhi lucidi d’eccitazione e il fiato corto.
Di nuovo Chinen parlò.
“Sei troppo corretto, Hikaru…” gli disse. “E se ti comporti così non andrai mai da nessuna parte” lo spinse per le spalle, scostandolo da sé e rimettendosi in piedi.
“È stato così con Yabu ed è stato così con Yuya. Non pensavo che fossi una persona così debole, dopotutto. Mi fai pena” lo infamò, rimettendosi a posto i vestiti e prendendo la propria borsa, prima di uscire dal camerino, senza rivolgergli più parola.
E Hikaru rimase da solo con il cuore in un tumulto ancora maggiore di sentimenti e quella sensazione di inadeguatezza e frustrazione che lo colpì alla bocca dello stomaco a togliergli maggiormente il respiro.
A vent’anni Hikaru aveva imparato l’ennesima lezione di vita: non c’è limite a quanto una persona possa essere patetica anche quando credevi di aver già toccato il fondo.

comm: 500themes_ita, genere: oneshot, hey! say! jump: yaotome hikaru, fanfiction: hey! say! jump, tabella: 500themes, pairing: hikachii, rpf, hey! say! jump: chinen yuri, warning: slash

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