Characters: Rory Williams; Eleventh Doctor; Amelia Pond;
Pairing: Eleven/Rory {fezturion}; Rory/Amelia
Rating: pg-13
Genre: Fluff; slice of life;
Warning: slash
Prompt: Holding hands
Words: 405
Note: Tenetemi lontano dalle challenge. Seriamente. Fatelo. Non è possibile che mi sia imbattuta anche in questa e, perfino, con la mia coppia OTP di Doctor Who (sì, apprezzo la Doctor/Amelia/Rory, ma nulla è meglio della Doctor/Rory, giusto la Doctor/River ci va molto vicino), come se non avessi altre centinaia di fanfic da portare a termine! Dammit!
La mia idea iniziale è quella di trenta piccole flashfic che partono da una frendship e arrivano alla coppia vera e propria. O a qualcosa che ci va molto vicino. Spero.
Disclaimers: I personaggi di Doctor Who appartengono a chi di diritto.
Scritta sui prompt di [
30 day OTP Challenge ]
Capitoli precedenti:
01
Day 01 # Holding hands
Arriva dal nulla, come ogni gesto del Dottore, come la sua stessa presenza a cui è difficile abituarsi, ma ancor più difficile è dimenticarla e lasciarla andare.
Rory ha sentito il tocco deciso della sua mano scivolare nella propria, mentre la curva sulle labbra del Dottore gli sorride gentile e i suoi occhi gli parlano, invece, di segreti inconfessati e pesi sulla coscienza destinati ad aumentare.
Si sforza di non pensare ai suoi occhi, che mai una volta ha visto realmente catturati dai troppi sorrisi che il Dottore concede alla vita. Cerca di pensare solo alle dita lunghe che imprigionano con sicurezza le proprie, alla presa forte e virile di un uomo, completamente diversa da quella più fragile e più calda di Amy, sua moglie, che stringeva pochi secondi prima di vederla precipitare nel vuoto, dove si riversa una cascata di acqua in polvere.
Il Dottore si sporge oltre il dirupo e, la luce diamantina che lo ricopre, lo investe di riflessi abbacinanti quando i raggi delle due lune lo accarezzano. Rory sente il cuore battere e la paura di perdere anche lui (di vederlo precipitare senza poter fermare la sua caduta) farsi soffocante, opprimendogli il petto e impedendogli di respirare. Si convince che niente, ormai, possa dargli la certezza che riusciranno a cavarsela, eppure basta una semplice e dolorosa pacca alla sua schiena e il respiro ritorna a gonfiare i polmoni. Basta sempre così poco, perché il Dottore riesca a smettere di farlo vacillare.
«Sei pronto, Rory Pond?» gli chiede Eleven, approfittandone per sentire il suono del suo cognome e strappargli una smorfia di dissenso.
Rory prende fiato.
«No.» risponde sereno, scacciando la paura e stringendo più forte la mano del Dottore.
Non sarà mai pronto, non a quello che significa viaggiare al suo fianco, correre tra i grovigli del tempo e lasciare che la propria mano venga stretta da un alieno con due cuori e una scatola blu. Ma ha vissuto duemila anni in attesa che sua moglie ritornasse da lui e ha conosciuto sua figlia adulta ancor prima di vederla bambina, un salto nel vuoto non sarà la fine del mondo.
Il Dottore gli sorride e, ancora una volta, Rory si obbliga a non guardare gli specchi grigi dei suoi occhi.
«Nemmeno io.» Eccitato dall'ignoto, Eleven ride e, insieme, si gettano verso un lago di azzurro pulviscolo bagnato, fatto di microgocce d'acqua sbriciolata che riempie la superficie di quel mondo sconosciuto «Geronimo!»