[Hetalia] Margherite

Jan 06, 2014 11:14


Titolo: Margherite
Fandom: Hetalia: Axis Powers
Pairing: Chibitalia/Sacro Romano Impero
Rating: SAFE
Parole: 1051
Prompt: Margherite di Piscinadiprompt
Genere: Fluff
Note: Scritta per Nina. Non seguo Hetalia da un po', ma da quanto ricordo HRE era convinto che Chibitalia fosse una ragazza, per questo la prima metà è al maschile e poi si passa al femminile, si parla sempre di lui. B'
Ah, ad un certo punto HRE cerca di fare un riferimento a Cappuccettorosso. (...)
Disclaimer: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla.


L'aria era tiepida e pulita, un gradevole ma pungente aroma di terra bagnata riempiva le narici, accompagnato dal profumo dei fiori che ormai rendevano variopinto il campo. Tutto ciò su cui posava gli occhi sembrava gridargli gioiosamenente l'arrivo della bella stagione. Il sole splendeva timido in cielo e giorno dopo giorno acquistava sempre più vigore, preparandosi al caldo afoso dell'estate. I prati stavano abbandonando i gialli e i marroni invernali, riprendendo i verdi brillanti delle piante, oltre agli sgargianti colori dei boccioli che continuavano a supntare senza sosta. Gli alberi ricominciavano ad offrire riparo dalla luce ed ad ospitare uccellini ed altri animali, alcuni tornati dalle loro migrazioni verso zone calde e altri svegliatisi dai lunghi letarghi.
Lui non sapeva dove dirigersi, ogni angolo nascondeva una novità, ad ogni passo trovava nuove tinte e nuove specie: il bianco dei bucaneve, i denti di cane con il loro lilla chiaro, pochi denti di leone iniziavano a far capolino qui e lì, i gialli e i viola, chiari o intensi, delle primule spiccavano ovunque, ormai nel pieno della loro fioritura, i colori accesi delle viole non potevano passare inosservati facilmente, il blu dei piccoli nontiscordardimé quasi spariva in quella festa di colori, mentre il bianco delle margherite era inconfondibile.
Ogni due passi si piegava a terra e coglieva un paio di fiorellini, ne assaporava l'ottimo profumo, poi li sistemava con cura dentro il suo grembiule bianco, che ormai era stato elevato al grado di cesta, insieme agli altri puntini colorati raccolti in precedenza. Dopo un po' aveva persino smesso di alzarsi ogni volta: si era semplicemente accovacciato sull'erba e quando doveva spostarsi dondolava da un lato all'altro, con la stessa andatura altalenante delle papere.
Ogni anno passava l'ultimo periodo dell'inverno aspettando l'inizio della primavera con le sue sinfonie di colori, di odori e di suoni. Non era difficile trovarlo, in quei mesi, arrampicato sulla cassapanca sotto la finestra della sala, mentre spiava il giardino e le colline subito dietro, aspettando un segno che gli confermasse l'imminente l'arrivo della tanto ricercata bella stagione.
Finalmente quel periodo era arrivato ed adesso poteva perdersi correndo dietro le farfalle, con i loro strani volti variopinti, o alla ricerca di nuovi profumi e vite appena sbocciate. Controllava accuratamente le grondaie di tutta casa, sperando di trovare i nidi di rondine nuovamente abitati. Ogni mattina si svegliava presto, per potersi godere al meglio i canti degli uccellini. Tutto questo lo rendeva incredibilmente felice, non poteva fare a meno di ridere o di urlare per la gioia e per la sorpresa di aver trovato qualcosa di nuovo, qualcosa che avrebbe serbato come un piccolo tesoro tra i suoi migliori ricordi.
Era scomparsa già la mattina presto, ma vista la temperatura mite non se ne era preoccupato troppo, in quanto era un fatto che accadeva ogni anno in questa stagione. Sembrava che lei si risvegliasse con la natura: se in inverno pareva essere in letargo per le molte ore passate a dormire o per la pigrizia che raggiungeva e superava i livelli di suo fratello, invece con la bella stagione si rinvigoriva, tornava a svolgere i lavori domestici con gioia e tornava a canticchiare, mentre era impegnata in altro. Adorava sentire la sua voce, soprattutto quando intonava quelle allegre melodie dei canti tipici delle sue terre.
Questa volta, però, si era allontanata troppo; non era più nei pressi della casa e nemmeano dei giardini subito dietro, era uscita dalle zone che lui riusciva a controllare facilmente. Affrettò il passo: il solo pensiero che le fosse potuto succedere qualcosa lo mandava nel panico più totale. Lei aveva tanto l'aspetto di una creatura così debole ed indifesa, come se anche un fiore avesse la capacità di danneggiare la sua candida pelle. Il non essere a conoscenza dei suoi spostamenti lo rendeva seriamente apprensivo.

La trovò, dopo una corsa che sembrava non finire mai, al limitare di uno dei prati che circondavano la loro residenza. La gonna verde si allargava in maniera piuttosto composta, mimetizzandosi con l'erba, su un tappeto di margherite, e da altrettante margherite era coperta. Fermò la sua corsa e si avvicinò lentamente, cercando di non far rumore, quasi trattenendo il respiro ( per quanto lo sforzo fisico di poco prima poteva permetterglielo ), per poterla osservare meglio. Lei alzò lo sguardo e notandolo gli regalò un sorriso radioso. Sentì il proprio viso scaldarsi immediatamente. Voleva salutarla, ma dalla sua bocca sembrava non voler uscire suono. Rimase in quel modo, con la bocca aperta ed uno sguardo imbambolato, per qualche minuto, prima che il suo cervello si ricollegasse e riuscisse a formulare una frase, anche se non proprio di senso compiuto.
« S-sta' attenta a... a non perdere il sentiero! »
Le mancava la mantella rossa, ma per quello potevano rimediare i fiori che la circondavano. O le tonalità che il proprio viso stavano pian piano assumendo. Lei sollevò novamente lo sguardo su di lui e gli sorrise ancora una volta, tornando poi sui boccioli che teneva in mano. Forse non aveva capito quello che intendeva dirle.
« Vieni qui. » Disse invece di rimando, con quella sua dolce voce, e gli fece cenno di avvicinarsi. Sentì il proprio viso diventare ancora più caldo di prima. Ormai il rossore doveva essere più che evidente; nonostante ciò fece come gli era stato richiesto. Avanzò di un passo, titubante: si sentiva le ginocchia molli; fece un secondo passo, poi un altro ed un altro ancora, avanzando solo grazie alla forza datagli dall'emozione ( un misto di paura per ciò che sarebbe potuto accadere, pura venerazione per la bellezza che quel quadretto emanava, felicità per poter stare in sua compagnia e la gioia di essere stato invitato ad avvicinarsi ) e successivamente dall'inerzia. Quando si arrestò, di colpo, era a meno di un metro dalla ragazza. Questa si alzò in piedi, creando una cascata di piccoli puntini bianchi e gialli, che si unirono a quelli già presenti tra l'erba. Sembrava veramente appena uscita da una delle fiabe che le nonne raccontavano ai nipoti subito dopo avergli rimboccato le coperte e subito prima che questi sprofondassero nella dolcezza del sonno.
I suoi muscoli si irrigidirono di scatto quando lei colmò la distanza che li separava, posandogli qualcosa sul capo e un dolce e casto bacio sulla guancia.
Quella corona di margherite doveva risaltare molto bene sui suoi capelli biondi e il suo volto porpora.

fanfiction, fandom: hetalia: axis powers

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