Titolo: Ritratto
Fandom: Axis Powers: Hetalia!
Personaggi: Prussia
Rating: SAFE
Parole: 355
Prompt: Scritta sul prompr n°10 (Uno) della mia
tabellina della
Maritombola di
MaridichallengeGenere: Malinconico, 'Introspettivo'
Note: Per Nina. Non posso farci nulla, ma dal mio punto di vista Prussia soffrirà sempre del complesso dell'abbandono. (?)
Disclaimer: Non mi appartengono e non ci guadagno nulla.
Il rumore dei suoi passi lenti e cadenzati rimbombava nel corridoio che stava attraversando. La luce della candela che reggeva in mano tremolava, distorcendo i volti dei quadri appesi alle pareti. Un vero peccato, perché ai raggi del sole risultavano essere proprio dei bei volti. Raffiguravano tutti lo stesso uomo: capelli chiari, quasi completamente bianchi, occhi cremisi, una pelle talmente bianca che quasi ci si poteva chiedere se il pittore avesse dovuto usare dei colori o avesse lasciato quello naturale della tela. I lineamenti del volto lasciavano intravedere le ossa sottostanti il quasi invisibile strato di epidermide, le labbra erano sottili e rosee, unico tocco di colore, insieme agli occhi. In ogni quadro l'uomo indossava vesti diverse, si trovava in diverse ambientazioni, aveva diverse espressioni sul volto ( anche se a prevalere era un sorriso malizioso, quasi presuntuoso ), era circondato da diversi personaggi, ma indubbiamente era l'unico e vero protagonista di ciascun dipinto.
Si fermò all'improvviso, colto da uno strano pensiero.
Si trovava in un enorme casa, che straripava di tele simili a quelle che riempivano il corridoio in cui si trovava, tele raffiguranti un volto stupendo, particolare, elegante, gli tenevano compagnia durante le giornate noiose e le nottate insonni, come quella, eppure... Eppure qualcosa non andava. Sentiva un vuoto al centro del petto, che nemmeno il calore di quella candela, o del sole o dell'Inferno sarebbero riusciti a riempire.
Aveva fatto la storia, era di piacevole presenza, si amava dal profondo del proprio cuore, tuttavia non riusciva a bastarsi. Si sentiva solo e nemmeno la compagnia di tutti quei suoi ritratti riusciva ad allontanare quelle terribili sensazioni che lo prendevano dal profondo e non lo abbandonavano, dellle volte persino per giorni interi.
Era solo e non poteva farci niente, perché non riusciva a capirne il motivo.
Non riusciva veramente a capire perché gli altri non lo amassero quanto lui amava sé stesso. C'erano tutti i presupposti perché ciò accadesse, ma non era così.
Era solo e l'unica cosa che poteva fare era continuare a girare per l'enorme dimora e cercare confronto nei propri ritratti appesi alle pareti e nei diari, dove c'era ancora qualcuno che sembrava donargli amore.