Titolo: Vicende quotidiane problematiche
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Romantico
Personaggi: Feliciano Veneziano Vargas (Nord Italia), Ludwig (Germania)
Wordcount: 1304 (
fiumidiparole)
Prompt: Insaponare i capelli per il
p0rn fest #5 @
fanfic_italiaNote: Handjob, Lemon, Yaoi
Uno spruzzo d'acqua colpì Germania in faccia, provocandone l'istantanea reazione: «Italia! Smettila di giocare con l'acqua!!».
Veneziano lo guardò mogio, avvicinandosi a lui per appoggiarsi contro la sua spalla.
«Ma è divertente! Prova anche tu, Germania!» lo esortò l'italiano, sorridendo improvvisamente.
«Perché non ti lavi piuttosto?» propose l’altro, mentre lo afferrava le spalle e lo spingeva sott'acqua.
Feliciano aveva chiesto a Ludwig di fare il bagno con lui. Se fosse stato un alleato qualunque - Austria, per esempio - avrebbe rifiutato nel modo più assoluto e categorico, però Italia era non solo un suo alleato, ma anche un amico e qualcosa di più.
Non riusciva a capire neppure lui come fosse andato a cacciarsi in una situazione simile. Forse avrebbe dovuto imparare a dire un po' più spesso "no" a Italia, specialmente quando gli chiedeva aiuto al di fuori del campo di battaglia.
Uno spruzzo d'acqua colpì Germania in faccia, provocandone l'istantanea reazione: «Italia! Smettila di giocare con l'acqua!!».
Veneziano lo guardò mogio, avvicinandosi a lui per appoggiarsi contro la sua spalla.
«Ma è divertente! Prova anche tu, Germania!» lo esortò l'italiano, sorridendo improvvisamente.
«Perché non ti lavi piuttosto?» propose l’altro, mentre lo afferrava le spalle e lo spingeva sott'acqua.
Feliciano aveva chiesto a Ludwig di fare il bagno con lui. Se fosse stato un alleato qualunque - Austria, per esempio - avrebbe rifiutato nel modo più assoluto e categorico, però Italia era non solo un suo alleato, ma anche un amico e qualcosa di più.
Veneziano si dimenava cercando di riemergere, ma la spinta che il biondo esercitava su di lui era più forte.
Dopo un paio di minuti quest’ultimo gli concesse di riemergere, fatto cui fece seguito un abbraccio soffocatore dell'italiano, che gli si gettò addosso di peso.
«Germaniaaa! Ho avuto paura!!» esclamò il Vargas frignando.
«È solamente acqua...» tentò di rassicurarlo Ludwig, poggiandogli imbarazzato una mano sulla schiena.
Cercò di staccarselo di dosso: essendo entrambi nudi e stando il Vargas spalmato su di lui, sentiva i suoi genitali schiacciati contro i propri e non era proprio il massimo in quel momento.
«Italia, spostati! Ti insapono i capelli!».
Il castano si spostò subito, euforico: non si era mai fatto insaponare i capelli da Germania. Chissà come sarebbe stato...!
Si sedette sulle gambe del tedesco come un bravo bambino, dandogli le spalle. Ludwig prese il flacone dello shampoo e lo rovesciò sulla testa del Vargas, le guance tinte di rosso per il forte imbarazzo: gli sembrava d’essere la sua balia.
Posò il contenitore e iniziò a massaggiargli vigorosamente i capelli. L'italiano sorrise beato ed arrossì soddisfatto mentre le mani del biondo percorrevano il suo capo.
Ludwig lo trovò inaspettatamente piacevole: i capelli di Feliciano erano così morbidi...!
All'improvviso sentì tremare e gemere il Vargas.
«Italia?» domandò.
«Mh-mh... G-Germania... ah...» bofonchiò il castano, ritraendo il capo, incassandolo leggermente nelle spalle.
«Che ti prende? Qualcosa non va? Hai freddo?» indagò il biondo: non capiva il perché di quel comportamento così strano. Fino ad un attimo prima sembrava addirittura che si stesse divertendo, mentre adesso ansimava e sospirava roco.
«Italia...?».
«N-non toccare... più il... il ricciolo...» riuscì a dire il castano, anche se pareva essergli costata una fatica immane.
Ludwig posò immediatamente lo sguardo sul capello ribelle dell'italiano, sul quale era poggiata delicatamente la sua mano.
Stuzzicato dal divieto, il tedesco lo strinse delicatamente con i polpastrelli schiumosi ed iniziò a strofinarlo.
Italia si irrigidì nella posizione in cui si trovava e gli ansiti si moltiplicarono mentre Feliciano piegava la testa leggermente. Sembrava voler offrire meglio il proprio ricciolo alle attenzioni del tedesco.
Quest'ultimo, notando il suo accaloramento ed il piacere che sembrava venirgli da quella pratica, non impiegò molto a giungere alla più banale ma non per questo meno perversa delle conclusioni: quel capello in qualche modo riusciva ad eccitarlo alla stessa stregua di una pratica sessuale vera e propria.
Le sue intenzioni non erano certamente quelle: da una situazione domestica leggermente eccentrica si stava trasformando in un rapporto sessuale vero e proprio.
Italia si prestava alla cosa con piacere: amava Germania e sentire il calore che gli affluiva in massa all'inguine ad ogni strusciatina delle sue dita era un sogno.
Per avere conferma di cosa stesse accadendo al corpo e agli ormoni del castano, il biondo fece l'unica cosa che riuscì a pensare in quel momento: portò una mano tra le gambe del ragazzo.
Nel sentire la sua erezione già completamente formata non riuscì a non divenir paonazzo.
«G-Germania... muovi la... mano?» gli chiese Veneziano quasi supplicante. Era evidente che non si stesse riferendo alle due dita ancora strette attorno al suo capello ribelle.
Ludwig eseguì, iniziando a masturbarlo con lenti movimenti del polso e delle dita.
Il suo apprezzamento per le attenzioni che stava rivolgendo al suo pene sembrava aumentare man mano che procedeva. Mentre era impegnato in ciò, Germania cominciò ad avvertire la formazione anche della propria erezione, segno che quel che stava facendo piaceva pure a lui.
Continuò a masturbare Italia finché non sentì il proprio membro completamente eretto. A quel punto tirò a sé Feliciano e si immerse nella vasca trascinandoselo dietro.
La schiuma che fino ad un momento prima era sui capelli dell’italiano si accumulò in superficie e parte dell'acqua strabordò dalla vasca, creando una pozzanghera sul pavimento, iridescente alla luce bianca della plafoniera sul soffitto a causa del sapone che vi era mischiato.
Con la mano libera, Germania tirò la catenella e tolse il tappo.
L'acqua sgorgò via dalla vasca lasciandoli fradici e nudi, sdraiati l'uno sopra l'altro. La mano destra del biondo era ancora saldamente ancorata sopra i genitali del castano, che emise un verso strozzato quando il compagno lo spostò più a sé applicando pressione sul suo inguine.
Il sedere di Feliciano gli scivolava addosso senza bloccarsi, fatto che fece momentaneamente odiare e maledire da Ludwig la pellicola umida che rivestiva le loro membra.
Dovette impegnare anche la mano sinistra: sollevò a due mani Veneziano e se lo posizionò sopra l'inguine, sorreggendolo mentre entrava nel suo corpo.
Immediatamente percepì un moto di sollievo nell'impiegare in qualche maniera la sua erezione. Percepì le cosce di Italia irrigidirsi, ma udì dei mugolii che indicavano evidente piacere per la nuova posizione. In effetti, Feliciano era contento ed estasiato dalla presenza nel suo sedere del grosso pene del tedesco. Percepiva un calore provenire da esso che lo eccitava, in qualche modo.
Germania rimase immobile qualche istante per far sì che Italia si abituasse al suo membro, poi iniziò a spingersi dentro di lui con lenti colpi di bacino. Non era più difficile del consueto, neppure per via della posizione ribaltata: Germania aveva un fisico forgiato da allenamenti estenuanti. Sollevare il corpo di Italia - come faceva ad ogni affondo - non gli risultava per niente difficile, considerata anche l’esile costituzione del suo partner.
Il Vargas si addossò completamente contro il suo torace, inarcando all'indietro la schiena. I suoi ansiti seguivano il ritmo delle spinte del tedesco in una sincronica passione.
Gli unici rumori che si udivano nella stanza, oltre ai respiri brevi e veloci di Ludwig e i gemiti di Feliciano, erano lo sbattere continuo dei loro corpi e lo sgusciare occasionale della pelle contro altra pelle.
Italia portò una mano all'inguine e riprese a masturbarsi, cercando di soddisfare da solo la propria erezione, dato che le mani di Germania erano impegnate a sorreggerlo. Lo fece con una certa foga, accelerando i movimenti per star dietro al ritmo delle spinte del biondo, che stavano aumentando in rapidità.
Ludwig spinse ancora, andando sempre più giù, finché non raggiunse l'orgasmo. Chiuse gli occhi e si fermò, abbandonandosi al piacere mentre si svuotava completamente in Veneziano.
Quest'ultimo lanciò un gridolino di piacere e venne anche lui, macchiandosi di sperma la mano.
Rimasero abbandonati nella vasca per alcuni minuti, senza muoversi. Ludwig cercava di calmare il respiro e Feliciano tentava di riesumare le forze necessarie a mettersi in piedi.
Era stato bellissimo ma sfibrante.
«Italia, puoi alzarti?» domandò il tedesco, stanco.
Veneziano si aggrappò ai bordi della vasca e si mise seduto, poi si alzò in piedi. L’erezione dell’altro uscì dal suo corpo senza la minima difficoltà. Il ragazzo mise un piede a terra, ma trovò inaspettatamente dell'acqua gelida: non aveva notato la pozza che si era formata sul pavimento. Scivolò su di essa e cadde fuori della vasca, sbattendo rovinosamente la testa contro le mattonelle.
Ludwig si alzò di getto, affacciandosi.
«Italia?! Tutto bene?».
Il castano si mise carponi a fatica, massaggiandosi il naso.
«Sì, sto... bene» borbottò per tranquillizzarlo, ma all’altro non sfuggirono le lacrime di dolore facevano timidamente capolino ai lati dei suoi occhi. Germania scosse esasperato la testa, alzandosi in piedi ed uscendo, facendo attenzione a non cadere a sua volta.
«Stai più attento a dove metti i piedi, Italia! Rischi di farti seriamente male!!»
«S-scusami, Germania...».