Titolo: Vapore
Fandom: Sherlock Holmes
Pairing: Holmes/Watson (a scelta: pre-slash, friendship, o quello che vi pare)
Rating: PG
Conteggio parole: 300 (W)
Prompt: Ogni mia fibra ancora tremava. @
Albero delle Drabble (
holmes_ita)
Note: Ennesima variazione priva di originalità sul tema di sick!Watson. (Peraltro già svolta con altrettanta non-originalità in
Winter Ease, dovesse interessare.)
Mi calai nella vasca con estrema attenzione, tenendomi ai bordi di ceramica. La febbre non era ancora scesa: la sentivo scorrermi in ogni vena, pulsarmi nelle tempie a ogni battito del cuore. Le mie braccia vacillarono e per un attimo dubitai della presa, ma con qualche sforzo riuscii a sedermi sul fondo. Il contatto con l'acqua bollente alleviò solo in parte il senso di gelo. Ogni fibra del mio corpo tremava.
Non so dire se mi addormentai o se persi i sensi. Quel che è certo è che mi svegliai con un bruciore nel naso e nella gola, scosso dalla tosse, mentre il mio corpo tentava di liberarsi dell’acqua che aveva indebitamente invaso le vie respiratorie. C’erano mani intorno alle mie spalle.
“Watson, dannazione” imprecò Holmes, rivolgendomi quello che mi parve un curioso miscuglio di paura e frustrazione estrema.
“Non… pensavo…” gracchiai tra i colpi di tosse.
“Questo è evidente.” Aveva la mascella serrata e le rughe di preoccupazione non accennavano a spianarsi dalla sua fronte. “E hai il barbaro coraggio di proclamarti un medico!”
“Non parlare così forte” lo pregai, in un sussurro. Le mie tempie rimbombavano della sua voce.
“Devo prendere il tuo accappatoio, ma non sono certo che non ritenterai di morire nel frattempo.”
Un minuto dopo, l’accappatoio drappeggiato su un braccio, mi aiutava a uscire dalla vasca. Tra la febbre e i vapori caldi del bagno, mi sentivo completamente privo di forze. Mi appoggiai a lui, troppo distratto dal malessere per sentirmi spaventato di quel che sarebbe potuto succedere, o in colpa per la mia imprudenza.
“Perdonami, Holmes” sussurrai, inspirando il suo odore. “Ma non… ho idea da che parte sia il mio letto.”
Sentii le sue dita sul collo, così delicate. Forse un inganno della febbre.
“Medici” sibilò Holmes, passandomi un braccio intorno alla vita.