Titolo: Amore dolce e letale
Fandom: Diabolik Lovers
Personaggi: Yui Komori, Shū Sakamaki, Reiji Sakamaki, Raito Sakamaki, Kanato Sakamaki, Ayato Sakamaki, Subaru Sakamaki
Rating: SAFE
Parole: 600
Prompt: Per il n°4 (Sette) della mia
tabellina della
Maritombola di
MaridichallengeGenere: Slice of life, Generale, 'Romantico'
Note: Sei drabbles scritte sulle ultime parole dei vari personaggi nell'ultimo episodio e quindi ambientato dopo quest'ultimo. Per Betacchi. Spero che Yui non sembri troppo una brutta persona come secondo me è. Il titolo è un grande WTF, ma io non li so scegliere quindi nulla. (?)
Disclaimer: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla.
Era davvero pronta per essere un vampiro? A lasciarsi tutto alle spalle e diventare come loro, cambiando sé stessa? Forse Shū aveva ragione, forse non ne era capace, forse non lo sarebbe mai stata. Strinse gli occhi, mentre un gemito di dolore lasciava le sue labbra. I canini della creatura notturna avevano bucato la sua morbida e chiara pelle e adesso si stavano nutrendo del suo sangue, dolcissimo a sentir quanto tutti dicevano. Fece come diceva lui, liberò la mente da ogni pensiero, mentre sentiva le forze lasciarla insime al defluire del liquido rosso, rifugiandosi in un mondo senza problemi.
Non voleva creare problemi, non era affatto quello il suo scopo. Per quanto Reiji la spaventasse, le dispiaceva creargli un maggiore lavoro, a causa della propria goffaggine. Doveva essere faticoso cercare di tenere idisciplinare i cinque fratelli. Forse era per questo che si prestava agli allenamenti, come li chiamava lui, perché in fondo una piccola parte di lei si sentiva colpevole e quello sembrava il miglior modo per riscattarsi. Chiudeva gli occhi e cercava di resistere il più possibile, ogni volta sempre un po' di più, mentre lui si nutriva. Sempre nello studio, sempre davanti ad una tazza di tè.
Con Raito sembrava tutto facile, troppo facile. Prometteva gioia e divertimento, ma l'unico che traeva piacere da quelle attività era lui stesso. Chiudeva gli occhi lei, Yui, mentre dei denti affilati trapassavano le sue cosce pallide, sussurrando parole d'amore e parole spinte, istigandola a concedersi completamente a lui, come sua Sgualdrinella. Tra un morso e l'altro le veniva regalata la luna, assicurazioni di un amore che l'avrebbe potuta portare tra le compagne stelle, ma l'unica cosa che lei provava era dolore e rifiuto, perché non riusciva a snetirsi a suo agio con lui vicino e non era ciò che desiderava.
Strinse le palpebre, terrorizzata. Kanato era il più spaventoso di tutti i fratelli. Non sapeva se a metterle più inquietudine addosso fosse quel suo strano sorriso, l'orsacchiotto, Teddy, che si portava sempre dietro e con cui parlava frequentemente o quel suo malsano piacere nel vedere le espressioni impregnate di panico che lui le provocava. Era sicuramente il più sadico tra i cinque. Lei però non riusciva a trattenersi. Vederlo anche da lontano le faceva sgrandare gli occhi e tremare le gambe. Non aveva la forza per scappare, ed era ancora più debole quando le sue zanne le foravano il collo.
Si strinse ad Ayato, mentre lui le mordeva una spalla. Le faceva male, ma in qualche modo percepiva la sua delicatezza. Non lo cercava, come invece lui le aveva ordinato, aveva però imparato a non tremare più. Era veramente stato il suo insegnante, mediando tra i suoi modi brusci quelli più garbati, che venivano fuori in piena notte, quando ormai era già in parte sazio. Ayato era forse l'unico in quella famiglia a non farla sentire minacciata, ma in qualche modo protetta, al sicuro, a casa. Si era ricavato prepotentemente un posto nel suo cuore. Era vero: lei gli apparteneva.
Sì, aveva accettato il suo destino ed aveva finito per concedersi ai fratelli Sakamaki. Si era imposta di non lottare più, di non respingerli. Sembrava di trovarsi veramente all'interno di un sogno eterno, come Subaru le aveva promesso. E allo stesso modo non riusciva a distinguere il Paradiso dall'Inferno, perché tutto era confuso e i morsi, ovunque essi fossero, come quello del ragazzo dai capelli bianchi sul suo polso candido, erano insieme piacevoli e dolorosi, generando una sensazione indistinta che la appagava come per loro il suo sangue. Si era lasciata naufragare nei loro desideri, in balia della loro volontà.