Regali da lontano

Feb 24, 2014 15:20

Titolo: Regali da lontano
Rating: Verde
Genere: Fluff, Malinconico
Personaggi: Chung Seiker, Raven
Wordcount: 697 (fiumidiparole)
Prompt: Oggetti / #08. Palla con la neve @ think_fluff + Supernatural!AU per la sesta settimana del COW-T 4 @ maridichallenge
Note: Supernatural!AU
«Una palla con la neve. Me l'ha portata Aisha da uno dei suoi viaggi in Europa, quando è tornata in Romania» spiegò Chung con una nota di nostalgia nella voce.
Raven assunse un'espressione più morbida e comprensiva.
«Anche tu sei nato in Europa, giusto?» chiese.

Raven si divertiva spesso ad infastidire Chung mentre quest'ultimo - armato di semplici ago e filo - cercava di rammendare il suo camice ormai ridotto ad un mucchio di tessuto tenuto assieme alla meno peggio oppure qualche arto che era sul punto di andarsene per i fatti suoi. 
Nel caso in esame, Chung era seduto sul suo bazooka d'avanguardia, al quale aveva lavorato per settimane, tentando di riattaccare al ginocchio il suo polpaccio. 
Raven si accucciò a terra di fianco all'arma, insensibile al freddo pungente del crepuscolo che avanzava anche se il suo torace era completamente nudo, e si portò una zampa artigliata a grattare il grosso orecchio triangolare ed appuntito che affiorava tra i suoi capelli inclinato verso destra. 
«Perché mi hai chiamato?» chiese, osservando con sguardo intento l'operazione dell'amico. Essere lupi mannari fa sì che il tuo stomaco sia abbastanza forte da reggere la vista di scene come quella di un piccolo mostro che si ricuce parti del corpo per mantenerle ben salde tra loro. 
«Volevo farti vedere una cosa. Puoi tagliare qua?». 
Chung tirò il filo in più in modo da mostrare al lupo cosa tagliare e Raven si prestò ben volentieri, sfoderando gli artigli ed utilizzandone uno per rimuovere la parte in eccesso. Una volta portata a termine quella semplice operazione, Seiker si chinò a raccogliere una piccola scatola trasparente che fino ad allora era rimasta appoggiata a terra dietro il bazooka. La sollevò e la porse a Raven, in modo che potesse vedere anche lui cosa conteneva. 
Il lupacchiotto aggrottò le sopracciglia mentre osservava la palla di cristallo nella scatola e la polvere bianca che si agitava in essa quando l'oggetto veniva scosso o subiva anche un minuscolo spostamento. 
Osservando la sfera, Raven si accorse che all'interno, in mezzo alla polvere turbinante, si trovava anche la miniatura di un castello grigio cupo. 
Era un oggetto che non aveva mai visto e, con quanta più delicatezza poté, lo scosse per far risollevare la polvere, che esaminò incantato mentre si muoveva nella piccola sfera trasparente. 
«Che cos'è?» domandò, porgendo di nuovo la scatola a Chung, che la prese con cautela, quasi avesse paura che gli potesse sfuggire di mano. 
«Una palla con la neve. Me l'ha portata Aisha da uno dei suoi viaggi in Europa, quando è tornata in Romania» spiegò Chung con una nota di nostalgia nella voce. 
Raven assunse un'espressione più morbida e comprensiva. 
«Anche tu sei nato in Europa, giusto?» chiese. 
Seiker annuì con un breve cenno del capo, correggendo la sua affermazione solo con un: «Creato». 
Lui era stato assemblato con parti di cadaveri dal suo cosiddetto padre, che poi lo aveva abbandonato quando aveva capito che come esperimento era ancora una forma incompleta e lontana da quella che secondo lui era la creazione di un vero essere umano. 
Per le sue origini era considerato un mostro e suo padre alimentò a tal punto le voci che lui aveva dovuto fuggire inseguito da una folla inferocita che lo voleva morto a tutti i costi. 
Anche se la sua "infanzia" era stata un'esperienza decisamente negativa, lui conservava un dolce ricordo del castello in cui era stato creato e certe volte ne sentiva veramente molto la mancanza, come allora. 
«Aisha ha visitato anche il tuo paese?» chiese spontaneamente il lupo. 
Chung assentì di nuovo, aggiungendo: «Mio padre è morto». 
Calò un silenzio teso, rotto solo da quelli che erano senza ombra di dubbio i singhiozzi del biondo. 
Raven si alzò da terra e si andò a sedere di fianco a lui, volendolo confortare in qualche modo anche se non sapeva come: fin da piccoli quelli della sua specie erano allevati per diventare dei predatori forti e spietati. Non erano avvezzi alle coccole. 
Non ebbe però bisogno di impegnarsi particolarmente per cercare di fare qualcosa: Chung, avvertendo la sua presenza vicino a lui, si gettò contro il suo petto ed in esso affogò la sua malinconia. 
Raven si sorprese un po' del gesto e, a disagio, lo cinse con un braccio stringendolo a sé. 
Non sapeva che altro fare, per cui rimase così ad aspettare che il suo accesso di pianto si placasse. 
«G-grazie...» borbottò ad un certo punto tra i singhiozzi, e Raven non seppe che cosa diavolo dire. 
Chinò imbarazzato il viso sulla testolina dell'altro e vi posò un bacetto, sperando che potesse bastare come risposta.

rating: safe, fandom: elsword

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