[Heroes] You can sleep while I watch you

Feb 09, 2008 01:00

Titolo: You can sleep while I watch you
Fandom: Heroes
Pairing: Nathan/Peter
Rating: NC-17
Conteggio parole: 1256 (W)
Warning: Qualcuno qui è minorenne e posso assicurarvi che non è Nathan.
Note: Ambientata nell'universo di You can sleep while I drive e You can sleep while I drabble. Si può leggere a prescindere dal resto, ma non è la stessa cosa.
Dedicata a: eryslash per il suo sedicesimo, coccoloso compleanno.

Ti svegli con Peter raggomitolato intorno al fianco, una specie di grosso gatto ossuto con la frangia aperta a ventaglio sulla faccia e le labbra vagamente imbronciate nel sonno. Ha l'aria pacifica e soddisfatta di chi si è addormentato sazio, una gamba tra le tue e un braccio buttato comodo sopra il tuo fianco. In punta di dita gli allontani i capelli dagli occhi, ripiegandoglieli dietro le orecchie. Peter ha le righe del cuscino disegnate su tutta la faccia, e tu non sai da quanto non vedi una cosa del genere.

Potrebbero essere la tua redenzione, le righe del cuscino sulla faccia di Peter.

Lo guardi dormire e ti meravigli che occupi tanto spazio nel letto; che la sua testa pesi tanto contro la tua spalla e la sua gamba blocchi la tua contro il materasso. In qualsiasi altro momento ti sembra più piccolo, più magro, più debole, più bisognoso di protezione. Ora che dorme ti pare estendersi in tutte le ombre del letto e occuparne ogni angolo, e ti sembra che le sue braccia siano più larghe e più forti, le sue gambe intrecciate alle tue più lunghe, la sua faccia più vecchia, la sua barba più folta. Ti sembra più sereno e più sicuro di come lo ricordi, per come dorme rumorosamente in faccia alla notte, col braccio lungo intorno alla tua vita e l'aria spavalda e imbronciata di chi non teme i brutti sogni.

Ti sembra che non abbia bisogno di te, e che se sparisci non se ne accorgerà.

Peter sospira e si rigira dal suo lato, e tu lo segui. Ha un volto asimmetrico, la bocca storta e troppo poca carne intorno alle ossa; un braccio leggermente più magro dell'altro, un occhio leggermente più grande, i capezzoli leggermente sporgenti. Lo studi in ogni più piccolo dettaglio e ti chiedi che cosa ci trovi di tanto attraente in lui. Non è bello. Difficilmente lo definiresti grazioso. Se fosse una donna, sarebbe la più brutta che ti sei mai portato a letto.

Gli appoggi una mano sul braccio e le labbra sulla spalla. È inverno ma Peter continua a dormire mezzo scoperto, con l'orlo delle lenzuola stretto sotto l'ascella. Quando gli baci l'orecchio, senti la pelle del suo braccio sollevarsi in un brivido leggero.

Per qualche motivo ti riscalda il sangue. Si lascia scopare con una dolcezza feroce che ti prosciuga le forze e ti guarda con l'intensità infinita di chi può ancora permettersi genuino stupore. Ti tende agguati in mezzo alla giornata, sul divano, sul tavolo, sul bancone della cucina. Ti rende impossibile piegare un lenzuolo o friggere le uova e se ti vede bere parte all'attacco come se fosse in astinenza da tutta la vita. Mentre lo fate ti dice che ti ama, che è pazzo di te, che è tuo e che tu puoi fargli tutto quello che vuoi - che se solo tu glielo chiedessi lui non lo farebbe mai più con nessun altro, mai, mai. Chiama il tuo nome mentre viene e quando lo fa ti sembra che tutto abbia più senso - che la realtà sia più reale, e che la vita non ti stia scivolando tra le dita.

Gli accarezzi la pancia sotto le lenzuola, tracciando col pollice la sottile linea di peluria che dall'ombelico affonda nell'inguine. Peter sospira un po' più forte. Tu gli baci il collo e la mascella, respirandogli sulla guancia.

A volte ti senti in colpa, e pensi che chiunque vi guardi capisca alla prima occhiata quello che fate. Dopo tanto tempo è una novità tornare a preoccuparsi di quello che pensa la gente, e a controllare ogni gesto e ogni parola per paura che venga malinterpretato. E poi offrire solo l'immagine più rassicurante, il profilo migliore, il sorriso più bianco - la battuta che non sia equivoca, la risata al momento giusto, e toccare solo quando sembrerà neutro e casuale anche se sono ore che ne hai voglia. Non uscite molto, e se fosse per te potreste anche non uscire affatto, ma Peter ha diciassette anni e hai paura che se lo tieni chiuso in casa prima o poi comincerà ad odiarti.

Dopo tanto tempo, la novità è avere paura.

"Oh, sì" mormora Peter, la bocca nel cuscino. "Oh, sì, non ti fermare. Nathan..."

Piega un braccio indietro appoggiandoti la mano sulla nuca, tirandoti più vicino. Tu gli baci il mento e la gola mentre lo senti rabbrividire di piacere.

"Nathan..."

"Sono qui" gli sussurri all'orecchio. "Sono qui per te. Solo per te."

Peter apre gli occhi, voltando il viso dalla tua parte, e tu lo baci continuando ad accarezzarlo con un ritmo lento e costante. Il corpo di Peter è molle di sonno mentre si modella indietro contro il tuo, le labbra morbide e aperte in un bacio che per una volta non morde e non ti succhia la lingua. È raro che sia tu a prendere l'iniziativa, e senti che c'è un che di vigliacco nell'averlo fatto mentre Peter dormiva, ma lui non ti sembra dispiaciuto.

“Ti amo. Cristo santo, Nathan, sono fottuto. Ti amo troppo” ansima, appoggiando la mano sulla tua.

Tu sorridi e non sai se credergli. Potresti perfino esserti innamorato di lui. Allora avrebbero senso la paura, la tenerezza e lo stupore. Avrebbero senso le fitte al petto, i rimorsi, i ripensamenti, le giornate di sole. Avrebbe senso che non bevi più un goccio da un mese, e che ti fai la barba tutte le mattine. Avrebbe senso lo specchio, che ti dice che sei troppo vecchio per queste cose. Avrebbe senso la tua vita, e cazzo, Nathan, questa è roba seria.

Avrebbe senso perfino la tua morte.

“Sì” rispondi. “Oh sì, sei proprio fottuto”, e non sai più se parli con Peter o con te stesso, perché hai l’impressione che lo siate entrambi, ognuno alla sua maniera.

Peter stringe la mano intorno alla tua e sospira rumorosamente, gli occhi di nuovo chiusi. Le coperte sono state spostate in basso e puoi vedere tutto, dalle sue guance accaldate all’interno bianco delle sue cosce, dal tuo angolo privilegiato sopra la sua spalla. Peter geme e si inarca verso la tua mano e la sua unite, e quando viene piega indietro il capo di scatto, schiaffeggiandoti la faccia coi suoi capelli sempre troppo lunghi. Quando Peter viene, tu hai sapore di shampoo in bocca.

“Mmm” mugola Peter qualche minuto dopo, raggomitolandosi verso la sponda del letto. “Grazie. Svegliami così domani mattina.”

“È mattina” gli fai notare. Le veneziane sono mezze tirate, ma c’è già luce nella stanza e tra le bacchette si intravede uno spicchio di cielo gloriosamente azzurro.

Peter apre un occhio. “Allora ho fame."

“Il frigo è al suo posto.”

“Niente colazione a letto?”

“Ti sembra di stare in albergo?”

Peter si gira e si accoccola contro il tuo fianco, nell’esatta posizione in cui tu l’hai trovato svegliandoti. “Sì. C’è anche la puttana.”

“Sì, e dovrebbe tagliarsi i capelli.”

“Non ne vale la pena. Tra un po’ cominceranno a caderti.”

Peter apre gli occhi e ti guarda con la sua solita smorfietta storta. E a te scricchiolano le orecchie nel tentativo di ricacciare il sorriso in gola, ma è una battaglia persa.

La sveglia comincia a trillare. Con tutta la calma del mondo e senza girarsi, Peter allunga una mano indietro verso il comodino e la scioglie in un grumo di metallo e plastica. Deve essere la terza o la quarta che distrugge così, ma stavolta non hai voglia di rimproverarlo.

“’Notte, Nate” annuncia richiudendo gli occhi.

Questa potrebbe essere la tua redenzione, dopotutto.

“’Notte, Pete.”

fic, language: italian, fic: heroes, b-day, ery, series: you can sleep, pairing: nathan/peter

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