[Hetalia] Un risveglio particolare

Jan 06, 2014 01:24


Titolo: Un risveglio particolare
Fandom: Hetalia: Axis Powers
Pairing: Prussia/Inghilterra
Rating: SAFE
Parole: 736
Prompt: Scritta sul prompt n°80 (Geranio - gentilezza) della mia tabellina della Maritombola di Maridichallenge
Genere: Fluff, Romantic
Note: Per Jo. Anche qui mi scuso per un Prussia complessato e spero possa piacerti. q*q
Disclaimer: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla.



Si stiracchiò pigramente, inarcando la schiena e roteando le spalle, per sciogliere le articolazioni irrigiditesi durante il sonno. Ancora nel pieno del torpore cercò di sollevare una palpebra. La luce riempiva la stanza ( qualcuno aveva aperto le tende! ) e notò che l'altra metà del letto era vuota. Vuota e fredda. Avrebbe voluto borbottare il proprio dissenso, ma la voce gli si bloccò in gola, secca a causa delle ore passate a dormire. Si girò su un fianco, dando le spalle alla finestra, la quale emanava una tale luce che dava fastidio ai suoi delicati occhi.

Avrebbe dovuto trovare la forza per alzarsi dal letto ed andare in cucina a bere qualcosa, così da poter tornare a parlare e ad ascoltare la propria voce. Non poteva però distrarre la propria mente dalla consapevolezza di essere solo. Più cercava di pensare ai propri argomenti preferiti ( ad esempio provare a rendere la vita delle persone che lo circondavano un po' migliore, magari con la sua sola presenza, o anche a quanto il suo incarnato sembrasse così perfetto e così chiaro, o quale canzone fosse più adatta a mostrare al mondo la sua magnifica voce ), più si rendeva conto che un'unica domanda dominava i suoi pensieri: perché?

Perché era stato abbandonato di prima mattina? Perché non era stato svegliato? Perché non era stato ritenuto degno nemmeno di un 'questa notte è stato proprio fantastico!'? Perché provava questa terribile sensazione di abbandono? Perché il letto era così freddo? Perché proprio a lui?

Ricordava la notte precedente come più che piacevole ( e gli costava ammetterlo, ma, forse, per una volta non era solo merito suo ), quindi non comprendeva minimamente il perché fosse stato abbandonato lì, come un cane in mezzo alla strada durante le vacanze estive. Ed un po' era quella la sensazione che provava. Un grande vuoto all'altezza dello stomaco, che minacciava di risucchiare tutto il suo essere per poi implodere malamente.

Senza rendersene conto si era raggomitolato in posizione fetale con una mano stretta al petto, quando uno strano odore arrivò alle sue narici. Era particolare, poiché ricordava quello del cibo, ma allo stesso tempo vi era una nota acre, che non riusciva ad identificare con chiarezza. Aprì nuovamente un occhio, richiuso nella speranza di prender sonno e togliersi quelle spiacevoli sensazioni di dosso. Dovette spalancarli entrambi, perché quasi non riusciva a credere a ciò che aveva davanti.

Due occhi verdi lo scrutavano con un'espressione quasi dolce; sul materasso, vicino al proprio corpo, era stato posato un vassoio contenente un piatto di uova strapazzate e salsicce, del pane tostato, una ciotolina di burro con vicino un'altra contenente della marmellata. A coronare il tutto uno stretto bicchiere di vetro nel quale era stato inserito un mazzolino di geranei cremisi, della stessa tonalità dei propri occhi.

Continuava a spostare lo sguardo dalla colazione al ragazzo biondo, non trovando il coraggio di posarlo né sull'uno ne sull'altro. E poco importava se le uova e il pane erano in parte bruciacchiati o se le salsicce avessero un aspetto poco invitante.

Era stato uno stupido.

« Mpf. Buongiorno. » La sua voce era roca ed andava e veniva, ma almeno aveva spezzato quel silenzio che stava diventando così pregno di imbarazzo.

« Buongiorno. » Fu la risposta, accompagnata da un bacio leggero.

Alzò lo sguardo, pressoché incredulo, ma l'inglese aveva già rivolto i suoi smeraldi altrove, come se la cassapanca in fondo alla stanza fosse improvvisamente diventata l'oggetto più interessante della camera. Si sistemò in modo più comodo sul letto, lasciando lo spazio perché qualcuno, una persona a caso, potesse infilarsi tra di lui e il comodino, poi con cautela ( ed un incontrollabile sorriso stampato sul volto ) mise in bocca una forchettata di uova.

Aveva l'impressione che le proprie guance avessero preso un po' di colore, quando si rese conto di quel sorriso, e cercando di distrarre qualsiasi possibile attenzione da questo fatto si infilò sotto le coperte, nel posto che gli era stato liberato. Chissà se Gilbert era a conoscenza del significato dei fiori e ne avesse intuito il significato, oltre ad averne probabilmente notato la tonalità.

Certe cose ( certi sentimentii ) gli riuscivano ancora difficili da esprimere a parole, o a gesti, ma i fiori. I fiori potevano fare un intero discorso d'amore al posto suo. E potevano iniziare da dei ringraziamenti semplici, per una normale ( o forse non tanto ) nottata, per poi passare, più avanti nel furuto, ad emozioni più intense e complicate.

fanfiction, !challenge: maritombola, fandom: hetalia: axis powers

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