[Supernatural] Practically Human - 10/19

Feb 06, 2013 18:06

Titolo: Practically Human
Traduttore: heavenlysunligh
Autore: Daylight
Link originale: Qui
Personaggi: Castiel, Bobby.
Rating: Arancione
Disclaimer: I personaggi descritti non mi appartengono e la storia non è scritta a fini di lucro.
Note: La storia è ambientata dopo la 5x22 ed è leggermente What if...? in quanto tutto è successo come nella puntata, ma Castiel è rimasto umano e Bobby è ancora sulla sedia a rotelle. Qui il permesso dell'autrice. Se volete leggere altre traduzione o richiederne, potreste dare un'occhiata Qui. Ci farebbe molto piacere avervi con noi =)
Riassunto: Alcune cose sono molto più facili da affrontare quando il mondo sta finendo. Mentre Dean va a mantenere la promessa fatta al fratello, Castiel è lasciato alle spalle con Bobby, cercando di adattarsi alla sua nuova vita da essere umano.

Decima parte

“Cosa diavolo pensi di fare?”
Castiel si prese un momento per osservare come Bobby appariva piuttosto piccolo dal suo attuale punto di vista. Il cacciatore si era spostato a una decina di metri circa lontano da casa per avere una vista migliore e Castiel poteva solo intravedere l’occhiataccia che gli stava lanciando.
“Ammiro la vista”, disse, spostandosi con attenzione sul tetto in una posizione più comoda e tornando a guardare la terra e il cielo che si stendevano di fronte a lui.
“Sei fuori di testa, tu idiota cervello di gallina?”
“La tua casa è piccola e limitante. Avevo bisogno di uscire”, rispose Castiel nel tentativo di dare voce all’inquietudine che lo aveva portato a strisciare fuori dalla finestra del bagno al piano superiore e salire sul punto più alto del tetto. Si strofinò i muscoli tesi del collo e si grattò distrattamente il petto.
Con le mani serrate sulle ruote della sedia, Bobby gridò di rimando: “Di solito, quando qualcuno vuole uscire, va a farsi un giro. Non cerca di rompersi il collo!”.
“Non ho alcuna intenzione di rompermi il collo”.
“Cosa che potrebbe essere mille volte più facile da fare senza il whisky!”.
Castiel guardò la bottiglia in precario equilibrio sul tetto accanto a lui, una di quelle che prima aveva preso dall’abbondante scorta di liquori del cacciatore. Si era quasi dimenticato che fosse lì, anche se non del tutto dato che era ormai piena solo per metà e lui era sicuro che fosse stata intera quando aveva iniziato la sua scalata.
Bobby parlò di nuovo, iniziando a preoccuparsi. “Se vuoi bere, almeno sii ragionevole e fallo dentro”.
“No”, rispose Castiel, bevendo un sorso di whisky per dimostrare il suo disaccordo.
“Idiota, non hai più le ali. Se cadi, non puoi volare. Scendi!”.
Castiel deglutì pesantemente e mise giù la bottiglia. “Perché non ti alzi da quella sedia, sali qui e mi fai scendere?”.
Bobby lo guardò in cagnesco da sotto la tesa del berretto. Le sue labbra erano tirate in una linea sottile, la mascella stretta. “Va bene. Rimani lì, ma se sei ancora vivo dopo aver toccato il suolo, puoi chiamarti l’ambulanza da solo!”.
Non preoccupandosi di guardarlo mentre se ne andava, Castiel volse gli occhi alla linea dell’orizzonte.
Il grido di un’aquila squarciò l’aria all’improvviso e lui alzò lo sguardo per vederla piombare su di lui e catturare il vento ad ali spiegate. Cercò di prendere il whisky, ma nel farlo lo fece cadere. La bottiglia rotolò giù per il tetto e cadde oltre il bordo, fracassandosi contro la terra sottostante, dove si era formata una pozza scura piena di frammenti di vetro.

*******

“Stai bene?”, chiese Dean. “Sembri un po’…”.
“Sto bene”, disse Castiel laconicamente. L’effetto del whisky che aveva bevuto prima era scomparso e lui iniziava a sentire una leggera sbornia. Nonostante le convinzioni di Bobby, non si era rotto l’osso del collo ed era riuscito a scendere dal tetto con solo pochi passi falsi.
“Va bene. Va bene”, rispose l’ex cacciatore. “Lisa e io abbiamo parlato un po’ ieri”.
“Sì”.
“A dire il vero, è stato un discorso un po’ lungo. Sai come sono le donne”.
“No”. La sua prima incursione nel mondo della donna umana e del sesso si era dimostrata abbastanza disastrosa e lui non era interessato a riprovare in futuro. Suppose che avrebbe dovuto. Dean pareva trovare in loro una distrazione, ma Castiel sembrava incapace di richiamare l’entusiasmo per questo cose al momento.
“Oh, giusto. Immagino di no”. Dean si schiarì la gola e spostò la conversazione in una direzione diversa. “Be’, alla fine ho deciso di trovarmi un lavoro. Visto che devo vivere questa vita tipicamente americana, suppongo che ho bisogno di iniziare a vivere”.
“Questo è vero”.
“Sto pensando di fare il meccanico o qualcosa del genere. Lisa pensa che potrei fare qualcosa di più, ma non è che abbia molte qualifiche”. Dean si lasciò sfuggire un lungo sospiro. “Non so come finiranno le cose tra me e lei. Potrei essermi gettato nella sua vita un po’ troppo veloce. Ho tipo bisogno di vedere come vanno le cose”.
“Capisco”.
Ci fu una pausa e poi Dean chiese: “Sei sicuro di stare bene? Voglio dire, non sei mai stato un grande chiacchierone, ma stasera sei praticamente monosillabico”.
“Sono… sono solo stanco”, rispose Castiel, sebbene la parola sembrasse inadeguata per esprimere come si sentiva davvero.
“Va bene…” disse Dean con tono perplesso. “Mi sa che ci sentiamo domani, allora”.
“Va bene”.
Chiusa la telefonata, Castiel posò il telefono sul comodino accanto a lui. Fissò il soffitto, ma solo per un momento prima di alzarsi e dirigersi verso la finestra a est della stanza. La vista delle stelle al di là del vetro macchiato allievò l’oppressione delle mura che lo circondavano, ma fece ben poco per facilitare la pressione della carne che lo teneva rinchiuso. Si passò le unghia sulle braccia nude, prima di spostarle sul suo sterno, le sottili e bianche cicatrici dei sigilli spiccavano crudamente contro la pelle arrossata.

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Nona parte - Masterpost - Undicesima parte

tvshow: supernatural, fanwork: fanfiction

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