Titolo: Bagno un po' troppo lungo
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of life
Personaggi: 2!Dante, 4!Dante
Wordcount: 1035 (
fiumidiparole)
Prompt: 62. Ignorare l'istinto @
500themes_ita + 25 Senses: Touch / 023. Clean Hair @
casti_puriNote: Selfcest, Shonen-ai
«Ehi!» esclamò, picchiettando sulla porta «Per quanto ne hai ancora?» chiese, di nuovo senza ottenere risposta.
«Guarda che devo usare il bagno!» avvertì, cercando di attirare l'attenzione dell'altro: se non gli rispondeva e gli diceva quanto ancora gli mancava, lui sarebbe entrato infischiandosene del fatto che dentro c'era lui.
Quando il Dante più giovane faceva il bagno, la stanza diventava inagibile per parecchio tempo - talvolta anche per più di un'ora - perché gli piaceva rilassarsi nella vasca con l'acqua tiepida ed il profumo del bagnoschiuma. Inoltre, era un vero e proprio maniaco dell’igiene personale, contrariamente al suo convivente nonché omonimo.
Il Dante più grande era in piedi appoggiato contro il muro vicino alla porta del bagno e leggeva una rivista.
«Ehi, ce ne hai ancora per molto?» domandò a voce alta, senza spostare lo sguardo dalla rivista. Aveva bevuto parecchie bibite gassate nell'ultima ora, convinto che il bagno si sarebbe liberato nell'arco dei sessanta minuti, com'era in genere, ma la cosa stava protraendosi un po' troppo.
Da dentro il bagno non giunse alcuna risposta e ciò non giovò affatto alla sua situazione: la sua vescica cominciava a stentare a reggere.
«Ehi!» esclamò, picchiettando sulla porta «Per quanto ne hai ancora?» chiese, di nuovo senza ottenere risposta.
«Guarda che devo usare il bagno!» avvertì, cercando di attirare l'attenzione dell'altro: se non gli rispondeva e gli diceva quanto ancora gli mancava, lui sarebbe entrato infischiandosene del fatto che dentro c'era lui.
Rimase ad aspettare ancora per diversi minuti prima di bussare di nuovo.
Stavolta dall'interno gli arrivò come risposta: «Non ho ancora finito!».
«Be', sbrigati!» controbatté a voce alta il più grande.
Era arrivato al limite della sopportazione.
«Mi manca ancora un po'» sentì dire al più giovane, al che bussò un’altra volta e domandò: «Io... devo usare il bagno. Non puoi farmi entrare per un attimo?».
«No» fu la secca replica che ottenne e che lo lasciò di stucco: si aspettava un rifiuto - riusciva a diventare veramente paranoico quando si trattava di privacy - ma non così deciso.
«Per favore, solo un momento» ritentò. Se doveva fare pipì lui che poteva farci? Era la natura.
Sentendo un mugolio di cedimento provenire dall'interno del bagno si fece più baldanzoso e le sue speranze di riuscita si rafforzarono.
«Entro» disse, afferrando la maniglia «Prometto che non guardo» aggiunse mentre spingeva l'uscio, conscio che il problema tutto sommato stava lì: il suo compagno più giovane aveva sempre timore che, se si fosse fatto vedere nudo, lui gli sarebbe saltato addosso senza pensarci due volte, come un ragazzetto arrapato in preda agli ormoni. Ormai quella era un’età lontana per lui, anche se ciò non significava che non gli piacesse concedersi ai rapporti sessuali.
A dispetto della paura morbosa del Dante più piccolo, facevano regolarmente sesso quasi ogni notte.
Quando aprì non sentì gridare, segno che poteva entrare senza problemi e che era riuscito a convincere il suo partner della veridicità delle sue parole; pertanto si guardò bene dal dirigere gli occhi verso il punto dove si trovava la vasca da bagno. Non voleva essere scacciato prima di aver svuotato la vescica e sapeva per esperienza che se sbirciava il suo omonimo riusciva a diventare oltremodo violento. Una volta aveva iniziato a lanciargli dietro le saponette e non era stata una cosa piacevole, specialmente perché nella fuga era scivolato su una di esse ed era caduto picchiando forte il didietro sulle dure mattonelle del pavimento. Il dolore dell’impatto si era protratto per diversi giorni prima di affievolirsi e permettergli di sedersi senza sentir male al fondoschiena.
Finalmente il più grande dei due svuotò la vescica, con somma gioia e sollievo. Mentre orinava, sentiva lo sguardo inquisitorio del compagno come un trapano bollente che cercava di penetrargli la nuca.
Mentre si chiudeva la zip sentì dire dall'altro: «Alla tua età hai già problemi d'incontinenza?».
Uno spasmo nervoso lo percorse da capo a piedi sentendosi dare del vecchio in quel modo.
Senza più badare alla tacita richiesta di intimità e privacy dell'altro, si voltò a fronteggiarlo, deciso a non fargliela passare liscia, ma si bloccò nel vederlo affiorare solo con la testa in mezzo ad una distesa di soffice schiuma. I capelli albini lunghi erano zuppi d'acqua e sapone e rilucevano sotto la lampada che pendeva dal soffitto.
Con il viso mezzo coperto dai ciuffi che gli ci stavano appiccicati sopra, aveva un che di quasi tenero.
A lui era sempre piaciuto quel taglio di capelli, perché quando poi erano asciutti diventavano incredibilmente morbidi al tatto e tendevano a gonfiare un po'.
Vedendolo in quello stato, il più grande si decise ad ignorare l'istinto omicida di poco prima e si avvicinò al partner. Quest'ultimo per contro si scostò dal bordo della vasca, senza perdere di vista il compagno, aspettandosi di essere aggredito da un momento all’altro - se in modo violento o sessuale, non avrebbe saputo dirlo.
«Ma lo sai che sei carino così? Sembri un pulcino bagnato» lo prese bonariamente in giro il maggiore, facendo per protendere una mano ad accarezzargli la chioma umida.
«Esci» intimò il minore senza esitazioni.
«Oh, avanti di che cosa hai paura? Guarda che tutto quello che hai è roba che ho già visto» rise l'interlocutore, irritando l'altro. In effetti, anche se era fastidioso ammetterlo, aveva perfettamente ragione: nonostante la disparità di età, erano la stessa persona, per cui erano fatti nello stesso identico modo. Poi c'era anche il fatto che facevano l'amore spesso, ma era una cosa secondaria.
Il maggiore riprovò a tendere il braccio per accarezzare i capelli bagnati del partner e stavolta ci riuscì.
«Ow, come sono soffici...» sospirò mentre affondava le falangi tra i ciuffi sopra la testa.
«Sono ancora bagnati» disse l'altro Dante, affondando con il mento poco sotto il livello dell'acqua. Gli piaceva essere accarezzato sulla testa, ma preferiva quando era asciutto.
«Sono solo umidi» lo rimbeccò il suo compagno, senza togliere la mano. Ci pensò l'altro a spostargliela.
«Basta, voglio uscire. Vattene!» esclamò il minore, guardandolo dal basso con espressione indignata e decisa insieme.
Il maggiore si inginocchiò sul pavimento e si protese a dare un bacio sulla fronte del suo compagno con tenerezza, anche se in cambio ricevette solo uno spruzzo d'acqua insaponata.
«Devo uscire dalla vasca, vattene!» ripeté.
«Okay, d'accordo esco!» si arrese il suo omonimo, alzandosi in piedi e avviandosi verso la porta anche se la prospettiva di vederlo nudo risvegliava il suo istinto più primordiale e selvaggio. Era effettivamente una bella tentazione cui resistere e lui ci stava riuscendo egregiamente. Era meravigliato di se stesso e del suo ferreo autocontrollo.
«Tu però asciuga per bene quei capelli!» intimò in tono scherzoso.
Era capace di resistere ai desideri carnali, ma non alla morbidezza di quei capelli bianchi uguali ai suoi.