[Originale] Smoke Me (Tancredi/Federico)

Mar 23, 2009 00:09

titolo Smoke Me (Fumami)
fandom Originale (RPS in disguise XDXD)
personaggi Tancredi, Federico
pairing Tancredi/Federico
rating PG14 (un bacio e una gara di insulti)
conteggio parole 1206 (W)
note Servono delucidazioni sui personaggi?
; Il titolo, Smoke me, in italiano suona meglio. Il problema è che me ne sono accorta dopo aver già fatto il banner, e non avevo voglia di cambaire/risalvare/riuppare eccetera.
; Fumami. Ripetete con me. Fumami.
disclaimer È TUTTO MIO \O/ Sì, anche gli anni di galera che dovrò scontare se questa cosa diventa di dominio pubblico. Oh, beh.
~ I commenti sono l'amore. I lurker sono il male.



~ Smoke me.
(Fumami)

Non riesci a crederci: la prima sigaretta della tua vita ed è colpa di Tancredi.
Hai passato due intere settimane, prima della gita, a giurare e rigiurare a te stesso che non avresti fatto niente di stupido, o che, almeno, il complice nelle cazzate sarebbe stato Sasà, e adesso eccoti in camera di Non-Ricordi-Chi, con Tancredi che ti offre un tiro, e non hai davvero speranza di riuscire a rifiutare.
Virilmente sospiri e gli porgi due dita, come a dire okay, farò questo immenso sacrificio.
Il bastardo sogghigna e ti consegna la sigaretta.
Ovviamente non sei capace di controllarti e praticamente soffochi; per di più, mentre tossisci, quasi cadi dal davanzale sul quale ti sei intelligentemente appollaiato.
Quel disgraziato di Tancredi intanto ride.
“Non ci credo,” dice, “è il tuo primo tiro?”
Stai ancora cercando di non morire soffocato né spiaccicato su un marciapiede né entrambe le cose alla tenera età di sedici anni nemmeno compiuti, perciò non hai modo di rispondergli per le rime. Lui aspetta che ti sia riassestato e poi - orrore! - si piega verso di te. È impazzito? Sei ancora capace di subodorare un tentativo di abbordaggio, proprio lui dovrebbe saperlo.
“Oh, checcazzo fai?”
Non risponde, si limita a sollevare una mano e appoggiarti gentilmente la sigaretta - quand'è che se l’è ripresa, comunque? - contro le labbra.
È una situazione fottutamente imbarazzante e indubbiamente gay - hai la sua faccia tremendamente vicina e la sua mano praticamente a portata di lingua. Proprio un attimo prima che il cuore ti esploda nel petto, ti rassegni ad accogliere la sigaretta tra le labbra, e ti ci vuole uno sforzo sovrumano per riuscire a non fare associazioni sconce di idee.
Aspetti, e Tancredi sogghigna di nuovo.
“Adesso,” spiega, “fai un tiro corto, ma corto, cazzo, Federico, sai che vuol dire? Corto, anzi cortissimo, poi tieni il fumo in bocca, no, fermo, fammi finire! E poi ho detto in bocca, in bocca!!” Gesticola animatamente con la mano libera e istantaneamente smetti di respirare, “Fermo, fermo, se aspiri tutto insieme ci resti secco come prima. Piano, Fede, sai che vuol dire piano? Tiri il fiato, piano, lo fai scendere in gola, piano, lo tieni un po’ lì e poi espiri. Capito? Piano, Fede. Piano è la parola d’ordine.”
Ci provi, davvero.
Ti ripeti mentalmente le sue istruzioni e piano - PIANO!, sbraita un Tancredi in miniatura nella tua testa - trascini una considerevole mole di fumo giù per le vie respiratorie. A giudicare dal fatto che Tancredi è ancora molto calmo, ti stai comportando bene. Piano, ti ripeti, piano.
Com’è che l’aria arriva ai polmoni, poi?
Cazzo, per l’esame di terza media hai sprecato una vita ad imparare l’esatto ordine dei pezzi che compongono il sistema respiratorio, e dopo un anno e mezzo hai già dimenticato tutto? Non può essere, dai.
Naso, cominciava così.
Naso, bocca, laringe, faringe?
No, era naso, bocca, faringe, laringe, trachea.
Giusto.
E poi?
E poi niente, il fumo ti va di traverso e riprendi a tossire come un vecchio accatarrato, così tanto che a un certo punto hai le lacrime agli occhi e dei puntini neri ti stanno divorando il campo visivo.
Tancredi, ovviamente, ride.
Appena recuperato il controllo del tuo corpo, seppellisci la punta del piede sinistro nel suo fianco, e lui istantaneamente smette di sentirsi ilare. Per un attimo smette anche di respirare, a onor del vero, ma sgancia una bestemmia e torna in piena forma.
“Vabbè,” mormora, scuotendo la testa. “Si è capito, fumare non fa per te.”
“Amen.”
Ti metti a fischiettare una marcetta e Tancredi ti guarda con gli occhi sbarrati.
“Che cazzo ti sei fumato?” chiede, ed è il tuo turno di ghignare.
“Proprio niente, sai.”
“Era una domanda retorica,” precisa, roteando gli occhi.
“Oh, come siamo sofisticati, guarda, ho la pelle d’oca!”
“E fai bene!” insorge, forse si è offeso, e la discussione degenera in una gara a chi s’inventa l’insulto più creativo.
“Guarda,” ti dice a un certo punto, “non ti dico che sei un cretino perché va a finire che mi prendono per un adulatore.”
Questa ti fa sinceramente sbellicare dalle risate, e lui sorride soddisfatto, allora decidi di tirar fuori la tua carta migliore.
“Una testa come la tua non la si sorregge con il colletto della camicia, ma con il cavallo dei pantaloni,” dichiari solennemente.
Tancredi per un po’ rimane a guardarti, poi accende un’altra sigaretta, tira una boccata, ti guarda di nuovo.
“Non l’ho capita.”
“…sei una testa di cazzo, Ta.”
“Non essere banale.”
“No, era… l’insulto di prima… volevo dire… ah, lascia perdere.”
Tancredi continua a guardarti e sei sicuro che tra un po’ ti domanderà se vuoi riprovarci, con la sigaretta.
“Fede,” eccolo, “vuoi provare un altro tiro?”
Fai spallucce.
“Tentar non nuoce,” mormori, ti puntelli con le mani sul davanzale e tendi la schiena verso di lui.
“Mi sa che stavolta è proprio tutto il contrario,” ridacchia Tancredi e, a pensarci bene, ha pure ragione. Sentirgli mettere in fila un pensiero coerente dopo le nove del mattino è un evento dal sapore tanto straordinario che, davvero, grideresti al miracolo, non fosse che lui ha avvicinato la sigaretta alle labbra, ne ha tratto una boccata di fumo e poi, lentamente come in una moviola, ma probabilmente è il tuo cervello che fa brutti scherzi per lo shock, ti bacia.
Cioè, la bocca di Tancredi è contro la tua. Preme sulla tua. Le sue labbra. La sua… Gesù.
Senti distintamente l’omino del tuo cervello tirare giù la saracinesca e consegnare le dimissioni, poveretto, lo capisci perfettamente, se fosse possibile vorresti ammutinarti pure tu.
Cazzo, Tancredi ti sta baciando e non solo, sta pure soffiando fumo di sigaretta dritto nei tuoi polmoni, e ok, magnifico, stupendo, morirai di una morte veramente ridicola!
Si allontana per un attimo, espira, getta la sigaretta di sotto e con le mani libere ti costringe in un altro bacio, stavolta più ossigenato e caldo. Gesù. È la sua lingua quella che sta leccando e chiedendo il permesso di entrare?
Gesù, è veramente la sua lingua.
Dopo dieci secondi cominci ad avere caldo. Le mani di Tancredi sulle tue guance e la sua lingua nella tua bocca scottano, e c’è qualcosa di inquietante nel tepore che ti si sta riversando nel bassoventre.
Dopo undici secondi capisci, ti stai eccitando. Stai baciando il tuo migliore amico e la cosa ti eccita.
In gita, sotto un cielo tanto pieno di puntini luminosi che nemmeno un albero di Natale, con le strade silenziose ad eccezione di un pianista cazzone che ha scelto questo preciso istante per esercitarsi a suonare la melodia più melensa della storia della musica, lì nel palazzo di fronte, tu stai baciando Tancredi e l’idea che siate due ragazzi non riesce a disturbarti minimamente.
Sei eccitato e non hai vergogna nemmeno di gemere - Gesù, gemere - nel bacio, e poi ancora quando il bacio finisce.
Tancredi avvampa nell’attimo in cui i suoi occhi incontrano i tuoi, e probabilmente anche le tue guance hanno l’aria di essere appena state arrostite su una piastra accanto a un paio di hamburger. Tancredi avvampa e ti guarda come se si aspettasse di vederti svenire o esplodere o chissà che.
“Cazzo,” riesci ad ansimare, la voce arrochita e le labbra disgustosamente umide, “che saporaccio, il tabacco, comunque.”

originale: introspettivo, originale: romantico, originale ~ fumami, originale, } 2009, › ita

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