Albero delle Drabble Sherlockiano - III° Ramo

Jan 24, 2010 20:46


Fandom: Sherlock Holmes;
Pairing: Holmes/Watson;
Rating: Pg13 (ma potrebbe salire);
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico.
Warning: Flash-fic, Pre-Slash (per ora);
Beta: Narcissa63;
Summary: Una raccolta di flash su Sherlock e Watson, ognuna delle quali costituisce una storia a sé.
(Per l’iniziativa Albero delle Drabble di holmes_ita)

Note: Questa fic fa parte di un progetto che ho appena aperto sulla mia community, holms_ita e chiamato Albero delle Drabble. I capitoli, non sono legati tra loro, ciò che fa da collante a questa raccolta sono le frasi - prese da drabble di altre autrici che lavorano al progetto - che “ramificano” l’Albero partendo dalla prima che è stata scritta e fa da “tronco”.

DISCLAIMER: Tutti i personaggi delle saga di Sherlock Holmes non sono opera mia, bensì della mirabile penna di Sir Arthur Conan Doyle. Dato, però, che i diritti d’autore sono ormai scaduti, stappiamo tutti insieme lo spumante ed appropriamocene beatamente! XD Ah, ovviamente non mi paga nessuno, anche perché altrimenti il succitato autore si rivolterebbe nella tomba, poverello.

III° Ramo

…il dottor John Watson (Xel1980)

La persona che mi trovavo davanti era un uomo straordinariamente attraente, preciso e metodico, come dimostrava la cura con cui aveva scelto i sobri abiti scuri.
I grandi occhi turchesi svelavano la sua natura onesta e le pagliuzze indaco che li ombreggiavano, celavano incubi vissuti in prima persona e non ancora sopiti. Le labbra morbide parlavano della sua generosità e le piccole virgole ai lati della bocca testimoniavano come fosse un ragazzo più portato al sorriso che al malumore.
Una certa rigidità nella spalla sinistra denunciava una brutta ferita, di quelle che lasciano inevitabili strascichi. La mascella squadrata, il collo massiccio, la muscolatura atletica - perfettamente intuibile anche sotto gli strati di vestiti - e la postura elegante ma energica, lo identificavano come un uomo d’azione.
Le mani grandi e dalle dita ben curate, con un piccolo callo sul polpastrello del dito medio destro, lo contraddistinguevano come un individuo colto ed amante della scrittura.
Un medico militare, congedato con onore; non avevo dubbi.
Scrutandolo con attenzione compresi subito perché Sherlock lo avesse portato da me. Era un evento straordinario, non era mai capitato che desiderasse farmi conoscere qualcuno, e mi fu subito chiaro che il dottor John Watson - come mi venne in seguito presentato -fosse una creatura speciale; non poteva essere altrimenti, vista la facilità con cui aveva abbattuto il muro di diffidenza dietro cui si trincerava costantemente il mio fratellino.
Se riusciva a sopportare di vivere accanto a Sherlock, era di certo una persona paziente e premurosa; lo dedussi dalla cravatta di mio fratello, il quale non era affatto bravo ad allacciarla ed invece, oggi, sfoggiava un nodo perfetto ed identico a quello del suo amico.
Quando, poi, Sherlock ed io cominciammo a fare le nostre osservazioni su un uomo lì presente, e vidi lo sguardo curioso ed ammirato che il dottor Watson ci dedicò - ben diverso da quelli della gente qualunque, che di solito ci prendevano per pazzi o per illusionisti - capii cosa avesse conquistato tanto il mio consanguineo.
Colsi un’occhiata complice, tra loro, ed un sorriso sereno sul volto di Sherlock, che raramente aveva mostrato in presenza d’altri.
E, mentre accennavo a quest’ultimo la singolare storia che avevo ascoltato qualche giorno prima, mi augurai che quella relazione durasse il più a lungo possibile. Pensai non potesse venirne altro che bene.

Note finali: Come penso sia chiaro, questa flash è un Missing Moment di “Le memorie di Sherlock Holmes - L’avventura dell’interprete greco” in POV Mycroft.

Potete trovarlo anche su:
EFP;
Fire&Blade:

serie: albero delle drabble (holmes), sherlock holmes

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