[FLASHBACK #1] Natale in casa Petrelli

Sep 18, 2007 22:03

Chi: Nathan, Peter
Dove: Casa Petrelli
Cosa: Peter è tornato dal suo "ritiro" per impare a dominare i propri poteri, Natale è alle porte e Nathan non è cambiato di una virgola.
Quando: Lunedì 24 Dicembre 2007. Tarda mattinata. Pomeriggio. Sera. Notte.
Stato: Finito

La prima lezione che Nathan Petrelli avesse mai appreso nella sua vita di adulto era che i panni sporchi si lavano in famiglia )

peter, flashback, nathan

Leave a comment

22:45 nate_petrelli September 21 2007, 23:16:00 UTC
Alle undici meno un quarto, la casa era non solo ancora in piedi, ma anche piena di cugini di grado imprecisato, zii, zie, parenti acquisiti, cibo, spreco di preziosi e abiti firmati, cibo, chiacchiere a voce troppo alta, sguardi scrutatori, risate, ohh, ahh, ma dai, cibo, e, sotto l'enorme albero di Natale in fondo al salone, regali ( ... )

Reply

pete_petrelli September 26 2007, 14:00:55 UTC
Normalmente, avrebbe probabilmente ascoltato Nathan e l'avrebbe confrontato un'ora o un giorno dopo.
Questo avrebbe fatto, se non avesse avuto la capacità di sentire forte e chiaro i pensieri di Nathan, come fossero parole.

Aggrottò le sopracciglia, ancora più confuso (e la confusione stava cominciando a irritarlo), e ignorò le parole per concentrarsi sui pensieri.
"Di cosa stai - che cosa stai pensando? Cosa c'è da accettare? Dimmelo, Nathan."

E quello che Peter stava cominciando a pensare? Gli piaceva ancora meno di quello che stava pensando suo fratello.

Reply

nate_petrelli September 26 2007, 15:44:08 UTC
Nathan si passò una mano sulla faccia, esausto.
"Non adesso, Peter. Ne parliamo domani con calma. E senza tutta questa gente intorno. Okay? E perdio, smettila di fare quella cosa" sibilò, a denti stretti. "Non sono un juke-box."

Smettila di leggermi nella testa smettila di leggermi nella testa smettila di leggermi nella testa Dio sa che non ti voglio mentire ma smettila perché non sono in grado di controllarmi adesso.

Reply

pete_petrelli September 26 2007, 17:49:55 UTC
"Parlare di cosa? Non ho idea di quello che tu mi stia nascondendo, non so che cosa stia succedendo!"

Peter non si rendeva davvero conto di stare alzando la voce. Non proprio. Ma se continuava ad alzarla, Nathan avrebbe preferito rispondergli piuttosto che essere fissato da duecento persone perchè suo fratello gli stava gridando nelle orecchie, no?

"Nathan, devi dirmelo."

Reply

nate_petrelli September 26 2007, 20:03:26 UTC
"Peter, abbassa la voce!" ordinò Nathan, tra i denti. Gli tirò il polso sotto il tavolo e lo strinse ancora più forte, fronteggiando il fratello con decisione. L'ultima volta che aveva visto quello sguardo negli occhi di Peter, Nathan era stato sul punto di lasciar esplodere New York con tutti i suoi abitanti.
La situazione non era così grave adesso, ma Nathan era sicuro che Peter l'avrebbe presa peggio. Molto peggio.

Sospirò, non sapendo neanche da che parte cominciare. Cercò di ordinare i pensieri in una sequenza coerente.

Non possiamo farlo, Peter. Non ora. Non con... con la gente che c'è là fuori, pronta ad entrare nel panico e spararti un colpo in testa. Ci braccheranno, Peter. Come bestie. Come mostri. Tu non ti rendi conto...

Reply

pete_petrelli September 26 2007, 20:51:33 UTC
Peter divincolò il polso dalla presa di Nathan, guardandolo, ancora con confusione e con rabbia crescente.

"Ma che cosa diavolo pensi, Nathan? Perchè -" abbassò la voce, ma dopo cinque parole era di nuovo sul punto di gridare. Dopo dieci, stava effettivamente gridando.
"Perchè pensi una cosa del genere. Come potrei non rendermi conto della situazione? Non è proprio per evitare il panico che persone come Sylar sono state eliminate, che avevamo stabilito che anche TU, Nathan ti saresti-"

Reply

nate_petrelli September 26 2007, 21:10:34 UTC
"Cristo santo, Peter, sta' zitto!" gridò Nathan, e non ricordava, davvero, l'ultima volta che aveva gridato contro suo fratello. Non ricordava l'ultima volta che aveva gridato.
L'intera tavolata si zittì come un sol uomo, e a Nathan sembrò che l'aria tutt'intorno si facesse così pesante da togliergli il respiro. Si guardò intorno per un secondo, spaesato (spaesato in casa sua, coi suoi ospiti, con la sua famiglia. Dio, questo faceva male).
"Scusate. Non è niente. Torniamo subito."

Afferrò Peter per un braccio e lo trascinò fuori dal salone, fuori dall'atrio, fuori dalla villa, in giardino. Faceva freddo, ma non aveva importanza. Non lo lasciò fino a quando non furono arrivati a distanza sufficiente da coprire le urla e sperò che stavolta, almeno, Peter riuscisse a non esplodere.

Reply

pete_petrelli September 26 2007, 21:38:59 UTC
Nonostante a tavola, e una volta arrivati in giardino, si fosse strappato dalla stretta di Nathan con violenza, continuava a stargli vicino, anche mentre urlava. Per qualche strana ragione, non poteva fare a meno di gravitargli attorno.
Una volta, pensando a questo, aveva pensato che anche Nathan gravitasse attorno a lui. E che, se era così, giravano sempre, non facevano altro che girare.
Aveva creduto che quando avevano salvato New York insieme, avessero colliso. Che quello era stato il momento.
Un'altra volta si era detto che, invece, quella cosa successa nel nulla (e che doveva rimanere sotto silenzio per sempre e sempre), era stata la loro collisione ( ... )

Reply

nate_petrelli September 26 2007, 21:57:32 UTC
"Perché io sono realista, Peter. Perché vedo il mondo per com'è, e invece tu insegui le tue visioni e non hai idea di come vadano veramente le cose." Gli posò una mano sulla guancia. Peter tentò di ritrarsi, ma Nathan lasciò scivolare le dita sulla nuca e lo tenne col viso vicino, vicinissimo al suo. "Mentre eri via sono successe delle cose, Peter. Cose orribili. A Berlino hanno massacrato di botte una ragazza, e sai perché? I suoi capelli continuavano a cambiare colore. Non sapeva neanche quello che stava facendo, era senza controllo. A Shangai un bambino ha ucciso i genitori succhiando loro i globuli bianchi dal sangue, giorno per giorno, senza accorgersene. Per non parlare di quelli che hanno usato i loro poteri per uccidere e rubare. Le persone hanno paura, Peter, e quando le persone hanno paura uccidono. E tu magari vuoi fare comunicati stampa e dire a tutti che il mondo sta cambiando in meglio e che questa è la... la nuova frontiera, ma come ti sentiresti se fossi uno di loro e il mondo intorno a te cominciasse a riempirsi di X ( ... )

Reply

pete_petrelli September 26 2007, 22:13:56 UTC
Peter rimase senza parole per un istante, per metà inorridito e per metà stordito.

"Proprio perchè sono successe queste cose dobbiamo fare qualcosa. Il mondo non sta cambiando in meglio, e non pensare che non lo sappia. Noi dobbiamo cambiarlo in meglio. e non mostriamo alle persone che non siamo quello che credono, come possiamo sperare che non ci trovino e ammazzino tutti in ogni caso?! Non voglio stare seduto a guardare, a ignorare che succedano queste cose! Non ne sono capace. Pensavo che neanche tu fossi capace, Nathan. Non mi hai lasciato esplodere, non hai mai lasciato che le cose succedessero e basta. Perchè questa volta è diverso? Di COSA hai paura?"

Reply

nate_petrelli September 26 2007, 22:45:20 UTC
Che arrivi un altro Sylar ad aprirti in due il cranio per vedere come si incastrano le rotelline, e quella volta non potrò fare niente, nessuno potrà fare niente, perché saremo tutti morti o in attesa di morire pregando solo che sia il più rapido possibile.

"Il mondo non va così, Peter. Non puoi ragionare con una persona terrorizzata. Puoi solo uccidere o aspettare che ti uccida, ed è quello che dobbiamo evitare! Ma come fai a non capire? Non possiamo farlo, non adesso! Forse tra un anno, cinque, dieci, ma non adesso! Il mondo non è pronto. E se nel frattempo deve morire un'altra manciata di persone perché non è stata in grado di controllare i propri poteri o ha avuto la sfortuna di trovarsi troppo vicino, mi dispiace, Peter, ma evidentemente l'evoluzione è stata ingiusta con loro: che se la prendano con lei. Io devo pensare alla mia famiglia."

Reply

pete_petrelli September 27 2007, 05:53:02 UTC
"Che cosa sarà diverso tra un anno, se il mondo 'funziona così, e basta' come dici? Se il mondo funziona così, lo faremo funzionare in un altro modo!"

Si fermò un secondo e imprecò, frustrato. Nathan era stato un avvocato, lo era stato per troppo a lungo. Era dannatamente cieco e lo era sempre stato. Peter aveva voglia di prenderlo a pugni finchè non capiva quanto fosse importante per Peter, che ora, in questo tempo e in questa città le cose potessero essere cambiate - e che loro facessero la differenza.
Nathan era incluso. Nathan era sempre incluso. Peter non voleva fare questo senza di lui. Ma se doveva, l'avrebbe fatto. Non sarebbe stata la prima volta.

"Siamo tutti collegati, Nathan. Tu puoi essere egoista abbastanza da pensare alla tua famiglia, che per metà non conosci e per metà detesti. Io non riesco a farlo! Tu sai voltare la testa e fare finta che le cose non stiano succedendo, che non siano successe -" lo guardò dritto negli occhi, perchè Nathan sapeva a cosa si stava riferendo.
"Se io so, e se io ricordo, non posso - ( ... )

Reply

nate_petrelli September 27 2007, 09:41:03 UTC
"Tu non farai niente che metta in pericolo la tua vita per l'ennesima volta da quando cammini sulle tue gambe" rispose Nathan, freddamente. "Che cosa vuoi fare? Andare in giro per le strade a gridare che gli X-men sono tra noi? Ti metterai a svolazzare per Manhattan in attesa che qualcuno ti afferri e ti faccia a pezzi su un tavolo operatorio per vedere come funzioni? Non puoi sbattere la verità in faccia alla gente. Non puoi seminare il panico solo perché sei convinto di dover salvare il mondo. Il mondo non vuole essere salvato, Peter. Prima lo capisci e meglio sarà per tutti."
Lo strinse un po' più forte a sé, guardandolo negli occhi. "Nella mia famiglia ci sono cinque persone, Peter. Se tu non ne vuoi più fare parte non hai che da dirlo. Se vuoi mandare al diavolo tutti noi come hai fatto con papà devi solo dirlo. Dimmelo in faccia. Adesso."

Reply

pete_petrelli September 27 2007, 19:26:32 UTC
Urlare così tanto stava cominciando a fargli pulsare la testa. Dio.

"Io non ho mandato al diavolo papà, Nathan. Non gli sarebbe importanto comunque, anche se l'avessi fatto! Sai meglio di me che lui non ha saputo che farsene di me dal giorno in cui sono nato, e questo non è mai cambiato. Non si è mai preoccupato di me."

Respirò forte, passandosi una mano sulla faccia, poi si avvicinò al viso del fratello, finchè le loro fronti non furono sul punto di toccarsi.
"Che differenza farebbe, Nate, se lo dicessi? Non saremmo più una famiglia, allora, uh? Sarebbe abbastanza?"
Guardami.

"Perchè non puoi fidarti di me, Nathan?"

Reply

nate_petrelli September 27 2007, 19:44:51 UTC
Con uno sforzo di volontà che richiese più energia di quanto si fosse aspettato, Nathan fece un ultimo movimento verso il fratello e appoggiò la guancia contro la sua, passandogli una mano tra i capelli. Gli premette le labbra sulla tempia, forte, abbracciandolo come se stesse per partire per il fronte.
Poi si staccò da lui e fece due passi indietro. Stava iniziando a nevicare e faceva un freddo cane.

"Io mi fido di te, Peter. Quella volta, pensavo che sarei morto e tu mi hai salvato la vita. Ti affiderei i miei figli. E' della tua capacità di giudizio che non mi fido, perché quando hai un'idea in testa non vedi nient'altro. Non vedi neppure le persone. Quando hai un chiodo fisso, per te c'è posto solo per te stesso e la tua... patetica missione visionaria." Si umettò le labbra, secche come carta vetrata. "Sei mio fratello e ti amo, ma non posso lasciartelo fare. Non stavolta. Non con il rischio di rovinare tutto." La mascella si serrò con uno scatto. "Dovessi incatenarti con le mie mani di nuovo in quel fottuto bunker in mezzo al

Reply

pete_petrelli September 27 2007, 20:31:07 UTC
La perdita del contatto con le mani e le labbra di Nathan lo gelò, più della neve che stava cominciando a fioccare.

"Ti stai sbagliando, Nathan. Su di me, sul mondo, sulla missione. Su tutto. E io non posso lasciare che tu mi fermi. Se devo svanire dalla tua vita per fare quello che devo fare, lo farò. E se tu devi sentirti dire che non sono più parte della tua famiglia, perchè tu mi lasci andare, farò anche quello."

E Peter sapeva che era inutile pensare ti prego, ti prego, dimmi che andrà tutto bene e che sei con me, perchè Nathan non poteva entrargli nella testa, nè avrebbe cambiato idea - era Nathan. Nathan non cambiava idea. L'aveva fatto una sola volta nella vita, per lo 0,07% della popolazione mondiale e per lui - e Peter sapeva che era troppo aspettarsi di essere di nuovo la causa di un tale evento.

Dio, aveva voglia di spaccargli la faccia e di abbracciarlo di nuovo. Non necessariamente in quell'ordine.

Reply


Leave a comment

Up