Titolo: Lovebug
Autrice: Fae (
faechan)
Challenge/Prompt: hurt/comfort (
WWF: Fluff Week @
fiumidiparole); E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale e io avrò cura di te (
Criticombola @
Criticoni)
Fandom: The Academy Is… (/Empires)
Personaggi/Pairing: Andy 'The Butcher' Mrotek/Adam Siska, Tom Conrad/William Beckett, Mike Carden/Micheal Guy Chislett
Timeline: specificata in ogni parte
Rating: G/PG
Warnings: fluff, accenni slash se guardate di traverso ma perlopiù f-ship
Parole: 1.200 (FDP)
Disclaimer/Credits: tutti i personaggi sono realmente esistenti, non si intende dare rappresentazione veritiera di eventi, caratteri od orientamenti sessuali, i malanni sono sfortunatamente le uniche cose realmente accadute mentre il resto è amorevole fuffa. Titolo dalla canzone omonima dei Jonas Brothers.
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2007, novembre
"Sta fermo."
"Ahi."
"Ho detto fermo." Butcher sospira, premendo la garza imbevuta di disinfettante contro la ferita e imprecando sottovoce contro gli scossoni del tourbus. "Certo che se qualcuno facesse meno il coglione, cristo" borbotta tra i denti.
Sisky rotea gli occhi, un po' per l'esasperazione, un po' per cercare - senza riuscirci granché - di guardare cosa stia facendo l'altro.
"Non cominciare anche tu, adesso" sbuffa. "William ha già sbraitato abbastanza. Non le reggerei nemmeno io, due prediche nella stessa sera, figuriamoci Mike."
"Se le merita" sentenzia Butcher, per nulla impressionato. "E tu" aggiunge, tirandogli uno schiaffetto a lato della testa e ottenendo in risposta un "ehi!" scandalizzato "te le meriti per avergli dato corda."
Sisky agita una mano, come a minimizzare la cosa. "Ho passato di peggio" commenta con aria noncurante, mentre Butcher continua a tamponargli lo zigomo. "Da piccoli io e Jason ci arrampicavamo ovunque. Una volta sono caduto da un albero e la testa mi si è praticamente aperta in due."
Butcher si lascia scappare una smorfia divertita. "Carino."
"Jason mi ha medicato da solo e mi ha prestato uno dei suoi cappelli" continua solennemente, quasi stesse raccontando di una qualche impresa eroica. "Siamo riusciti a non farlo scoprire alla mamma per tre giorni."
"Dopodichè l'ha scoperto e ha finito di aprirtela?"
Sisky scoppia in una risatina. "Più o meno, sì" conferma.
Butcher scuote la testa rassegnato, sorridendo con lui.
"Ecco fatto" annuncia poco dopo, constatando che il sangue si è ormai del tutto fermato. "Tienila ancora un attimo, vado a cercare dei cerotti."
"Visto?" proclama Sisky orgoglioso, prendendo la garza in una mano e battendosi un paio di colpi sul cranio con l'altra. "La mia testa non teme niente."
"Beh, stai lontano dalle bottiglie, per un po'" suggerisce Butcher, alzandosi in piedi e scompigliandogli leggermente i capelli. "A me la tua testa piace intera, sai."
"Aw. Sei così dolce" cinguetta Sisky, sbattendo le ciglia. Butcher gli allunga un altro schiaffetto. "…Ahi !"
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2009, aprile
"…Posso?"
Tom apre lentamente gli occhi nella semioscurità del backstage, sollevandoli fino a incontrare quelli di William, in piedi davanti a lui. Annuisce in silenzio, troppo stanco per ribattere, e si sposta di lato per permettergli di sedersi.
"Come stai?" si sente domandare, la voce che lascia trasparire un'ombra di preoccupazione.
Tom ride senza ironia, tossendo sonoramente. "Uno schifo, grazie" risponde asciutto, con gli occhi lucidi per la febbre.
"Sean?"
"Peggio."
William non aggiunge altro, limitandosi a un silenzio comprensivo. "Siete stati bravi, comunque" commenta quietamente, tenendo gli occhi bassi e giocherellando con l'oggetto che tiene tra le mani. Tom getta un'occhiata distratta per capire cosa sia, e William lo nota e sorride. "Ti ho portato una cosa" rivela, porgendoglielo con uno scintillio improvviso nello sguardo.
Tom lo prende in mano e spalanca gli occhi nello scorgere una lattina di brodo di pollo. Non ha neanche bisogno di leggere per riconoscerne la marca - una qualche schifezza da autogrill che erano soliti comprare durante i primi tour dei The Academy, più per il gusto di costringere il malato di turno a ingurgitarla che perché servisse davvero a qualcosa.
"Mio dio" ride di nuovo, con aria sconvolta. "Da dove esce, si può sapere?"
"Ne abbiamo una scorta. Ho mandato Tony a prenderla."
"…non ci credo."
"Gli ho detto che era per te."
"No, non credo al fatto che la teniate in giro. E' un'arma chimica."
William ride di cuore, appoggiando la schiena contro il muro dietro di loro. "Giuro. Puoi venire sul bus a controllare, se vuoi."
Tom inarca un sopracciglio, guardandolo di sbieco mentre soppesa la lattina tra le dita. "…Tu lo sai che non la manderei giù neanche morto, vero?" chiede, dopo qualche secondo.
"Lo so" conferma William, annuendo.
Restano in silenzio per un po', senza guardarsi, le spalle che si sfiorano occasionalmente e il brusio familiare delle chiacchiere e delle risate di tecnici e strumentisti che riempie l'aria attorno a loro.
"Sul serio, sai" riprende William a un tratto.
"Mh?"
"Dovresti venire a trovarci." Tom gli lancia un'occhiata eloquente, irrigidendosi istintivamente. "Io credo che farebbe -"
"Bill" lo interrompe, alzando leggermente la voce per zittirlo. Si porta le mani alla fronte, massaggiandosi le tempie con la punta delle dita prima di voltarsi a guardarlo con un sospiro. "Un passo alla volta, okay?"
William annuisce con lentezza. "Okay" sussurra. Esita per un attimo, come sul punto di dire qualcos'altro, poi si ferma. "A dopo, allora" aggiunge soltanto.
Tom storce appena la bocca in un cenno d'assenso. William gli appoggia una mano sul ginocchio per un istante, prima di alzarsi e muovere qualche passo in direzione del palco.
"…Uh, e smettila di sorridermi mentre canti. E' imbarazzante."
William si ferma e si volta di nuovo, le labbra arricciate in una smorfia maliziosa. "Una volta ti piaceva" lo stuzzica.
Tom si limita a richiudere gli occhi, rovesciando la testa contro il muro e sollevando il medio con tutta calma. "Allora vuol dire che perdi colpi."
L'eco della risata soffice di William si perde assieme a quello dei suoi passi che si allontanano.
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2009, agosto
"Odio questo paese" borbotta Mike, sprofondando tra le coperte con uno sbuffo e soffiandosi rumorosamente il naso.
"Ehi" lo ammonisce Chizz, senza alzare gli occhi dal suo portatile. "Non insultare il mio paese."
"Odio te e il tuo paese" ribatte, fissando il soffitto con sguardo omicida.
"Ricordati di questo momento la prossima volta che deciderai di non usare l'ombrello."
"Nemmeno tu l'hai usato" gli fa notare Mike, polemico. "Perché non sei ridotto così, allora?"
"…Perché il mio paese mi ama?"
Mike decide istantaneamente che il non avere niente di più pesante di un cuscino da tirargli addosso rientra a buon diritto nella sua lista di cose da odiare. Chizz ride, parando il colpo con una mano e riprendendo a smanettare con la tastiera, mentre fuori dalla finestra il cielo australiano si stende chiaro e limpido come se l'acquazzone di poche ore prima non ci fosse mai stato.
"Che ore sono?" chiede Mike dopo un istante, aggrottando le sopracciglia. "Non dovresti già essere al soundcheck?"
"Ora vado" annuisce, gli occhi fissi sullo schermo.
"Che stai facendo, si può sapere?"
Chizz gli fa cenno di attendere un secondo prima di staccare rapidamente l'iPod collegato al portatile e premerne i tasti un paio di volte.
"Tieni" sorride, allungandosi per porgerglielo e indicandogli il nome dell'artista picchiettando sullo schermo con un dito. "Li ho scoperti un paio di giorni fa, hanno una chitarra solista straordinaria. La… quarta traccia è la migliore, secondo me."
Mike lo fissa con un pizzico di sorpresa, prima di afferrare il lettore e le cuffie e sorridergli a sua volta. "Grazie" mormora, scorrendo con gli occhi la playlist.
Chizz gli batte un colpetto sul braccio e si alza, afferrando il giubbotto e infilandoselo rapidamente. Mike allunga una mano verso il comodino mentre lo osserva divertito fiondarsi verso la porta della camera, frugarsi nelle tasche, borbottare parolacce tra i denti, tornare indietro e allungare a sua volta una mano verso il plettro che gli porge con una risatina.
"E' solo per stasera" ribadisce mentre glielo sfila dalle dita. "Domani potrai suonare, vedrai."
"Lo so" annuisce Mike, tranquillo, tirando su col naso con nonchalance. "E suonerò meglio di te, se è per questo."
Chizz sorride appena, si sistema la zip con una mano mentre infila il plettro nei jeans con l'altra, e si avvia nuovamente. "Riposati."
"Ehi" lo blocca Mike, quando ha le dita già sulla maniglia. "Ti voglio bene, australiano stronzo."
Chizz ride, agitando una mano. "Anch'io, yankee di merda."
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Note: *profescional mode* #1: L'incidente della bottiglia è avvenuto nel novembre 2007, ed è
stato descritto da Sisky con tanto di foto esplicative :D Comunque, come lo stesso Sisky ci tiene a dire, tra lui e Mike si è subito risolto tutto in amicizia <3 #2: Durante lo Snakes & Suits Acoustic Tour dell'aprile 2009, dove per la prima volta gli Empires hanno diviso il palco con i TAI (seppur in formazione ridotta), sia Tom che un altro paio dei suoi bandmates erano
ridotti malissimo a causa dell'influenza.
In un'intervista di qualche mese dopo William ha dichiarato che durante quel tour c'è stato un parziale riavvicinamento tra lui e Tom, e che hanno per la prima volta parlato di nuovo dopo parecchio tempo e chiarito alcune delle faccende in sospeso tra loro <3 Also, il fatto che durante una delle date del tour William sorridesse a Tom mentre cantava è canon riferitomi da chi c'era *W* *sbrilluccica* #3: Il fatto che Mike abbia saltato la prima delle due date di Melbourne durante il tour australiano dei TAI dell'agosto 2009 è stato
riportato da William nel suo blog. Pare che appunto la causa sia stata il brutto tempo che li ha colpiti e di cui Mike ha risentito D:
*fangirl mode* I MIEI TATINIIII <3 *li spuccia tutti all'infinito* Vorrei poterli coccolare io quando stanno male ;W; ma visto che non posso li faccio coccolare tra di loro \o/