Titolo: Prima volta
Rating: Rosso
Genere: Erotico, Sentimentale
Personaggi: Arthur Kirkland (Inghilterra), Roderich Edelstein (Austria)
Wordcount: 1542 (
fiumidiparole)
Timeline: Guerra di Successione Austriaca
Note: Lemon, Self!love, Yaoi
Né Austria né Inghilterra riuscivano a dormire.
Stavano nella stessa tenda, così da rendere più semplice ai soldati di ambedue le nazioni proteggere i rispettivi comandanti, e spesso e volentieri si erano ritrovati abbracciati l'un l'altro a dormire a terra, stesi sulla coperta di uno e coperti con quella dell'altro - onde evitare spiacevoli malanni che avrebbero solamente reso la guerra in corso ancor più difficile.
Arthur, seduto sulla sua brandina, osservava Roderich con un po' di perplessità: l'austriaco osservava il pavimento sotto i suoi piedi con espressione pensosa e preoccupata.
«Ehi, c'è qualche problema?» domandò Kirkland, spezzando il silenzio opprimente che vigeva come una cappa nella tenda.
Edelstein scosse la testa lentamente.
«Pensavo alla battaglia...» disse.
«Sembri stressato»
«Preoccupato... sta vincendo Prussia!».
Né Austria né Inghilterra riuscivano a dormire.
Stavano nella stessa tenda, così da rendere più semplice ai soldati di ambedue le nazioni proteggere i rispettivi comandanti, e spesso e volentieri si erano ritrovati abbracciati l'un l'altro a dormire a terra, stesi sulla coperta di uno e coperti con quella dell'altro - onde evitare spiacevoli malanni che avrebbero solamente reso la guerra in corso ancor più difficile.
Spesso stare sul campo di battaglia inibiva gli scrupoli morali che in situazioni normali si sarebbero potuti avere, era una cosa risaputa. Nel loro caso si era inibito ogni scrupolo per quanto riguardava l'affetto omosessuale.
Se ci si mettevano a riflettere, in fondo nessuno dei due lo trovava una cosa poi così malvagia come avevano sempre pensato - e come la corrente di pensiero religiosa dell’epoca tendeva a rendere.
Era un’esperienza strana, sì, ma non brutta se c’era affetto reciproco.
Arthur, seduto sulla sua brandina, osservava Roderich con un po' di perplessità: l'austriaco osservava il pavimento sotto i suoi piedi con espressione pensosa e preoccupata.
«Ehi, c'è qualche problema?» domandò Kirkland, spezzando il silenzio opprimente che vigeva come una cappa nella tenda.
Edelstein scosse la testa lentamente.
«Pensavo alla battaglia...» disse.
«Sembri stressato»
«Preoccupato... sta vincendo Prussia!».
L'austriaco raddrizzò la schiena spostandosi all'indietro, sorreggendo il busto con le braccia.
Kirkland, d'istinto e senza pensarci, si alzò dalla sua brandina e si avvicinò al moro.
«Rilassati. Impensierirti così a quest'ora della sera è inutile» gli fece presente, scrollando le spalle.
«Non ci riesco» replicò Roderich, portando gli occhi viola ad incrociare quelli verdi di Arthur.
Quest'ultimo tacque qualche momento, poi rispose: «Potremmo provare insieme».
Non riuscì a dissimulare il rossore che gli aggredì il viso, né tantomeno una certa dose d'imbarazzo.
Austria lo fissò, interrogativo, senza capire, costringendo il britannico a farsi un po' più avanti: «Sì, insomma... quella cosa che solitamente si... fa con chi si... ama».
L'idea non era premeditata, ma gli era venuta sul momento nell'attimo in cui l'aveva sentito esplicitare la sua angoscia per l'esito della battaglia.
Era stato come se all'improvviso avesse sentito il bisogno di essergli accanto e di confortarlo, alleviando il suo nervosismo... fisicamente.
Solo allora finalmente Austria capì quello a cui stava alludendo.
Un rossore intenso si diffuse sulle sue guance, mentre i suoi occhi si fissavano di nuovo in quelli smeraldini di Arthur.
«È... la mia prima volta. E poi in un posto del genere... è sporco e... e potrebbero scoprirci!» obiettò timidamente.
Inghilterra liquidò rapidamente la questione con un: «Be', anche per me...».
Seguì del silenzio, mentre i due parevano pensarci su, dando tempo all’altro di prendere la sua decisione. Dopotutto, far sesso per la prima volta era un momento importante. Voleva dire fidarsi dell’altro al punto da permettergli di entrare in profonda intimità - e Inghilterra sapeva che questa cosa valeva soprattutto per i maschi.
Poi, infine, Austria si decise ad acconsentire: «V-va bene».
Cominciò timidamente a spogliarsi, le guance rosse come non mai esattamente come quelle del biondo, che lo imitò con lo scarto di pochi minuti.
Rimasero con solo l'intimo indosso, che nel loro caso era costituito solamente dalle mutande.
Fu Kirkland a fare la prima mossa, dato che si era parecchio informato sulla cosa per proprio conto, senza minimamente immaginare che un giorno lui stesso l'avrebbe fatto.
Prese la coperta del moro e la gettò a terra, stendendola, poi ci si lasciò cadere seduto tirandosi dietro l'altro.
Tolse gli occhiali a Roderich e li mise da parte, poi gli catturò le labbra in un bacio approfondito al quale l'austriaco non si sottrasse ma si abbandonò completamente.
Kirkland si sdraiò facendo sì che il partner gli si sdraiasse sopra, il tutto senza mai interrompere il bacio - cosa che accadde poco dopo, quando l’inglese rotolò su un fianco facendo in modo che Edelstein fosse steso accanto a sé.
Gli fece cambiare un’altra volta posizione, facendolo mettere supino, cosicché lui gli si sistemasse sopra senza problemi.
Austria, percependo il peso del corpo del compagno all’altezza del cinto pelvico, iniziò quasi d'impulso a muovere il bacino, strusciando la propria zona erogena contro quella del britannico.
Quest'ultimo sentì l'erezione accennare i primi segni e non poté fare a meno di gioire almeno un poco del fatto che Austria fosse così ben dotato, particolare di cui si stava accorgendo in quel frangente per la prima volta, dato il modo piuttosto marcato e pesante con cui gli si stava strusciando contro.
Se non avessero smesso al più preso, Arthur non credeva d’essere in grado di resistere a lungo prima di raggiungere l'orgasmo.
Dopotutto, era la sua prima volta.
Kirkland si sollevò da sopra di lui, rimanendo carponi a cavallo delle sue gambe, quindi poggiò una mano sul suo membro e cominciò a massaggiarlo con una certa veemenza.
Il moro socchiuse gli occhi, mandando qualche debole e prolungato "ow" di piacere.
Era una sensazione completamente estranea a lui quella che lo stava invadendo come un fiume in piena, eppure la trovava meravigliosa ed appagante e lo faceva sentire vivo come non mai.
Inghilterra rinforzò il massaggio, rendendolo più lento, veemente e sensuale. Austria cominciò a tremare e a muovere le gambe, cercando d'alleviare almeno in parte la tensione che gli cresceva in corpo e gli si stava accumulando principalmente nella sua zona erogena.
Ansimava forte, come se l'aria fosse materialmente insufficiente ed ogni tanto gemeva.
Arthur sentiva il suo pene drizzarsi velocemente ed indurirsi tra le sue dita. Solo nel toccarlo sentiva crescere la propria eccitazione, il proprio sesso duro premere contro la stoffa dei boxer.
La cosa durò per svariati minuti, finché Roderich non iniziò a scuotere la testa mugolando un : «Basta... f-fermati...».
Inghilterra allora lo afferrò per un fianco e, spostandosi, lo voltò, stendendolo bocconi a terra.
Da dietro gli abbassò le mutande, mettendo in mostra il sedere pallido.
Kirkland si leccò le labbra e si spinse a cavallo del suo fondoschiena. Si vergognava un po’ di quel che stava per fare, più che altro probabilmente perché era la prima volta. Se fosse stato un po’ più esperto, forse non avrebbe avuto tanti riguardi - anche se certamente non sarebbe andato a farlo con il primo che passava.
S’abbassò con mani tremanti i boxer, liberando finalmente la sua erezione, premendola contro il sedere dell’austriaco mentre si spostava.
«C-cosa stai facendo?» domandò l'austriaco leggermente spaventato, sentendo qualcosa di rigido ed umido schiacciarsi contro il suo corpo.
«Erhm... ecco... ehm...» cominciò Inghilterra, che per quanto talvolta si comportasse e parlasse in modo un po' rozzo, trovava la risposta piuttosto volgare da dare.
E poi trovava il fatto in sé di dover spiegare una cosa del genere piuttosto imbarazzante - insomma, dirgli che stava per infilargli il proprio pene nel sedere e spiegargli magari anche il seguito non era proprio il massimo né dell'educazione né delle sue aspirazioni.
E poi - a ben pensarci - la cosa avrebbe anche potuto convincerlo a cessare lì il tutto e lui non aveva la più pallida idea di come avrebbe fatto a domare la sua eccitazione.
«Devo proprio rispondere...?» fece, cercando di prender tempo.
Edelstein mugolò qualcosa d'indistinto su cui l'inglese non si soffermò: semplicemente, procedette con le sue intenzioni.
Quando entrò dentro l'austriaco la sensazione che lo pervase insieme al piacere fu un senso di potenza.
Per il moro, invece, l'unica sensazione che percepì nel sentire qualcosa di estraneo entrargli dentro fu inizialmente di ribrezzo, ma poi si trasformò bruscamente in qualcosa di pienamente soddisfacente che scacciò ogni altro pensiero.
Inghilterra, una volta insinuatosi abbastanza dentro, iniziò a spingere col bacino per andare ancor più a fondo. Austria, a quel punto, non riuscì a contenersi dal gemere piuttosto oscenamente, con un'inflessione vagamente supplichevole: era meraviglioso sentire il piacere invaderlo sempre di più ad ogni spinta.
L'austriaco venne dopo pochissimo, macchiandosi le mutande e sporcando la coperta.
Un brivido lo scosse da capo a piedi ed un ultimo sospiro gli tracimò le labbra, prima che s'abbandonasse come un peso morto sul pavimento, il viso appoggiato di lato.
Inghilterra continuò a spingere osservando il suo viso: gli occhi serenamente chiusi e l'espressione innocente.
Una scarica d'eccitazione pervase l'inglese, che raggiunse l'orgasmo e riversò il suo sperma nel sedere di Austria, che tutto s'aspettava meno che quello.
«Oh, cielo! Che cosa...?!» esclamò, indignato ma palesemente soddisfatto, inarcandosi appena all’indietro con la schiena, ripiombando l’attimo dopo steso.
Inghilterra uscì da dentro di lui con un mugolio deluso e si sdraiò al suo fianco.
«In realtà non vuoi saperlo» rispose stanco Arthur, vergognandosi un po' nel ripensare a quanto appena accaduto.
In effetti, era un po' anche ciò che stava provando anche Roderich. In fondo, avevano appena avuto la loro prima esperienza di rapporto sessuale, oltretutto con un membro dello stesso sesso.
La cosa risultava abbastanza inconsueta ad entrambi.
«No, non voglio» convenne Edelstein: non voleva dormire ed essere aggredito dai sensi di colpa per quanto successo tra loro - o peggio ancora da incubi di dubbia moralità.
«Comunque, devo dartene atto, ci sei riuscito» si complimentò l'austriaco, mettendosi malamente seduto.
«Mmh...?» fece l’altro senza capire.
«Ora non sono più angustiato...».
«Ahio, che maleee...!».
Inghilterra, che per parte sua si sentiva dolorante in buona parte del corpo, dovette compatire il povero Austria, che non riusciva nemmeno a mettersi seduto senza assumere un'espressione di profondo dolore legata alle fitte al fondoschiena che lo stavano massacrando.
Era in uniforme, pronto per andare a combattere ancora, ma dall’atteggiamento era evidente che se ne sarebbe stato volentieri in tenda per il resto della giornata.
«Ho una guerra da combattere, non posso andare al fronte di battaglia così!» brontolò adirato, lanciando occhiatacce all’inglese.
Kirkland non riuscì a far altro che deviare lo sguardo altrove ed uscire dalla loro tenda borbottando un impacciato: «M-mi spiace...».