[Harry Potter] - Ficus Strangolatore (parte 5)

Jul 19, 2010 14:19

Titolo: Ficus Strangolatore
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter
Parte: 5/16
Rating: R/Nc17.
Conteggio Parole: 2463
Beta: Nuki
Riassunto: Da quando Harry ha visto Malfoy in quelle vesti, non riesce a togliersene l'immagine dalla mente. Quando troppo potere ed ossessione si concentrano nelle mani di una sola persona, i risultati possono essere pericolosi.

Note: Sequel di Narciso. Questo capitolo è abbastanza crudo, e potrebbe risultare disgustoso per alcune persone.

Avvertimenti: Stavolta abbiamo un bel pout-pourri di Non-con, Angst, Molestie, Umiliazione, Violenza Psicologica, pseudoslash, crossdressing e credo che Harry vada abbastanza OOC ma potrebbe anche essere un'Alternative Character Interpretation (o potrei star solo cercando di pararmi il culo). É leggermente AU per una questione di praticità (niente Umbridge).

Link al capitolo precedente: 4
Link al capitolo successivo: 6






La vendetta aveva il sapore salato delle lacrime di Malfoy.
Harry non aveva mai baciato nessuno prima di allora, nemmeno a labbra chiuse, dunque il suo bacio fu goffo e violento, bagnato della propria saliva e delle lacrime e muco del rivale.
Gli capitò di sbattere con gli occhiali contro la faccia dell'altro, facendo male ad entrambi, e di urtare un labbro contro i suoi denti per il troppo entusiasmo, facendosi più che altro male da solo.
Malfoy rimase immobile sotto di lui, scosso da piccoli spasmi forse di repulsione o forse solo di paura, gli occhi serrati da cui ancora fuoriuscivano alcune lacrime.
Quando si staccò lo vide voltare la testa e sputare, il volto contorto in una smorfia di disgusto.

Quello schifoso...quel...quel porco schifoso!!! pensò Draco, nauseato.
Potter gli aveva sbavato in bocca come un'animale, contaminandolo con i suoi fluidi rivoltanti.
Tentò di togliersene il sapore di bocca, sputando per terra più volte, ma quel retrogusto e soprattutto quella sensazione di sporco - anzi, di infetto - non accennava a sparire.
Il fatto che Potter avesse iniziato a strofinarsi contro la sua gamba, come un dannato cane, non faceva che aumentare il suo ribrezzo.
-S...schifoso pervertito...-

“Pervertito? Io?”
Harry incurvò un angolo della bocca, in una sorta di mezzo sorriso privo di qualsivoglia allegria.
-Se io sono un pervertito, tu che cosa sei, Malfoy?- gli sibilò, portando di nuovo le labbra a pochi centimetri dalle sue e spostando la mano sul suo fondoschiena afferrando il retro di quelle che a malapena si sarebbero potute definire “mutande” e tirando, facendo presa sul punto in cui i due fili si incrociavano.
Malfoy sussultò, afferrandogli il braccio per fermarlo, ma Harry gli schiaffeggiò via la mano.
-Nessun ragazzo normale si metterebbe una cosa del genere- gli sussurrò crudelmente all'orecchio, soffiandoci contro e sentendolo rabbrividire.
Lasciò la presa, e le “mutande” tornarono a posto con un suono simile allo schiocco di un elastico contro la pelle, godendo interiormente dello squittìo di dolore che ne ricavò in risposta.
-In realtà qui il vero pervertito sei tu, non è vero? Scommetto che non aspettavi altro...-
-No!- protestò Malfoy, colpendolo al volto in un impeto di rabbia.
Harry incassò il colpo in silenzio, non aspettandoselo.
Per tutta risposta, allontanò il viso per fissarlo e spostò la mano sotto l'inguine dell'altro, stringendogli i testicoli in una morsa dolorosa.
Sogghignò quando lo vide impallidire, emettendo un gemito strozzato e spalancando nuovamente gli occhi per il male e la sorpresa.
-No? E allora cosa sono questi vestitini appariscenti, eh? Volevi metterti in mostra, no?-
-N...no..AH!- gemette Malfoy, ritornando a piangere e a respirare troppo velocemente mentre Harry stringeva la presa.
-Te lo dico io cosa sei, Malfoy...- tornò a sussurrare Harry, senza distogliere lo sguardo da lui mentre raggiungeva nuovamente le sue labbra -sei un pervertito della peggior specie, e una puttana.-
-L...lurido pezzo di...AAH!!!- Malfoy si interruppe di nuovo, gridando quando Harry accennò a tirare verso l'esterno, senza allentare minimamente la presa.
Harry lo squadrò freddamente, spostandogli a forza le mani quando tentò di spingergli via la sua, notando compiaciuto il modo in cui il suo corpo tremava, scosso come da scariche di dolore.
-Se fossi in te, farei attenzione a quello che dico...tu non vuoi che io desideri che tue mutande diventino foglie di ortica, vero?-
L'altro serrò le labbra, affrettandosi a scuotere la testa.
-Non sei così stupido, Malfoy,dovevi aspettarti questa reazione...- sussurrò contro il suo orecchio, allentando la presa ed accarezzandogli i capelli con l'altra mano, quasi gentilmente.
-È quello che volevi, non è vero?-
Ignorò i piagnucolii che continuavano a lasciare le labbra dell'altro, ignorò i suoi “no” e le sue suppliche, le mani con cui tentava invano di coprirsi, piangendo.

Stava fraintendendo, dannazione, stava fraintendendo totalmente.
-N...non è così...tu non capisci...- tentò di ribattere, ma Potter lo interruppe
-Oh no, io capisco fin troppo bene invece...- disse lui con quel maledetto sogghigno, mentre la sua mano continuava a toccarlo fra le gambe, attraverso la stoffa, facendolo rabbrividire per la paura ed il disgusto.
L'unica reazione che il suo corpo mostrava era una nausea crescente, un tremito continuo dettato dalla repulsione e dal terrore che iniziava ad assalirlo.
Non riuscì nemmeno più a vergognarsi delle sue lacrime, perché il suo orgoglio era l'ultima cosa di cui gli importasse in quel momento.
-S...smettila Potter...non prendermi in giro...-
La sua voce tremava anche più di lui, ma l'altro non sembrò curarsene.
-Tu non prendermi in giro, piuttosto...- lo schernì il rivale, sistemandogli alcune ciocche di capelli rimaste appiccicate al suo volto umido, accarezzando con le nocche la sua guancia e passando due dita lungo le sue labbra, inchiodandolo sul posto con i suoi occhi.
Draco non ricordava di aver mai avuto tanta paura di una persona, se non di alcuni “amici” di suo padre (ma si era comunque trattato di Mangiamorte o di altri individui poco raccomandabili, da cui veniva in genere allontanato prontamente dalla madre le rare volte che gli capitava di incrociarli troppo da vicino) o di quel professore pazzo fasullo che l'aveva tramutato in furetto l'anno precedente.
Fra tutte le persone che conosceva, e fra tutti i suoi compagni di classe, non avrebbe mai pensato di arrivare a temere a quel modo proprio lui.
Era sempre stato convinto che Potter fosse innocuo, un santarellino fin troppo buonista, incapace di rappresentare una vera minaccia...
Eppure ora avrebbe quasi preferito la compagnia di Macnair alla sua.
-Potter...n...non è divertente...davvero...a...adesso basta con gli scherzi...- lo supplicò, appigliandosi al suo buonsenso, sperando che in qualche modo tutto ciò non fosse altro che uno stupido scherzo molto ben architettato, che da un momento all'altro la mezzosangue e la donnola¹ sarebbero saltati fuori da dietro il divano o da dentro l'armadio, ridendo di lui.

Harry fece una smorfia alle sue parole.
La sua irritazione cresceva di pari passo con la sua eccitazione.
-Ti sembra che io stia scherzando, Malfoy?- gli chiese, contorcendo il volto in un sorriso distorto che non raggiunse gli occhi, i quali rimasero stretti e gelidi e puntati contro il volto dell'altro.
“Glielo farò vedere io se sto scherzando, oh si, lo vedrà bene, lo stronzetto...” pensò, mentre un crescente senso di sfida si faceva largo dentro di lui, infiammando il suo sangue ed il suo sguardo.
-Dimmy Malfoy...- sussurrò in tono falsamente cortese, quasi mellifluo, mentre abbassava la mano.
Sotto allo sguardo attonito di Malfoy, la sua mano liberò il suo membro eretto dai pantaloni, esponendolo in oscena ostentazione.
-...ti sembra che questo sia uno scherzo?-

Draco spalancò gli occhi a tal punto da sembrare quasi grottesco, parodico.
“...quello...quello...”
Se prima avesse avuto dubbi sulla natura delle intenzioni di Potter, quel gesto ne aveva spazzato via ogni traccia.
Ma ancora non riusciva a credere alla situazione.
Era troppo assurda per essere reale, per non essere solo un incubo o una qualche strana allucinazione.
Ma non era possibile: nemmeno nei suoi incubi più remoti avrebbe mai potuto dipingergli addosso quell'espressione quasi folle, né introdurre quella nota di sottile sadismo nella sua voce.
No, lui non avrebbe mai potuto immaginare il modo in cui quegli occhi verdi brillavano di febbrile entusiasmo, né quel sorriso malfermo che gli distorceva le labbra.
Ma soprattutto non avrebbe mai potuto immaginare quel...coso , così orrendamente gonfio e scuro nella mano dell'altro, ed immaginare sé stesso come causa di quella reazione.
-Di chi credi che sia la colpa, Malfoy, eh? Di chi credi sia la colpa per questo?- gli chiese Potter, la voce resa malferma dall'eccitazione, il respiro sempre più affrettato ed ansante e schifosamente caldo contro la sua pelle, troppo vicino per i suoi gusti.
Draco non riuscì a reagire, non seppe come reagire, perché se prima aveva iniziato a temerlo, ora ne era assolutamente pietrificato.
“No...”
Era tutto così sbagliato, così assurdo...
Avrebbe voluto chiudere gli occhi, cancellare per sempre ogni ricordo di quel che stava avvenendo, eppure non riusciva a staccare gli occhi dalla mano di Potter, che si muoveva sempre più velocemente sul suo membro.
Si sentì di nuovo accapponare la pelle, sentì il sangue defluire dal proprio volto mentre il suo sguardo si spostava di nuovo sul volto del nemico, inorridito.
-Non reagirebbe così se non fosse per colpa tua- insistette Potter, avvicinando di nuovo il viso al suo, accarezzandogli lascivamente una guancia e posando la propria fronte sulla sua.
Draco chiuse gli occhi, deglutendo rumorosamente e facendo una smorfia quando si sentì afferrare per la mandibola, e le labbra di Potter si chiusero nuovamente sulle sue, cercando accesso.
In quel frangente non sapeva su cosa fosse peggio concentrarsi, se sulla lingua che lo stava nuovamente invadendo o sul disgustoso suono di ciò che stava facendo la sua mano.
Draco strinse i pugni fino a piantarsi le unghie nei palmi delle mani, cercando di distrarsi, di allontanarsi con tutte le sue forze da ciò che stava succedendo se non fisicamente almeno mentalmente.
Ma venne riportato violentemente alla realtà dal modo in cui Potter si irrigidì improvvisamente sopra di lui, mugolando contro le sue labbra mentre qualcosa di caldo e viscido gli colpiva le gambe.
In quel momento, la sua mente si immobilizzò così come il suo corpo, rifiutandosi di registrare l'accaduto per diversi istanti.
Potter non poteva aver fatto ciò che pensava...
La sostanza vischiosa e bagnata che gli colava addosso non poteva essere ciò che pensava.

Harry riaprì gli occhi, staccandosi da Malfoy per prendere fiato.
Ed immediatamente lo colpì un'improvvisa consapevolezza, che gli cadde addosso come una doccia fredda, piantandogli un peso nello stomaco.
C'era qualcosa di terribilmente sbagliato in tutto ciò.
No, al diavolo, c'era qualcosa di incredibilmente folle in tutto ciò.
Si può sapere che diamine ti è saltato in testa!?! gli urlò contro la sua coscienza, mentre in un istante ogni traccia di colore e gli ultimi residui dell'orrido sorriso di prima gli si cancellarono dal viso.
Malfoy lo fissava, immobile se non per lieve tremito che lo scuoteva, gli occhi più spalancati ed enormi che mai, tanto da fargli quasi pensare a Dobby.
Non piangeva e non fiatava, si limitava solo a guardarlo come se fosse stato uno strano scherzo della natura, gli occhi grigi leggermente vacui e la bocca semiaperta.
Harry si sentì riempire d'orrore a quella visione.
Aveva già visto occhi come quelli, un'espressione simile...
Aveva rivissuto quei momenti per tutta l'estate, nei suoi incubi.
Davanti agli occhi di Harry comparve improvvisamente l'immagine che tentava di scacciare, il bel volto di Cedric immobilizzato, congelato in quella sorta di stupito terrore, ucciso dalla più terribile tra le Maledizioni Senza Perdono.
Che cosa ho fatto?
In quel momento non riusciva a capacitarsene; tutte le scuse che aveva sputato addosso a Malfoy e che aveva rifilato a sé stesso si rivelarono in tutta la loro ridicola natura, e nemmeno il pensiero dei suoi sogni...
“No, incubi...”
...gli sembrò più avere tanta importanza.
Quella ragazza non l'aveva guardato in quel modo in nessuno dei suoi incubi.
Né aveva mai pianto, singhiozzando in quel modo patetico, o tentato di resistergli.
No, i suoi incubi non avevano provocato questo
Lui l'aveva fatto.
Lui e la sua stupida, distorta idea di vendetta.
Lui, e quella cosa che gli si era risvegliata dentro alla vista delle lacrime del nemico.

Draco rimase immobile, silenzioso, desiderando con tutte le sue forze che quello fosse solo un orrendo incubo, da cui si sarebbe presto risvegliato.
Ma nemmeno nel suo peggiore incubo aveva avvertito tanto distintamente il freddo del pavimento, né il proprio viso umido asciugarsi lentamente, la pelle incrostata dalle lacrime e dal trucco, dalla saliva del nemico e dal proprio muco...
Né quella sostanza viscida e calda che gli imbrattava le gambe.
E ora Potter lo guardava disgustato, e si rialzava per allontanarsi, muovendo le labbra senza parlare, retrocedendo senza nemmeno guardarsi indietro.
-Tu...disgustoso bastardo...- sussurrò Draco, riscuotendosi dallo shock, realizzando appieno ciò che era appena successo -Tu...maledetto schifoso pervertito!-

Quella singola parola sembrò colpire Harry come uno schiaffo.
Si sentì contorcere le budella, le sentì contrarsi come serpenti, attanagliate dalla nausea che iniziava ad invaderlo.
“Che cosa hai fatto?!?”
Quello che aveva davanti non poteva essere opera sua.
Ma lo era.
“Che cosa hai fatto?!?”
-Tu...lurido schifoso criminale...- gli invei contro Malfoy, rialzandosi da terra così com'era, traballando sui tacchi mentre gli si avvicinava, a passi malfermi -guarda...guarda che cosa mi hai fatto!!! Tu...-
“Che cosa ho fatto...”
Harry soffocò a malapena un gemito prima di piegarsi su sé stesso, stringendosi lo stomaco mentre un conato di vomito lo scosse, facendogli rigettare gran parte della cena sul pavimento di pietra.
Malfoy saltò indietro, facendo un verso disgustato ed inciampando nuovamente a terra.
-Che schifo!!!-
Harry lo ignorò, tossendo e sputacchiando, lottando per tenere il resto del pasto nel suo stomaco.
Malfoy aveva ragione...era disgustoso...lui era disgustoso...quel che aveva fatto era disgustoso...
Scosse la testa, si ripulì le labbra con la manica e si voltò, correndo fuori senza fermarsi a guardare indietro, sbattendo la porta senza preoccuparsi di controllare che fosse chiusa.

Quella notte, i suoi sogni furono perseguitati da visioni confuse di quella ragazza ridotta in lacrime, miste agli incubi che avevano tormentato la sua estate, solo che al posto di Cedric c'era il corpo di Malfoy fra le sue braccia, che gli gridava contro accusandolo davanti a tutta la platea, mentre lui tentava disperatamente di negare, di nascondere l'evidenza, mentre la folla urlava terrorizzata e furiosa, e qualcuno alle sue spalle rideva, una risata fredda e malvagia, stranamente familiare...
Ma quando si voltò a guardare non si ritrovò davanti Voldemort, né il giovane Tom Riddle.
No, apparte per gli occhi di un rosso livido ed il sogghigno diabolico che gli deformava il volto, avrebbe potuto essere il suo perfetto riflesso.
Fu allora che si svegliò, gridando, in un bagno di sudore, con le mutande nuovamente umide e la cicatrice che bruciava.
-Harry!?!-
La tenda che copriva il suo letto venne scostata di scatto, ed un viso sfocato con un'areola di capelli rossi fece capolino, fissandolo.
-Sto...sto bene- cercò di mentire, ma Ron lo guardò scettico.
-Andiamo, Harry, sono già più di due settimane che fai così...e oggi stavi gridando nel sonno.-
Harry sospirò, passandosi una mano sul viso madido di sudore, prima di allungarla per recuperare gli occhiali.
-Che cos'è successo?- chiese la voce impastata dal sonno di Neville, poco lontano.
-Niente Neville, Harry ha avuto un incubo...-
Il ragazzo borbottò qualcosa di indefinibile prima che un tonfo sonoro ne annunciasse il ritorno al suo letto.
-Andiamo di sotto. Dobbiamo parlare- disse Ron, e sia il suo tono stranamente fermo e serio e l'espressione preoccupata e determinata nel viso ancora stravolto dal sonno convinsero Harry a non protestare.
Cercando di ignorare il dolore pulsante alla cicatrice, Harry infilò le scarpe e scese con lui in pigiama.

¹donnola: /b> nell'originale inglese, Malfoy fra le altre cose prende in giro Ron storpiando il suo cognome in weasel, che significa appunto donnola.

autore: tommykaine, harry potter, !kink week, fanfiction

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