Dolci perversioni

Sep 17, 2014 16:02

Titolo: Dolci perversioni
Rating: Rosso
Genere: Erotico
Personaggi: Add (Psycho), Eve (Imperatrice Nasod), Eve (Nemesi Nasod)
Wordcount: 2379 (fiumidiparole)
Prompt: 296. Sogni ricoperti di zucchero @ 500themes_ita
Note: Handjob, Het, Lemon
«Se ho dormito significa che l'Imperatrice era...» rifletté tra sé.
«Non guardarmi con quello sguardo confuso!» lo rimproverò Eve, distogliendolo dai suoi pensieri «Eri agitato e io mi sono avvicinata per svegliarti... e tu hai cominciato a leccarmi la pancia...!» soggiunse mentre l'espressione sul suo viso si distorceva in una colma di rabbia.

Add non si era mai accorto di quanto potesse essere attraente un corpo femminile pur essendo artificiale. 
Fino ad allora per lui l'Imperatrice Nasod era stata solamente un oggetto di ricerca, qualcosa da ottenere al fine di poter contribuire ai progressi nelle sue ricerche. Non aveva mai pensato di essere in grado di attirare la sua attenzione in maniera diversa dalle solite sberle che gli rifilava ogni qualvolta lo sorprendeva a seguirla o spiarla. 
Ovviamente Add era consapevole di quanto fosse attraente fisicamente, però credeva che i Nasod non fossero stati progettati anche per provare sentimenti come l'amore - o ciò che di più prossimo ad esso esisteva. 
E adesso era lì, seduto su uno dei logori divanetti che era riuscito a riesumare dalla distruzione portata a Belder dai demoni e a portare nel suo laboratorio segreto personale, con un'Imperatrice Nasod che gli si offriva completamente nuda ad eccezione di qualche consistente nuvoletta di panna montata che le copriva i piccoli seni e l'area pubica. I capelli argentei solitamente raccolti in due chignon simmetrici ai due lati del capo erano sciolti sulle esili spalle, coprendole leggermente alla vista. 
Dire che lo spettacolo era ben più che gradito dallo Psycho era eufemistico: l'albino era infuocato da un'eccitazione che non aveva mai provato prima di allora. Le sue guance erano porpora e la sua espressione un misto di ammirazione, desiderio e sofferenza. All'interno dei suoi pantaloni il suo pene turgido sfregava dolorosamente contro la zip sul cavallo in attesa di essere usato - o quantomeno considerato. 
Il problema vero e proprio era il fatto che Add non era affatto avvezzo a certi tipi di sensazioni o stimolazioni: durante la sua intera infanzia non aveva mai dovuto interagire con nessuna persona; per questo il fatto che il suo organo esterno stesse reagendo in quella maniera era una cosa incredibile per lui. Era per questo che non capiva come riuscire a farlo tornare come prima: in quelle condizioni provava piacere e dolore insieme. 
La sua mancanza di conoscenze in merito alla situazione gli impediva di agire in qualunque modo. 
Eve gli si accostò lentamente, ondeggiando i piccoli fianchi nel camminare, fino a che non gli fu proprio davanti. Salì sulle sue gambe in ginocchio e si erse sopra di lui accarezzandogli i capelli. 
L'aroma dolce della panna montata lo colpì in pieno con la forza di un pugno nello stomaco, facendogli venire l'acquolina in bocca. 
Da qualche parte nel suo inconscio desiderava ardentemente di toccare l'Imperatrice, baciarla e leccarle via la panna di dosso. La sola idea acuì le sue già gravi condizioni alle parti basse al punto che non riuscì più a resistere: afferrò la Nasod per i fianchi e l'attirò a sé affondando il viso nella panna che le ricopriva il pube, leccandola voracemente. 
La consistenza era morbida e il gusto si mescolava ad un profumo deciso e floreale quasi pungente che gli risultava incredibilmente familiare anche se non riusciva ad identificarne la fonte. 
Era afrodisiaco quel contatto intimo con Eve: riusciva ad appagare - anche se in minima parte - il tumulto di desideri che gli si agitavano dentro. 
Lo Psycho continuò a leccare imperterrito agitando leggermente il bacino, provando in tal modo un po' di sollievo al pene rigido. 
Avrebbe continuato ancora a lungo in quel modo se un calcio in pieno stomaco non l'avesse spedito addosso allo schienale del divano. L'impatto tra lo schienale quasi affatto imbottito - il divano era vecchio e logoro, non poteva certo pretendere che l'imbottitura fosse morbida - e la schiena in corrispondenza dei polmoni fu talmente forte da fargli mancare il fiato per alcuni secondi. 
Lo Psycho sgranò gli occhi fissando stupito ciò che aveva davanti senza in realtà vedere niente di definito: aveva lo sguardo appannato e le palpebre pesanti. 
Dopo alcuni secondi riuscì a mettere finalmente a fuoco la figura che aveva davanti: la Nemesi Nasod incombeva sopra di lui con espressione minacciosa, come se le fosse appena stato fatto un grave torto. Della dolce e seducente Imperatrice Nasod che stava ricoprendo di baci non c'era la minima traccia. 
«D-dov'è?» esclamò il ragazzo, guardando la Nasod con aria contrariata. 
Quest'ultima inarcò elegantemente un fine sopracciglio fino ad assumere un cipiglio perplesso ed altero insieme. 
«Di chi stai parlando?» domandò prima di passare in rassegna la piccola stanza dove si trovavano allargando le braccia «Qui ci siamo solo noi due... e tu stavi delirando nel sonno». 
Add la guardò spaesato: «Sonno...?». 
All'improvviso alla mente di Add si ripresentarono gli avvenimenti degli ultimi giorni: i componenti del Gruppo di Ricerca dell'Eldrit avevano scoperto il suo laboratorio segreto a Belder e non si erano fatti alcuno scrupolo ad entrarci, accompagnati - anzi, guidati - nientemeno che da Eve in persona. 
Lo Psycho quando l'aveva scoperto non aveva potuto fare a meno di rallegrarsene: era stato come se gliela avessero offerta su un piatto d'argento; peccato però che la Eve che si era trovato di fronte non fosse quella che a lui interessava. Era la Nemesi, non l'Imperatrice. 
Ciononostante, non poteva permettersi di farsi scappare l'opportunità di studiarla, anche se non si trattava della Nasod giusta; così aveva deciso di offrire il proprio aiuto ai giovani guerrieri - rimasti feriti in maniera più o meno grave durante gli ultimi scontri coi demoni che avevano invaso la città - e di ospitarli nel suo laboratorio. In quella maniera si sarebbe guadagnato la loro fiducia e intanto avrebbe potuto monitorare la Nasod senza correre alcun pericolo. E se le cose si fossero messe male... be', il laboratorio era suo. Avrebbe potuto distruggerli tutti senza problemi. 
Si era congratulato ed elogiato per il piano che era riuscito ad escogitare, degno del suo raro ingegno; tuttavia ben presto aveva dovuto iniziare a fare i conti con cosa volesse dire ospitare tipi come Raven e Elsword. L'ultimo in particolare aveva una strana propensione alla distruzione di tutto ciò che di tecnologico incrociava sulla propria strada, atteggiamento che aveva ben presto costretto lo Psycho a corrergli dietro come una balia per evitare che il laboratorio stesso venisse distrutto da quel pazzo furioso seppellendo tutti loro. 
Aveva smesso di mangiare e di dormire e non faceva altro che star dietro ad Elsword e - nei rari momenti di tregua - cercare di osservare Eve. 
Era stata dura resistere all'impulso di mandarlo all'altro mondo - oh, quel moccioso sarebbe stato una cavia perfetta su cui sperimentare il suo Giudizio Universale - e teneva duro solamente per poter continuare ad avere intorno Eve. 
La situazione aveva raggiunto un livello critico tale per cui quel pomeriggio quando aveva appreso che tutti sarebbero usciti per un giro di ricognizione ad eccezione della Nasod, l'idea di poter finalmente approfittare del momento per fare la sua mossa l'aveva sfiorato solamente e la stanchezza aveva invece preso totalmente il sopravvento, tant'era che non appena si era andato a sistemare sul divano si era addormentato. 
«Se ho dormito significa che l'Imperatrice era...» rifletté tra sé.  
«Non guardarmi con quello sguardo confuso!» lo rimproverò Eve, distogliendolo dai suoi pensieri «Eri agitato e io mi sono avvicinata per svegliarti... e tu hai cominciato a leccarmi la pancia...!» soggiunse mentre l'espressione sul suo viso si distorceva in una colma di rabbia. 
Add dilatò gli occhi: allora quello che aveva sognato...! 
«È-è colpa tua!» l'accusò Add alzandosi in piedi di scatto «Avresti dovuto lasciarmi dormire in pace!». 
Nel movimento avvertì tra le gambe la stessa sensazione che aveva provato in sogno. Con sgomento abbassò gli occhi sul proprio corpo, scoprendo con profondo disappunto e vergogna che era proprio come nel suo sogno: il suo pene si era irrigidito e inturgidito. L'unica differenza era il fatto che attualmente indossava solo un paio di boxer e che pertanto il suo pene non aveva il rigido e stretto cavallo dei pantaloni a trattenerlo. Il profilo della sua protuberanza era ben evidente attraverso il tessuto morbido della sua biancheria, addirittura troppo. 
Persino ad Eve non sfuggì: «E quello cos'è...?». 
Add arroventò imbarazzato, non sapendo come spiegare il fenomeno senza menzionare il suo osceno sogno. Pur non avendo idea di come quella reazione corporale funzionasse, era evidente che era in qualche modo correlata ai suoi desideri profondi. 
«Non sono affari tuoi!» esclamò lo Psycho «Adesso vattene». 
La Nemesi tuttavia non mosse un solo passo da dove si trovava, anzi, si chinò leggermente per osservare meglio il rilievo nelle mutande dell'albino. Fece anche per toccare, mossa da genuina curiosità, ma il ragazzo - intuendo il suo obiettivo - si affrettò a bloccarle ogni possibilità d'azione portandosi prontamente una mano all'inguine e stringendola attorno alla dura protuberanza. 
Sobbalzò al contatto, trovandolo stranamente piacevole; tuttavia non si diede molto tempo per manifestarlo. Adesso voleva solo essere lasciato da solo a vedersela col suo problema. 
«Che volevi fare? Sei una svergognata!» esclamò rivolto alla Nemesi. 
«Io?! Tu mi stavi leccando!» ribatté a tono lei. 
«Be', stavo dormendo» tagliò corto lui «E adesso vai. Devo occuparmi di una cosa...». 
«Tu non hai idea di cosa sia quella, giusto?» continuò ad insistere la Nasod. 
«Certo che lo so!» mentì prontamente il ragazzo. 
«E allora perché prima non hai risposto...?» 
«P-perché...» tentò di spiegare lui ma non aveva modo di inventarsi qualcosa di convincente. Era con le spalle al muro. 
La sua interlocutrice rise della sua ignoranza. 
«Non sai cosa sia un'erezione?» lo prese in giro. 
Add digrignò i denti e, arrossendo, dovette ammettere la propria lacuna conoscitiva: «No, e allora? Non è importante...». 
«Non è importante?» ripeté la Nemesi «Per voi maschi umani lo è eccome: senza di essa voi non potreste riprodurvi». 
Add assunse un'espressione scioccata: «Cosa?! Riprodursi? Significa che...». 
«È sintomo di interesse sessuale... almeno così mi ha spiegato Raven». 
L'albino ripensò al sogno che aveva fatto e a quanto duro si fosse fatto il suo pene. Arroventò imbarazzato al pensiero che fosse sessualmente attratto da Eve. 
Il ragazzo si sedette stringendo la presa sull'erezione e premendola come per nasconderla. Si vergognava terribilmente. 
Ad Eve il gesto non sfuggì. 
«Raven mi ha spiegato che è normale per i maschi averla quando si svegliano, non serve fare quella faccia» gli spiegò. 
«Come lo faccio tornare normale?» domandò l'albino. 
«Non sai neanche questo? Ah...!» Eve scosse il capo, esasperata: era incredibile che lei, una Nasod, dovesse spiegare ad un uomo come soddisfare le proprie necessità di carattere sessuale. 
Senza aggiungere altro si inginocchiò al suo fianco, posando le mani sulle sue e spostandole. 
«Cosa fai?» indagò lo Psycho. 
«Ti faccio vedere come fate voi a masturbarvi...» replicò la Nemesi «E adesso togli questi boxer. Sono d'intralcio» gli ordinò. 
«Devo spogliarmi davanti a te?!» 
«Possiedo già i dati su come sei fatto là sotto» asserì Eve «Non hai niente da nascondere». 
Add avrebbe voluto massacrarla per come stava minimizzando il suo senso del pudore e soprattutto i suoi attributi, però era l'unica che poteva aiutarlo in quel frangente, per quanto odiasse ammetterlo, e lui voleva a tutti i costi che il suo pene tornasse alla normalità. 
Si sollevò e calò le braghe, calciando via i boxer per rimanere con le gambe completamente libere. 
La sua erezione si erse verso l'alto, finalmente libera. Vederla nuda era ancora più imbarazzante, almeno per Add. 
La mano snella di Eve si strinse attorno al suo pene con presa insolitamente stoica, cominciando poi a muoversi su e giù spostando i sottili lembi di pelle che nascondevano alla vista il glande che - in virtù del turgore - era già parzialmente scoperto. 
Add si addossò contro lo schienale del divano alzando il viso al soffitto ed aprendo le labbra. Leggeri gemiti di piacere cominciarono a fuoriuscirgli dalla bocca ed intensificarsi sempre di più col trascorrere del tempo. 
La sensazione di completo appagamento fisico lo stordiva e gli faceva perdere qualsiasi desiderio di ribellarsi. Era succube di quel piacere come non lo era mai stato di nient'altro prima di allora. Era addirittura meglio del piacere che provava mangiando il suo adorato cioccolato. 
Eve dal canto suo non aveva mai fatto una cosa del genere, però a giudicare dalla reazione dell'albino sembrava che stesse andando bene; pertanto accelerò ancora un po' il ritmo con cui muoveva l'arto per vedere se riusciva ad ottenere ancora di più. 
Il risultato fu ancora migliore delle sue previsioni: cacciando un gridolino d'estasi, lo Psycho si inarcò contro lo schienale e spostò in fuori il bacino, offrendo letteralmente il suo pene alla Nemesi Nasod. 
«C-continua...» sospirò con le guance in fiamme, mordicchiandosi il labbro inferiore «O-oooh...». 
Cominciò presto ad agitarsi, cambiando continuamente posizione anche se poco alla volta, cercando quella migliore per godere a pieno di quello che stava subendo. 
Chiuse gli occhi per concentrarsi sulle sensazioni restituitegli dal suo corpo e così facendo il suo sogno ritornò vivido a scorrere all'interno delle sue palpebre chiuse. 
La seducente Imperatrice Nasod era di nuovo in piedi davanti a lui e si muoveva leggiadra, in una specie di danza provocante. La panna che le copriva le zone intime era aumentata. 
Era bellissima ed il dolce profumo che la circondava era talmente intenso da fargli venire quasi l'acquolina in bocca. 
Voleva averla - e non solo per i suoi esperimenti. Voleva studiare la sua anatomia dall'esterno e sondare il suo corpo in ogni suo più piccolo e segreto anfratto. 
Add sudava copiosamente. Eve stava aspettando che iniziasse a lamentarsi su quanto imperfetto fosse un corpo che per abbassare la propria temperatura necessitasse di un meccanismo tanto disgustoso; tuttavia, dalla sua espressione non sembrava importargliene molto al momento. Sembrava piuttosto immerso in pensieri decisamente piacevoli e lo testimoniava in maniera piuttosto eloquente il fatto che il suo pene si fosse inturgidito ancor di più all'improvviso. 
A guardarlo in quel momento la Nasod non avrebbe mai pensato che quel ragazzo potesse costituire un pericolo di qualche tipo per lei: pareva così indifeso, completamente succube del suo fisico. 
Senza alcun preavviso l'albino cominciò a tremare. 
Sgranò gli occhi e guardò la Nemesi, aggrappandosi alla sua spalla. Era palesemente terrorizzato e Eve non riusciva a capirne la ragione. 
«E-Eve...» gemette «Basta... è... è-è troppo... ahw!» s'interruppe e ansimò pesantemente, stringendo la presa sulla spalla della Nasod. 
Quest'ultima lo fissò sbattendo le palpebre con perplessità per alcuni momenti; infine disse: «No». 
«C-cosa mi succede...?» chiese lui con un fil di voce, osservando gli spasmi delle sue gambe come se stesse guardando un mostro. 
Non era padrone del suo corpo. Non era mai accaduto e non capiva come potesse essere. 
«Sei vicino all'orgasmo» gli spiegò senza particolare coinvolgimento Eve «È normale». 
«O-orgasmo...?» ripeté l'albino senza capire. 
Non ebbe molto tempo per rifletterci su, perché avvertì un prorompente calore invaderlo assieme ad una immediata sensazione di appagamento sessuale. Subito dopo vide schizzare dalla punta del suo pene eretto un cospicuo getto di liquido bianco che andò a colpire il bordo del divano e il pavimento, gocciolando anche lungo la sua erezione. 
Non appena ebbe eiaculato si rilassò completamente, abbandonandosi esausto contro il divano. I suoi muscoli si rifiutarono di collaborare quando cercò di raddrizzarsi. 
«O-oh... che sollievo...» sospirò, abbassando gli occhi alle sue gambe. 
«Buon per te, io adesso devo assolutamente andare a lavarmi» esclamò la Nemesi alzandosi in piedi con aria risoluta e alquanto disgustata. 
Add le tese un braccio. 
«Anch'io devo lavarmi: ho sudato tantissimo» disse «Aiutami ad alz-ehi!». 
La Nasod gli diede le spalle e se ne andò senza degnarlo d'attenzioni. 
«Ehi, Eve...! Dove vai?! Non ce la faccio ad alzarmi! Eve!» chiamò a vuoto cercando di attirare la sua attenzione. 
Il ragazzo si guardò e avvampò di rabbia contro se stesso per essere riuscito a mettersi da solo in una simile situazione.

pairing: add/eve, rating: nsfw, fandom: elsword

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