Titolo: Si prevede un inverno gelido
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life
Personaggi: 1!Dante, 2!Dante, 3!Dante, 4!Dante
Wordcount: 1366 (
fiumidiparole)
Prompt: 7. Quattro dalla
mia cartellina per la
Maritombola #5 @
maridichallengeNote: Gen
«ATCIÙ!» starnutì rumorosamente il Dante più giovane, rannicchiato in un angolo del divano.
«Ehi, mica ti starai ammalando?» lo riprese il più vecchio, scoccandogli un'occhiata da sopra la rivista che stava leggendo con interesse.
«Che ne so!» sbottò l'interpellato per tutta risposta «Qui dentro si gela».
Il sistema di riscaldamento della Devil May Cry - costato pochissimo e già in condizioni discutibili quand'era stato acquistato - aveva deciso di andare in pensione definitivamente proprio quando stava per iniziare l'inverno.
Le temperature erano drasticamente scese e non sembrava che si sarebbero rialzate ad un livello accettabile molto presto.
L'ufficio - facente parte di un edificio che di moderno e costoso non aveva niente, meno che mai dei pannelli d'isolamento termico nei muri - era estremamente vulnerabile alla temperatura gelida esterna.
Il freddo riusciva a penetrare all'interno da ogni pertugio esistente, trasformando i locali interni in una ghiacciaia vera e propria.
«ATCIÙ!» starnutì rumorosamente il Dante più giovane, rannicchiato in un angolo del divano.
«Ehi, mica ti starai ammalando?» lo riprese il più vecchio, scoccandogli un'occhiata da sopra la rivista che stava leggendo con interesse.
«Che ne so!» sbottò l'interpellato per tutta risposta «Qui dentro si gela».
«Non puoi ammalarti. Non sei umano» fece presente un terzo Dante, sdraiato su una coperta distesa sul pavimento. Stava sonnecchiando da un po', o perlomeno ci stava provando, visto che aveva freddo da un lato e dall'altro c'era la confusione che i due omonimi facevano.
Il minore starnutì una seconda volta, portandosi una mano a coprire la metà inferiore del viso.
«Oh, accidenti!» esclamò con voce stranamente nasale.
Il maggiore rise borbottando: «Hai bisogno di un fazzoletto?».
L'albino mediano si mise seduto, rinunciando definitivamente all'idea di prendere sonno.
«Ehi, non prendermi in giro!» sibilò a gran voce il Dante minore, alzandosi in piedi. Così facendo il cappotto rosso bordato di pelo nero si aprì sul torace nudo sottostante, facendolo tremare visibilmente. La versione invernale del suo indumento preferito - il cappotto rosso - era un acquisto recente che era stato emulato dagli altri tre Dante, anche se per ciò avevano dovuto spendere parecchio.
«Dovresti soffiarti il naso prima di cercare di minacciare qualcuno...» gli fece presente il suo omonimo sul pavimento, accennando un sorriso di scherno che l'altro colse in pieno.
Quest'ultimo fece per ribattere, quando un quarto Dante aprì la porta d'ingresso con un calcio, mandando il battente a sbattere pericolosamente contro il muro dietro di esso.
«Non rompere pure la porta, altrimenti tanto vale che andiamo direttamente a dormire in strada» replicò il più grande, chiudendo la rivista ed alzandosi dalla sua sedia dietro la scrivania.
Una corrente d'aria entrò prepotentemente, sbattendo contro il muro pure l'altra metà di porta, che cigolò pericolosamente. La coda del cappotto attorno alle gambe del nuovo venuto si sollevò nel turbinio d'aria cominciando a sbattere contro le sue cosce con una certa violenza e frustare l'aria.
Con sguardo tagliente fissò il più grande e disse: «La prossima volta ci vai tu in pizzeria, mh?».
Aveva aperto la porta con un calcio non perché volesse atteggiarsi a duro, bensì perché le braccia erano impegnate a sorreggere una pila di scatole di pizza di una discreta altezza.
Dato che la pizzeria a domicilio che chiamavano in genere quel giorno era chiusa per motivi personali del proprietario, il poveretto si era offerto per andare a prendere la cena per tutti, sfidando il clima avverso; pertanto pretendeva un minimo di gratitudine, non di essere maltrattato per come aveva aperto l'uscio. Era padrone anche lui di quell'ufficio, almeno in parte.
L'omonimo fino ad allora seduto a terra si alzò in piedi e si affrettò ad andare a chiudere la porta mentre il più grande di tutti si arrendeva alla giusta protesta del suo interlocutore.
«Okay, chiedo venia» disse in una abile finzione di pentimento. Non era da lui scusarsi sentitamente.
«Finalmente, che fame» commentò il più giovane, facendo per avvicinarsi al Dante ancora sulla porta, il quale gli rivolse uno sguardo d'avvertimento esclamando: «Lavati quelle mani e pulisciti il naso, altrimenti tu non mangi».
Il più piccolo rimase spiazzato dall'affermazione, mentre gli altri due spettatori scoppiavano a ridere.
«Non preoccuparti, la tua pizza la mangiamo noi!» rise il Dante di mezzo, avviandosi verso il divano, guadagnandosi un'occhiata fulminante da parte del più giovane, che differiva da lui solo per qualche anno.
Forte di questa misera disparità, il raffreddato si prese una piccola vendetta facendogli lo sgambetto. La sua vittima incespicò in pieno nel suo stivale e cadde contro il tavolinetto di fianco al divano, al quale riuscì ad aggrapparsi senza farsi niente.
«Provaci a mangiare la mia pizza» minacciò, arrivando alle spalle del suo omonimo, il quale si girò allacciando entrambe le gambe attorno alle sue ginocchia e torcendole. L'altro gli cadde addosso.
Cominciarono a rotolarsi a terra cercando di picchiarsi mentre i due più grandi si sedevano sul divano, osservandoli.
«Non hanno freddo?» esclamò il più giovane dei due, aprendo una delle due scatole di pizza che aveva in grembo - le altre le aveva posate sulla scrivania, dove la furia della coppia di litiganti non poteva fare danni.
Il suo interlocutore si strinse nelle spalle con aria di sufficienza.
«Così si riscaldano, no?» disse mentre apriva la sua scatola della pizza «Oh, è anche già tagliata...!» commentò contento, prendendone in mano un pezzo e portandoselo alla bocca di scatto per evitare che la ricca farcitura cadesse dallo spicchio.
Si addossò contro lo schienale del divano assaporando la sua cena mentre il compagno lo emulava studiando la lotta infantile che stava avendo luogo ai loro piedi: dai pugni erano passati ai morsi e alle testate. Stava diventando una specie di sfida a chi aveva la testa più dura.
«Prima o poi si stancheranno...» esclamò impassibile l'ultimo arrivato, addentando la sua pizza.
I due giovani rotolarono ai piedi del divano con il minore che si erse trionfante mettendosi seduto sopra il bacino dell'avversario sollevando un pugno.
«Ah, ce l'ho fat...» si interruppe e storse le labbra in una smorfia «... at-at... ATCIÙ!».
Starnutì addosso al suo sfidante, che assunse un'espressione di totale disgusto.
«Se devi starnutire copriti con una mano» lo riprese l'ultimo arrivato, scuotendo la testa in atto di palese esasperazione.
«Tieni, pulisciti» disse il più vecchio di tutti, prendendo un fazzolettino di carta e passandolo al poveretto colpito, che accettò di buon grado l'offerta.
Si pulì il viso dalle gocce di saliva e muco che gli erano finite addosso commentando con un: «Bleah...».
«Non starnutisco di proposito!» protestò il più piccolo del quartetto, la voce fortemente nasale a causa del muco che glielo ostruiva. Sottrasse il fazzoletto dalle mani del rivale e lo usò per soffiarsi il naso.
«Hai pensato di metterti a letto e smettere di spargere germi in giro?» lo prese per i fondelli quest'ultimo, che ancora giaceva sotto di lui ed al quale fece per assestare un pugno in viso; tuttavia, si bloccò nel rendersi finalmente conto che la coppia di spettatori stava mangiando.
Si alzò lasciando perdere l'altro e andò a prendere la sua pizza, che si mise a mangiare stravaccato sulla sedia, i piedi incrociati sopra il piano della scrivania.
«Be', e io?» fece l'ultimo rimasto, mettendosi in piedi a propria volta e dirigendosi verso il mobile in legno. Saltò seduto sopra di esso e si portò sulle gambe la scatola della pizza, aprendola e staccandone uno spicchio.
«Mh, è calda...».
«A differenza di questo posto...» fu la replica che venne dal più giovane seduto sul divano, il quale si guardò attorno come in cerca della reale fonte di tutto quel gelo.
«Perché il riscaldamento si è rotto proprio in questo periodo?» si lamentò il momentaneo padrone della scrivania «Quando dovrebbe venire il tecnico?».
«La prossima settimana» lo avvisò il più vecchio.
«Che cosa?!» si lamentò l'altro «Non è possibile, non si può resistere così per tutti questi giorni».
«Non lamentarti con noi, mica è colpa nostra!» obiettò l'albino seduto sulla scrivania prima di strappare un altro morso di pizza.
«Su, non mettere il broncio, vedrai che troverai il modo per riscaldarti» disse il maggiore.
«Umphf! Non trattarmi come un moccioso» rispose l'interpellato.
«D'accordo» gli concesse l'altro, roteando gli occhi al cielo.
«Forse è meglio trovare qualcosa per scaldarci tutti quanti...» s'intromise il Dante più giovane tra i due seduti sul divano «Le temperature dovrebbero calare ancora».
Dall'espressione sul viso degli altri tre era evidente che non ne era al corrente nessuno.
«Altri vestiti pesanti in arrivo...!» presagì l'albino accomodato sulla scrivania con un sospiro di pura esasperazione.