Usi, costumi e tomi introduttivi

Nov 21, 2013 21:47

Titolo: Usi, costumi e tomi introduttivi.
Autore: geo_lupin
Fandom: Doctor Who
Personaggi: Madame Vastra, Jenny Flint
Parte: 1 di 1
Rating: G
Prompt: Impronte vestite di rosso
Parole: 1363
Riassunto: Cosa accade quando Jenny scopre che al suo datore di lavoro piacciono cose decisamente inusuali?
Note: pre-canon
Tabella: ♔ ♚


Non sarebbe stato facile e Jenny sapeva che la nuova vita che le era stata offerta con il Siluriano avrebbe portato a dei sacrifici e a dei compromessi che in quel momento era pronta ad affrontare.
Era ormai notte fonda, la sua padrona non era ancora tornata dalla sua “escursione notturna” non le aveva detto dove era diretta, aveva semplicemente preso la porta annunciando che sarebbe uscita.
Avrebbe dovuto attenderla alzata come la brava domestica che doveva essere oppure doveva semplicemente andare a dormire come ma’am le aveva suggerito di fare un attimo prima che la porta si richiudesse dietro di lei?
Jenny era una ragazza sveglia e curiosa, forse troppo per alcuni. Si era già cacciata in guai più grandi di lei e solo grazie al Dottore e a Madame si era salvata l’ultima volta e questa donna che l’aveva salvata l’affascinava oltre ogni aspettativa. Non mangiava mai e non le chiedeva mai nulla se non lo spostarle dei volumi o semplicemente di sedersi nella stessa stanza in cui c’era lei. Era alquanto interessante e misteriosa al di là del suo singolare aspetto che non l’aveva mai intimorita ma che anzi, le aveva infuso maggiore curiosità. A volte tornava a notte fonda senza che Jenny se ne accorgesse e il mattino successivo la ritrovava prontamente nel suo letto mentre le portava la colazione, l’unico pasto che consumava in casa: non poteva rinunciare ad una tazza del suo tea preferito.
Quella notte la ragazza decise di rimanere sveglia fino a quando Madame Vastra non fosse tornata, c’era qualcosa nell’aria che le diceva che sarebbe dovuta rimanere lì, ferma al suo posto ad attendere. Prese un libro dallo scaffale del soggiorno e, accomodandosi sul divano della sala, cominciò a leggerne qualche pagina. Nonostante non fosse una lettrice provetta, avrebbe avuto chissà quante ore per esercitarsi. La copertina di velluto verde aveva un in oro grosso titolo del tutto singolare: “usi e costumi degli umani”. Jenny si chiese cosa volesse sapere la sua padrona sul suo genere, sfogliò il volume leggendo le descrizioni che introducevano ogni capitolo.
Il primo era: Anatomia generale, era corredato di disegni del corpo umano, ossa, organi, nervi e pelle erano dettagliatamente spiegati, a piè pagina c’era una piccola nota scritta a penna, in una calligrafia delicata e accurata diceva: “perdita della coda.” Jenny accarezzo con un dito la scritta per poi passare oltre. Passò ad altri capitoli dai nomi sempre differenti: Arti e Mestieri, Abitudini culinarie, Animali da compagnia, Corteggiamento. Quest’ultimo attirò l’attenzione di Jenny quando un segnalibro di cuoio cadde a terra. Si concentrò cercando di capire gli scarabocchi che erano annotati qui e là tra le pagine di quel capitolo.
“Oppure potrebbe annoiarsi e preferire una spada.” era accanto alla scritta “Portatele dei fiori.” o ancora: “Di questo non ne sono sicura: indagare.” Accanto alla dicitura uomo/donna. Avvampò per quella annotazione di Vastra e continuò sempre più curiosa. Passava in rassegna ogni pagina alla ricerca di qualche indizio che le confermasse che la sua padrona stesse parlando di lei, ma c’erano solo scritte che poi erano state cancellate e quindi risultavano illeggibili, sfogliava una pagina dopo l’altra cercando di stare attenta a non rovinare il volume e finalmente trovò una nuova annotazione leggibile, la calligrafia era quasi tremante e Jenny ci mise qualche momento per riuscire a leggere, diceva: “Ogni volta che mi si avvicina.” e trattenne il respiro involontariamente quando notò che era scritto affianco a “Se vi fa mancare il fiato potrebbe essere quello che si chiama amore.” Le sue mani tremavano e il respiro si fece corto mentre le sue guance si tingevano di rosso. Cercò di calmarsi, poteva voler dire tutto e niente, o peggio poteva riferirsi a qualcun altro.
Era molto tardi, la pendola del corridoio batteva già le undici di sera, era rimasta a leggere il libro per più di un ora in cerca di altri indizi o tesi ma non aveva trovato molto, dopo quel capitolo il libro non sembrava essere stato ancora letto. Ripose il volume dove ma’am l’aveva lasciato prima che rientrasse sorprendendola proprio con il libro in mano, una volta in ordine ravvivò il fuoco e si stese sul divano per poi addormentarsi senza neppure accorgersene.
Quando prese coscienza ebbe una strana sensazione, si stava muovendo, o meglio, qualcuno la stava tenendo tra le braccia e trasportando da qualche parte. Teneva gli occhi chiusi godendo di quel contatto meraviglioso, ma’am era tornata e lei non era riuscita a mantenere il suo proposito di rimanere sveglia. Improvvisamente si rese conto che qualcosa non andava c’era qualcosa, qualcosa oltre il profumo di Vastra, un odore che le fece venire la nausea, odore di sangue. Doveva aver involontariamente fatto qualche movimento di troppo perché il Siluriano si accorse che non stava più dormendo.
«Mi sembrava di averti detto di non aspettarmi alzata.» La ammonì con tono basso. Jenny non rispose e si lasciò trasportare fino al pianerottolo sul quale Vastra l’appoggiò dolcemente.
Fece per scusarsi ma le parole le morirono in bocca: il suo grembiule bianco era costellato di impronte vestite di rosso, le mani del Siluriano erano sporche di sangue così come la sua camicia e il suo collo.
«Ma‘am siete ferita!» Si allarmò portandosi le mani alla bocca per lo spavento.
«Non sono ferita.» Chiarì velocemente il rettile, ma non abbastanza veloce perché Jenny aveva già cominciato a toglierle la camicia di dosso per valutare i danni. A Vastra non dispiaceva il contatto, così la lasciò fare, sarebbe stata anche l’opportunità di spiegarle delle sue… gite notturne. Jenny arrivò finalmente alla spalla dalla quale sembrava provenire tutto il sangue ma quando tolse il tessuto non c’era traccia di lesione.
«Ma… come?» Il suo volto incredulo fece sorridere il Siluriano che apprezzava le mani di Jenny che ancora toccavano la sua pelle provocandole dei brividi, e fu finalmente in quel momento che la giovane cameriera si rese conto che aveva quasi spogliato l’altra donna scoprendone un seno e il fianco. Arrossì e si ammutolì di colpo, Vastra era meravigliosa e alla luce della lampada le sue squame splendevano. Senza scomporsi il rettile si rimise apposto la camicia.
«Non sono ferita.» Ripeté richiudendo la mascella di Jenny che non sapeva bene cosa dire.
«Non è sangue mio, è il sangue della mia cena. Ci ho messo un po‘ per trovare quello giusto, ma alla fine quel farabutto si è arreso e ha confessato tutto.» Fece un vago gesto con la mano come se la sua spiegazione fosse esauriente e precisa.
«Cena… arreso? Mi scusi ma‘am, non riesco a capire.» Jenny sperava tanto di sbagliarsi ma la conclusione di quel discorso sembrava essere una sola.
«Non mangio innocenti, solo delinquenti.» Si affrettò a specificare Vastra.
«Madame… stiamo parlando di…» L’ultima parola non voleva uscire dalla bocca di Jenny, era troppo orribile anche solo pensarlo, figuriamoci a dirlo. Si allontanò di qualche passo dal Siluriano indietreggiando.
«Jenny, calma, insomma la prima volta che ci siamo incontrate, te lo ricordi?» Jenny ricordava si che le aveva sentito dire al Dottore che non avrebbe mangiato più umani innocenti, ma la ragazza aveva pensato che si riferisse ad ogni umano.
«Mi ci vorrà un attimo.» Ammise l’umana.
«Non ho intenzione di farti del male, e se questa cosa è troppo per te possiamo sempre trovare una soluzione alternativa.» Propose Vastra facendo subito riprendere Jenny.
«Posso trovare al mercato tutto quello che le serve, le preparerò carne cruda, così non dovrà più uscire la notte, soprattutto ora che sta per arrivare l‘inverno e fuori congelerebbe.» Propose entusiasta del compito che si era auto assegnata.
Il Siluriano considerò che la proposta le piaceva parecchio e l’idea di poter trascorrere le fredde serate autunnali, davanti ad un fuoco caldo a leggere un buon libro, era piuttosto allettante.
«E così sia.» Asserì con un gran sorriso.
«Ora a dormire, non prima di essermi fatta un bel bagno.» Aggiunse, e prima che Jenny potesse proporle di scaldare l’acqua si era già chiusa nella stanza da bagno lasciandola sola nel corridoio poco illuminato.
Quella notte Jenny andò a dormire con in mente solo il nuovo compito per l’indomani, completamente dimentica del libro verde che riposava indisturbato sullo scaffale del soggiorno.

Fine

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