Fandom: Harry Potter
Pairing: Draco/Harry
Rating: NC17
Parole: 1890 giuste perché sono una figa.
Genere: fluffp0rn, slash
Avvertimenti: Uomini che fanno le cose sconce descritte nei minimi particolari.
Disclaimer: Se qualcuno ancora crede che io sia la proprietaria del mondo di Harry Potter è un povero fesso, e se pensate che qualcuno potrebbe pagare per leggere ‘ste cagate siete fessi due volte.
Note: La storia che segue fa parte del mio “Dracoverse”. La fic (che si intitolerà “1010”) ancora non è scritta, ma non vi serve conoscere granchè per comprendere ciò che segue. Vi basti sapere che i nostri hanno quasi 21 anni, stanno insieme (e convivono) da circa otto mesi e la loro relazione va a gonfie vele. Oh, sì, si amano in modo vergognoso. Che schifo.
Scritta per la quarta settimana del Fluffathlon di
fanfic_italia e per il prompt 091. Compleanno di
fanfic100_ita.
BIRTHDAY BOY
La porta si schiude senza un cigolio, eppure Draco avverte immediatamente il lieve spostamento d’aria. Nonostante sia da qualche minuto in bilico tra il sonno e la veglia, la sua mente si ridesta repentinamente nel registrare il nuovo arrivato. Qualche fruscio, i passi leggeri ma non abbastanza, poi il lenzuolo viene alzato, regalando alla sua pelle un breve alito d’aria mite, e un corpo scivola nel letto accanto a lui, nudo. Draco lo sente muoversi ed avvicinarsi piano, poi il suo peso gli grava addosso, la pelle del petto contro la sua schiena, l’inguine sulle sue natiche scoperte.
“Potter…” mugugna solo allora, la voce soffocata dal cuscino che, per metà, gli nasconde la bocca. “Levati…”
Un bacio sfuggente sull’orecchio è seguito dallo sbuffo caldo di una risata silenziosa, mentre le braccia di Harry lo cingono all’altezza del petto. Draco mugugna di nuovo, esternando un simulato disappunto, e a fatica si volta tra le braccia del compagno quando questi glielo permette, guardandolo torvo con occhi mezzi chiusi.
“Puzzi…” si lamenta, storcendo la bocca in una smorfia schifata. L’altro lo fissa sorridendo beffardo, ma non si muove di un centimetro. “Vatti a lavare.”
Harry lo bacia, probabilmente per farlo tacere, e Draco si lascia forzare le labbra senza alcuna resistenza, facendolo affondare nella sua bocca come una carezza calda, che rimuove dal suo corpo l’ultimo velo di sonno. La sua mano sale ad avvolgere la nuca di Harry, arruffandone i capelli neri, ed un ginocchio si fa strada tra le sue gambe, intrecciandole così alle proprie. Il suo peso si fa più consistente mano a mano che rilassa i muscoli affaticati dal lavoro, e Draco lotta debolmente per sottrarsi all’abbraccio.
“Non scherzo, fai schifo,” insiste, sogghignando. “Te l’ho detto mille volte.”
“Ma se ti piace…” mormora finalmente Harry con voce profonda, un po’ roca come ogni volta che abbassa il tono ad un sussurro.
“Non è vero,” nega Draco, sorridendo tra sé e sé.
Harry affonda il viso nel suo collo, assaporando la sua pelle con un lungo bacio, e sospira.
“Tu invece profumi,” dice, e Draco gli tira i capelli, alzandogli la testa per cercare le sue labbra.
“Perché mi sono lavato, io,” sottolinea pungente, staccandosi per un attimo dalla sua bocca. Harry tira fuori la lingua, lambendo il suo labbro inferiore, e Draco gli sbuffa in faccia. Harry sospira, allora, e rotola via di lato, portando il corpo del compagno con sé. Draco lo osserva dall’alto del suo petto, sostenendosi sui gomiti senza cedere al suo abbraccio, mentre l’altro gli cinge le spalle con entrambe le braccia.
“Facciamo l’amore,” propone con semplicità Harry. Il suo sorriso è aperto e sicuro, non ha avuto altro in mente dal primo momento in cui è entrato nella stanza.
“Così poi puzzo come te?” ribatte Draco sardonico, guadagnandosi, questa volta, una manata sulla schiena che non fa male.
Harry rotea gli occhi, sbuffando.
“Sentiamo, di che puzzerei, secondo te?” domanda con aria annoiata, nascondendo malamente il sorriso.
Draco si china su di lui e lo bacia, labbra contro labbra, prima di avventurarsi più giù, sul suo pomo d’Adamo e sul suo petto. Strofina le labbra sottili sul suo sterno e chiude gli occhi, piegando poi la bocca in una smorfia divertita, perché i pochi peli sul petto di Harry lo solleticano.
“Di sudore,” risponde finalmente, inspirando l’odore caldo della sua pelle.
“E fin qui, quando uno lavora…” è il suo commento ironico.
Draco sente una mano accarezzargli delicatamente i capelli fini ed il suo sorriso si allarga per istinto. Risale verso la clavicola e affonda il viso nella curva del suo collo, e aprendo la bocca ne cattura la pelle chiara, succhiandola un po’. È salata e calda; la sua mente l’associa immediatamente con l’eccitazione e il cuore prende a battergli un po’ più velocemente.
“Sai di cane bagnato,” gli sussurra nell’orecchio in tono di scherno, facendo sì che la mano impegnata a carezzarlo gli tiri i capelli in un blando moto di protesta. “Ha piovuto ancora oggi?” chiede poi, baciando il lobo e la tempia coperta da un ciuffo di capelli ribelli.
“Sì,” sospira Harry. Gli avvolge un braccio attorno alla vita, stringendolo a sé, e Draco si accascia sul suo petto, appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Te l’ho detto di coprirti…” mormora Draco con aria quasi assente. Rimane lì, cinto in quell’abbraccio, lo sguardo fisso su una ciocca nera che sfiora l’orecchio prima di inarcarsi in una strana parabola, come un ricciolo mancato.
Sono le dita di Harry a ridestarlo: scorrono sulla sua schiena e lasciano nei suoi muscoli rilassati solchi di piacere che innescano minuscole scariche elettriche in tutto il suo corpo. Gli si scalda qualcosa all’altezza dello stomaco che poi scivola giù, scorrendo e gonfiandosi tra le sue gambe. Draco sbatte gli occhi e sospira piano, mentre le mani di Harry percorrono la curva del suo sedere e accarezzano i glutei, insinuandosi poi tra di essi nel riprendere la via della salita. Si spinge contro il suo ventre teso, Draco, fa scorrere la propria coscia su quella dell’altro e si rituffa nel suo collo, inspirando a fondo.
“Che dicevi, prima?” mormora, seguendo con tutta la propria attenzione le dita che tornano a scorrere verso il basso sulla sua pelle.
“Che profumi?” domanda Harry, fingendo ottusità.
Draco lo morde. Harry inspira a denti stetti, rafforzando l’abbraccio attorno al suo corpo nudo, e Draco tira indietro la testa lentamente, osservando la pelle del suo collo tendersi e sfuggire millimetro dopo millimetro alla propria presa. Ammira con soddisfazione la striscia di carne graffiata, rosata e lucida, spiccare poco sotto la curva decisa della mascella.
“No,” gli sibila all’orecchio. Torna a succhiargli il lobo per un secondo e quando si lecca le labbra sente sulla lingua il sale del suo sudore. “Non quello.”
“Oh, allora questo,” sussurra Harry, rotolando nuovamente su di lui.
Draco si lascia schiacciare con le spalle sul materasso, perdendosi nella goduriosa pressione che il corpo di Harry esercita su di lui. Affonda le dita di una mano nell’intrico morbido dei suoi capelli, mentre la bocca di Harry si avventa sul suo collo; l’altra mano è aggrappata al suo fianco e con la punta delle dita scava nei suoi muscoli, spingendosi contro il suo inguine. Se lo sente addosso, premere in tutti i punti giusti, e non fa che ancorarsi a lui avvolgendogli una gamba attorno alle cosce, impedendogli qualsiasi movimento che non sia il lento dondolio che già gli strappa i primi sospiri. Harry però scivola via dal suo abbraccio, scendendo lungo il suo petto con la bocca e i denti, tracciando il contorno del suo capezzolo con la lingua e andando a tuffarsi nel suo ombelico e poi ancora più giù, premendo le labbra fra i primi peli biondi.
Draco non oppone più alcuna resistenza. Lascia cadere la gamba di lato, piegando il ginocchio per dargli spazio mentre la guancia di Harry scorre lungo la sua erezione. Avverte una ciocca di capelli solleticargli il glande, poi la lenta e inesorabile discesa di Harry si arresta e questa volta è il tocco caldo e umido della sua lingua a percorrerlo. Risale centimetro dopo centimetro, premendolo tra il suo ventre e la propria bocca. Draco dischiude le labbra un secondo prima che quelle di Harry lo avvolgano, succhiando piano, ed ansima pesantemente guidandogli la testa con entrambe le mani più giù. Harry apre la bocca, lascia che scivoli a fondo e, con prontezza, succhia di nuovo.
La presa delle dita di Draco sui suoi capelli si fa più gentile mentre risale, stringendo le labbra attorno alla punta e passandovi la lingua attorno. Il respiro di Draco si spezza, poi inspira a fondo, e le sue ciglia si muovono veloci e leggere come ali sulle sue guance quando Harry lo rifà, percorrendo il contorno del glande con la punta della lingua. Non ha bisogno di aiutarsi con le mani, è bravo e sa ciò che fa, ma ciononostante il suo palmo caldo si stringe attorno a lui con presa sicura. Poi il contorno delle labbra si rilassa un po’, rilasciandolo, e di nuovo si fa forzare, inghiottendolo.
Su e giù, su e giù, su e giù… Le labbra di Harry scorrono su di lui senza sosta, alternando le carezze ritmate della sua mano a quelle fuggevoli e intense della sua lingua, che esplora la carne turgida scoperta dalla pelle millimetro per millimetro, assaporandola con avidità. Draco avverte il movimento delle sue guance sotto i polpastrelli mentre gli accarezza il volto e gli passa le dita tra i capelli, scompigliandoli ancor maggiormente. Li stringe nel pugno quando un guizzo di piacere lo attraversa inaspettato, raccogliendosi nel bassoventre, e Harry sorride mentre ancora lo tiene in bocca. Draco sussulta e ansima, vittima delle carezze che si fanno più veloci. Poi, con uno schiocco sordo, l’aria torna ad attorniare la sua erezione e Harry striscia sul suo corpo, accoccolandosi su un fianco. Ha la mano sinistra stretta attorno al proprio membro e Draco capisce che si sta accarezzando da un po’, e che se non allunga subito un braccio per sostituirla Harry si troverà in difficoltà, si fermerà e la tensione nei suoi testicoli sfumerà dolorosamente. Quindi non aspetta che Harry lo preghi, ma chiude le dita sulla sua erezione e prende a muovere il polso con decisione.
Harry strizza gli occhi, si accomoda meglio al suo fianco e finalmente, dopo interi minuti di lontananza, lo bacia. La sensazione è travolgente, come un fuoco d’artificio che gli esplode nello stomaco e si diffonde in tutto il suo corpo. Draco attacca famelico le labbra di Harry, bevendo dalla sua bocca il sentore del proprio sapore e cercando la sua lingua. Da lì in poi è tutto molto veloce e molto frenetico: le loro mani che si muovono all’unisono, le gambe che si piegano e si incrociano, nel tentativo di assecondare le bocche che non vorrebbero staccarsi mai, nemmeno quando il collo fa male e non sentono più il braccio rimasto schiacciato sotto il resto del corpo. Draco viene per primo, con un gemito strozzato che annega tra le labbra di Harry; questi lo imita qualche secondo dopo, sussultando leggermente e spingendo in avanti i fianchi fino a crollare, esausto, sul compagno. Posa un bacio all’angolo della bocca di Draco, poi gli bacia la guancia, lo zigomo, l’occhio e il sopracciglio, finendo a strofinare la punta del naso contro la sua tempia. Draco sorride, spossato e appagato, e gli passa una mano tra i capelli leggermente sudati.
“Ora puzzi più di prima…” mormora col fiato corto.
Harry sospira e scuote la testa, sfuggendo al suo tocco con un sorriso. Si solleva su un gomito, osservandolo da estremamente vicino con quegli occhi verdissimi e miopi che si ritrova, e lo bacia sulle labbra.
“Buon compleanno,” sussurra, sciogliendosi in un sorriso sornione.
Draco sbuffa per nascondere il proprio, di sorriso, che si intuisce smagliante sotto la superficie.
“Avrei aspettato che te ne ricordassi ancora una decina di secondi,” lo liquida con fare superiore.
Harry annuisce, saputo.
“Certo, certo…” lo asseconda, facendosi più vicino. “Che ne dici…” mormora a fior di labbra, interrompendosi per baciarlo di tanto in tanto, “…se ora…mi facessi una doccia…e poi…facessimo colazione?”
La proposta è bella ed allettante, eppure Draco gli passa le braccia attorno alla vita quando tornano a baciarsi e Harry, così avvinto, non dà segno alcuno di volersi spostare di un centimetro.